Lo conosciamo con il nome di finocchio bastardo ma il suo nome è Aneto.
Si tratta di una pianta erbacea annuale, aromatica e officinale originaria dell’Asia sud-occidentale che nel nostro Paese cresce allo stato spontaneo in pianura e collina fino a 600 metri di altitudine.
La prima caratteristica dell’Aneto è il suo aroma intenso, che ricorda quello dell’anice e del cumino.
Allo stato spontaneo arriva ad un’altezza massima di 1 metro e venti mentre coltivata misura generalmente dai 20 ai 50 centimetri. La parte sotterranea è una radice fittonante mentre la parte aerea è caratterizzata da un fusto ramoso e da foglie disposte a spirale e pinnate.
I piccoli fiori giallo verdastri sono disposti ad ombrella. I frutti maturano tra agosto ed ottobre: sono dei diacheni piccoli e di forma ovale. Una volta che raggiungono la maturazione si scindono in due parti. I semi vantano un’ottima capacità germinativa, che si mantiene per 2-3 anni.
Il nome comune “finocchio bastardo” lo accomuna al finocchietto ma si tratta di due piante ben distinte.
Che differenza c’è tra Aneto e finocchietto?
Aneto e finocchietto si somigliano parecchio. E proprio questa somiglianza rende le due piante spesso indistinguibili. Per questo l’Aneto è anche chiamato “finocchio bastardo” o “finocchio fetido”.
L’Aneto ha origini asiatiche asiatiche mentre il finocchietto selvatico ha origine mediterranea.
L’Aneto è molto più usato nella tradizione gastronomica del Nord e dell’Est Europa per insaporire uova, carni, pesci e zuppe, mentre in Italia è più diffuso più il finocchietto.
Inoltre, i semi di aneto emanano un odore sgradevole, diversamente dai semi di finocchio, molto apprezzati per il loro aroma e utilizzati per preparare tisane, infusi e liquori.
Classificazione botanica
L’Aneto, nome scientifico Anethum graveolens è una specie del genere Anethum appartenente alla famiglia delle Apiaceae alle quali appartengono anche prezzemolo, carota, finocchio e sedano.
Nelle vecchie classificazioni la famiglia di appartenenza si chiama “Umbelliferae”.
Principali varietà
Alcune varietà di Aneto sono
- Dukat che ha una fioritura più tardiva ma che produce ombrelle più grandi ed ha un aroma è più intenso rispetto alla specie;
- Mammoth che è la varietà più alta e che è adatta all’orto o ad un angolo aromatico;
- Fernleaf che arriva a misurare 50 centimetri di altezza e che si rivela perfetta per la coltivazione in contenitori di piccole dimensioni;
- Tetra che produce molte foglie, di un verde più acceso.
Fioritura
L’Aneto fiorisce nel periodo compreso tra giugno e luglio.
È una pianta ricca di nettare, pertanto l’impollinazione è garantita da api ed altri insetti impollinatori.
Consigli per la coltivazione dell’Aneto
L’Aneto può essere coltivato in piena terra o in vaso.
La sua coltivazione è piuttosto semplice. Non richiede infatti accorgimenti particolari, ma è necessario che vengano rispettate delle precise indicazioni colturali.
In primis è importante la scelta dell’esposizione che deve essere al sole. È poi necessario annaffiare regolarmente e moderatamente.
La semina si può eseguire direttamente in piena terra, su terreno fresco, in primavera impiegando un seme fresco. Nel caso in cui le piantine siano troppo fitte è bene diradarle mantenendo ovviamente le più forti. Occorre quindi annaffiare regolarmente ed estirpare le erbe infestanti.
Coltivazione in vaso
Questa pianta aromatica ben si presta alla coltivazione in vaso che può essere tenuto su terrazzi o balconi così da averla sempre a disposizione.
Va seminato in vasi definitivi di coltura in quanto questa pianta è dotata di una profonda radice fittonante che rende difficile il ripicchettamento o il trasferimento delle piccole piante.
Una differenza tra la coltivazione in campo e quella in vaso riguarda le dimensioni della pianta: mentre la pianta in campo diventa rigogliosa con una vegetazione ricca e intensa in vaso non raggiunge dimensioni elevate e le dimensioni restano limitate.
Coltivazione in piena terra
L’Aneto ben presta a semine scalari, da effettuare nel periodo compreso tra aprile e la fine dell’estate.
Si deve dapprima lavorare il terreno in modo accurato, in profondità ed è bene concimare con del letame maturo.Per ottimizzare i piccoli spazi ci si può orientare per la semina a spaglio, altrimenti si possono distanziare le file 30-40 centimetri l’una con l’altra. I semi vanno interrati ad una profondità di 1,5-3 centimetri.
L’Aneto tende poi riseminarsi autonomamente, arrivando, in alcuni casi, a diventare infestante. Per questo è preferibile raccogliere i semi per la semina dell’anno seguente, così da poter poi decidere il luogo di semina evitando che si colonizzi autonomamente.
Coltivazione in terrazzo e davanzale
Gli esemplari coltivati in vaso possono essere tenuti in terrazzi e balconi così da avere a disposizione sempre questa aromatica.
Temperatura
Ama il caldo e soffre il freddo, in particolare teme il gelo invernale. Le temperature ideali sono comprese tra i 15 e i 25 °C.
Nelle zone con inverni rigidi è necessario coltivarlo in un luogo protetto.
Luce
È una pianta che ama il sole, che le è utile per produrre più olio essenziale. È quindi necessario posizionarlo in un luogo che garantisca luce e protezione dai venti.
Terriccio
Il terreno ideale per l’Aneto è sciolto, profondo, di medio impasto, fertile e ben drenato ma si adatta anche ai suoli poveri. Non ama i terreni compatti che sono più soggetti a ristagni idrici.
Per mantenere umido il terreno a lungo e per frenare la nascita di erbe infestanti si rivela utile una pacciamatura eseguita con materiale organico come paglia, foglie secche, erba appassita o altro materiale naturale.
Annaffiatura
Non è necessario irrigare le piante allevate in pieno campo se non in caso di caldo eccessivo o di siccità.
Alle piante coltivate in vaso va invece garantita l’irrigazione regolare durante i mesi estivi.
Moltiplicazione
L’Aneto si propaga per auto disseminazione. Per evitare che diventi infestante è bene raccogliere i semi prima che raggiungano la completa maturazione e che cadono al suolo. Poi si conservano in sacchetti di carta tenuti in un luogo arieggiato ed asciutto.
Concimazione
È consigliabile una concimazione di fondo leggera, impiegando un compost domestico o humus di lombrico.
Potatura
L’Aneto va potato a circa 20/30 centimetri dalla superficie del terreno. Inoltre per prolungare il periodo di raccolte delle foglie si cimano appena compaiono anche le infiorescenze.
Abbinamenti con altre piante
Questa aromatica può essere abbinata a cetrioli e fave, che giovano di questa vicinanza risultando più protette dagli attacchi di afidi.
Può essere consociato anche con le crucifere come broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles oppure alla lattuga, alle cipolle, ai cetrioli ed al coriandolo.
È importante distanziarlo dal finocchio selvatico, perché si corre il rischio di ibridazione tra le due specie affini.
Altri consigli per la cura
Le foglie si possono raccogliere e possono essere consumate fresche durante tutto il periodo vegetativo.
Le piante vanno tagliate quando i frutti sono quasi maturi e si fanno essiccare all’ombra, quindi si battono delicatamente per raccogliere i frutti maturi.
Parassiti, malattie ed altre avversità
L’Aneto è poco soggetta ad attacchi dei parassiti, tuttavia può essere attaccata da afidi e da alcuni insetti tra cui un lepidottero le cui larve si nutrono delle parti aeree.
Inoltre le lumache possono attaccare le giovani piantine. In caso se ne noti la presenza, si può cospargere della cenere attorno alla pozione interessata.
Tra i funghi nemici della pianta ci sono il Pythium, la ticchiolatura e la ruggine che si possono debellare con appositi trattamenti fungicidi.
Curiosità
L’Aneto è utilizzato in cucina per la preparazione di salse alle erbe, per accompagnare pesce e carni bianche, oppure come tocco finale per sottaceti o verdure novelle.
Della pianta si sfruttano sia i semi che le foglie.
I semi freschi non hanno un buon odore, ma una volta essiccati diventano molto aromatici.
I semi si usano per profumare i liquori e le confetture, l’olio d’oliva e l’aceto.
Le foglie, fresche o secche, sono usate per aromatizzare le insalate, le patate lesse, le marinate, le salse per i pesce oppure per insaporire le minestre.
Questa pianta aromatica contiene fino al 4% di olio essenziale e fino al 18% di altri olii, da cui deriva l’intenso odore delle foglie ed il sapore un po’ piccante.
La congelazione delle foglie di aneto fa perdere molte delle proprietà della pianta, proprio per avere sempre foglie fresche da raccogliere è consigliabile la semina scalare.
L’impiego più diffuso e semplice dell’Aneto è quello in cucina.
Ma a cosa assomiglia il sapore dell’Aneto?
Il suo aroma ricorda quello del finocchietto, ma è molto più intenso e penetrante. L’Aneto ha proprietà terapeutiche diuretiche, emmenagoghe, stimolanti e carminative.
In passato nell’Europa dell’Est venivano appesi alle porte d’ingresso delle case fasci interi di Aneto con i fusti rivolti verso il basso per fare in modo che i semi secchi, una volta caduti a terra, proteggessero la casa. Inoltre venivano legati alle culle dei neonati per proteggerli e messi ai piedi delle statue della Madonna per poter ritrovare quello che era stato perso.
L’Aneto aveva grande successo tra gli antichi Romani che pensavamo accrescesse la prestanza fisica. I gladiatori, proprio per questo, lo impiegavano come condimento da aggiungere a ogni vivanda e si coronavano il capo con questa pianta. I legionari cospargevano le ferite con i semi di aneto bruciati per velocizzare la guarigione per via della forte attività antibatterica.
Il nome del genere deriva dal greco « anethon » (Anice), che deriva a sua volta dall’antico egizio e che può indica la proprietà di allontanare i malori in riferimento alle proprietà medicamentose.
L’epiteto specifico graveolens deriva dal latino « gravis » che significa pesante, forte et « olens » che significa sentore,in riferimento al forte odore.
Tossicità e/o uso erboristico
Dell’Aneto si consumano sia le parti verdi che i semi. Oltre che essere usato in cucina come erba aromatica, è ampliamene usato anche in campo erboristico e fitoterapico per le sue tante proprietà officinali.
Fin dall’antichità è infatti utilizzato come rimedio naturale per diversi disturbi: è un atispasmodico, carminativo, diuretico, depurativo, digestivo e combatte l’insonnia.
“Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”
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