Stallatico

Stallatico
Stallatico

Un tempo, nemmeno troppi anni fa, in campagna si era soliti raccogliere gli escrementi dei cavalli per usarli come concime. Oggi non è cosi semplice come una volta reperire lo stallatico naturale ma esiste lavorato industrialmente, reperibile in commercio sotto il nome generico di “stallatico pellettato” o “stallatico sfarinato” che viene venduto in sacchetti di materiale secco, lavorabile senza difficoltà e che conserva gran parte delle proprietà dello stallatico naturale.

L’odore non è il massimo (non ci si potrebbe aspettare diversamente), è vero, ma le sue proprietà per le piante sono eccellenti. Andiamo a scoprirlo da vicino.

Cos’è lo stallatico

Lo stallatico, il nome lo suggerisce, è un concime organico che deriva dalle feci degli animali da stalla: cavalli, capre, pecore e mucche.

Affinché si tramuti in concime viene prima reso umido e poi essiccato. Viene largamente usato negli orti in quanto presenta caratteristiche molto vantaggiose. Contiene azoto, potassio e fosforo, che consentono di ammorbidire il terreno, trattenere acqua ed umidità e quindi facilitare la coltivazione.

Sono tanti i vantaggi legati al suo utilizzo. Migliora il contenuto di humus, quindi il suo impiego aumenta la fertilità fisica, chimica e biologica del terreno.

Rispetto ai concimi chimici, questo concime presenta il vantaggio di non impoverire i terreni destinati alla coltivazione, anzi, al contrario, aggiunge elementi nutritivi al terreno e ne migliora la struttura, la sofficità, la capacità di trattenere l’acqua ed i sali minerali e ne facilita gli scambi con le radici aggiungendo alla funzione nutritiva quella ammendante e quella correttiva.

La concimazione organica inoltre ha un impatto modesto sull’ambiente. La concimazione minerale, invece, causa l’impoverimento del suolo ed una minore salubrità dei prodotti, dovuta principalmente all’accumulo di nitrati negli ortaggi, quando le concimazioni sono eccessivamente azotate.

Stallatico nell'orto
Stallatico nell’orto

Per cosa si usa

Si tratta di uno dei concimi più utilizzati per il giardinaggio e per l’agricoltura: è ideale per fertilizzare alberi da frutto, piante da giardino, ortaggi e fiori.

Il letame maturo contiene circa lo 0,5% di azoto, lo 0,2% di anidride fosforica e lo 0,5% di ossido di potassio, oltre a una vastissima gamma di microelementi.

Dunque, se spargiamo 400 kg di letame maturo sui nostri 100 mq di orto, nella pratica aggiungiamo 8 kg di azoto, 800 gr di fosforo e 2 kg di potassio.

L’azoto garantisce alle piante una buona crescita, il fosforo aiuta la fase di fioritura delle piante, mentre il potassio contribuisce alla maturazione dei frutti. Oltre questi elementi sono presenti anche gli acidi fulvici e umici che consentono un assorbimento facile e lento da parte delle radici.

Tipologie di stallatico

Oltre la forma fresca, sicuramente più difficile da reperire e meno pratica, lo stallatico è reperibile anche in pellet e sfarinato.

Lo stallatico fresco, seppur contiene una quantità più alta di sali organici come azoto, fosforo e potassio rispetto allo stallatico pellettato e sfarinato, è meno sicuro sotto il profilo igienico.

Occorre inoltre considerare che la forma fresca può contenere al suo interno molti semi di piante infestanti, che possono provocare problemi nel momento in cui germoglieranno, in particolare quando si usa quello di cavallo.

Lo stallatico sfarinato e lo stallatico a pellet hanno entrambi i vantaggi di non presentare gran parte dei problemi del letame fresco o, perlomeno, di averli in modo ridotto. In particolare l’odore, decisamemente inferiore.

Altro vantaggio è sicuramente la leggerezza e quindi un trasporto più facile.

Vediamo quindi le alternative, più pratiche, più igieniche, più facilmente reperibili.

Stallatico sfarinato

Questo concime si trova anche in forma farinosa, in tal caso si parla di stallatico sfarinato.

Si tratta di una forma che rilascia le sostanze più velocemente rispetto allo stallatico a pallet in quanto il pellet impiega del tempo per sciogliersi nel terreno.

Stallatico a pellet

Lo stallatico a pellet subisce prima un processo di umificazione (digestione da parte dei batteri), e poi di essiccamento. Generalmente il processo di essiccazione supera i 60° C, in tal modo vengono debellati i semi infestanti e gran parte degli agenti patogeni.

Infine viene trafilato in speciali tramogge che lo trasformano nei “pellet” che troviamo in commercio.

Come lo stallatico fresco, anche lo stallatico a pallet è volto ad integrare sostanze nutritive e sali minerali nel terreno.

Viene impiegato sia negli orti che in vaso.

Si presenta come un materiale secco pronto all’uso che, sotto il lato pratico, è sicuramente più igienico rispetto allo stallatico naturale.

Concludendo, i vantaggi dello stallatico sono evidenti, in particolare per la forma in pellet e sfarinata.

Quando mettere lo stallatico nell’orto

Al momento della lavorazione del terreno, in preparazione alla semina, si può eseguire una concimazione con stallatico, così da rendere il terreno più soffice ed arieggiato e compensare gli squilibri del PH portando i valori troppo acidi o alcalini verso un valore neutro, e arricchire il terreno degli elementi e microelementi minerali di cui la pianta trarrà nutrimento.

Per quel che concerne la somministrazione dello stallatico ci si basa comunque su diverse metodologie.

Secondo il metodo approvato dal Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America lo stallatico andrebbe applicato fresco almeno 120 giorni prima del raccolto, per gli ortaggi e le piante da frutto che sono a contatto col suolo (radici, cucurbitacee e verdure a foglia bassa). Per gli ortaggi come pomodori, melanzane, peperoni è invece consigliabile applicarlo almeno 90 giorni prima del raccolto.

Lo stallatico fresco si applica generalmente in autunno, così da dargli modo di “invecchiare” durante l’inverno. Tuttavia in molti concordano che periodo migliore per smuovere e concimare il terreno sia l’inverno, così che possa avere modo di riposare fino alla primavera.

Lo stallatico a pellet si somministra sotto le piante da frutto circa un mese prima della ripresa vegetativa e circa un mese prima della raccolta dei frutti coltivati.

Come usare lo stallatico nell’orto e in giardino

Lo stallatico va diretto sotto il terreno con la vangatura. Sia quello sfarinato che quello pellettato andrebbero interrati ad una profondità di circa 10 o 15 centimetri. In tal modo, dopo il termine del primo livello di sviluppo, le radici trovano le sostanze nutritive di cui necessitano.

Le dosi dipendono dalla condizione iniziale del terreno, ossia se il terreno possiede poca o molta sostanza organica e da un’eventuale precedente concimazione

Indicativamente, la quantità di stallatico utile per una buona nutrizione delle piante orticole è di circa 2 kg per metro, da distribuirsi rispettando la lavorazione del terreno, la profondità ed il periodo Lo stallatico pellettato, grazie al processo di lavorazione, presenta il vantaggio di avere un odore molto meno intenso, talvolta quasi impercettibile, rispetto a quello fresco.

Questo permette il suo utilizzo anche nei vasi ed in serra.

Come usare lo stallatico nei vasi

In vaso sono sufficienti pochi “chicchi” di pellet.

Oltre l’effetto ammendante sul terreno, ed il miglioramento della sua struttura fisica, lo stallatico pellettato si può usare senza ulteriori lavorazioni, direttamente sulle piantine per la concimazione di fondo e per le concimazioni di mantenimento.

Fa poco odore, quindi può essere usato anche per le piante in vaso. Non ha semi di erbe infestanti al suo interno, è facile da trasportare e da stoccare: si può riporre il sacco in una zona asciutta ed al buio e non si deteriora.

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