I Peperoni tipici italiani: guida ai peperoni dolci del nostro Paese.
Si fa presto a dire peperoni! L’ intenditore chiama questo ortaggio con il suo vero nome, perché ogni peperone è diverso dall’altro e possiede peculiarità e caratteristiche che lo rendono unico non solo nell’aspetto ma anche nel gusto, nel livello di piccantezza (vedi anche i peperoncini piccanti).
E nel nostro Bel Paese sono tante le varietà di peperoni, ognuna con le sue caratteristiche, ognuna con il suo aspetto, ognuna con il suo sapore e con la sua provenienza.
Andiamo a conoscere i Peperoni dolci tipici italiani, quegli ortaggi che colorano le bancarelle dei mercati, che profumano le nostre cucine, che insaporiscono le nostre pietanze, che rallegrano i nostri balconi ed i nostri orti.
Peperone di Senise IGP
Il Peperone di Senise IGP viene prodotto nel comune di Senise ed in altri comuni limitrofi delle province di Matera e di Potenza, in Basilicata.
Questa varietà è ottenuta dalla coltivazione dei tipi morfologici Appuntito, Tronco e Uncino della specie Capsicum annuum.
Viene prodotto generalmente con la semina eseguita a mano, a spaglio, nel periodo che va dalla terza decade di febbraio e alla seconda decade di marzo. Dopo la germinazione dei semi ottenuti da piante madri selezionate vengono trapiantate le piantine di peperone.
Il trapianto viene eseguito nel periodo compreso tra la seconda decade di maggio e la prima decade di giugno. Si tratta di una specie a maturazione scalare, pertanto la raccolta si fa manualmente, a maturazione completata, quando le bacche hanno la colorazione rosso porpora; Solitamente la raccolta inizia i primi dieci giorni di agosto.
Per ottenere il prodotto secco, i peperoni raccolti vengono sottoposti ad un’essiccazione naturale all’aria. Si tratta di un procedimento esclusivo che consiste nel disporre i peperoni, per 2-3 giorni, su teli di stoffa o su reti, al riparo dalla luce, all’interno di locali asciutti e ben areati. Poi i peduncoli sono infilati in serie, con spago, disponendo le bacche a spirale angolata. Il risultato sono le caratteristiche “collane” o “serte”. Che saranno esposte al sole fino a quando il contenuto in acqua non si attesterà al 10-12%.
Poi saranno nuovamente riposte in locali arieggiati. Per trasformare il prodotto in polvere, il prodotto secco sarà trattato in forno per eliminare il residuo di umidità ed agevolare la molitura.
Il Peperone di Senise IGP nelle varietà Appuntito e Uncino presenta una bacca leggermente deformata con apice a punta; nella varietà Tronco la bacca ha la forma di un cono, con apice tronco. Il colore è verde o rosso porpora. Il sapore è dolce.
Il Peperone di Senise IGP fresco può essere conservato in frigorifero per circa 10 di giorni, quello essiccato e in polvere si conserva a lungo. Si tratta di un ingrediente prezioso in molte ricette della cucina lucana come i caratteristici peperoni “cruschi”, che vengono essiccati e fritti in olio d’oliva. Con il peperoncino in polvere si possono insaporire minestre, pesce ed insalate.
Tra le peculiarità del Peperone di Senise IGP citiamo la polpa sottile e il fatto che, anche dopo l’essiccazione, il peduncolo resta saldamente attaccato alla bacca.
Peperone di Carmagnola IGP
Tra i peperoni tipici italiani c’è anche il peperone di Carmagnola Igp che si distingue per il suo vivace ed allegro colore rosso o giallo intenso, è noto e apprezzato in tutto il Piemonte per le sue caratteristiche uniche di qualità e genuinità.
Il consorzio dei produttori ne riconosce quattro tipologie morfologiche: il quadrato, dalla forma a cubo con quattro punte; il corno di bue, che presenta una forma molto allungata; la trottola, che è a forma di cuore e il tumaticot, dalla forma tondeggiante e schiacciato ai poli.
Il peperone di Carmagnola Igp, viene coltivato su terreni pianeggianti e sabbiosi e viene raccolto manualmente a partire dalla fine di luglio.
E’ perfetto gustato crudo in pinzimonio, appassito nel forno, sott’aceto, sott’olio, in agrodolce o, come da antica tradizione piemontese, sotto rapa.
Nelle ricette tradizionali piemontesi viene proposto in bagna càuda, come contorno di arrosti e bolliti, ma anche ripieno con carne macinata, erbe aromatiche e uova.
Il comune piemontese di Carmagnola tributa questo ortaggio dedicandogli “la Fiera del Peperone di Carmagnola” che conta circa 250 mila visitatori ogni anno e che ospita circa 220 stand.
Peperone di Pontecorvo DOP
Il Peperone di Pontecorvo DOP è ottenuto dalla coltivazione dell’ecotipo locale Cornetto di Pontecorvo della specie Capsicum annum L.
E’ caratterizzato da un forma cilindro-conica, trilobata ed è di colore rosso, talvolta con sfumature verdi. La cuticola e la polpa sono sottili. Il sapore è dolce. Viene prodotto nell’intero territorio del comune di Pontecorvo e in parte dei comuni di Esperia, S. Giorgio a Liri, Pignataro Interamna, Villa S. Lucia, Piedimonte S. Germano, Aquino, Castrocielo, Roccasecca e San Giovanni Incarico in provincia di Frosinone, nel Lazio.
I semi selezionati dalle piante migliori, da metà febbraio a metà aprile vengono seminati in semenzai e trascorsi i 30-50 giorni dalla germinazione, le piantine vengono trapiantate in campo aperto o in ambiente protetto. E’ importante sottolineare che il terreno deve seguire una precisa rotazione colturale, secondo la quale il Cornetto di Pontecorvo, può essere presente sullo stesso lotto una volta ogni quattro anni.
La raccolta viene fatta manualmente tra luglio e novembre.
Il Peperone di Pontecorvo DOP è un ingrediente molto ricercato, che può essere consumato crudo o conservato sott’olio, è perfetto per accompagnare salumi e formaggi. Nella cucina tipica locale è abbinato col pollo, al forno o in padella, e con la carne di maiale in padella.
Il Peperone di Pontecorvo DOP ha la peculiarità di essere molto digeribile per via della particolare sottigliezza della buccia e della polpa, risultato di una lunga ed accurata selezione delle piante eseguita per secoli da esperti agricoltori.
Papaccella napoletana
A partire dal mese di luglio fino ai primi freddi le bancarelle dei mercati partenopei traboccano di peperoni colorati, tra questi spiccano le papaccelle.
La Papaccella napoletana si trova in tutto il territorio vesuviano, ma viene coltivata soprattutto nel comune di Brusciano dove il terreno argilloso e colmo di acqua rappresenta l’ambiente più indicato.
Questo peperone presenta dimensioni ridotte rispetto ai comuni peperoni, il suo diametro varia dagli 8 ai 10 cm, ha una forma tonda, schiacciata e costoluta. Il colore è deciso e può essere rosso, verde o giallo sole ed i profumo è sempre molto intenso, con note fresche ed erbacee. La dolcezza della polpa è l’elemento caratteristico che distingue la papaccella da altre varietà simili nell’aspetto ma dal gusto decisamente piccante.
Ha un sapore dolce ed una consistenza carnosa e soda, queste caratteristiche lo rendono un ortaggio molto apprezzato e versatile.
La semina viene eseguita dalla seconda metà di marzo ai primi dieci giorni di luglio, e la raccolta, fatta a mano, avviene dalla seconda metà di giugno ai primi di novembre.
In diverse zone d’Italia questo prodotto assume viene chiamato “chiacchiera”, “chiochiera”, e “pupacchiella”.
Il peperone Pappacella napoletana può essere raccolto nel periodo compreso da luglio fino alla fine di ottobre.
La Papaccella napoletana si presta per le conserve tradizionali sottaceto oppure sottolio, arrostito, saltato in padella, al forno, farcito con il classico ripieno di tonno o alici salate, olive, mollica di pane, uvetta, pinoli, pomodorini del piennolo e capperi. Le bacche conservate sotto aceto di vino rosso sono l’ingrediente principe dell’insalata di rinforzo, tipico piatto delle feste natalizie partenopee.
Peperone di Capriglio in Monferrato
Il Peperone di Capriglio presenta una forma triangolare o a cuore e ha una pezzatura piccola, è infatti appena più grande di un pomodoro ed è giallo o rosso. Il pericarpo ha per uno spessore elevato spessore e per questo è adatto alla conservazione sotto aceto.
E’ una varietà di peperone molto antica tipica del Piemonte, dove da oltre 200 anni viene coltivato nel Monferrato, nel piccolo territorio del Comune di Capriglio d’Asti.
Questo peperone dolce è facile da coltivare grazie alla vigoria e alla tolleranza alle scottature, predilige i terreni freschi e umidi
Il “Peperone di Capriglio”, può essere consumato fresco, o conservato sotto aceto e acqua in recipienti chiusi dalle vinacce derivanti dalla lavorazione del vino; tradizionalmente questa conservazione è nota come “Peperone di Capriglio sotto raspa”.
Si tratta di una lavorazione molto semplice che consiste, in primis, nella selezione di peperoni sani e perfetti che vengono lavati e lasciati all’aperto per una settimana.
Successivamente vengono inseriti in damigiane con apertura adatta e sommersi da una soluzione composta da aceto, acqua bollente e sale con l’aggiunta di acido salicilico come conservante.
La particolarità è che la bocca della damigiana è chiusa con vinacce derivate dalla lavorazione del vino ( in contemporanea alla maturazione dei peperoni).
Peperone dolce di Altino
Ecco un altro dei peperoni tipici italiani, si tratta di un piccolo peperone a forma corno dal colore rosso intenso, noto anche come peperone “a cocce capammonte” (a testa all’insù), in quanto il frutto è rivolto verso l’alto. Il Peperone dolce di
Viene prodotto nel piccolo paese di Altino, in provincia di Chieti, in Abruzzo, e raccolto su uno sperone roccioso che domina la Valle dell’Aventino. A maturazione avvenuta i peperoni dalla prima decade di agosto si raccolgono, e vengono infilzati con ago e spago all’altezza del peduncolo, così da creare una lunga collana chiamata “crollo”.
Poi vanno lasciati essiccare all’aria per diversi giorni e, quando non c’è più traccia di umidità, vanno tostati in forno per qualche minuto o passati velocemente in olio bollente.
Sono così pronti per essere sbriciolati su primi piatti, sul baccalà, sulle verdure e sulla carne di maiale.
Il Peperone dolce di Altino ha il caratteristico sapore dolce, è anche impiegato nella preparazione di insaccati o per impastare pasta e pane, conferendo all’impasto un colore rosso vivo.
Cappello del Vescovo
Questo peperone ha la caratteristica forma a campana con 3 protuberanze laterali. Misura circa 6-8 cm di diametro e circa 5-7 cm di lunghezza.
La colorazione passa dal verde all’arancio per poi virare al rosso. La buccia è abbastanza sottile e la polpa, non molto spessa, è soda e croccante ed ha un intenso profumo di peperone.
La pianta di Cappello del Vescovo forma un grosso cespuglio dell’altezza circa 120 cm, e del diametro di circa 100 cm e in una stagione può arrivare a produrre 6-7 Kg di peperoncini.
E’ perfetto per essere usato in ricette delicate con formaggi o in abbinamento a pasta e pesce. E’ perfetto come peperone ripieno e saltato in padella e aggiunto alle insalate di pollo.
Peperone quadrato d’Asti
Il peperone quadrato d’Asti è uno dei peperoni tipici italiani originario del Piemonte. Vien prodotto ad Asti e tutti i comuni della provincia situati nella Valle Tanaro.
La pianta ha un portamento eretto, l’altezza del fusto vara da da 40 a 90 cm. Il frutto è una bacca carnosa, verde e, poi a maturazione, gialla o rossa, di forma molto diversa a seconda della cultivar.
La raccolta, a scalare avviene a livelli di maturazione diversi a seconda della destinazione del prodotto: per la trasformazione in sottaceti, il peperone è raccolto ancora verde mentre, per l’inscatolamento e per il consumo fresco, il frutto viene staccato all’inizio della colorazione rossa o gialla.
Peperone Cornelio
Cornelio è peperone dolce italiano, che presenta la caratteristica forma allungata del corno. E’ caratterizzato da intensi colorazioni rosse e gialle con striature talvolta più scure, ha la polpa soda, dolce e croccante e con pochi semi.
La sua zona di origine è la Sicilia, dove può godere del tipico clima e del sole del mediterraneo.
Corno di toro
Questo peperone dolce è caratterizzato da frutti di forma conica, di solito curvati come le corna del toro appunto, che raggiungono i 18-20 cm. di lunghezza ed un diametro al picciolo di 5-6 cm.
Si tratta di uno dei peperoni tipici italiani fra i primi ad apparire sui mercati, a seconda la varietà, maturano dal verde al rosso intenso, oppure al giallo-arancio.
Hanno una polpa liscia, spessa e carnosa. Ideali per essere consumati freschi, ma anche fritti, alla griglia, in salamoia o sott’aceto.
La semina si esegue al coperto in semenzaio nel periodo compreso da gennaio a marzo, secondo le zone e la precocità della varietà. Il trapianto viene eseguito quando la piantina è maneggiabile e all’aperto quando il terreno è ben caldo e non vi è rischio di gelate.
Cornetto leccese
Il Cornetto leccese è tra le più diffuse e apprezzate varietà di peperone. Si tratta di un peperone di pezzatura media intensamente coltivato per il consumo locale. E’ più piccolo e carnoso del comune peperone corno di bue, si riconosce per la sua somiglianza con il cornetto amuleto portafortuna.
I coltivatori del posto reperiscono facilmente giovani piantine da trapianto, quindi non si impegnano a conservare la semente da un anno all’altro.
Nel Salento, il consumo del peperone cornetto leccese è molto elevato in particolare nella stagione estiva quando viene preparato e servito come contorno o piatto unico, accompagnate da frise di grano o di orzo.
Generalmente, il Cornetto leccese viene consumato verde crudo e tagliuzzato nelle insalate e cotto, fritto in olio di oliva.
Quando è maturo e assume la colorazione rosso-porpora questo peperone tipico italiano, viene impiegato per preparare la conserva sott’olio da spalmare su pane di grano.
Abbiamo conosciuto alcuni dei Peperoni dolci tipici italiani, ne conoscete altri? Inseriteli nei commenti oppure contattateci.
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