La Betulla è chiamata “Signora delle foreste”: sinuosa, alta e sottile, con una leggera chioma e luminosa e con i suoi rami penduli, con un’eleganza, appunto, da signora, riflette la luce della luna con la sua corteccia chiara.
La Betulla è un albero la cui altezza può misurare anche i venticinque metri. E’ facile riconoscerla: la corteccia bianca la contraddistingue.
E’ distribuita prevalentemente nelle zone temperate e boreali dell’emisfero nord. Nell’ Europa del Nord è la protagonista di grandi foreste con il Pino silvestre. In Italia è diffusa nelle regioni settentrionali e lungo la dorsale appenninica dell’Italia centrale, fra i 400 e i 2000 metri di altitudine. E’ l’unica latifoglie presente nella flora spontanea della Groenlandia e dell’Islanda.
Non fatevi ingannare dal suo aspetto: la Betulla ricorda all’apparenza una pallida, magra, alta signora in realtà è un albero molto rustico: resiste al freddo e si adatta a condizioni di siccità estreme e a povertà del suolo.
Forte e anche coraggiosa, visto che la Betulla è considerata una pioniera che si insedia su terreni nudi senza alcuna vegetazione e prepara il terreno nei rimboschimenti. Ha un apparato radicale molto sviluppato per questo impiegata nel consolidamento di terreni instabili. Consociandosi con latifoglie (come querceti di rovere) e conifere forma dei bei boschi oppure compone dei boschetti puri, denominati betulleti.
Questo albero viene coltivato in parchi o giardini come pianta ornamentale per l’eleganza del suo fogliame e per il fusto caratterizzato dalla corteccia bianca-opaca maculata di nero. In silvicoltura viene utilizzata per consolidare frane, detriti di falda o per il rimboschimento di pascoli e cedui.
La Betulla è una pianta a fogliame caduco e presenta foglie variamente sfumate di giallo a seconda della specie o varietà.
In età adulta arriva a misurare i 20-25 m di altezza e ha vita relativamente breve: non supera infatti gli 80 anni. Ha una crescita abbastanza rapida, per raggiungere la sua altezza massima generalmente impiega circa vent’anni. Presenta rami sottili, produce foglie piccole, di un bel verde chiaro, che in autunno diventano gialle; la sua corteccia, liscia e sottile, con gli anni diventa bianca, sviluppando caratteristiche striature nere nei punti in cui si desquama.
Il colore particolare della corteccia è dovuto alla presenza di granuli di betulina.
La Betulla fornisce un legno bianco e tenero, che, seppur è poco durevole all’aperto, è ampiamente impiegato, dopo una buona stagionatura, per la creazione di mobili, sci, pavimentazioni, oggetti casalinghi e di artigianato, intaglio, manichi di spazzole, stuzzicadenti.
Con i suoi rami vengono costruiti manici di scope e scopini. Nell’antica Roma le verghe dei fasci littori erano realizzate con il legno di betulla.
Con la linfa zuccherina che sgorga dalle incisioni fatte sul tronco viene preparato vino di betulla, birra di betulla e, nei paesi dell’ex Unione Sovietica, aceto di betulla. Dalla corteccia, ricca di tannini, si estrae l’olio di betulla che conferisce il caratteristico profumo al cuoio e che è anche un buon repellente per gli insetti.
Classificazione Botanica
Il genere Betula appartiene alla famiglia delle Betulacee, genericamente note come betulle.
Principali Specie
Il genere Betula comprende oltre 40 specie , vediamo le principali
Betula pendula
La specie più diffusa è la Betula pendula (sinonimo Betula verrucosa), da alcuni autori considerata una sottospecie o varietà di B. alba e chiamata volgarmente betulla bianca, betulla pendula o betulla d’argento. E’ particolarmente diffusa in Piemonte e Lombardia. Può arrivare a misurare fino ai 30 m di altezza, presenta una chioma rada e leggera, espansa in verticale, con i rami terminali ricadenti. Si tratta di una vera e propria varietà “jolly”, grazie alla sua capacità di adattarsi a terreni sia poveri di humus, sia a suoli dal ricco substrato organico. E’ originaria dell’Europa e dell’Asia settentrionale. In Italia la si trova più frequentemente sulle Alpi dove a volte forma boschi puri. E’ una pianta molto resistente al gelo e tollera anche valori di pH del suolo molto acidi.
La specie è conosciuta anche con il nome di Betulla pelosa o Betulla delle torbiere.
E’ molto apprezzata la varietà piangente, Betula pendula ‘Youngii’, mentre poco nota ma di grande fascino è la betulla a foglie porpora: Betula pendula ‘Purpurea’.
Esiste anche una varietà a portamento colonnare, a chioma alta e stretta, consigliata per i viali urbani: Betula pendula ‘Fastigiata’.
Betula pubescens
La Betulla pubescente (Betula pubescens) è una specie rara e sporadica in Italia, dove si può trovare nei boschi umidi delle Alpi o del Carso e del Monviso; in Appennino si trova solo nella zona del Parmense (Foresta del Corniglio). Si tratta di una specie eliofila che necessità di maggiori quantità di acqua e per questo motivo cresce in aree con elevate e costanti precipitazioni, mentre nelle aree dove c’è alternanza di periodi di siccità cresce su torba e terreni paludosi. Produce un legno è morbido che, se impiegato come legna da ardere, brucia con una fiamma particolarmente luminosa.
Fioritura
L’albero produce fiori marroni-giallastro; in autunno compaiono i semi, di colore giallo, contornati da una membrana marrone, che consente di farli trasportare dal vento anche di molti metri.
Consigli per la coltivazione della Betulla
La Betulla è perfetta sia come esemplare isolato che per creare dei “boschetti”. Si deve porre attenzione a destinarle il giusto spazio poiché non ama le potature.
Si adatta a diversi tipi di terreno ma preferisce quelli non troppo compatti e freschi. Va esposta al sole o mezz’ombra. La Betulla ama il freddo e sopporta senza problemi anche l’intenso gelo.
Coltivazione in vaso
Gli esemplari giovani sopportano anche la coltivazione in grandi vasi, purché siano ben irrigati durante l’estate
Coltivazione in piena terra
L’aspetto elegante della Betulla la rende perfetta per decorare il giardino. I periodi più adatti per la messa a dimora dell’albero sono il tardo autunno e l’inizio della primavera, in particolar modo se la pianta è a radice nuda.
Per la messa a dimora si deve prima preparare una buca che sia abbastanza larga e profonda circa 50 cm. Insieme alla pianta è consigliato interrare anche un tutore robusto e di lunghe dimensioni.
Il colletto deve emergere in modo quasi impercettibile dal livello del suolo, poi si deve ricoprire la composta e premere bene. Infine, si deve formare una conchetta attorno il tronco e successivamente irrigare abbondantemente.
Temperatura
Non teme le gelate in inverno, sopporta addirittura fino a -20 °C e sopporta anche bene il caldo estivo.
Luce
La Betulla è una pianta molto rustica e resistente, la sua collocazione ideale è in pieno sole.
Terriccio
Si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, ma è bene evitare di svilupparla in suoli troppo calcarei e poco o mal drenati.
Annaffiatura
Per quel che concerne le irrigazioni e le concimazioni, le betulle non richiedono particolari attenzioni: crescono bene spontaneamente, senza troppe cure. Il consiglio è quello di pacciamare bene la base quando gli inverni sono troppo rigidi o durante stagioni di notevole siccità.
Moltiplicazione
Si moltiplica naturalmente per seme, per talea dei polloni.
Abbinamenti con altre piante
La Betulla è perfetta in consociazione con latifoglie.
Altri consigli per la cura
Fate attenzione perché se la piantata vive in condizioni che non le sono congeniali, ha vita breve.
Parassiti, malattie ed altre avversità
É una pianta rustica e nonostante venga attaccata da innumerevoli parassiti animali e vegetali, i danni che subisce sono limitati, solo in condizioni particolari avvengono attacchi di una certa gravità. Se viene messa a dimora nelle zone urbane con estati molto calde e aride, la betulla tende ad indebolirsi e soffrire dell’attacco di afidi, attacco che si palesa con il rivestimento della tipica melata.
La betulla (Betula pendula) è uno splendido albero molto amato per il suo aspetto aggraziato, la chioma lieve e rada, che diventa dorata in autunno, e per la corteccia bianca, molto decorativa soprattutto d’inverno, quando l’albero si spoglia. Cresce sulle Alpi italiane e fino a duemila metri: ama dunque luoghi freschi e soffre le estati troppo calde e asciutte della pianura. Da adulta coltivata in terra raggiunge con il tempo anche i 20-25 metri di altezza.
Sono piante attaccate spesso dagli afidi e cocciniglie: rimuovere meccanicamente con batuffolo di cotone imbevuto di alcool o ricorrere, se avvenuta infestazione a larga scala, a insetticidi e antiparassitari sistemici.
Curiosità
Le popolazioni dell’Europa neolitica avevano la convinzione che la Betulla fosse legata da un rapporto profondo con la Grande Madre, addirittura dalla linfa della pianta veniva ricavata una bevanda da assumere in primavera, bevanda che si pensava fosse in grado di rendere fertili le donne. Per questi motivi questo albero era considerato anche una pianta dell’amore.
Leggende celtiche raccontano di giacigli per gli amanti realizzati con rami di giunco e di betulla e di ghirlande di betulla donate come pegno d’amore. Si pensava che questo albero piantato accanto alla casa di una fanciulla garantisse felicità e un ottimo matrimonio.
La Betulla veniva associato alla festa di Imbolc, festa di purificazione e rinascita che prelude alla primavera.
In Svezia la Betulla è considerata il “Maggio”: i giovani escono con un mazzo di suoi ramoscelli appena tagliati.
Ma questa pianta è anche associata al mistero, diverse credenze popolari narrano che coi suoi rami le streghe costruissero scope volanti, e che la fiamma luminosa del suo legno venisse utilizzata per scopi rituali.
Le mamme delle tribù dell’America boreale, per prevenire o curare le lussazioni all’anca dei bambini, trasportavano i bimbi in speciali sacchi di scorza di betulla che caricavano sul dorso.
In Italia, per curare il rachitismo infantile, nella notte di San Giovanni si raccoglievano alcune foglie di betulla, che poi venivano fatte seccare nel forno e infilate ancora calde nel letto del bambino.
Nell’antica Roma i rami di betulla erano usati per costruire i fasci intorno all’ascia che reggevano i littori dei magistrati
Anche nel Medioevo la
Betulla era considerata un albero di luce ed un simbolo di saggezza e di
purificazione, tanto che lo scettro dei maestri di scuola era composto da rami
di betulla intrecciati e in tutta Europa i rami venivano impiegati per frustare
i delinquenti e scacciare gli “spiriti cattivi”.
L’olio di betulla viene estratto dalla corteccia e viene impiegato anche come
repellente per insetti.
La corteccia era utilizzata per l’estrazione del tannino, per scrivere, per fabbricare imbarcazioni e calzature, per rendere impermeabili le case, ma anche per abbassare le febbri e combattere l’influenza. Il carbone della stessa era impiegato come antidoto nei casi di avvelenamento da parte di alcune specie fungine, come l’Amanita muscaria.
Nell’arboricoltura da legno viene coltivata per la produzione del legname usato nell’industria del mobile.
Quando la betulla brucia produce un tipo di carbone che ha elevato potenziale di assorbimento e quindi, se finemente polverizzato, può essere utilizzato per disturbi intestinali e avvelenamento da funghi.
Dalla corteccia viene estratto da tempo immemorabile tannino e betulina (composto organico, glicol terpenico, che si estrae dalla corteccia, di cui costituisce il principio amaro), che producono una particolare sostanza impiegata per la concia del pellame, che dà il famoso odore di “cuoio di Russia”.
Come una madre da quindi tutta sé stessa.
Tossicità e/o uso Erboristico
Secondo un proverbio
russo la betulla è “il pozzo del popolo”, capace di donare agli
uomini il calore con il suo legno, la luce con la sua corteccia arrotolata a
torcia, la buona salute con la sua linfa. In effetti sono davvero tanti gli
impieghi e le proprietà della Betulla: depurative,
contro il colesterolo febbrifughe, antisettiche,diuretiche, stimolanti della
bile, astringenti, lenitive. La sua linfa, detta ‘acqua o sangue di betulla’, vanta
ottime proprietà depurative e diuretiche, favorisce l’eliminazione dell’urea e
dell’acido urico senza irritare i reni. Essa viene raccolta in primavera
mediante incisioni sul fusto e bevuta al mattino a digiuno. A livello popolare si
riteneva ammorbidisse i legamenti, agevolando la guarigione dell’artrosi.
Nei paesi nordici viene usata per la produzione di bevande alcoliche ed aceto. Le sue foglie,
amarognole e con un leggero odore aromatico, sono impiegate in fitoterapia per
l’efficace azione diuretica; i germogli curano la cistifellea e i disturbi del
fegato, ed i fiori nell’antichità venivano usati per cicatrizzare piaghe e
ferite. Il decotto delle foglie è utile anche in caso di ipertensione,
ipercolesterolemia, presenza di albumina nell’urina, cellulite, obesità, gotta,
artriti, reumatismi e parassiti intestinali.
Inoltre la Betulla stimola la digestione e la secrezione biliare. Per l’uso esterno il decotto delle foglie o della corteccia è indicato come disinfettante e in caso di malattie della pelle.
Le gemme di Betula pubescens stimolano tutte le reazioni cataboliche e immunitarie, attivando il sistema endoteliale il cui compito è quello di eliminare sostanze estranee all’organismo e che potrebbero, dunque, essere dannose.
L’estratto idro-alcolico dell’albero è dotato di potente azione diuretica, drenante linfatica, antisettica delle vie urinarie ed anti-infiammatoria: merito del suo contenuto di saponine triterpeniche (fino al 3-4%), di glucosidi flavonici (iperoside, quercitrina, rutina) e di polisaccaridi (metilpentosani), che collaborano per un effetto drenante dei liquidi in eccesso, delle scorie azotate (soprattutto acido urico) e di abbassamento del colesterolo ematico. Per questo motivo trova impiego in preparazioni erboristiche e cosmetiche contro la cellulite.
L’acido betulinico, estratto dalla corteccia della betulla e da molti altri vegetali, e alcuni suoi derivati maggiormente idrosolubili in vitro sono citotossici per cellule di neuroblastoma, melanoma, medulloblastoma e sarcoma di Ewing
Occorre fare attenzione alle reazioni allergiche: le persone allergiche ai pollini possono soffrire l’utilizzo della linfa di questa pianta. Inoltre, è sconsigliato utilizzarla quando si assumono altri prodotti farmaceutici, per le proprietà diuretiche e antinfiammatorie simili; e non va assunta in condizioni di gravidanza o allattamento.
“Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”
Linguaggio dei fiori
La Betulla
è un pianta legata alla conoscenza e alla guarigione, è una pianta
purificatrice che da rimedio a numerosi
malanni, nell’antichità veniva considerata la “pianta degli inizi”,
simbolo di perseveranza, adattabilità, umiltà e tenacia, suggerisce di
continuare la propria strada sul percorso prescelto, anche se le condizioni
sembrano avverse, per preparare il terreno a coloro che verranno.
Nei racconti e nelle poesie, la presenza costante della betulla diventa la
metafora dell’asse del mondo: associata al sole e alla luna e perciò
contemporaneamente al Padre e alla Madre, al maschio e alla femmina, rappresenta
la via attraverso la quale scende l’energia dall’universo e da dove risale
l’aspirazione umana verso l’alto. Nelle tradizioni popolari nordiche
simboleggiava l’Albero Cosmico; “custode della porta”, apriva allo
sciamano la via del Cielo, permettendogli di passare da una regione cosmica
all’altra, dalla Terra al Cielo o alla Terra agli Inferi, in un viaggio
interiore che conduceva all’estasi. Per questo nel linguaggio dei fiori ha un
significato più che positivo.
Libri
Plinio, Dianchet, 1999, Le erbe officinali, antica medicina dei Celti – Keltia editrice
Associazione Amina, 2000, Magiche Piante, un itinerario segreto, Macro edizioni
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