Le Piante Carnivore [Intervista a Daniele Righetti]

Affascinanti e peculiari, le piante carnivore sono piante capaci di rapire lo sguardo e, per gli amanti del giardinaggio, sono un universo attraente, tutto da esplorare e da coltivare, è il caso di dire.

In questo post ti abbiamo suggerito i libri sulle piante carnivore su cui fare affidamento per conoscerle. Per offrirti preziose e interessanti riflessioni, abbiamo intervistato Daniele Righetti, agrario che vanta più di 10 anni di esperienza nella coltivazione delle piante carnivore. Pronto per scoprirne di più? Bene, ti lasciamo nelle esperte mani di Daniele!

#1. Ciao Daniele, ci racconti chi sei, cosa fai e come hai iniziato la tua attività?

Mi chiamo Daniele Righetti, ho appena finito il corso di laurea magistrale in agraria, specializzazione in scienze della protezione e produzione delle piante.

Ma la mia passione per i vegetali ha radici molto più profonde rispetto al percorso di studi. Infatti già in età dell’asilo sradicavo, strappavo raccoglievo talee, piantine, semi, per poi mettere il tutto sul balcone a germogliare.

Il tutto inizialmente in modo spartano, poi man mano affinandomi sempre di più. Ho passato varie fasi di interesse, dalle piante bulbose alle acquatiche, orchidee, succulente e carnivore.

Proprio con le carnivore, in particolare col genere Sarracenia, ho trovato il mio genere vegetale ideale. Ma in realtà mi è rimasto interesse per tutte le piante. Infatti accanto alla importante collezione di carnivore che gestisco attualmente, ho anche collezione di iris barbata e acquatici, bromeliacee, liliu, ninfee, più molte altre varie piante rare o semplicemente interessanti.

#2. Ci piace pensare che il giardinaggio sia un perfetto mix di arte, filosofia, geometria e creatività. Tu come lo racconteresti?

Il giardinaggio, almeno dal mio punto di vista, più che un accostamento di geometrie e arte, più tipiche forse in ambito di architettura e progettazione di luoghi, essenzialmente è l’unione di due importanti nostre caratteristiche: sensibilità e buon senso.

Il buon senso è la parte logica, che ci fa accorgere di cosa c’è che non va a ogni livello (dal problema di salute della pianta fino ai problemi legati alla estetica, associazione di colori, dimensioni delle piante, necessità di potature).

La sensibilità è la parte innata che porta a capire come poter intervenire e rimediare ai problemi che insorgono nel giardino, ma anche sul terrazzo e balcone. Infatti non sempre le nostre reazioni ad un evento sono giuste, e non è scontato che lo siano.

Ad esempio, come si reagisce nel caso in cui si noti una pianta che in estate, quando dovrebbe essere rigogliosa, appassisce? Istintivamente si annaffia perché si pensa che la pianta abbia sete? Talvolta invece il problema è l’opposto, ovvero la pianta sta soffrendo per un eccesso idrico e le radici stanno marcendo. Dall’esterno il risultato sarà il medesimo, in quanto radici marce non sono funzionanti e la chioma non avrà acqua, ugualmente a come accade se c’è siccità. Ma la nostra reazione sarà quella di ridurre l’irrigazione o di aumentarla? Questo è solo un esempio, ma si applica a quasi tutto nella vita, e non solo al giardinaggio.

Bisogna avere la sensibilità per non fermarsi alla prima apparenza ma saper guardare oltre, senza dimenticarsi che le piante non sono elementi di arredo ma sono esseri vivi e che in quanto tali crescono, cambiano e soprattutto possono morire. La sensibilità è quella marcia in più, che tutti possiedono o possono comunque sviluppare, che serve a saper agire bene.

La cultura e la pratica aiutano e rendono le nostre azioni più mirate e risolutive, ma cultura e pratica senza sensibilità sono del tutto vane.

Come mia filosofia personale, il giardinaggio è quella pratica in cui l’uomo osserva la pianta, la capisce, ne riesce ad esaltare ogni aspetto e a valorizzarla, anche gli esemplari più banali e piccoli possono avere la loro importanza e dignità, soprattutto è gioia nell’osservare il mutare con l’età e le stagioni di questi esseri incredibili.

Personalmente rifuggo dall’idea, purtroppo molto diffusa, che le piante in un giardino siano esemplari di bellezza e, alla morte di uno, senza problema, si provveda a sostituirlo, come quando si rompe un bicchiere in cucina. Per me questo, più che giardinaggio, altro non è che mero arredamento di esterni, come si potrebbe ottenere con un divano, due sedie e un tavolo.

#3. Qual è la tua pianta preferita? Perché?

Personalmente di piante preferite ne ho molte. Se dovessi rispondere come il Daniele attuale, del 2018, direi sicuramente il genere carnivoro Sarracenia.

Non una specie in particolare, ma una specie o ibrido qualsiasi appartenete a questo genere. Se invece dovessi rispondere con il cuore direi che una delle piante che più ho appressato in passato, che mi ha portato poi come filo diretto a innamorarmi delle piante carnivore, è senza dubbio la ninfea (che è anche uno dei miei fiori preferiti).

Ciò che amo delle ninfee, ma delle piante acquatiche e palustri in generale, è la infinita possibilità di accostamenti e composizioni che possono offrire a chi nel giardino (ma anche su un terrazzo) può garantire a queste piante un laghetto o anche una semplice vasca in un luogo assolato.

#4. Qual è il tuo fiore preferito? Perché?

La ninfea, come già detto, ha un fiore che mi piace moltissimo. Ma se ci si concentra strettamente sulla fioritura, allora direi che il mio fiore preferito è quello delle Iris. Non credo che esista un genere vegetale con un numero maggiore di sfumature, colori, dimensioni e profumi dei fiori. Con le varietà barbate e non, diffuse dalle montagne alle paludi di varie zone del mondo, coprono ogni colore, persino si avvicinano a tonalità scurissime che con i giochi di luce sembrano riprodurre il nero.

Piante carnivore

#5. Ci suggerisci come coltivare la tua pianta e il tuo fiore preferito? Nello specifico, puoi suggerirci:
a. Quali cure riservare per evitare l’insorgere di malattie?
b. Come nutrire adeguatamente la terra?
c. Qual è il tipo di innaffiatura più adatta?

Per coltivare la pianta preferita Ninfea.

a) E’ una pianta di estrema robustezza e facilità nella coltivazione, è sufficiente immergere il vaso in cui viene piantato il rizoma (la ninfea è una pianta erbacea ed è sempre ancorata sul fondo) in un laghetto o vasca non di profondità maggiore di 50 cm o 1 metro (a seconda delle varietà nane o grandi; per alcune sono necessari anche solo 10 o 20 cm di acqua), con ottima esposizione solare. La pianta si sviluppa bene e fiorisce solo se il sole diretto è molto e l’acqua si scalda durante le giornate estive.

b) Se tenuta in grandi spazi la ninfea non necessita praticamente di concimazioni dato che si nutre dei detriti vegetali che ciclicamente marciscono dell’acqua in modo spontaneo.
Diversamente se tenuta in piccolo contenitore o vasca va somministrato del concime granulare a lenta cessione una volta all’anno a primavera durante il rinvaso mescolandolo alla terra (che deve essere terra di campo argillosa e pesante, NON TERRICCIO DI SACCO UNIVERSALE O COMPOSTO E NO TORBA).

Il concime va comunque somministrato in piccole quantità per evitare l’insorgenza di troppe alghe nell’acqua.

c) Semplicemente va lasciata estate e inverno immersa in acqua, che non deve mai venire meno. Il vaso in cui risiede il rizoma deve stare perennemente sommerso o al più molto molto umido: in questo ultimo caso la pianta non muore ma non si svilupperà comunque bene, sopravvivendo in attesa di essere sommersa nuovamente.

Per coltivare fiore preferito Iris.

Di Iris ce ne sono vari tipi (vedi anche https://www.edendeifiori.it/226/iris.php), con esigenze opposte: le iris barbata vogliono secco e ventilazione, le iris palustri vogliono umidità, afa e acqua stagnante. Entrambe vogliono sole diretto.

a) Sono piante molto robuste, anche se le iris barbata possono essere soggette a problemi di marcescenza del rizoma.

Per le iris barbata consiglio una miscela di substrato contenente sassi o altro materiale drenante (in molti dialetti gli iris sono chiamati “fiori dei serpenti” ad indicare che spesso anche in modo spontaneo crescono su dirupi sassosi, assolati e secchi, dove si rifugiano lucertole e serpenti) se sono coltivati in vaso, diversamente non dovrebbero avere problemi se coltivati in piena terra, ove comunque è opportuno provvedere a creare aiuole leggermente rialzate per favorire drenaggio.

Per le iris acquatiche è sufficiente tenere il vaso parzialmente sommerso di acqua. Sono ottime, queste ultime, in associazione con le ninfee.

b) Il concime è necessario, ma se troppo ricco di azoto possono subire marciumi, consiglio quindi concimazioni con più fosforo e potassio che azoto, anche per favorire la fioritura (in alcune iris barbate può essere possibile anche una fioritura autunnale). Le iris acquatiche invece sono divoratrici di azoto e non hanno problemi di marciumi, ma un eccesso di concime potrebbe far aumentare le alghe nell’acqua.

c) Le iris barbate sono tipiche di ambienti secchi, per cui l’irrigazione è del tutto non necessaria se piantate in piena terra. È invece necessaria, ma con non eccessiva frequenza, se sono tenute in vaso, poiché la piccola zolla rischia di disidratarsi in modo eccessivo, specialmente se tenute su asfalto o piastrelle arroventate dal sole come è tipico dei nostri terrazzi.
le iris acquatiche invece vanno tenute con zolle sempre fradice o meglio immerse in sottovasi o catini di acqua.

Tutte le iris sono resistenti al gelo invernale. Esistono categorie di iris non barbate e nemmeno acquatiche, come iris sibirica ad esempio, o alcune iris giapponesi.

Esse si coltivano comunque come fossero iris barbata. Solo le iris acquatiche possono sopportare ristagni.

#6. Ci suggerisci dove coltivarle affinché crescano sane e rigogliose?

Coltivo carnivore da quando ero poco più che bambino, dal 1999, anno in cui avevo 11 anni e l’unico modo di trovare queste piante era sperare in una partita di vasetti dall’olanda. Da allora ho fatto sempre più pratica e negli anni mi sono specializzato nel genere sarracenia, ma coltivo anche dionaea, nepenthes, darlingtonia, drosera, pinguicola e brocchinia.

Le piante carnivore sono un gruppo eterogeneo di piante diversissime che non c’entrano nulla le une con altre (Nepenthes e sarracenie ad esempio sono generi di ecologia, evoluzione e necessità colturali diametralmente opposte) quindi per ogni singolo genere sarebbero necessarie molte pagine di particolari.

Come regole generali che vanno bene un po’ per tutte, pur con i dovuti distinguo, direi che come substrato sia utile usare miscela di torba acida di sfagno (ph 3-5) miscelata al 50% con agriperlite (materiale inerte drenante), come esposizione pieno sole, come apporto idrico molta acqua con ristagno, come concimazione invece non bisogna mai intervenire, in quanto le piante carnivore sono tali poiché evolutesi su suoli molto poveri da cui non traggono altro che acqua.

Non sono quindi capaci di sopportare concimazioni chimiche nel terreno, ma hanno la capacità incredibile di attrarre (da sole) insetti che poi saranno digeriti dalle loro incredibili trappole!

Poi alcune specie sono da climi freddi, altre da climi tropicali, altri da climi intermedi (subtropicale, atlantico, mediterraneo etc etc) e sarà compito dell’acquirente documentarsi su ogni singola specie e genere per capire le necessità.

Come linee generali i generi sarracenia e dionaea sono resistenti al freddo, il genere pinguicola, utricularia e drosera racchiudono alcune specie da clima freddo altre tropicali e i generi brocchinia, nepenthes, ma anche heliampora, sono strettamente tropicali, mentre i generi cephalotus, genlisea, roridula, drosophyllum sono mediterranei.

come coltivare le piante carnivore

#7. Ed ora ci indichi 3 segreti per coltivare al meglio le piante carnivore?

Come detto inizialmente per il giardinaggio, serve, ma anche per tutte le altre piante, sensibilità.

Sensibilità per capire la filosofia di queste piante, il perché sono cosi, per capire il perché non vanno concimate, il perché non si possono mettere in casa al buio come centrotavola, come molti, troppi clienti che comprano questi miracoli della natura pretendono di fare, per poi vederle miseramente morire in una manciata di giorni, e nominare la dionaea, il miracolo studiato anche da Darwin, come “la pianta che muore sempre”.

Detto questo, le regole auree basilari sono:

  • tanta acqua sempre e comunque (ci sono delle eccezioni ovviamente), che deve essere acqua di ottima qualità, distillata, piovana, senza calcare assolutamente, in quanto queste piante non lo tollerano in alcun modo: si ricordi che l’irrigazione con acqua di rubinetto è una delle prime cause di morte di queste piante;
  • torba acida di sfagno, e non il terriccio universale. Spesso nei garden center sento ragazzini che, incredibilmente attratti dalle pian te carnivore, ne comprano un esemplare e poi si rivolgono al personale chiedendo consigli ma, senza cattiveria ma solo per non conoscenza dell’articolo venduto, propongono terricci appositi o miracolosi. In italia non esistono miscele di terricci appositi per piante carnivore come si trovano allo stesso modo substrati per orchidee o piante grasse. Ci sono solo elementi principali come torba e perlite da comprare in modo sfuso singolarmente ( e spesso anche di difficile reperibilità, se non presso consorzi agrari ben forniti) che poi vanno miscelati a mano.
    Mai usare terricci universali o scadenti: essi sono totalmente inadatti e contengono spesso anche concimazioni che fanno morire le piante carnivore in brevissimo tempo.

#8. Qual è la pianta che non può mancare in un giardino piacevole e rilassante?

L’Italia è lunga e ricca di climi e microclimi. Tutto quello detto in questa intervista fino ad ora è ovviamente suscettibile di adattamenti a differenza che si parli di un giardino del nord o del sud, esposto sul tirreno o sull’adriatico.

Detto questo credo che una delle piante più piacevoli e rilassanti sia proprio la ninfea, pianta acquatica che proprio per il modo in cui deve essere coltivata crea attorno a sé tutto un ambiente particolare: l’acqua infatti attrae animali molto simpatici non c’è utili come molto anfibi e uccelli.

Se l’ambiente acquatico si stabilizza, soprattutto se è di grandi dimensioni come un laghetto in cui si possono introdurre pesci e molluschi filtratori, è anche possibile ridurre o evitare totalmente il problema delle zanzare e della crescita fastidiosa delle alghe. In spazi dedicati alla flora acquatica inoltre è possibile introdurre molte specie diverse che richiedono poca manutenzione, creando zone interessanti di vegetazione ma anche come attrattiva per i giochi di acqua e riflessi di luce.

#9. Ci consigli 3 idee per allestire un bel giardino o balcone?

1. Avere fantasia, curiosità e voglia di fare.

Anche in piccoli spazi è possibile creare dei miracoli in miniatura. Per le piante l’unico vero limite e vincolo è la luce.

Se lo spazio che possiamo dedicare loro è carente di sole diretto allora ciò può essere veramente un problema, infatti senza sole diretto non solo le piante non crescono sane e più sensibili a malattie, ma anche il substrato nei vasi marcisce più facilmente preda di funghi e batteri che non vengono tenuti a bada dalla luce solare.

Però se disponiamo di almeno 3 o 4ore di sole al giorno, allora è possibile allestire dei veri piccoli giardini botanici pensili anche su un piccolo terrazzo. Ci sono specie minute succulente dalle fioriture incredibili e resistenti al gelo che possono trasformare angoli di pochi metri quadrati in vere oasi, inoltre ogni anno sempre più nuove varietà di piante ornamentali, particolari e resistenti, vengono rilasciate sul mercato: incuriositevi, cercate informazioni, stupitevi.

Ci sono piante per ogni necessità e gusto. Ovviamente per chi dispone di grandi spazi l’unico freno che può esistere è la vostra fantasia.

2. Studiare!

Non nel senso noioso del termine, ma nel senso di interessarsi in ciò che si sta facendo prima di commettere errori. Soprattutto sarebbe utile ricordarsi che le piante sono esseri viventi che crescono e si riproducono, e possiamo sfruttare la loro fisiologia per evitare di perdere esemplari magari riuscendo a salvarli da eventuali malattie che possono sempre capitare, magari tramite le tecniche di talea o semina. E soprattutto, come gli animali, ancora una volta ripeto che sono esseri mortali, e bisogna accudirli, in quanto non sono nel loro ambiente naturale e quindi non hanno tutto ciò che serve loro.

3. Razionalizza la spesa

Tenere un bel giardino o terrazzo può essere una spesa, e del resto i prodotti di qualità che sono alla base di piante di qualità (come substrati ad esempio) costano. È possibile però limitare le spese ed essere gratificati dalla propria opera se nel nostro giardino o terrazzo accanto (o al posto) di specie puramente ornamentali non coltiviamo ( e poi di conseguenza raccogliamo e mangiamo, con alleggerimento notevole dello scontrino della spesa) un numero molto alto di essenze: tra piante aromatiche, alberi/arbusti/erbe da frutto, ortaggi di tutte le stagioni è possibile avere sempre ottimo raccolto senza rinunciare al colore.

Con le nuovissime varietà di ortaggi che ogni anno giungono sul mercato è possibile trasformare il proprio spazio verde in una tavolozza di colori: cavolfiori gialli e viola, frutti di vari colori e forme (con relativa fioritura primaverile molto colorata), pomodori verdi e gialli, oltre che rossi, zucchine giallo oro, melanzane bianche, fagioli con i baccelli viola e gialli: questa è solo una piccolissima parte della notevole varietà di colori delle piante produttive recentemente presenti sul mercato. È possibile sbizzarrirsi.

#10. Passa il fiore! Ci indichi 3 persone che potrebbero suggerirci consigli colorati e interessanti?

  1. Vivaio BergamoCactus e dintorni: a Bergamo specialisti in Cactacee e altre piante succulente rare;
  2. Vivaio Novaflora: a Brescia, floricoltura che produce una grande varietà di piante, e anche carnivore, nonché substrati idonei alla loro coltivazione;
  3. Il giardino di Sarah, piazza Imperatore Tito, a Milano. Se volete consigli artistici e bouquet mozzafiato per ogni occasione rivolgetevi a Sarah: con sapienza ed eleganza realizzerà ogni vostro desiderio floreale, oltre che disporre di piante verdi e fiorite di qualità

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