Sul “come e quando annaffiare le piante” è possibile scrivere una vera e propria enciclopedia, ricca di informazioni utili per ogni specie esistente, ma… è chiaro che è un’impresa da titani.
Un’impresa impensabile, ma non per questo non è possibile apprendere le migliori tecniche, in linea generale, per curare le piante e assicurare sempre una corretta innaffiatura.
Se state leggendo questa piccola guida, qualche dubbio, sulle modalità per annaffiare le piante coltivate in vaso che abbelliscono gli ambienti della vostra casa, o su come intervenire per annaffiare le piante del giardino, è riuscito ad imporsi su ogni altro vostro pensiero.
Tranquilli, perché insieme scopriremo come e quando annaffiare le piante (e come fare quando si è in vacanza) e, se la vostra intenzione è quella di scoprire le migliori tecniche di coltivazione per prendersi cura di una specie in particolare, basterà ricercare la stessa sul nostro portale e tante informazioni utili appariranno dinanzi ai vostri occhi.
Perché è così importante irrigare le piante nel modo giusto?
Domanda banale, ma che permette di sottolineare un concetto molto importante: l’annaffiatura è il gesto, per quanto riguarda la cura delle piante, più importante in assoluto (specialmente per le piante coltivate in vaso).
Detto ciò, è fondamentale fare anche un’altra precisazione tecnica: non è possibile seguire una precisa regola che permette di intervenire con sicurezza per stabilire la quantità e la frequenza delle irrigazioni.
Tutto dipende da molti fattori: le condizioni ambientali del luogo di coltivazione, l’esposizione, la relativa stagione dell’anno, il tipo di coltivazione (e per la coltivazione in vaso, il tipo di contenitore) e, prima di ogni altra cosa, le necessità della specie vegetale. Quindi, sul come e quando annaffiare le piante c’è davvero tanto da dire, ma qualche ampio consiglio si può sempre dare, almeno per essere sicuri di non sbagliare le tecniche che stanno alla base di una corretta irrigazione.
Come capire quando è il momento di annaffiare le piante?
Le piante non parlano!
Riescono ad incantarci con i loro colori e le loro particolari forme, ma quella instaurata con loro è una relazione silenziosa. Sta a noi riuscire a capire quando le nostre amate amiche necessitano di una bella innaffiatura e quando, al contrario, desiderano trascorrere qualche giorno in assenza di acqua.
Cosa fare? È importante osservare la pianta e i silenziosi segnali che lancia ogni giorno. Infatti, per capire quando annaffiare le piante basterà non sottovalutare, ad esempio, l’afflosciamento degli apici e dei fiori, il cambiamento di colore del fogliame, la limitata fioritura (nel caso di specie note proprio per la bellezza e la gran quantità dei fiori prodotti), il raggrinzimento delle foglie e così via. Insomma, tutti piccoli segnali che le piante lanciano per chiedere aiuto.
Altra cosa da fare, per tenere sempre sotto controllo la situazione, è infilare letteralmente le dita nel terreno. Valutare il livello di umidità del substrato, non solo in superficie, ma scendendo di qualche centimetro in profondità, è un altro validissimo modo per iniziare a capire quando annaffiare le piante e valutare anche il come intervenire.
Capire quando annaffiare le piante è facile se si usano i sensi
Tatto, vista e olfatto!
Con questi tre sensi è possibile eliminare tanti dubbi che, come detto in precedenza, rientrano nella domanda “come e quando annaffiare le piante”?
Non serve essere degli esperti dal pollice verde, perché:
- Toccando semplicemente le foglie è possibile avere o meno una sensazione di freschezza. Quando al tatto le foglie risultano essere fresche non c’è alcun problema, poiché significa che la pianta non è assolutamente disidratata. Al contrario, è meglio correre ai ripari e somministrare la giusta quantità di acqua.
- È facile capire l’importanza dello sguardo e già prima abbiamo anticipato il perché. Se i fiori non appaiono belli e colorati, se le foglie sono reclinate verso il basso, se la pianta non ha una crescita vigorosa (è importante osservare la specie coltivata nel tempo) o se iniziano ad apparire macchie sul fogliame la pianta ha sete!
- L’olfatto a cosa serve? In molti casi, una pianta che soffre può emanare un odore non proprio piacevole. Questo sia in caso di carenza di acqua, sia nel caso in cui pericolosi ristagni possono causare il marciume radicale. Attenzione a non esagerare con le quantità di acqua, ma anche a non dimenticare di intervenire, specialmente quando la pianta è esposta in pieno sole.
Tecniche comuni per annaffiare le piante
Il modo di somministrare l’acqua è tanto importante quanto la quantità e la frequenza delle annaffiature. Molte volte, il segreto del successo sta proprio nel curare questo importante dettaglio, che in alcune occasioni viene sottovalutato.
Le piante possono essere innaffiate:
- Dall’alto: versare l’acqua direttamente sul substrato con un annaffiatoio dal collo stretto, facendo attenzione che non cada sulle foglie. Eliminare poi quella che rimane nel sottovaso. Questo metodo permette di controllare la quantità di acqua ed evitare pericolosi ristagni. Tecnica utile per annaffiare: Dracene (D.marginata, fragrans),Schefflera, Kentia, Chamaedorea, Edera.
- Dal basso: riempire il sottovaso con l’acqua in modo che venga assorbita dalla terra attraverso i fori di drenaggio. Quando il substrato sarà umido, eliminare i residui d’acqua. Tecnica utile per: Ciclamino, Violetta africana, Pilea, Maranta.
- Per immersione: immergere la zolla in un recipiente con acqua per qualche minuto, per poi lasciar scolare. È il miglior metodo per piante coltivate in ceste pensili e in vasi piccoli; è anche un rimedio di urgenza per recuperare una pianta che sta seccando rapidamente. Una tecnica ampiamente utilizzata per le Orchidee (qui la guida su “come innaffiare le Orchidee”).
Quando e come annaffiare le piante in vaso?
Qualsiasi specie, quando coltivata in contenitori (grandi o piccoli che siano), richiede maggiori attenzioni per non avere problemi durante il suo sviluppo. Le esigenze sono maggiori rispetto a quando la stessa specie, nei casi in cui sia possibile, è coltivata in piena terra.
Si ritorna a quanto detto nel paragrafo precedente: per capire quando è il momento di intervenire basterà aguzzare la vista, toccare la pianta e il terreno, ma anche annusarla. La pianta ha bisogno di acqua? Bene, interveniamo!
Ecco alcune regole generali per tutelare la salute delle specie coltivate in vasi:
- Il materiale del contenitore scelto può fare la differenza.
Ad esempio, la terracotta assicura un più rapido assorbimento dell’acqua da parte del substrato, poiché trattiene meno l’umidità.
La plastica, al contrario, riesce a garantire più a lungo un più alto livello di umidità. Quindi, se la pianta è coltivata in vasi di plastica sarà meglio non esagerare con la quantità di acqua; quando coltivata in vasi di terracotta è possibile aumentare leggermente (sottolineiamo leggermente) la dose. - È importante anche considerare la grandezza del vaso: per le piante coltivate in grandi contenitori è meglio innaffiare in modo regolare ed abbondante, ma a distanza di tempo (senza intervenire quotidianamente).
Le piante coltivate in piccoli vasi richiedono interventi frequenti, anche ogni giorno nelle stagioni calde, perché l’acqua evapora in modo più rapido e il terreno, in quantità minore, si asciuga in pochissimo tempo. - Il sottovaso può agevolare le operazioni di annaffiatura.
Per le specie più delicate o per quelle che richiedono un discreto livello di umidità, ma temono i ristagni, si può prevedere un’innaffiatura dal basso, cioè riempendo il sottovaso.
L’acqua salirà gradualmente, attraverso i fori sul fondo del vaso, negli strati superiori del substrato che mai risulterà essere troppo impregnato. - Quando annaffiare le piante?
In questo caso, utilizziamo tale domanda con una più precisa collocazione temporale. Intervenire durante le prime ore della mattina o a tarda sera (nelle stagioni calde) è il miglior modo per evitare che l’acqua evapori velocemente. La pianta assorbirà in modo più lento l’acqua, evitando un pericoloso shock termico per l’apparato radicale. - Come annaffiare le piante?
Quando si utilizza un comune innaffiatoio (o anche una normalissima bottiglia di plastica), per non avere problemi, se non si conoscono perfettamente le esigenze della specie, si consiglia di bagnare delicatamente solo il terreno e mai i fiori e le foglie. Il miglior metodo per innaffiare le piante è l’irrigazione a goccia, utilissima per il giardino, ma anche per grandi fioriere sistemate sul terrazzo.
Vedi anche l’articolo dedicato a come innaffiare le piante in vaso.
Come e quando annaffiare le piante grasse in vaso?
Sì, anche le piante grasse richiedono acqua!
Le esigenze non sono neanche paragonabili a specie che in natura crescono, ad esempio, nelle foreste pluviali, ma anche per le piante grasse è bene sapere alcune cose. Tutte le specie riescono, con incredibile facilità, a trattenere l’acqua per lunghi periodi, anche quando le condizioni climatiche possono essere estreme per l’uomo. Non temono i raggi del sole e neanche lunghi periodi di siccità.
Però, in qualche modo devono pur riuscire ad immagazzinare l’acqua necessaria alla loro crescita e al loro sostentamento. Una annaffiatura regolare, ma con lunghi periodi di stop, è quello che serve per permettere alla pianta di mantenere sempre intatte le sue riserve.
Attenzione ai ristagni di acqua! Le piante grasse devono essere sempre messe a dimora in un substrato leggero e perfettamente drenante (sul fondo del vaso è utile creare uno strato di sabbia o materiale simile per permettere all’acqua di defluire senza ostacoli).
Rispondiamo alle più comuni domande:
- quanta acqua dare alle piante grasse?
Non esiste una precisa quantità di acqua per tutte le piante grasse, perché le esigenze variano a seconda della specie. Osservare attentamente la pianta grassa è l’unico modo per capire se necessita di più interventi (specialmente quando coltivata in piccoli vasi) o di maggiori quantità di acqua. Procedere solo quando il terreno risulta essere molto secco. - come annaffiare le piante grasse?
Si può procedere all’immersione per qualche minuto del vaso contenete la pianta in un grande recipiente con l’acqua. Tecnica che non può essere utilizzata quando la pianta grassa è inserita in qualche composizione floreale: in questo caso basteranno 4 cucchiai di acqua ogni 3/4 settimane. Altra tecnica utile è la nebulizzazione. - Quando innaffiare le piante grasse?
In inverno intervenire ogni tre settimane circa; in estate ogni 10/15 giorni se collocate all’aperto, ogni 20/25 se tenute in casa. - Perché è importante annaffiare le piante grasse?
Controllati e regolari interventi sono necessari per permettere alla radici di svilupparsi in modo sano anche in profondità e permettere alla pianta di conservare l’acqua necessaria per sopportare lunghi periodi di siccità.
Come e quando annaffiare le piante in giardino?
L’acqua piovana non sempre può bastare!
In estate o durante qualsiasi altro lungo periodo di siccità annaffiare le piante coltivate in piena terra è obbligatorio. In questo caso, è possibile definire una generale regola: irrigare in modo frequente e mai esagerando con la quantità di acqua. Annaffiature controllate e regolari permetteranno alle radici di svilupparsi in larghezza e profondità, evitando un pericoloso stress idrico.
Quando annaffiare le piante del giardino?
Durante l’estate, quando le temperature sono roventi, la sveglia dovrà suonare quando il sole ancora dorme. Innaffiare durante le prime ore del mattino è la cosa migliore da fare per tutelare la salute delle piante. Non sarà mai un peso: trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta, quando le temperature sono ancora gradevoli, è il miglior modo per rilassarsi e godere di una piacevole atmosfera prima di affrontare la calura estiva. Se proprio non si riesce a portare a termine l’irrigazione la mattina presto, non è sbagliato farlo al tramonto.
Durante l’inverno le annaffiature possono essere sospese, a meno che non si sta attraversando un periodo di siccità davvero lungo. In questo particolare caso, una leggera innaffiatura, questa volta durante le ore più calde della giornata, è proprio quello che serve alle piante.
Quando e come annaffiare il prato?
Prendersi cura del prato è più difficile. Niente di impossibile, ma solo qualche accortezza in più. Infatti, il prato necessita di una quantità maggiore di acqua, da somministrare nel momento migliore, cioè nel tardo pomeriggio.
Sfruttando un sistema di irrigazione a pioggia, da azionare dopo il tramonto, è possibile mantenere il prato sempre in forma, evitando di inzuppare irregolarmente il terreno. Perché di sera? Per permettere all’acqua di non evaporare velocemente.
È sbagliato azionare il sistema di irrigazione la mattina presto? No, ma è meglio svegliarsi prima del sorgere del sole (anche alle 4.00 del mattino), per bagnare il prato con delicatezza (ecco perché si consiglia l’irrigazione controllata a pioggia) per tanto tempo.
Come annaffiare le piante quando si va in vacanza?
Chiedere aiuto alla vicina non è sempre possibile, ma questo non significa che le piante dovranno essere letteralmente abbandonate al loro destino, sperando di trovarle ancora in vita al ritorno dalle vacanze.
Sono tanti i metodi che si possono sfruttare per annaffiare le piante quando si è lontani da casa, ma per prima cosa è bene ricordare di non lasciare quelle coltivate in vaso in zone esposte ai raggi del sole.
Se si ha la possibilità di sfruttare un sistema automatico di irrigazione (in commercio si trovano kit che possono funzionare anche ad energia solare), magari a goccia, il gioco è fatto! Basterà semplicemente impostare il timer e partire. In caso contrario, si può ricorrere a:
- coni rovesciati creati con bottiglie di plastica o preformati;
- sifoni comunicanti;
- dischi di cocco o in tessuto (solo in brevi periodi di assenza);
- prodotti in gel e acqua gelificata;
- “vasi intelligenti”.
Metodi validissimi per partire senza pensieri e godersi al meglio la vacanza. Siete curiosi e desiderate sapere come fare? Leggete la nostra guida su “come annaffiare le piante durante le vacanze”, dove troverete tutte le risposte e pratici consigli su coni, sistemi automatici, vasi intelligenti e così via.
Alcuni consigli per non sprecare l’acqua
L’acqua è un bene prezioso! Perché sprecarla?
Esistono vari modi per risparmiare sui consumi di acqua e provvedere alla regolare annaffiatura delle piante coltivate in vaso in casa o sul terrazzo. 3 pratici consigli:
- l’acqua utilizzata per sciacquare le verdure può essere riutilizzata per bagnare il substrato delle piantine in appartamento;
- sistemando dei contenitori con ampia apertura superiore sul balcone è possibile raccogliere della buona acqua piovana da utilizzare per le innaffiature;
- annaffiando sempre di mattina o di sera l’acqua evaporerà in modo più lento e, quindi, non sarà mai necessario somministrare grandi quantità di acqua alle piante in vaso.
Avete altre idee o consigli? Scrivete tutto nei commenti e condividete con noi e con i nostri lettori il vostro sapere.
Come annaffiare le piante: attenzione all’acqua del rubinetto!
Meglio dare l’acqua a temperatura ambiente!
L’annaffiatura con acqua fredda (tipo quella che esce dal rubinetto magari nella stagione fresca) può provocare uno shock termico alle radici, la cui terra, stando il vaso in casa, avrà una temperatura pari a quella dell’ambiente circostante. Si rischia di far ammalare la pianta.
Inoltre, l’acqua del rubinetto per essere resa potabile viene addizionata con del cloro che stermina i batteri tossici per l’uomo. Ma può uccidere anche tutto l’utilissimo ecosistema batterico e fungino che si sviluppa nel terriccio dove risiedono le nostre piante.
La soluzione ideale è mettere l’acqua del rubinetto in un recipiente il giorno prima e lasciarla riposare per almeno 24 ore prima di innaffiare.
In questo modo:
- la temperatura dell’acqua si avvicinerà a quella dell’ambiente circostante e si eviterà lo shock termico quando si annaffia;
- il cloro presente nell’acqua si scomporrà e almeno in parte evaporerà;
- in fondo al recipiente si depositerà anche il calcare rendendo l’acqua meno alcalina, che per alcune tipologie di piante è fondamentale. In tali casi l’acqua in fondo non va usata per innaffiare, ma gettata via, poiché lì si trova la maggior parte di calcare depositato.
Altri “idrici consigli” per prendersi cura delle piante
Chiarito che la regolarità delle annaffiature è fondamentale per non avere mai problemi nella cura delle piante, è possibile rispondere ad altre 3 comuni domande:
- il sottovaso è sempre necessario?
No, perché ci sono piante che non tollerano neanche un minimo ristagno di acqua. Per quelle che, invece, crescono bene in condizioni di elevata umidità si può ricorrere al sottovaso, ma senza dimenticare di riempirlo con dei ciottoli. In questo modo sarà evitato il contatto diretto con l’acqua, ma l’umidità attorno alla pianta sarà sempre alta. - Si bagnano i fiori e le foglie?
No, specialmente i fiori più grandi che potrebbero marcire. Per non correre rischi si consiglia di bagnare solo il substrato, evitando di intervenire a cascata sulla parte alta della pianta. Si può procedere a regolari nebulizzazioni per le specie che crescono in natura in ambienti umidi e che possono avere problemi in luoghi troppo secchi, come può essere un appartamento con i riscaldamenti accesi. - Si possono coltivare specie diverse nello stesso vaso o vicine in giardino?
È sconsigliato, perché le esigenze idriche variano da specie a specie. Quindi, accostare piante con esigenze comuni è il miglior modo per creare delle bellissime aiuole o ampie fioriere colorate da curare con facilità.
Ti consigliamo anche di visitare la pagina dedicata agli Innaffiatoi o Annaffiatoi
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Se ho dei roseti in giardino e il giro suolo è coperto lapillo rosso come va annaffiato sopra o sotto il lapillo? Grazie
è indifferente… l’importante è dare il giusto fabbisogno.