Piante in vaso, come innaffiarle al meglio

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Sappiamo quanto sia importante l’irrigazione per un corretto sviluppo delle nostre piante in vaso, ma non sempre sappiamo annaffiare in modo adeguato.

Generalmente la preoccupazione maggiore è la poca acqua ma spesso il problema è il contrario, ovvero un eccessivo apporto idrico.

Altri dubbi riguardano come e quando irrigare le piante in vaso.

Ecco quindi alcuni consigli che spero vi siano utili su come innaffiare al meglio le vostre piante in vaso.

L’irrigazione dipende dal tipo di pianta

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Il primo fattore essenziale è conoscere le esigenze delle nostre piante, ogni specie, infatti, ha specifiche esigenze colturali che concernono l’esposizione, la temperatura e, appunto, le irrigazioni.

Nella maggior parte dei casi le piante necessitano di un “terreno umido ma ben drenato”. Sono sicura che, anche nelle schede del nostro sito avrete avuto modo spesso di leggere questa frase. Cosa significa? Che la terra non deve essere inzuppata o satura, bensì deve essere in grado di drenare adeguatamente lasciando quindi il substrato leggermente umido.

Le irrigazioni non possono, ovviamente, essere uguali per tutte le nostre piante. Ci sono specie che richiedono che il terreno si asciughi tra un’innaffiatura e l’altra, specie che invece soffrono in mancanza di umidità.

In linea generale, la maggior parte delle annuali da fiore non ama che il terreno asciughi eccessivamente. Al contrario le piante grasse preferiscono il terreno asciutto. Le succulente hanno infatti la capacità di immagazzinare l’acqua all’interno dei loro fusti carnosi e tollerano meglio i periodi di siccità.

Alcune piante aromatiche come basilico, rosmarino, timo, aneto, origano, coriandolo danno il meglio di sé lasciando asciugare il terreno tra un’annaffiatura e l’altra, poiché in tal modo si esalta il sapore. Altre erbe, come il prezzemolo, la salvia e l’erba cipollina, gradiscono invece una maggiore umidità.

Un buon consiglio è quello di conservare le etichette delle diverse piante dove è indicato il fabbisogno idrico. Ma sono sicura che, dopo qualche tempo, non servirà più consultare le indicazioni perché vi ricorderete esattamente le esigenze idriche di ognuna delle vostre piante.

Scegliere il terreno giusto

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Anche la scelta del terriccio giusto è importante. In commercio si può scegliere tra diverse formule di terriccio.

Il “terriccio universale” è volto a fornire quella qualità “umida ma ben drenata” che la maggior parte delle piante preferisce. I terricci “per cactus e piante grasse” contengono sabbia che drena più rapidamente, fornendo un ambiente ideale per le piante che crescono in condizioni di siccità.

Ci sono terricci in grado di controllare l’umidità che, solitamente, contengono una percentuale maggiore di muschio di torba, fibra di cocco e altri agenti umettanti.

È bene tenere presente che alcuni terricci sono addizionati di fertilizzanti a rilascio prolungato. In questi casi occorre accertarsi che le sostanze nutritive contenute siano adatte alle nostre piante.

È meglio evitare di usare i terricci da giardino per i vasi in quanto il terriccio da giardino non garantisce drenaggio ed aerazione adeguati, è troppo pesante e denso, si compatta facilmente oltre al fatto che il terriccio prelevato direttamente dalle aiuole del giardino può contenere contaminanti come malattie trasmesse dal terreno, insetti nocivi e semi di piante infestanti.

Scegliere il vaso giusto

Altro importante consiglio per innaffiare al meglio le piante in vaso è usare il contenitore giusto.

Lo svantaggio di molti vasi da giardino concerne la porosità che porta a seccare il terreno piuttosto rapidamente.

I contenitori in terracotta e i cesti sospesi in fibra di cocco sono noti per seccarsi rapidamente.

Anche i contenitori di metallo possono aumentare drasticamente la temperatura del terreno, portando a fare seccare le piante. Se si decide di usare questa tipologia di vasi è necessario un controllo adeguato e un’irrigazione più frequente rispetto ai alle piante coltivate in vasi in plastica o in ceramica.

La grandezza del contenitore dipende anche dal tipo di pianta, ma in linea generale è meglio orientarsi verso contenitori più grandi in quanto più sono più piccoli più rapidamente si asciugano.

I contenitori più grandi hanno il vantaggio di trattenere più terra e quindi più umidità, inoltre offrono alle radici spazio sufficiente per crescere e assorbire acqua e sostanze nutritive. Più piccolo è il vaso, più è necessario monitorare i livelli di umidità del terreno.

Controllare i livelli di umidità

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Il controllo dei livelli di umidità è un altro fattore da considerare per innaffiare le piante in vaso al meglio.

Prima di irrigare è bene infatti assicurarsi che le piante abbiano effettivamente bisogno di acqua. Si deve infatti tenere presente che un’eccessiva annaffiatura è dannosa tanto quanto un’annaffiatura insufficiente. Ci sono casi in cui la superficie del contenitore può sembrare asciutta al tatto, ma il terreno, uno o due centimetri sotto la superficie, potrebbe essere invece umido.

Per verificare l’umidità del contenitore è sufficiente infilate un dito nel terreno. Se il terreno risulta asciutto sulla punta delle dita, le piante hanno bisogno di acqua. È bene considerare che i livelli di umidità possono cambiare rapidamente in una calda giornata estiva, quindi un contenitore che è abbastanza umido al mattino potrebbe essere asciutto a metà pomeriggio.

Come annaffiare?

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Consigli per Annaffiare nel modo giusto le piante in vaso

Il modo di irrigare è importante. Una regolare da tenere a mente quando annaffiamo i nostri vasi è annaffiare in profondità. È necessario che si possa vedere l’acqua scorrere dai fori di drenaggio sul fondo del contenitore.
Questo perché gli apparati radicali sani crescono rapidamente e si ramificano attraverso il terreno verso il fondo del contenitore. Irrigando in profondità si è certi che l’acqua raggiunga l’intero apparato radicale.

Le irrigazioni frequenti e poco profonde incoraggiano le radici a rimanere vicino alla superficie del terreno, dove sono più sensibili al calore e alla siccità e dove hanno una minore capacità di assorbire le sostanze nutritive disponibili in profondità nel contenitore.

Alcune volte si fa l’errore di irrigare le foglie e non il terreno. Dobbiamo tenere presente che le piante assorbono l’acqua attraverso l’apparato radicale, non attraverso le foglie, gli steli o i fiori.

Quindi, per irrigare correttamente, è necessario irrigare il terreno per dare modo che l’acqua raggiunga le radici delle piante. Bagnare il fogliame può inoltre aumentare la possibilità di malattie fungine e di altro tipo.

Un altro motivo per tenere il fogliame asciutto quando si annaffia è che alcune piante possono essere soggette a scottature sotto il sole cocente. Le gocce d’acqua si attaccano ai piccoli peli e, quando l’acqua si raccoglie su di essi, è possibile che le gocce d’acqua agiscano come lente catturando i raggi solari.

Quando annaffiare le piante in vaso?

Quando irrigare è altresì importante. Per quel che riguarda le frequenze delle irrigazioni non c’è una regola fissa in quanto le esigenze idriche, per la stessa varietà, variamo anche in base al clima ed all’esposizione.

Caldo, vento ed aria secca possono inaridire rapidamente le piante.

È necessario considerare la temperatura che è direttamente proporzionale all’evaporazione ed inversamente proporzionale all’umidità ambientale. Ci si deve quindi regolare anche a seconda della stagione. Ovviamente nelle calde giornate d’estate le annaffiature saranno più abbondanti mentre in inverno le irrigazioni possono essere ridotte anche drasticamente.

Anche l’esposizione solare impatta sulle irrigazioni: se il nostro vaso è posizionato in pieno sole avrà una maggiore evaporazione rispetto ad un vaso posto all’ombra.

Quale è il momento della giornata giusto per annaffiare? Le piante sono più ricettive alle annaffiature mattutine poiché la mattina garantisce l’umidità sufficiente per l’intera giornata, inoltre l’evaporazione causata dal calore è minore e consente al fogliame bagnato di asciugarsi prima del tramonto.

L’irrigazione serale è sconsigliata perché il fogliame non ha il tempo di asciugarsi prima del tramonto. Il fogliame bagnato può essere terreno fertile per malattie fungine come l’oidio.

Se non si ha la possibilità di irrigare al mattino è bene farlo quando il terreno è asciutto, indipendentemente dall’ora del giorno.

Non affidatevi alla pioggia

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Spesso le piante coltivate in piena terra si accontentano dell’acqua piovana. Il discorso non vale per le piante allevate in vaso.

Capita che dopo una giornata di pioggia siamo tranquilli perché siamo convinti che anche i nostri vasi all’aperto siano stati irrigati.

Ma il fogliame può fungere da ombrello impedendo all’acqua di raggiungere il terreno. Quindi la pioggia potrebbe non essere sufficiente a saturare completamente il terreno del contenitore da cima a fondo. Anche in questo caso è bene monitorare l’umidità del terreno.

Come reidratare il terreno che si è seccato.

Tranne che in alcuni casi è bene non fare asciugare completamente il terreno tra un’irrigazione e l’altra perché il terreno eccessivamente disidratato può anche staccarsi dai lati dei contenitori arrivando a non assorbire più eventuali somministrazioni di acqua che scorrerebbero inutilmente lungo i lati del contenitore lasciando le piante a corto d’acqua.

Per reidratare un terriccio seccato, si può immergere il vaso (se relativamente piccolo) in un contenitore più grande o in un lavandino pieni d’acqua. Nel momento in cui il contenitore piccolo smette di gorgogliare, si può rimuovere.
Se il contenitore è grande e difficile da spostare o sollevare, si possono praticare alcuni fori nel terreno con una matita e si può indirizzare un getto d’acqua lento e delicato sul terreno, assicurandosi che il terreno assorba l’acqua. L’operazione va ripetuta finché il terreno non si è ammorbidito e non è completamente umido.

Come proteggere le radici delle piante in vaso

Per proteggere le radici, rendere il terreno drenante e scongiurare il rischio di marciume radicale si può stendere sul fondo del vaso uno strato di materiale inerte così da evitare il contatto diretto delle radici con l’acqua nel sottovaso.

Quale acqua usare per annaffiare le piante?

L’acqua delle irrigazioni dovrebbe essere a temperatura ambiente e non gelata in quanto provocherebbe uno choc alle radici, soprattutto e se fa molto caldo.

Alcuni tipi di piante, come le acidofile e le Orchidee, crescono bene in un terreno leggermente acido quindi è preferibile usare un’acqua priva di calcare.

L’acqua migliore è quella piovana non contiene calcare, evita gli sprechi ed è gratuita

Come innaffiare le piante in vaso quando siamo assenti

Quando si è fuori casa per qualche giorno, ci si può affidare a qualche persona fidata che annaffierà le nostre piante in vaso per noi. In alternativa ci sono diverse soluzioni come gli impianti di microirrigazione comandati da una centralina, o dei kit appositi che funzionano esattamente come impianti di microirrigazione ma che attingono l’acqua da un serbatoio invece che direttamente dai rubinetti.

Ci sono poi i vasi con riserva d’acqua che hanno al loro interno un serbatoio volto a bagnare le piante per diversi giorni.

Un prodotto relativamente moderno è l’acqua complessata. Si tratta di una sorta di gel che rilascia acqua per un lungo periodo di tempo. Ci sono poi dei metodi più casalinghi, come degli erogatori da avvitare sulle normali bottiglie di plastica dell’acqua minerale che funzionano per osmosi solo quando il terriccio tende a seccarsi.

Una corretta irrigazione permetterà alle vostre piante in vaso di crescere belle e sane e a noi di godere della loro bellezza e di tutto il bene che riescono a darci.

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