Se sentite un profumo intenso, dolcissimo e fruttato di quelli che avvolgono e impregnano l’aria probabilmente nei paraggi c’è una pianta di Sophora secundiflora. L’aspetto non delude le aspettative perché oltre che profumato questo alberello è anche molto bello: somiglia al Glicine nel colore, sfoggia una chioma tondeggiante fatta di grappoli che da lontano sembrano grappoli d’uva ma che in realtà sono fiori. Un albero che attira insetti impollinatori e farfalle. Andiamo a conoscere da vicino la Sophora secundiflora, questa specie del genere Sophora.
Si tratta di un arbusto o di un piccolo albero sempreverde alto da 1 a 15 metri, con il tronco breve e sottile, originario delle regioni americane del Texas e del Messico settentrionale, zone in cui regna un clima asciutto e molto caldo con piovaschi estivi. L’albero in natura può superare anche i 15 metri. Nelle nostre zone è generalmente più contenuto, ed è molto ornamentale anche quando non è fiorito.
La Sophora secundiflora è caratterizzata da foglie composte imparipennate coriacee e glabre, lunghe da 6 a 15 cm, con la forma affusolata verso la base, questo conferisce alla pianta una chioma fitta, piena e ricca anche all’interno dell’albero che cresce, comunque, molto lentamente.
I fiori, che sbocciano a fine inverno ed a inizio primavera, hanno un colore blu violetto, il loro profumo si percepisce anche a distanza e rende questa pianta perfetta per il giardino sensoriale.
La Sophora secundiflora negli Stati Uniti, viene chiamata “Mescal bean” (anche se i semi non contengono mescalina) o “Texas mountain laurel”.
L’epiteto specifico secundiflora deriva dal latino secundus (cioè “secondo, che segue”), a ricordare come i racemi floreali siano rivolti tutti verso l’esterno, cioè in “seconda fila” rispetto all’ubicazione della chioma. Si tratta di una particolarità, molto distintiva che permette ai fiori di essere molto visibili e quindi di facilitare il compito degli insetti.
Classificazione botanica
Sophora secundiflora è una specie del genere Sophora appartenente alla famiglia delle Fabaceae originaria del Texas e del Messico.
Fioritura
La Sophora secundiflora fiorisce in primavera, a seconda della zona, a partire dal mese di marzo in poi. I vari peduncoli che si dispongono attorno alla chioma maturano e fioriscono a scalare. Generalmente la fioritura termina i primi di maggio.
Consigli per la coltivazione della Sophora secundiflora
Questa sempreverde è molto decorativa, è bene trovarle una posizione in pieno sole o ad una mezz’ombra luminosa. Ha una crescita molto lenta e dà il massimo se coltivata in un suolo ben drenato e profondo, dove può disporre il fittone principale, senza trovare ostacoli. Nelle zone d’Italia più fredde ed umide e dove la temperatura scende costantemente sotto lo zero la pianta dovrebbe essere coltivata contro un muro dove trova riparo.
Coltivazione in vaso
La pianta può essere coltivata anche in vaso, considerando la crescita lentissima anche i rinvasi sono infrequenti, è bene scegliere un vaso grande e profondo.
Coltivazione in piena terra
La Sophora secundiflora si trapianta in autunno in buche ben lavorate profonde e larghe e preferibilmente con tutori. La pianta ottenuta da seme inizierà a fiorire dopo circa 30 anni.
Pianta da siepe
E’ molto impiegata per ombreggiare giardini, viali, parchi, o in vasi di dimensioni adatte per decorare i terrazzi.
Temperatura
È una pianta che resiste al caldo e anche alle temperature rigide dell’inverno, ci sono esemplari che hanno resistito anche a -18 gradi
Luce
Cresce bene anche in luoghi parzialmente soleggiati ma per poter fiorire e portare a maturazione i semi la Sophora secundiflora preferisce l’esposizione soleggiata ed il riparo dai venti.
Terriccio
Il terreno migliore per la coltivazione della Sophora secundiflora è quello di medio impasto tendenzialmente neutro ma la pianta tollera sia suoli acidi che alcalini con concimazioni autunnali a base di letame ben maturo.
Annaffiatura
La Sophora secundiflora si accontenta delle piogge ma occorre comunque irrigarla in estate e nei periodi di prolungata siccità. Teme i ristagni prolungati ed i terreni troppo compatti.
Moltiplicazione
La pianta si riproduce per seme.
Moltiplicazione per seme
I semi secchi della Sophora secundiflora sono molto resistenti , quindi prima di essere interrati occorre farli ammollare per almeno 1 giorno in acqua bollente. I semi freschi, appena raccolti, invece hanno una più alta e più rapida capacità di germinazione.
La semina solitamente si esegue tra Marzo-Aprile interrando i semi in un terriccio specifico, che va mantenuto costantemente umido fino alla comparsa dei germogli.
Concimazione
La Sophora secundiflora non richiede concimazioni particolari, ma almeno una volta l’anno, in primavera, è buona abitudine distribuire ai piedi della pianta un fertilizzante granulare a lenta cessione che sia ricco in macroelementi come azoto (N), potassio (K), fosforo (P), e che contenga anche una buona percentuale di microelementi indispensabili per la corretta crescita cella chioma.
Potatura
La Sophora secundiflora non necessita di veri e propri interventi di potatura ma vanno comunque recisi di netto i rami secchi e e quelli danneggiati.
Altri consigli per la cura
E’ una pianta velenosa in tutte le sue parti, per questo motivo occorre rimuovere tutti i frutti prima che maturino.
Parassiti malattie
La Sophora secundiflora è una pianta che ha una buona resistenza agli attacchi dei comuni parassiti animali come afidi e cocciniglia ma molto sensibile alle malattie fungine come l’oidio o mal bianco che con i suoi depositi polverosi biancastri sulle foglie provoca una ridotta fotosintesi clorofilliana, o come la Peronospora che macchia le foglie con evidenti macchie -giallo-marrone. Altre malattie che possono colpire questa sempreverde sono la fusariosi, responsabile come negli agrumi, del cancro rameale e l’antracnosi, malattia che provoca vistose macchie gialle sulle nervature delle foglie.
Curiosità
Le popolazioni Apache, Comanche, Iowa , i cui nomi sono senza dubbio noti tra gli amanti dei film western, durante i riti tribali, in particolare durante una danza chiamata “danza del fagiolo rosso” ballavano tutta la notte per poi bere, stremati dalla fatica, un decotto a base di fagioli rossi della Sophora che provocavano allucinazioni e facevano stare talmente male tanto da raggiungere uno stato comatoso ritenuto efficace per la purificazione del corpo e dello spirito.
Tossicità uso erboristico
I semi della Sophora secundiflora sono fagioli dall’incredibile colore scarlatto, sono velenosissimi in quanto contengono un potente alcaloide detto citisina; il consumo di un solo seme può provocare nausea, convulsioni e anche morte per asfissia.
“ Attenzione: le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico”
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