Il suo profumo potrebbe presentarla meglio di qualsiasi parola: è chiamata Polianthes tuberosa o Agave Amica o, semplicemente, Tuberosa. Si tratta di una pianta perenne originaria del Messico, introdotta in Europa fin dal 1629.
Cresce da un rizoma tuberoso sotterranei o radici tuberose e presenta foglie nastriformi, lunghe circa 30-50 cm e larghe fino a 13 mm alla base.
Le foglie sono arcuate verso l’esterno, sono verdi, simili a quelle dell’erba e formano un ciuffo erboso.
La sua peculiarità è l’intenso profumo dei suoi fiori bianchi e cerosi a forma di imbuto che sbocciano a fine estate su delle spighe alte fino a 1 metro.
La specie è stata descritta per la prima volta nel 1753 da Carl Linnaeus, come Polianthes tuberosa. Nel 1790, Friedrich Kasimir Medikus ha spostato la specie nel genere Tuberosa come Tuberosa amica.
Sia gli studi morfologici che quelli di filogenetica molecolare hanno spostato la Polianthes all’interno del più grande genere Agave.
Dopo una serie di considerazioni, si è giunti quindi alla conclusione che il nome corretto per la specie è Agave amica, come è stato spiegato da Thiede e Rafaël Govaerts in una pubblicazione nel 2017.
Classificazione botanica
L’Agave amica è una specie del genere Agave della famiglia delle Asparagaceae
Principali varietà
Della specie ne esistono diverse cultivar e varietà, tra cui “The Pearl”, una cultivar a fiore doppio che presenta foglie più larghe e scure e spighe di fiori più corte e che cresce fino a 76 cm di altezza e presenta boccioli rosa pallido.Un’altra varietà è “Mexican Single”, che, sebbene non sia decorativa come “The Pearl”, produce fiori che, se recisi, sono più duraturi.[18]La varietà “Perla” presenta fiori doppi.
Grazie all’incrocio con altre specie, esistono oggi forme gialle, rosa, rosse e verdastre.
Fioritura
La Polianthes tuberosa fiorisce in estate regalando profumatissimi fiori bianchi.
I fiori sono perfetti come fiori recisi.
La loro raccolta dovrebbe essere fatta di prima mattina, recidendoli alla base e lasciando le foglie.
Consigli per la coltivazione dell’Agave amica
Il profumo che emana ripaga di tutti gli sforzi fatti per la sua coltivazione.
Ama il sole e il caldo, non è adatta alle basse temperature, non tollera i ristagni idrici: queste le regole base.
Coltivazione in vaso
L’Agave amica può essere coltivata in vaso. Se si desidera una bella fioritura è bene orientarsi per un vaso grande e con una profondità corrispondente.
Il terreno deve essere ricco di materia organica. I bulbi, per le piante coltivate in vaso, è bene che siano rinnovati annualmente.
I rizomi possono essere avviati in casa all’inizio della primavera e i vasi possono essere portati all’aperto in una posizione soleggiata dopo che il rischio gelo è scongiurato.
Coltivazione in piena terra
Se si vuole piantare l’Agave amica in giardino lo si può fare solo nelle zone a clima mite, altrimenti si deve optare per la coltivazione in vaso.
Per la messa a dimora in piena terra si deve procedere a gennaio-febbraio alla profondità di 5-10 cm.
La distanza tra i bulbi deve essere di circa 15 cm, mentre quella tra le file di 60 cm circa. È opportuno scegliere una posizione dove la pianta possa ricevere le adeguate ore di sole. Quando la stagione di crescita termina è opportuno rimuovere i tuberi dal terreno e conservarli coperti in un substrato asciutto come torba o vermiculite per tutto l’inverno, per poi essere trapiantati in primavera.
Coltivazione in terrazzo
Gli esemplari allevati in vaso possono decorare terrazzi e balconi.
Temperatura
La tuberosa non tollera il gelo, quindi può essere coltivata in piena terra solo nelle zone a clima mite. Nelle zone più fredde viene coltivata come annuale in vasi o bordure di fiori misti, dove possono essere apprezza per il suo intenso profumo.
Per fiorire, le piante richiedono circa 4 mesi di temperature calde dal momento in cui il rizoma viene piantato. Se la temperatura invernale si mantiene attorno a 18 °C la pianta fiorirà in primavera, se è inferiore fiorirà è in estate.
Luce
L’Agave amica ama il sole, quindi è bene scegliere per lei una buona esposizione al sole.
Terriccio
Non ha particolari esigenze per quel che concerne il terreno, l’importante è che sia ben drenato. Tuttavia preferisce terreni ricchi di sostanze organiche, mediamente umidi esposti in pieno sole. Un buon mix potrebbe essere rappresentato da sostanza organica, terra da giardino e sabbia.
Annaffiatura
È opportuno annaffiare regolarmente in primavera-estate mentre le irrigazioni vanno ridotte durante gli altri periodi dell’anno.
Moltiplicazione
La moltiplicazione dell’Agave amica avviene facilmente per mezzo dei piccoli tuberi che si formano attorno al principale; sono necessari quattro anni per arrivare ad avere tuberi in grado di produrre fiori. Occorre piantare solo tuberi che non abbiamo mai fiorito, perché fioriscono una sola volta.
Concimazione
Durante la primavera-estate si può concimare la pianta somministrando un concime liquido diluito con l’acqua delle irrigazioni.
Potatura
Questa pianta non ha bisogno di essere potata: è sufficiente eliminare le parti che man mano seccano per scongiurare il rischio che possano veicolare malattie parassitarie.
Altri consigli per la cura
Per tutta la stagione di crescita è bene fornire un’umidità costante. Quando il fogliame inizia a ingiallire in autunno è opportuno ridurre l’irrigazione.
Parassiti, malattie ed altre avversità
L’Agave amica può subire attacchi di afidi verdi, acari (ragnetto rosso). Si possono anche rilevare provocati da Phomopsis, un fungo che provoca il cancro dello stelo e da Sclerotinia sclerotiorum, che provoca il marciume dei bulbi.
Curiosità
Attorno alla Polianthes tuberosa aleggiano diverse curiosità e credenze, in primis il fatto che l’intenso profumo di questa pianta sia afrodisiaco e capace di scatenare i desideri più lussuriosi.
La sua importazione in Europa si deve agli spagnoli, che l’hanno trasformata in un vero fiore di culto. Per decine di anni questa pianta è stata protagonista di quelli che erano denominati “giardini lunari”, molto in voga nell’Inghilterra vittoriana. Erano meravigliose collezioni di fiori dal pallido e argenteo colore della Luna che avevano anche la peculiarità di profumare intensamente l’aria dopo il tramonto. Le donne inglesi usavano la pianta per esaltare la bianchezza dell’incarnato.
Questa pianta era particolarmente apprezzata da Luigi XIV di Francia, che ne ha fatte piantare a centinaia nelle aiuole del Grand Trianon di Versailles, in modo che il profumo fosse irresistibile, il che indubbiamente contribuiva a coprire gli odori dovuti alla scarsa igiene del palazzo. Le piante erano coltivate in vasi di argilla e piantate direttamente nel terreno. Per mantenere il profumo costantemente forte, venivano inseriti nuovi esemplari a rotazione, anche quotidianamente.
La regina francese Maria Antonietta usava un profumo chiamato Sillage de la Reine o Parfum de Trianon, che conteneva tuberosa, fiori d’arancio, sandalo, gelsomino, iris e cedro.
In India e in Bangladesh i suoi fiori sono ampiamente utilizzati per creare ghirlande di fiori che vengono offerte agli dei o utilizzate come ornamento per i matrimoni
In Indonesia i fiori di tuberosa sono utilizzati anche in cucina.
Il nome deriva dal greco “polis” (città) e “anthos” (fiore), oppure dal molto simile “polys” (molti) e “anthos” (fiore) in riferimento all’usanza di coltivare queste piante per decorare i giardini delle città oppure per indicare la forma delle caratteristiche infiorescenze, composte da grappoli di fiori. L’aggettivo tuberosa si riferisce all’apparato radicale molto sviluppato, simile a un tubero.
Tossicità e/o uso erboristico
Non è una pianta tossica. Dai fiori si estrae un’essenza utilizzata in profumeria.
“Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”
Linguaggio dei fiori
Nel linguaggio dei fiori la Polianthes tuberosa simboleggia i piaceri pericolosi.
Perché? Il significato della pianta è da ricercare nel suo intendo profumo che un tempo aveva connotazioni peccaminose, tanto che nel Rinascimento alle giovani donne era vietato annusare la Polianthes tuberosa per non cadere in tentazione e peccare di lussuria.
Anche in India vigeva lo stesso divieto, addirittura il nome comune significa “corteggiatrice della notte”.
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