Typha latifolia

Typha latifolia
Typha latifolia- foto di PetritapCC BY-SA 3.0

La Typha latifolia, nota anche come Tifa o coda di gatto, talvolta chiamata impropriamente Giunco, è una perenne acquatica ornamentale originaria dell’America del nord, ma diffusa anche in Italia e nel resto del mondo.

Dove vive la pianta ?

La typha è una delle piante palustri più diffuse. In Italia cresce spontanea in tutte le regioni, la si può incontrare in ambienti umidi: sulla riva di fossi, stagni, laghi, paludi oltre che negli estuari e nelle lagune d’acqua dove forma grandi gruppi.

Ha un portamento cespuglioso ed eretto, ed è caratterizzata una radice rizomatosa dalla quale in primavera la pianta si sviluppa e dalla quale si diffonde formando dense colonie in acque poco profonde.

Gli steli sono cilindrici e sottili ed arrivano anche ad oltre due metri di altezza. le foglie sono allungate e verdi, ricordano delle spade ed hanno i margini lisci ed in autunno diventano giallo-marrone. In estate appaiono le infiorescenze: quelle femminili si compongono da migliaia di piccolissimi fiori bruni circondati da peli, formando delle spighe cilindriche marroni lunghe fino a 30 cm che ricordano delle salsicce; quelle maschili sono bianche e piumose.

Classificazione botanica

La Typha latifolia è una specie del genere Typha appartenente alla famiglia delle Typhaceae.

Principali varietà

Tra le varietà c’è la Typha latifolia ‘Variegata’, una pianta palustre rizomatosa che si diversifica dalla comune Typha latifolia per le foglie strette caratterizzato da lunghe striature lineari di colore bianco e verde.

Fioritura

Typha latifolia
Typha latifolia- foto di BogdanCC BY-SA 3.0

La Typha latifolia fiorisce in estate a giugnoagosto. Dopo la fioritura, i fiori maschili si disperdono velocemente mentre i fiori femminili impollinati assumono una colorazione marrone dovuta alla maturazione dei semi.

Consigli per la coltivazione della Typha latifolia

Questa pianta non ha particolari esigenze, durante l’ inverno la parte aerea della pianta secca ma, puntualmente in primavera rivegeta.

Coltivazione in vaso

La Typha latifolia è molto vigorosa, per questo quando l’area dove verrà collocata è medio piccola andrebbe piantata in vaso per controllarne la crescita che si può controllare anche tagliando regolarmente le radici e dividendole ogni due o tre anni.

Coltivazione in piena terra

Typha latifolia
Typha latifolia- foto di Hans Hillewaert CC BY-SA 3.0

La Typha latifolia si può facilmente coltivare in terreni ricchi in pieno sole o in ombra parziale, molto umidi o in acqua. Quando vengono piantate direttamente nelle secche fangose è bene fare attenzione nel posizionare le piante in quanto le radici vanno molto in profondità e sono difficili da sradicare quando stabilite.

Come piantare la typha?

Le piante di Typha latifolia si possono impiantare lungo i bordi di laghetti, stagni e vasche, impiantando ad una profondità di circa 30 cm dal colletto mantenendo una distanza di circa 40 centimetri di distanza tra le piante. Il terreno va mantenuto costantemente umido per tutto il ciclo vegetativo.

Temperatura

La Typha latifolia non teme il freddo, resiste a temperature molto rigide inoltre ben sopporta anche il caldo.

Luce

Questa pianta lacustre ama gli ambienti soleggiati, ma è in grado di adattarsi anche alle zone in semi-ombra.

Terriccio

È una pianta acquatica che cresce sia nell’acqua che in piena terra. In piena terra preferisce suoli acidi e molto umidi, quasi fradici.

Annaffiatura

Se la pianta è coltivata in acqua non ha bisogno di annaffiature mentre se coltivata in piena terra è opportuno mantenere il terreno sempre bagnato.

Gli esemplari allevati in giardino e in vaso necessitano di irrigazioni regolari in quanto anche un solo giorno di carenza idrica può provocare gravi danni. L’ideale è nelle sponde dei laghetti e degli stagni.

Moltiplicazione

Typha latifolia
Typha latifolia- foto di Le.Loup.GrisCC BY-SA 3.0

La propagazione può avvenire per seme e per stolone. In quest’ultimo caso la propagazione è Nella molto più veloce: basta tagliare i getti della radice madre e piantarli nel terreno.

Concimazione

All’inizio della fase vegetativa è opportuno concimare con un fertilizzante azotato.

Potatura

La Typha latifolia non richiede potature, è sufficiente rimuovere foglie e infiorescenze secche o rovinate

Altri consigli per la cura

Come conservare la typha?

Le spighe o le infiorescenze della tifa si raccolgono quando sono compatte e perfettamente formate. Si fanno essiccare legandole con uno spago ed appendendole a testa in giù in un luogo fresco ed asciutto.

Parassiti, malattie ed altre avversità

Typha latifolia
Typha latifolia

Non è una pianta soggetta a malattie o ad attacchi parassitari. L’unico neo è la diffusione aggressiva.

Curiosità

La Typha latifolia, esattamente come le altre specie del genere, è efficace per la fitodepurazione dell’acqua. È infatti in grado di resistere ad elevate concentrazioni di inquinanti chimici, biologici e ai metalli pesanti.

Il nome generico deriva dal greco ‘typhe’ ossia giunco, pianta di palude, mentre l’epiteto specifico significa foglia larga.

Della Typha latifolia si usa praticamente tutta la pianta: le foglie erano impiegate per confezionare stuoie e per impagliare fiaschi e damigiane; i rizomi essiccati sono ricchi di amido e da questi si ricavava una farina commestibile già usato nel Paleolitico Superiore come rilevato da recenti ricerche archeologiche che hanno riportato alla luce macine in pietra risalenti a 30000 anni a.c. sulle quali c’erano tracce di amido di Typha.

I peli dell’infiorescenza pressati si usavano per imbottire materassi.

Con le spighe femminili si realizzano composizioni floreali secche.
Nel Ferrarese i le caratteristiche infiorescenze erano accese affinché il fumo scacciasse le zanzare.

Tossicità e/o uso erboristico

In passato questa pianta veniva sfruttata come rimedio medicamentoso per combattere le coliche addominali ed i dolori mestruali. Vanta proprietà anticoagulanti, astringenti, diuretiche, emmenagoghi, galattogene, emostatiche, rinfrescanti, sedative, toniche, vulnerarie.

I giovani germogli in primavera hanno il sapore del cetriolo e sono usati come sostituto degli asparagi. Possono essere impiegati fino a quando l’altezza raggiunge i 50 cm.

Il seme è piuttosto piccolo e se arrostito vanta un gradevole sapore di nocciola. Si può macinare in una farina, dalla spremitura invece si ottiene un olio alimentare.

La radice se viene ridotta in poltiglia si può usare come cataplasma per guarire ustioni e piaghe, foruncoli, ferite, croste, infiammazioni e pustole.

In passato i rizomi bolliti sono stati utilizzati come diuretico, mentre il decotto di radici è stato utilizzato nel trattamento della pertosse. Le radici sono diuretiche, galattogene, refrigeranti e tonificanti.

Il polline ha proprietà astringenti, diuretiche, emmenagoge, emostatiche, refrigeranti sedative, suppurative e vulnerarie. Non deve essere usato dalle donne in gravidanza.


Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.

Linguaggio dei fiori

Nella bibbia Typha latifolia è citata come simbolo di salvezza.

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