La prima regola per il giardinaggio e per le colture, è prendere esempio dalla natura. Osservare ciò che avviene in natura e ricreare le medesime condizioni è la chiave del successo di una coltura. Un chiaro esempio di questo concetto è la pacciamatura.
Andiamo a scoprire di cosa si tratta, come fare la pacciamatura, quando farla, con cosa farla e quali sono i pro e contro.
Cos’è la pacciamatura
La pacciamatura è una tecnica colturale che consiste nel ricreare quello che, normalmente, avviene in natura: ricoprire il terreno. In natura il terreno è infatti coperto dalla vegetazione, dalle foglie che cadono, ad esempio dagli aghi di pino, dalle pigne, e la pacciamatura è proprio volta a ricreare questa condizione.
Ma perché fare la pacciamatura? La pacciamatura si rivela un aiuto prezioso per ortaggi e piante, svolge infatti molte funzioni: controlla le erbe infestanti, protegge le piante dal gelo, mantiene l’umidità del terreno, mantiene morbido il suolo, apporta materia organica.
Come fare la pacciamatura
Per eseguire una buona pacciamatura si deve in primis diserbare e togliere quante più radici e rizomi possibile (parliamo delle piante indesiderate).
Si deve poi distribuire il materiale pacciamante in uno strato compreso tra i 5 e 10 cm, a parte per materiali come gusci di grano saraceno e canapa che hanno un alto potere coprente. Dopo aver posizionato il materiale pacciamante è necessario annaffiare.
Il materiale non va interrato ma lasciato stare, esattamente come in natura, sono lasciati a terra i materiali che ricoprono il terreno.
Ogni anno si possono aggiungere 2 o 3 cm di materiale pacciamante per mantenerne lo spessore e compensare le eventuali perdite dovute all’uso di un materiale organico.
Qualora la pacciamatura non decomponga, la si può rimuovere dall’orto ad inizio primavera, per consentire ai raggi del sole di raggiungere il terreno e di scaldarlo, scongiurando il rischio che proliferino i parassiti.
Se si deve procedere alla semina, si deve rastrellare lo strato, il cumulo di materiale potrà essere poi distribuire successivamente, quando le piante sono cresciute.
Se si devono invece mettere a dimora delle piante, non occorre rimuovere la pacciamatura ma è sufficiente spostarla dal punto scelto per piantarle.
Cosa evitare
Oltre avere ben chiaro che cosa fare è importante sapere anche cosa non fare. Vediamo quindi cosa evitare quando di fa la pacciamatura.
Innanzitutto si deve evitare di pacciamare quando c’è vento per evitare dispersioni del materiale e quando il terreno è gelato, perché questo allungherebbe i tempi di riscaldamento.
Si deve evitare di pacciamare le colture che non amano l’umidità come aglio, cipolla e scalogno. E’ bene non pacciamare i pochi centimetri attorno alla pianta per consentire al colletto di restare scoperto.
La pacciamatura ha anche un potere estetico, per questo è opportuno cercare di non incorrere in errori che rendono vano il lavoro. Se si usano pacciamanti tinti è bene usarli con estremo criterio per evitare di rendere il giardino innaturale.
Di particolare importanza anche l’altezza degli strati: le piante hanno bisogno di ossigeno, nutrienti, acqua e luce. Una copertura eccessiva diventerebbe nociva oltre che antiestetica.
Quando si fa la pacciamatura
La pacciamatura può essere fatta in qualsiasi momento dell’anno, tranne che in inverno ed a inizio primavera, quando il terreno è ancora freddo. Si deve partire dal presupposto che il pacciame trattiene il freddo nel terreno e rallenta il riscaldamento in primavera. I periodi ideali sono quindi i mesi autunnali, prima dell’arrivo del freddo, e la fine di aprile o l’inizio di maggio.
Che materiale usare per la pacciamatura
Un modo classico di fare la pacciamatura, soprattutto in orto sono i teli in TNT (tessuto non tessuto) facilmente disponibili in commercio, non essendo permeabili alla luce del sole, inibiscono la crescita delle erbe infestanti, e preservano umidità nel terreno, e calore se fa freddo. Hanno lo svantaggio di non essere molto gradevoli alla vista.
Esistono poi altre categorie di pacciamatura: minerale ed organica. La pacciamatura minerale non si deteriora nel tempo e consente il controllo delle erbe infestanti e il risparmio idrico mentre la pacciamatura organica si deteriora nel tempo ed apporta sostanze al substrato.
- Tra i materiali pacciamanti organici più usati troviamo i seguenti.
Paglia
Per la sua composizione, la paglia si degrada molto lentamente e si rivela adatta ad una pacciamatura a lungo termine, perfetta per la coltivazione dell’orto in primavera ed estate.
Foglie secche
Vantano un eccellente rapporto carbonio/azoto che permette di ottenere una pacciamatura naturale che si può distribuire alla base delle piante.
Corteccia
L’effetto pacciamante migliore si ottiene con la corteccia di conifere. Si tratta di un materiale facilmente reperibile che offre diversi vantaggi tra cui il valore ornamentale e quello di acidificare leggermente il terreno. La corteccia è indicata per le colture ornamentali in particolare per le piante acidofile come le azalee, i rododendri, le camelie. E’ sconsigliata per le piante calcifile (lavanda, timo, salvia) e dei rosai.
E’ facile da usare: a partire dall’autunno si sparge uno strato di 3.5 centimetri in modo uniforme insistendo in particolare attorno al piede delle piante. Annualmente è necessario rastrellare la corteccia ed aggiungerne di nuova.
Erba di sfalcio
L’erba di sfalcio è facilmente reperibile e può essere trasformata in pacciame (va triturata). Lo spessore deve essere però limitato per scongiurare il rischio che marcisca. Alcune volte si usa anche l’erba seccata, che prende il nome di Strame.
Segatura
Si può usare come pacciamatura invernale per proteggere il piede delle piante più delicate oppure, in piccole quantità, può essere mescolata al compost o direttamente nel terreno per alleggerirlo e nutrirlo.
La segatura di legna che proviene da conifere non è assolutamente nociva, ma se proviene da manufatti (cassette da frutta, pallets, ecc.), è inadatta per essere impiegata in giardino.
Cippato
Ultimamente viene data molta importanza al Cippato di legno, ottenuto riducendo a piccole scaglie con una macchina apposita (la cippatrice appunto) ramaglie e tronchi di legno non contaminato.
Compost
Si può usare esclusivamente per le piante già sviluppate. E’ necessario evitare il contatto con ramoscelli e tronchi per non causare ustioni nelle parti giovani della pianta.
Aghi di pino
Sono adatti per le piante acidofile. Gli aghi di pino hanno il vantaggio di arricchire il terreno con ottima materia organica ma sono sempre sporchi di resina, sostanza che la corteccia delle conifere produce in grosse quantità.
La resina è composta da acidi resinici per il 65-70%, in base al tipo di pianta. Nel momento in cui vengono distribuiti sul terreno gli aghi di pino rilasciano la resina ed acidificano il terreno.
Pigne
Adeguatamente tritate sono consigliate per le piante acidofile.
Lino e canapa
Si tratta di una pacciamatura che vanta un eccellente potere isolante termico e che si rivela adatta per l’orto e gli alberi. Il pH quasi neutro, o la natura marginalmente acida, la rendono adatta per i roseti.
Fibre pacciamanti di origine vegetale
Si possono impiegare per la copertura del terreno vicino alle piante verdi o siepi. Consentono il passaggio di acqua e ossigeno, ma non della luce. Si tratta di una particolarità che permette di usare questi materiali su un terreno già invaso da “erbacce” e di tramutarle in humus dopo diversi mesi.
Gusci di fave di cacao, noci, nocciole, mandorle
Ogni tipo di materiale vegetale di scarto, che vanti una buona componente legnosa, può essere sfruttato come pacciamante. Attenzione se utilizzi gli scarti della cucina, NON devono essere salati.
- Tra i pacciamanti minerali troviamo i seguenti
Lapillo vulcanico
La pacciamatura in pietra lavica, o in lapillo vulcanico, è tra le più pratiche e funzionali. Vanta caratteristiche simili alle pacciamature tradizionali, poiché garantisce un corretto flusso d’acqua. Ha anche un buon aspetto visivo. E’ facile da reperire in commercio. (Per maggiori informazioni, c’è anche un articolo dedicato al Lapillo Vulcanico)
Pomice
Come il lapillo, può essere usato come pacciamante, soprattutto quello di grossa granulometria. Relativamente facile da trovare in Italia. (vedi anche l’articolo dedicato alla Pietra Pomice)
Ghiaia
Anche la ghiaia può essere sfruttata come pacciamante. Si tratta di una soluzione che offre il vantaggio di poter scegliere colori e pezzatura particolari, che si adattano allo stile del giardino.
Come scegliere il materiale adatto per la pacciamatura
Ma come scegliere il materiale adatto? La scelta del materiale pacciamante dipende anche dalla possibilità di reperire autonomamente il materiale. Se, ad esempio, si ha disponibilità di paglia o rasatura di prato, è possibile realizzare un’ottima pacciamatura con poca spesa.
Altro criterio per la scelta del materiale è il tipo di coltura: a breve o a lungo termine? Per le pacciamature a ciclo pluriennale come alberi e cespugli si possono, ad esempio, usare i trucioli di legno o le pigne consigliate per piante acidofile.
Si può anche ricorrere ai teli plastici biodegradabili che svolgono perfettamente la funzione pacciamante per un’intera stagione per poi biodegradarsi senza inquinare. I teli biodegradabili sono decisamente da preferire ai teli in plastica non biodegradabili.
Vantaggi e svantaggi della pacciamatura
La pacciamatura si rivela una tecnica colturare di particolare importanza. Vediamo alcuni dei tanti vantaggi che riguardano sia il benessere della coltura che il lavoro del coltivatore.
- Controlla le erbe infestanti: grazie alla pacciamatura si evita la propagazione delle erbe infestanti.
Questo si traduce in un risparmio di tempo, di un’ottimizzazione del lavoro e di un migliore risultato nella coltivazione, Inoltre evita l’intervento con erbicidi nocivi. - Conserva il calore del terreno: la pacciamatura è la coperta delle nostre colture.
La sua è una funzione molto importate e preziosa soprattutto in caso di gelate e sbalzi climatici che potrebbero danneggiare le piante. - Conserva l’umidità del terreno: il mantenimento dell’umidità del terreno comporta un risparmio idrico ed un risparmio di tempo.
Questo rende la pacciamatura particolarmente utile nei mesi estivi e nelle zone più aride. - Mantiene morbido il suolo,: la pacciamatura evita che il terreno secchi e lo rende più soffice.
Anche in questo caso ne giova anche il lavoro del coltivatore che può evitare di arieggiare il terreno col sarchiatore. - Apporta materia organica. Il materiale pacciamante vegetale decomponendosi apporta sostanza organica arricchendo il terreno.
- Evita il compattamento del terreno: terreni argillosi e calcarei tendono a diventare compatti e a comporre una crosta sulla superficie dopo la pioggia.
- Mantiene ortaggi e frutti più puliti: le piante a portamento prostrato (come fragole, cetrioli e meloni) non sono a diretto contatto con il terreno, ma con il materiale pacciamante e saranno quindi più puliti.
- Riduce il rischio di malattie: la pacciamatura funge da schermo, e limita quindi la diffusione delle malattie durante i periodi di pioggia.
Se eseguita correttamente, usando quindi i materiali adatti al tipo di coltura, la pacciamatura in sé non presenta svantaggi, tutt’altro.
Ottimizza e diminuisce il lavoro del coltivatore, nutre ed ammorbidisce il terreno, protegge le colture.
Gli svantaggi sono invece legati all’impiego di pacciamanti inadeguati al tipo di terreno e coltura. Se si fa con criterio ed in modo corretto è solo un bene per le nostre piante.
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