Impianto di irrigazione: cos’è e come si costruisce secondo Daniele Marinotto

L’impianto di irrigazione è un elemento molto importante del tuo giardino, perché garantisce la salute del tappeto erboso, delle piante e dei fiori che coltivi.

Progettare un buon impianto di irrigazione, perciò, è fondamentale per la cura del tuo giardino, come lo è irrigarlo con la giusta quantità d’acqua, con la giusta frequenza e nei giusti orari.

In questo post per la Rubrica Passione Giardinaggio insieme a Daniele Marinotto, che già ci ha raccontato Il Giardino Biologico e come curarlo e La potatura delle piante, capiremo cos’è un impianto di irrigazione e come si costruisce. Inoltre, Daniele ci suggerirà quali sono le regole per progettare e realizzare un buon impianto di irrigazione.

Cominciamo!

Cos’è un impianto di irrigazione? Quali sono le sue funzioni per un giardino?

L’impianto di irrigazione è lo strumento che possiamo utilizzare per soddisfare le esigenze idriche del nostro tappeto erboso e delle nostre piante in giardino e in terrazzo. Il suo compito è quello di erogare la quantità di acqua necessaria alle nostre coltivazioni, possibilmente senza il nostro intervento.

Quali sono i tipi di impianto di irrigazione presenti in commercio?

Dobbiamo distinguere tre tipi di impianto di irrigazione:

  • l’impianto di irrigazione costruito per le esigenze del tappeto erboso;
  • l’impianto di irrigazione per le piante, che useremo nella fase di attecchimento e di soccorso;
  • l’impianto di irrigazione indispensabile per le nostre terrazze e fioriere.

L’impianto per il tappeto erboso non è strettamente necessario, in quanto l’approfondimento dell’apparato radicale del tappeto che abbiamo seminato rende autonomo il tappeto erboso, purché vengano rispettate le tecniche di manutenzione.

L’apporto idrico alle piante non è necessario se non in via straordinaria, se abbiamo micorizzato in fase di piantumazione e se abbiamo fornito la necessaria materia organica necessaria alla vegetazione della pianta.

La coltivazione in terrazzo dentro vasi e fioriere rende comunque indispensabile per la sopravvivenza delle coltivazione l’apporto idrico artificiale in quanto le precipitazioni meteoriche non sono sufficienti a dare la quantità idrica necessaria alle piante, se eseguiamo la micorizzazione l’apporto idrico sarà comunque ridotto.

Come scegliere l’impianto di irrigazione più adatto per il proprio giardino?

Costruisco impianti di irrigazione dal 1980 e vi sono state delle evoluzioni nel tempo che hanno portato l’uso degli impianti solo in situazioni difficili da gestire. Se 40 anni fa sembrava indispensabile irrigare prato e piante, oggi l’avvento delle micorizze e le nuove tecniche di pacciamatura delle aiuole ci hanno permesso di fare anche a meno degli impianti idrici, a meno che parliamo di vasi e fioriere .

Riguardo ai tipi di impianto utilizzabili, i migliori sono:

  • per il prato gli irrigatori statici o dinamici a scomparsa, comandati tramite elettrovalvole a 24 volts e gestiti da programmatori elettronici;
  • per le aiuole l’ala gocciolante;
  • per le terrazze gli irrigatori a bottone auto compensanti.

È possibile realizzare da sé un impianto di irrigazione oppure serve necessariamente il supporto di un professionista?

La realizzazione di un impianto di irrigazione non è una impresa impossibile per chi vuole far da sé ed ha capacità manuali neppure eccessivamente spiccate. L’assemblaggio delle sue parti, infatti, non risulta complicato. L’ostacolo maggiore risulta essere, oltre che la fatica di eseguire gli scavi, la conoscenza del fabbisogno idrico di quello che vogliamo irrigare e questo implica una adeguata preparazione professionale.

Ci suggerisci una guida, divisa in step, per realizzare un impianto di irrigazione per giardino?

La prima regola è quella di eseguire una planimetria su cui andare a disegnare il rilievo esatto dell’area che vogliamo irrigare.

La seconda regola è quella di avere ben chiara la portata dell’acqua che abbiamo a disposizione e della relativa pressione. Per fare ciò ci sono in commercio dei misuratori di portata da agganciare al rubinetto che ci indicano realmente quanti litri di acqua abbiamo a disposizione.

Noti i dati di portata, di pressione e le misure esatte dell’area da irrigare, armati di compasso dovremo disegnare la copertura totale del nostro prato. Quest’attività è tutt’altro che semplice, per cui vi consiglio di leggere un manuale tipo Toro o Rain Bird prima di procedere.
Indispensabili sono le tabelle delle prestazioni degli irrigatori (consumo e gittata in base alla pressione che abbiamo a disposizione).

Inoltre, vi consiglio di usare irrigatori dinamici per gittate da 5 a 11 mt, mentre quelli statici devono avere gittate da 3,5 a 5 mt. Nelle aiuole vi consiglio l’ala gocciolante nelle aiuole. Una volta eseguito il disegno e fatto l’elenco dei materiali da acquistare, preparatevi all’esecuzione. Vi ricordo che in base alla portata dell’acqua avrete ottenuto un impianto con diversi circuiti, che andranno collegati alle elettrovalvole e successivamente al programmatore.

Quali caratteristiche deve avere un impianto di irrigazione per essere realizzato salvaguardando l’ambiente?

Gli impianti di irrigazione che eseguiamo rispondono per dimensionamento a quanto stabilito dai manuali, il loro uso invece prescinde dalla corretta progettazione. Gli errori fatali che portano ad un uso scorretto degli impianti di irrigazione, infatti, sono imputabili all’utilizzatore finale.

Vi ricordo che per il prato l’ora migliore dell’irrigazione sono le 5 di mattina, perché le maggiori malattie funginee si trasmettono per via translaminare e l’obiettivo è far asciugare le foglie il prima possibile.

Le irrigazioni devono essere abbondanti e distanziate di tre/quattro giorni nei mesi primaverili e autunnali, in quelli estivi si può irrigare anche ogni due giorni in mancanza di precipitazioni meteoriche.

In questo modo possiamo risparmiare responsabilmente un bene prezioso come l’acqua e al contempo avere un bel giardino che piano piano farà da sè.

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