Paphiopedilum

Paphiopedilum
Paphiopedilum

Le orchidee sono indubbiamente tra i fiori più apprezzati dagli appassionati di giardinaggio, dai collezionisti e dai “profani” che pur non avendo il pollice verde amano ed apprezzano le piante oggettivamente belle. Come quelle che appartengono al genere Paphiopedilum, che include le più affascinanti orchidee asiatiche dalle quali sono state ottenute tantissime varietà alcune delle quali possono essere coltivate anche in appartamento.

I Paphiopedilum incantano per la bellezza dei fiori turgidi che hanno una consistenza molto particolare, le fioriture sono di una bellezza eccezionale, addirittura in alcune specie del genere o in alcuni ibridi durano anche 4 mesi di seguito.

I fiori sembrano creature fantastiche uscite da un film di animazione: ballerine che si inchinano, damine eleganti con un cappello, fatine del bosco..sono tante le immagini che vengono alla mente osservandoli.

Il genere Paphiopedilum comprende circa 70 specie di orchidee soprattutto terrestri, si tratta di sempreverdi, con portamento cespitoso, non dotate di pseudobulbi (quindi non hanno la riserva d’acqua).

Hanno foglie, coriacee, persistenti, nastriformi, caratterizzate da una marcata piegatura al centro e di colore verde o verde-glauco con macchie più scure. Le foglie si originano direttamente dal rizoma e sono disposte a ventaglio.

I fiori, per lo più solitari, sono larghi da 5 a 10 cm hanno colore variabile che spazia dal bianco al giallo, al verde, al bruno, al violetto, al cremisi, al porpora. Hanno un grande tepalo dorsale, due tepali laterali allungati, due tepali fusi tra loro e un labello a sacco o a tasca.

I Paphiopedillum sono monopodiali, hanno cioè un solo piede, accestiscono raramente, per questo motivo riprodurle è più difficile rispetto ad altri generi.

Alcune specie di Paphiopedilum sono epifite, altre sono semi-terricole, la maggior parte però sono terricole e crescono in spessi strati di sedimenti formati da humus, muschio e foglie.

Qualche altra specie di Paphiopedilum si sviluppa anche su sedimenti rocciosi, dove l’habitat è a livelli di umidità abbastanza elevata tutto l’anno.

Per avere buoni risultati di coltivazione ha un rilevante importanza l’ossigenazione delle radici dato che il substrato di coltura non deve essere stagnante e soffocante. Per questo motivo la giusta composizione del compost è fondamentale.
La mancanza di pseudobulbi rende necessario il mantenimento di una costante umidità delle piante, durante tutto l’arco dell’anno.

Paphiopedilum
Paphiopedilum

Classificazione botanica

Il genere Paphiopedillum appartiene alla Famiglia delle Orchidaceae ed alla sottofamiglia delle Cypripedioideae che comprende Cypripedium, Paphiopedilum, Phragmipedium e Selenipedium.

Principali specie e varietà

Sono oltre 70 specie oggi conosciute appartenenti al genere Paphiopedillum e provengono dall’India del sud, Nuova Guinea e le Filippine.

Le varietà coltivate si possono suddividere in gruppi basati sui loro requisiti colturali:

Gruppo 1

Questo gruppo è caratterizzato da piante con foglie verdi a fiore singolo.

Tra le specie e gli ibridi che appartengono a questo gruppo citiamo Paphiopedilum insigne, Paphiopedilum spicerianum, Paphiopedilum leeanum.

Si tratta di piante che si possono coltivare con temperature relativamente fresche e quindi perfette per i neo coltivatori che hanno limitate disponibilità di mezzi e di spazi.

Gruppo 2

A questo gruppo appartengono Paphiopedilum con foglie chiazzate e solitamente a fiore singolo.

Tra le specie e gli ibridi che appartengono a questo gruppo ci sono Paphiopedilum concolor, Paphiopedilum bellatulum e Paphiopedilum Maudiae. Queste specie hanno bisogno di temperature più elevate.
In questo gruppo rientra anche il Paphiopedilum venustum che in natura vive a quote elevate, e che pertanto costituisce un’eccezione avendo le medesime esigenze culturali del primo gruppo.

Gruppo 3


Nel terzo gruppo fanno parte le Paphiopedilum di grandi dimensioni caratterizzate da foglie verdi e fiori multipli a fioritura simultanea o in successione. Tra le specie e gli ibridi che appartengono a questo gruppo, ci sono Paphiopedilum stonei, Paphiopedilum rothschildianum. Queste specie richiedono temperature ancora più elevate.

Vediamo ora da vicino alcune specie e varietà del genere Paphiopedilum

Paphiopedilum appletonianum

 Paphiopedilum appletonianum


Paphiopedilum appletonianum Dalton Holland Baptista CC BY-SA 3.0

Questa specie è adatta ad essere coltivata in una serra fredda o tiepida. E’ caratterizzata da foglie di colore verde-azzurro, maculate e da fusti, alti 30 centimetri che portano fiori isolati con tepalo dorsale verde, tepali laterali malva e labello bruno. La fioritura avviene nel periodo che va da gennaio a giugno.

Paphiopedilum barbatum

 Paphiopedilum barbatum


Paphiopedilum barbatum magnolia1000 CC BY 2.0

Il Paphiopedilum barbatum è adatto alla serra tiepida. Si tratta di una specie caratterizzata da foglie verde-chiaro con macchie di tonalità più scura. Presenta fusti alti 30 centimetri che portano fiori isolati con un grande tepalo dorsale bianco o verde chiaro, striato di porpora, i tepali laterali rosso-cremisi e il labello bruno-porpora. La fioritura avviene nel periodo che va da gennaio a giugno.

Paphiopedilum fairieanum

Paphiopedilum fairrieanum


Paphiopedilum fairrieanum Jiří Rill CC BY-SA 3.0 CZ

Si tratta di un’ orchidea adatta alla coltivazione in serra fredda, caratterizzata da foglie verdi e fusti alti 20 centimetri che portano fiori isolati con tepali bianchi e labello verde-bruno macchiato di rosso-cremisi, entrambi a margini ondulati e increspati. Il Paphiopedilum fairieanum fiorisce da agosto a ottobre.

Paphiopedilum insigne

 Paphiopedilum insigne


Paphiopedilum insigne Self-photographed CC BY-SA 3.0

Questa orchidea è alta 25-30 centimetri. Si tratta della specie più adatta alla coltivazione in appartamento. I suoi fiori sono cerosi, hanno una larghezza che arriva fino a 15 centimetri ed un tepalo dorsale verde chiaro, macchiato di bruno porpora e con il labello verde-giallo con sfumature marroni. La fioritura avviene nel periodo che va da settembre a febbraio.

Paphiopedilum x maudiae

 Paphiopedilum maudiae

Paphiopedilum maudiae Arne and Bent Larsen, Haarby, Denmark CC BY-SA 2.5 DK

Si tratta di un ibrido ottenuto dall’incrocio tra Paphiopedilum callosum e Paphiopedilum lawrenceanum. Ha fusti lunghi 20-30 centimetri che portano fiori dai tepali bianchi striati di verde e dal labello verde chiaro con sfumature marroni. Fiorisce nel periodo che va da gennaio a giugno.

Fioritura

La fioritura del Paphiopedilum dipende dalla specie, in tutte è molto suggestiva e può essere anche prolungata.

Consigli per la coltivazione del Paphiopedilum

I Paphiopedilum sono orchidee monopodiali, e hanno sempre un minimo di crescita costante; si tratta di piante più sensibili alla mancanza di acqua e nutrimento.

I Paphiopedilum in natura possono essere orchidee terrestri e crescere nel terreno delle foreste tropicali oppure, più frequentemente, crescono nelle spaccature tra le rocce dove si accumulano detriti che con il tempo si tramutano in terriccio. Nella coltivazione di queste orchidee bisogna sempre tenere a mente la regola: “umido ma non fradicio”.

In caso di necessità i Paphiopedilum si possono trapiantare in qualsiasi stagione, in quanto le radici sono sempre attive a causa della mancanza dei pseudobulbi, ma è preferibile trapiantarle in autunno o primavera.

Coltivazione in vaso

Paphiopedilum
Paphiopedilum

Nella coltivazione in vaso di queste orchidee è molto la preparazione della corteccia con il gesso, se la corteccia non viene prima inumidita, il carbonato di calcio se ne va con le bagnature; a contatto della corteccia umida, invece, si scioglie e aderisce meglio.

Generalmente si usa il vaso trasparente cosi da poter sempre controllare lo stato delle radici. Ci sono poi piante, le cosiddette epifite, che preferiscono il vaso trasparente perché gradiscono un apporto di luce alle radici.

Un errore frequente è l’impiego di un vaso più grande del necessario, vi spieghiamo il perché: il problema principale è la mancanza di circolazione dell’aria nel substrato, laddove non ci sono le radici si creano delle zone con mancanza di attività che diventano acide, nel momento in cui le radici crescono in quella zona marciscono. Quindi per il vostro Paphiopedilum scegliete un vaso della dimensione adatta.

Il Paphiopedilum è un’ orchidea semi terricola, ed è quindi più esigente rispetto alle orchidee epifite in quanto devono trovare essenzialmente nel substrato di coltura, gli elementi nutritivi. Si può creare un buon substrato impiegando materiali facilmente reperibili, che permettono di realizzare un composto soffice, drenante e che contenga i minerali necessari al nutrimento di queste orchidee.

Si può usare 35% corteccia di pino di media e piccola pezzatura, messa prima a bagno in acqua per un minimo di tre giorni, un 35% torba di sfagno molto filamentosa, un 20% agriperlite, zeolite, e pomice, equamente miscelate, un 10% materiale calcareo grossolano, rocce o sassi preventivamente triturati, sabbia o ghiaino.

Si mescola energicamente il tutto in un contenitore capiente.

Il rinvaso di queste orchidee andrebbe fatto almeno ogni due anni, nei periodi di sviluppo delle piante ossia in primavera (marzo–giugno), o in autunno (settembre–ottobre).

In piena estate e in pieno inverno è meglio non toccare le piante in quanto sono stressate dalle temperature, o troppo alte o troppo basse. La regola è che Paphiopedilum vanno rinvasati quando:
le radici si comprimono troppo all’interno del vaso, al punto da rendere inefficaci le annaffiature.
Per l’eccessivo invecchiamento del substrato di coltura, per problemi all’apparato radicale.

Coltivazione in terrazzo

Le specie a foglie verdi di piccola dimensione si prestano ad essere coltivate in veranda in terrazzo o in un angolo del giardino dove sono direttamente a contatto con la luce del sole.

Temperatura

Paphiopedilum
Paphiopedilum

La temperatura del Paphiopedilum dipende dalle specie e dalle foglie: le piante dalle foglie verde scuro monoflorali preferiscono temperature intermedie con punte fredde (di notte anche 12°C), mentre le piante dalle foglie picchiettate o multiflorali amano temperature più elevate. Occorre fare attenzione, perché aumentando le temperature si abbassa automaticamente l’umidità.

Comunque si può affermare che la maggior parte dei Paphiopedilum richiede una temperatura invernale attorno ai 16-18 °C. Ci sono ibridi che si accontentano anche di 13 °C. Ci sono poi delle eccezioni, come il Paphiopedilum insigne, che richiede una temperatura invernale non superiore a 5-10 °C.


Luce

Di quanta luce hanno bisogno i Paphiopedilum? La luce, come tutte le orchidee, deve essere buona ma al riparo dal sole diretto. Ci sono però delle differenze da specie a specie: in caso di foglie verdi scuro, lunghe e coriacee, la luce deve essere poca, le specie con foglie più tondeggianti e maculate necessitano di più luce.

E’ altresì importante la ventilazione in quanto l’umidità stagnante origina processi di marcescenza, inoltre, se fa troppo caldo, la ventilazione diminuisce lo stress climatico delle piante.

Terriccio

L’apparato radicale dei Paphiopedilum è molto sensibile, presenta un metabolismo molto raffinato che usa per sopravvivere con un apporto minimo di nutrimento.

Trattandosi per lo più di orchidee terrestri, necessitano di un composto formato da corteccia con presenza di carbonato di calcio che riporta al sottosuolo delle zone di origine formato da materiale in decomposizione originato da piante cadute e non da vera e propria terra.

L’aggiunta di carbonato di calcio al substrato scongiura il rischio che la decomposizione trasformi il composto da neutro ad acido. Al composto si possono aggiungere anche delle foglie di faggio parzialmente decomposte o della perlite che aumenta la porosità.

Annaffiatura

L’umidità per i Paphiopedilum è molto importante e deve essere sempre presente. In casa si possono avvicinare più piante, cosi da creare un microclima, oppure si possono appoggiare su un sottovaso riempito di argilla espansa e acqua che non deve però toccare i vasi.

Per quel che concerne le annaffiature delle orchidee è fondamentale non lasciare mai asciugare il composto del substrato. Occorre aumentare la frequenza delle annaffiature in proporzione al clima stagionale: quindi saranno massime in estate, molto ridotte in inverno. In linea di massima si può di re che durante l’estate bisogna annaffiare almeno ogni due giorni e nel restante periodo, una volta la settimana.
Nel dubbio che la pianta sia asciutta si deve annaffiare.

Moltiplicazione

Paphiopedilum
Paphiopedilum

I Paphiopedilum possono essere moltiplicati a febbraio, prima della ripresa vegetativa, per divisione dei rizomi, ponendo attenzione che ogni porzione abbia il numero massimo di gemme e rinvasando subito gli esemplari ottenuti.

Le nuove piantine devono essere annaffiate con moderazione e tenute alla temperatura di 21 °C, con una buona umidità ambientale fino all’attecchimento.

Concimazione

Passiamo alla concimazione delle orchidee. L’aggiunta di concime al substrato dei Paphiopedilum va fatta solo nei momenti di sviluppo ovvero in primavera tra marzo e giugno e In autunno nel periodo compreso da settembre a metà novembre.
I tre minerali di cui hanno assoluto bisogno le piante sono azoto (N), fosforo (P), potassio (K).
Somministrando nella fase vegetativa primaverile il 30.10.10 ossia una quantità tripla d’azoto, si agevola la vegetazione, usando invece la proporzione 20.20.20 si alimenta la pianta in maniera equilibrata, usando la proporzione 10. 30.20, quindi a prevalenza di fosforo, si favoriscono buone fioriture.

Altri consigli per la cura

Nel momento del rinvaso occorre fornire un apporto di vitamine. I neo coltivatori dovrebbero partire con varietà poco esigenti.

Parassiti malattie e altre avversità

Le piante di Paphiopedilum sono raramente aggredite dai parassiti. Si deve quindi intervenire solo nel caso in cui si nota la presenza di agenti patogeni esterni. Sono rare anche le malattie fungine. Usando le tecniche colturali giuste si ottengono piante sane e vigorose.
Tra gli errori più comuni ci sono le bagnature di troppo e il ristagno.
Qualora si noti un attacco fungino si deve agire con un bisturi sterilizzato, vanno tagliate tutte le parti infette, e di deve disinfettare la pianta tramite l’immersione in una soluzione fungicida (possibilmente sistemica). Poi si lasciano asciugare le radici della pianta per almeno una giornata e si procede al rinvaso.


Curiosità

Alcune orchidee del genere Paphiopedilum vengono impollinate dalle formiche, si pensa che i baffi che toccano terra occorrano proprio a questa esigenza (per facilitare la salita alle formiche).

La coltivazione dei Phapiopedilum è cosi popolare nel mondo, che in alcuni Paesi come in Giappone, in Inghilterra, in USA molti collezionisti d’orchidee fanno capo ad attivissime Associazioni mono-generiche ed esclusive dei Paphiopedilum.

Linguaggio dei fiori

Nel linguaggio dei fiori l’Orchidea ha significati nobili: perfezione e purezza, amore, fascino.

Libri

Ecco un paio di libri dedicati al genere Paphiopedilum

The Paphiopedilum Grower’s Manual di Lance A. Birk

Paphiopedilum insigne from the Orchid family with over 28000 species di Maya Baron

Ed ora un video che spiega il mondo di queste piante meravigliose-

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