Solandra

Solandra maxima
Solandra maxima

Il genere Solandra comprende specie di piante rampicanti originarie dell’America meridionale e centrale e coltivate in Italia soprattutto nelle regioni meridionali, dove il clima è più adatto alla loro crescita.

In Sicilia, ad esempio, questa pianta è diffusa nelle zone costiere dove è in fiore durante tutto l’inverno con un massimo in gennaio e febbraio, nelle zone dove si verificano sporadiche gelate la fioritura invernale salta.

Si tratta di arbusti dalla crescita vigorosa, coltivati come piante ornamentali, compatti, che arrivano a misurare circa 10 metri di altezza. Presenta foglie lucide lanceolate di un intenso verde, con la pagina superiore lucida e quella inferiore opaca e ricoperta da una leggera e morbida peluria. I fiori sono imbutiformi, molto decorativi.

Classificazione botanica

La Solandra è un genere di piante da fiore appartenente alla famiglia delle Solanaceae, sottofamiglia delle Solanoideae, tribù Solandreae.

La sottofamiglia delle Solanoideae è enorme e comprende i peperoncini, i generi Solanum (tra cui patate e melanzane per capirci), Mandragora, Datura e Brugmansia.

Principali specie

Sono due le specie coltivate: Solandra grandiflora e Solandra maxima.

Solandra grandiflora

Solandra grandiflora
Solandra grandiflora

Questa specie è originaria della dell’America centrale e del Sudamerica settentrionale ed è ampiamente coltivata come pianta ornamentale.

Si tratta di una rampicante che in natura cresce fino a 1500 metri di altezza. È caratterizzata da fusti sottili, legnosi, che arrivano fino a 10 metri di altezza. Le sue foglie sono alternate, semplici, glabre, lucide, oblunghe, di consistenza coriacea, ed arrivano a misurare una lunghezza di 14 centimetri.

Da metà primavera a metà estate produce fiori solitari a forma di coppa o di imbuto, che sono inizialmente bianco verdastri o crema e poi virano al giallo.

Emana un profumo persistente, soprattutto di notte.

Tutte le parti della pianta sono tossiche, inoltre l’esposizione prolungata al profumo può causare cefalea, nausea, vomito.

Solandra maxima

Solandra maxima- foto di H. ZellCC BY-SA 3.0 Deed

La Solandra maxima è originaria del Messico e può avere portamento sia arbustivo che rampicante, la si può infatti impiegare sia come siepe sempreverde che per coprire pergolati e pareti verdi. Cresce fino a 12 metri.

Presenta rami robusti, sparsamente ramificati, con foglie ellittiche o ovate, con venatura centrale evidente, lucide, lunghe fino a 15 cm. I fiori hanno forma di tromba o di coppa.

La cultivar ‘Variegata’ è identica alla specie, tranne per il margine delle foglie crema.

I frutti sono bacche sferiche, dal diametro di 5 cm (ma raramente vengono prodotti in coltivazione, dove mancano gli impollinatori; infatti nell’ambiente naturale è impollinata da farfalle notturne e pipistrelli).

Fioritura

I fiori della Solandra sbocciano sulle estremità dei rami in primavera- estate ma i fiori possono sbocciare anche a fine inverno. Sono grandi, imbutiformi con petali carnosi di colore giallo-ocra ed evidenti venature interne di colore viola carico. Quando sono completamente aperti tendono ad arricciarsi alla punta. Dall’interno della corolla spuntano 5 vistosi stami di colore giallo paglierino e un pistillo rosso-marroncino.

Emanano un profumo leggerissimo, che si avverte soprattutto la sera o dopo una pioggia come quelli della Datura o Brugmansia.

Per stimolare la fioritura della Solandra, è sufficiente non tagliare i rami che sono cresciuti sul legno vecchio dell’anno precedente.

Consigli per la coltivazione della Solandra

La Solandra è coltivata all’aperto nelle zone a clima mite per realizzare siepi e per ricoprire pergolati e muri riparati dai venti gelidi.

Coltivazione in vaso

Questa pianta ama il caldo, per questo, nelle regioni caratterizzate da inverni rigidi è consigliabile la coltivazione in vaso che consente di poterla riparare dal freddo spostandola in serra fredda o sotto una tettoia. Nella scelta del vaso è bene orientarsi per un contenitore con un diametro di almeno di 40 centimetri contenente un substrato leggero ma ricco di sostanza organica e ben drenato.

Il rinvaso si esegue nel momento in cui le radici fuoriescono dai fori del contenitore impiegando nuovo terriccio fresco e fertile. Se non è possibile eseguire il rinvaso, è sufficiente asportare 3 -5 cm di terriccio superficiale e aggiungerne altro fresco e ricco di nutrienti. È opportuno aggiungere un traliccio al vaso, a meno che il contenitore non viene collocato in un punto in cui è facilmente reperibile un supporto per la vite.

Coltivazione in piena terra

La coltivazione in piena terra è riservata alle zone caratterizzate da clima mite. É bene scegliere con cura la location optando per un luogo riparato, che garantisca le adeguate ore di sole, che abbia lo spazio per la crescita del rampicante.

La struttura di supporto è fondamentale: tra le più comuni ci sono tralicci, fili, corde o strutture esistenti.

Si scava una buca sufficientemente e si inserisce la Solandra allo stesso livello in cui si trovava nel vaso. Si riempie la buca con il terriccio, compattando ed annaffiando bene. Quando gli steli sono abbastanza lunghi da raggiungere la struttura di sostegno, si legano delicatamente.

Pianta da siepe

Solandra maxima
Solandra maxima

La Solandra, nelle zone caratterizzate da inverni miti, è un’ottima siepe sempreverde

Coltivazione in terrazzo

Gli esemplari allevati in vaso possono essere tenuti su terrazzi e balconi con esposizione a sud.

Temperatura

La Solandra teme le temperature inferiori ai 15 gradi ed ama i climi miti e temperati.

Luce

Ama un’esposizione in pieno sole, è quindi necessario che riceva almeno 6 ore di sole diretto e continuo.

Terriccio

Cresce bene in tutti i tipi di suolo, purché sia ben drenato ma preferisce i terreni ricchi di sostanze organiche.

Annaffiatura

Il terreno deve essere umido e ben drenato. La chiave per una corretta irrigazione è annaffiare in profondità e meno frequentemente. Per le piante interrate, occorre bagnare a fondo il terreno fino a far penetrare l’acqua a una profondità di 15-7 cm. Nel caso di piante coltivate in contenitore, l’acqua deve essere sufficiente a far defluire l’acqua attraverso i fori di drenaggio.

È preferibile irrigare all’inizio della giornata o nel tardo pomeriggio per risparmiare acqua e ridurre lo stress delle piante.

Moltiplicazione

La solandra può essere propagata per semi o per talea.

Come moltiplicare la Solandra per semina

I semi vanno disposti in terriccio misto a torba che andrà mantenuto umido fino alla comparsa dei teneri germogli. Quando le piantine raggiungono qualche centimetro di altezza si possono trasferire in vaso o in piena terra.

Come moltiplicare la Solandra per talea

La propagazione per talea si esegue in estate prelevando una porzione apicale della pianta ed interrandola in un miscuglio di sabbia e torba. A radicazione avvenuta si trasferisce la pianta in vaso o in piena terra

Concimazione

Solandra
Solandra

Le piante consolidate possono giovare di concimazioni primaverili da somministrare ogni 15-20 con un concime liquido specifico per piante verdi fiorite diluito all’acqua delle innaffiature. In autunno si può integrare al terreno dello stallatico maturo o, in alternativa, somministrare del concime granulare a lento rilascio.

Potatura

Questa rampicante ha bisogno di potature annuali volte a favorire l’emissione di nuovi getti ed a controllare la forma della chioma.

Parassiti, malattie ed altre avversità

La Solandra può essere attaccato dagli acari del ragno che prosperano in condizioni di caldo e asciutto e si palesano attraverso un aspetto delle piante giallo e macchiato. In caso di forti infestazioni possono cadere le foglie e la pianta può arrivare a morire.

È opportuno rimuovere le piante infestate ed irrigare regolarmente. Anche la cocciniglia può attaccare la Solandra, e si manifesta con la produzione di melata.

Curiosità

La Solandra prende il nome dal naturalista svedese Daniel C. Solander.

Tossicità e/o uso erboristico

La Solandra grandiflora era impiegata come allucinogeno, si pensa che il suo uso in tal senso sia precedente a quello del peyote. Un tè ricavato dai rami e ancor più dalle radici e dai frutti nelle tradizioni native è usato come inebriante .

Tutte le parti della pianta sono tossiche per ingestione perchè ricche di alcaloidi sostanze ad alto potere allucinogeno. Anche l’intenso profumo emanato dai fiori se inalato per troppo tempo può causare cefalea, nausea, vomito. Gli alcaloidi presenti causano atropina, noratropina, iosciamina e tropina, con un contenuto complessivo di circa lo 0,15% nelle foglie.


Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.

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