
Vorrei iniziare questo articolo raccontandovi un episodio che mi è successo.
Per diversi anni i vasi di lunga data nel terrazzo di mia madre venivano regolarmente colonizzati da una pianta che scambiavo per trifoglio e che non estirpavo perché conoscevo le doti azoto fissanti (e quindi benefiche per il terreno), del trifoglio e lo ritenevo fosse un toccasana per i peperoncini coltivati.
Mia madre insisteva nel dirmi che, no, quella era una pianta infestante che non era trifoglio e che andava tolta. E io dal basso della mia inesperienza dovuta alla tanta teoria ed alla poca pratica continuavo ad insistere che, no, il trifoglio non si tocca perché fa bene.
Avevamo ragione entrambe.
Io sul fatto che il trifoglio fa bene, mia madre sul fatto che quello che stava crescendo nei suoi vasi non era trifoglio ma Oxalis, una sorta di falso trifoglio, che somiglia tantissimo al trifoglio vero ma che non possiede le sue stesse proprietà, anzi diverse specie sono infestanti proprio come affermava mia madre. Per accorgermi della differenza ho dovuto vederne i fiori, diversi nei due generi.
Questa premessa è necessaria perché spessissimo l’Oxalis viene confuso con il Trifoglio e viceversa.
Ora vi chiederete perché stia scrivendo un articolo su consigli di coltivazione di una pianta infestante. Perché NON tutte le specie di Oxalis le sono, e non trovo giusto che le numerosissime e graziose specie con l’altissimo potere decorativo NON infestanti debbano essere screditate dalle specie infestanti.
La colpa va senza dubbio attribuita al fatto che una delle più comuni malerbe, di difficilissimo controllo e quindi da combattere con specifici diserbanti, è l’Oxalis corniculata, largamente diffusa ormai sull’intero pianeta. Ha un comportamento negativo che è stato imitato da alcune altre specie, ma non si deve generalizzare, a discapito di specie dall’altissimo potere decorativo come Oxalis adenophylla, Oxalis bowiei od Oxalis corymbosa.
Occorre precisare che le specie di tutto il genere tendono alla propagazione spontanea ed è sufficiente un attento controllo da parte per scongiurare il rischio di eventuali problemi di sovrappopolazione.
Premesso tutto ciò, andiamo a conoscere e a dare il giusto tributo a questa pianta.
L’Oxalis, è una pianta che appartiene alla famiglia delle Oxalidaceae e al genere Oxalis. Il suo nome è dovuto al fatto che la pianta contiene molto acido ossalico che le conferisce un sapore, appunto, acidulo.
Parecchie specie sono originarie delle zone temperate della terra, ma la maggior parte vive nelle aree tropicali e subtropicali dell’emisfero meridionale. Quasi tutte le specie sono perenni, con i foglie palmate suddivise in tre segmenti, mentre i fiori quasi sempre solitari, ma anche riuniti in cime hanno colore bianco, rosa, rosso o giallo, con le variazioni intermedie delle numerose cultivar.
Una caratteristica comune è l’altezza della pianta, generalmente piuttosto modesta (10-30 cm) o nana e tappezzante (3-10 cm).
Generalmente l’Oxalis ha una distribuzione piuttosto variegata ma cresce spontaneamente soprattutto in alcuni paesi del continente americano come Messico e Brasile. La si può trovare sovente anche in Sudafrica ed in America del Nord ed è abbastanza diffusa anche in Italia dove è una pianta tipica delle zone umide e ombreggiate dei boschi fino ai 2000 metri di altitudine.
Generalmente viene coltivata come pianta ornamentale per adornare i giardini e solo alcune specie sono considerate piante infestanti.

Classificazione botanica
L’Oxalis appartiene alla famiglia delle Oxalidaceae, al genere Oxalis.
Principali specie
Questo genere è il più vasto della sua famiglia botanica in quanto comprende circa 800 varietà differenti (ma sul numero esatto i botanici non sono concordi).
In Italia esistono 7 specie spontanee:
Oxalis corniculata – Acetosella dei campi

E’ una pianta infestante del genere con foglie suddivise in tre foglioline cuoriformi, che ricordano molto quelle del trifoglio. Sono generalmente di colore verde, con sfumature, o interamente violette. Il picciolo, rispetto alla foglia, è lungo.
Oxalis stricta L. – Ossalide strisciante

E’ una specie perenne con foglie trifoliate, ciascuna
fogliolina ha la forma di un cuore la cui punta è costituita dal picciolo. Le foglie si aprono durante il giorno e si ripiegano
durante la notte.
I fiori hanno 5 petali a forma di coppa di colore giallo. La fioritura
avviene tra giugno e ottobre.
Oxalis dillenii – Acetosella di Dillenius

L’acetosella di Dillenius è una specie di origine nordamericana oggi subcosmopolita, presente come avventizia in molte regioni d’Italia. Nella città di Roma la specie è diffusa dal centro storico all’estrema periferia. Cresce in ambienti disturbati ed antropizzati, su suoli calpestati, in giardini, aiuole e lungo le strade, dal livello del mare alla fascia collinare.
Oxalis pes-caprae – Acetosella gialla

L’acetosella gialla Oxalis pes-caprae è considerata una pianta infestante poiché specie pioniera (colonizza altre aree). È originaria del Sud Africa.
Oxalis fontana Bunge – Acetosella minore

Questa specie cresce a quote comprese tra i 0-800 metri sul livello del mare. Il suo periodo di fioritura è compreso tra i mesi di Maggio-Ottobre.
Oxalis articulata Savigny – Acetosella rizomatosa

Questa specie di origine sudamericana, introdotta a scopo ornamentale e a volte inselvatichita, è presente in molte regioni d’Italia ma con ampie lacune. Cresce in vegetazioni ruderali, nelle discariche, ai margini di strade, alla periferia di abitati, su suoli limoso-argillosi piuttosto freschi e ricchi in composti azotati, al di sotto della fascia montana.
Oxalis acetosella Acetosella dei boschi

Si tratta di una piccola pianta erbacea perenne di piccole dimensioni alta circa 15 cm, coni un apparato radicale di tipo rizomatoso che, in primavera, periodo della ripresa vegetativa, origina un ciuffo di foglie basali e fusti ricoperti da una sottile peluria.
Altre specie interessanti per la coltivazione sono:
Oxalis adenophylla

Questa specie ha l’aspetto di un cuscino dell’altezza di circa 5-10 cm caratterizzate da fogliame rotondo e frastagliato verde chiaro con riflessi azzurrognoli; produce in maggio-giugno fiori bianchi con sfumature rosa e a forma di imbuto. E’ una varietà che resistono al freddo che si adattano anche a terreni calcarei; i suoi bulbi possono rimanere interrati anche durante l’inverno.
Oxalis depressa

Questa specie cresce in cespugli larghi circa 20 cm ed alti 5. E’ caratterizzata da piccole foglie grigio-verdi che alcune volte vengono coperte completamente dai fiori che sono rosa intenso con il centro verde e raggiungono il massimo del proprio splendore in piena estate, purché la piante sia posta in piena luce.
Oxalis triangularis

Questa specie raggiunge un’altezza di 15-20 cm ed è caratterizzata da foglioline viola a forma di farfalla; da maggio a settembre sbocciano i fiori di colore che può andare dal bianco al lilla che durano per tutta l’estate.
È una pianta resistente che cresce sia in vaso che in piena terra ma ha bisogno di essere riparata dai freddi invernali. Dopo la fioritura, in inverno, è possibile che le foglie si secchino, segno che la pianta è entrata nel periodo di riposo vegetativo.
Oxalis purpurea

L’Oxalis purpurea è una specie di origine sudafricana, importata in Europa come pianta ornamentale e talvolta presente anche allo stato sub-spontaneo, presente in diverse regioni d’Italia (Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Campania e Sicilia).
Oxalis enneaphylla

La Oxalis enneaphylla è assai piccola non oltrepassa i 10-15 cm. Affinché la pianta raggiunga il suo massimo sviluppo sono necessari più o meno 5-10 anni. Le foglie di questa specie sono decidue. La sua coltivazione può essere fatta in: giardino o in vaso.
Oxalistetraphylla (sinonimo Oxalis deppei)
Perenne rustica a foglia tetrafoliata (ovvero con quattro lobi, ognuno dei quali a forma di cuore), produce fiori rosa in continuazione da maggio a ottobre.
Esistono diverse cultivar, in commercio è comunemente reperibile quella cosiddetta “Iron Cross” per la macchia a forme di croce al centro delle foglie marrone ruggine.
Le piante possono raggiungere l’altezza di 20 cm e generalmente non hanno bisogno di essere concimate
Ideale per aiuole o giardini rocciosi. Resiste alle temperature italiane anche in Pianura Padana.
Per la sua somiglianza ad un quadrifoglio a causa delle foglie a quattro lobi, ed analoga macchia rosso-bruna su queste, viene comunemente confuso con gli appartenenti al genereTrifolium.

Differenze tra Oxalis tetraphylla e il quadrifoglio
Una diffusa confusione viene fatta tra quadrifoglio e l’Oxalis tetraphylla, morfologicamente dotata di 4 foglioline.
Il quadrifoglio si distingue dall’Oxalix perché, rispetto alle Ossalidi, ha foglioline più arrotondate e allungate mentre le Ossalidi sono caratterizzate da foglioline a forma di cuore; l’equivoco si genera perché nell’immaginario collettivo quest’ultima è la forma erroneamente associata al quadrifoglio; ad avvalorare l’equivoco sta il fatto che le Ossalidi vengono spesso vendute con il nome comune di quadrifogli, in quanto esso è il nome comune di entrambe le specie.
Fioritura

L’Oxalis fiorisce generalmente in aprile-maggio, i fiori hanno 5 petali a forma di coppa, il cui colore varia, a seconda delle specie, dal giallo, al rosa al rosso.
Consigli per la coltivazione dell’ Oxalis
Le specie più rustiche sono l’ Oxalis adenophylla, l’Oxalis enneaphylla, l’Oxalis magellanica, l’ Oxalis acetosella, tutte specie in grado di affrontare e superare senza problemi gli inverni rigidi con temperature sotto i -15°C, ma non amano il sole estivo, vanno quindi collocate in mezz’ombra.
Le indicazioni per la coltivazione variano a seconda della specie, occorre considerare che ci sono specie annuali, specie rustiche e specie non rustiche.
Diverse specie sono piante alpine, che richiedono un terreno molto ben drenato, sabbioso o sassoso, con humus.
Le specie annuali, come Oxalis rosea, se coltivate nei vasi, vogliono un terreno non troppo fertile ma sempre un po’ umido, con un’esposizione a mezz’ombra.
Le specie semi-rustiche, come Oxalis bowiei, Oxalis latifolia, Oxalis chrysantha, Oxalis hirta, Oxalis laciniata e Oxalis tetraphylla, possono essere esposte anche a brevi periodi di gelo, ma richiedono una certa protezione delle radici. Il terreno deve essere sempre drenato e sabbioso.
Le specie non rustiche come l’Oxalis ortgiesii, l’Oxalis corymbosa,e l’Oxalis megalorrhiza, non tollerano le basse temperature inferiori ai 10°C e richiedono la coltivazione in serra o in veranda, in una posizione luminosa, ma riparata dal sole diretto, e preferiscono un terreno molto fertile e ricco di humus.
Durante il periodo di fioritura richiedono abbondanti annaffiature.
Alcune specie di Oxalis sono bulbose, con veri e propri bulbi carnosi, che alcuni animali considerano gustosi. Tra queste specie c’è l’ Oxalis adenophylla, rustica, che vive sulle Ande anche sopra il limite degli alberi. Dal Sudafrica, invece, sono originarie le specie Oxalis hirta ed Oxalis bowiei. L’Oxalis hirta è una delle specie più alte (circa 30 cm), Oxalis bowiei ha i fiori forse più vistosi di tutto il genere, grandi e colorati di un bel rosa intenso o violaceo.
Nei paesi anglosassoni è molto diffusa l’Oxalis tetraphylla, amata per le foglie a 4 segmenti (come i quadrifogli) macchiati di scuro oltre che per i fiorellini rosa. Anche Oxalis pes-caprae è una specie bulbosa, che nelle aree più miti si naturalizza con gran facilità. Per limitarne la diffusione va confinata pavimentazioni e interstizi, oppure si usa in massa sul primo piano delle bordure o sui muri.

Coltivazione in vaso
L’ Oxalis può essere coltivata in vaso, alcune specie, non tollerando temperature basse possono essere coltivate solo in contenitori, anche di piccole dimensioni.
Per la coltivazione in vaso occorre tenere presente che questa pianta richiede un terreno ben drenato quindi è bene avere cura di porre della ghiaia nel sottovaso per scongiurare il rischio di ristagni idrici.
Alcune specie sono perfette per coltivate in voluminosi contenitori di pietra (vasche, bacili, truogoli), ad esempio Oxalis enneaphylla ed Oxalis adenophylla.
Per le specie annuali, come Oxalis rosea è indicata la coltivazione nei vasi e nei cesti da appendere. Va rinvasata ogni 1- 2 anni dato che le sue radici rizomatose tendono ad occupare tutto lo spazio disponibile e ad impoverire il terreno dei macro e microelementi indispensabile alla crescita della parte aerea.
Coltivazione in piena terra

Innanzitutto occorre definire quelle che sono le specie infestanti: Oxalis corniculata, Oxalis articulata, Oxalis latifolia e Oxalis pes-caprae, che forma però dei meravigliosi tappeti gialli, come quelli del giardino botanico di Villa Hanbury, presso Ventimiglia.
Altre, come Oxalis magellanica, trovano la collocazione ideale nelle fessure delle rocce o alla base dei muri in semi ombra. Ci sono specie molto rustiche che si diffondono facilmente fra gli arbusti e gli alberi come Oxalis acetosella.
Le specie più delicate, che di solito sono originarie del Sudafrica e del Sud America, sono in grado di resistere nelle nostre regioni più miti, e sono perfette per decorare bordure erbacee o per riempire gli spazi nelle pavimentazioni.
Le specie infestanti, se lasciate libere di svilupparsi, soffocheranno le altre piante, per questo motivo vengono considerate una minaccia per il giardino e vanno tenute a bada o sradicate.
Spesso non vengono sradicate perché erroneamente confuse con il trifoglio. Il motivo è semplice, la forma delle foglie è simile a quella del trifoglio, infatti l’acetosella viene anche chiamata trifoglio giallo.
Le differenze sono più visibili durante la fioritura, se avete dubbi nel distinguere l’ Oxalis acetosella dal trifoglio consultate questo articolo sul Trifoglio.
Temperatura
La temperatura varia a seconda della specie: le specie più rustiche resistono anche a temperature di meno 15 gradi, le specie più delicate richiedono temperature che non sono inferiori ai 10 gradi.

Luce
L’Oxalis preferisce una posizione luminosa ma non alla luce diretta del sole, quindi collocatela in una zona che abbia un’esposizione a mezz’ombra
Terriccio
Questa pianta ama un terreno ben drenato pur preferendo quelli leggeri e poveri di calcio
Annaffiatura
L’Oxalis va annaffiato con regolarità solo se non piove a sufficienza, soprattutto durante il periodo di fioritura, poi per tutta l’estate è sufficiente mantenere il terreno umido.
Le specie coltivate in vaso richiedono irrigazioni più frequenti soprattutto durante la fioritura che dopo.
L’Oxalis sopporta senza problemi periodi di siccità anche prolungata, ma le foglie in questi casi diventano striscianti, si tratta di un sistema naturale che la pianta adotta per far fronte alla scarsità d’acqua
Moltiplicazione
L’Oxalis si riproduce per semina (con semi che siano ben maturi) o per divisione. Per le specie con fusti erbacei le talee si prelevano in primavera, e poi si mettono in un compost sabbioso e si tengono all’ombra.
Concimazione
La concimazione non è indispensabile, ma volendo si può distribuire un po’ di concime a lenta cessione in autunno, sia per le piante coltivate in terra che per quelle coltivate in vaso.
Parassiti, malattie ed altre avversità
E’ una pianta abbastanza resistente ai comuni parassiti animali come afidi e cocciniglia. Ma germogli e foglie sono invece amate dalle lumache e dalle limacce che possono essere allontanate cospargendo ai piedi dei cespi della cenere di camino.
Curiosità
Il nome Oxalis deriva dal termine greco ‘oxaleios’ (acidulo), riferendosi al caratteristico sapore delle foglie, della Oxalis acetosella, la specie maggiormente diffusa nei nostri boschi.
Nella specie a foglie verdi e fiori rosa carico le foglie fresche si possono utilizzare in cucina, aggiungendole all’insalata a cui forniscono una delicata nota acidula.
Le foglie dell’Acetosella, per il caratteristico sapore di aceto sono utilizzate in cucina crude per dare gusto e sapore alle insalate miste, cotte per insaporire minestre e zuppe. Le foglie vanno utilizzate al massimo entro 2 giorni in quanto, come in tutti gli altri tipi di vegetali, perdono i principi attivi e anche perché tendono velocemente a marcire.
Le radici dell’acetosella, invece possono essere consumate come gli asparagi per preparare frittate e risotti.

Tossicità e uso erboristico o in cucina
In passato all’erba venivano attribuite proprietà di pianta officinale.
Foglie e radici dell’acetosella sono ricche di vitamina C, ossalati (acido ossalico) e antrachinoni.
Fin dall’antichità è stata utilizzata per le sue benefiche proprietà per curare dermatiti, eczemi, ascessi, per combattere la ritenzione idrica e per depurare l’organismo. Per l’ elevato contenuto di ossalato acido di potassio il consumo dell’acetosella è sconsigliato a chi soffre di disturbi renali, epatici, di gotta o di calcoli.
“Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”
Linguaggio dei fiori
Nel linguaggio dei fiori, l’Acetosella (riferita quindi ad una specie del genere) simboleggia l’amore materno.
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