Il Biancospino comune, Crataegus Monogyna, è un piccolo arbusto spinoso molto diffuso nel nostro Paese. Pianure, zone collinari e montagne: è una pianta che cresce senza problemi in tutto il territorio peninsulare e sulle isole.
Resiste bene anche alle basse temperature, senza mai dover essere protetto dal freddo gelido degli inverni montani.
Il Biancospino è una pianta rustica e che si caratterizza per un particolare portamento cespuglioso.
Una selvaggia eleganza che non traspare solo dalle irregolari e controllabili forme, ma soprattutto dai bellissimi piccoli fiori che colorano la pianta in primavera.
In condizioni ottimali di coltivazione e con pochissimi accorgimenti è possibile creare delle alte aiuole per delimitare le varie zone del giardino o per marcarne i confini. È così facile da coltivare che dimenticherete di avere il Biancospino in giardino.
I suoi punti di forza sono i fiori, bianchi e delicati, e le bacche rosse che lo colorano anche in inverno, periodo di maturazione delle stesse. Le foglie sono piccole e il colore dei rami può variare dal rossiccio al grigio, passando per le più scure tonalità del verde.
Insomma, il Crataegus Monogyna è una pianta che riesce a sorprendere sempre, grazie proprio alla sua particolare bellezza.
Classificazione botanica
Ecco una scheda dettagliata che ci permette di classificare al meglio il Biancospino:
Dominio: Eukaryota;
Regno: Plantae;
Divisione: Magnoliophyta;
Classe: Magnoliopsida;
Sottoclasse: Rosidae;
Ordine: Rosales;
Famiglia: Rosaceae;
Sottofamiglia: Maloideae;
Genere: Crataegus;
Specie: Crataegus Monogyna | Biancospino
Principali Varietà
Le più belle e diffuse cultivar di Biancospino sono ottenute grazie all’incrocio tra la comune specie e quella selvatica. Le diverse varietà si differenziano principalmente per il colore dei fiori e la grandezza delle foglie, che possono anche avere forma diversa.
Due sono le varietà più conosciute e molto apprezzate:
- Paul’s Scarlet: presenta fiori doppi di colore rosa e piccole bacche rosse che si inseriscono tra i colorati e delicati mazzetti di fiori.
- Carrieri: il bianco dei fiori ricopre l’arbusto in tutte le sue parti e in primavera, grazie anche al colore aranciato delle bacche, lo spettacolo è davvero incredibile.
Fioritura
Se vi piacciono le abbondanti fioriture e avete già deciso di sistemare sul balcone delle bellissime Surfinie, non vi resta che scegliere anche le specie più belle da sistemare in giardino per creare delle bellissime aiuole colorate. Le alternative sono tante, ma nessuno pensa mai al Biancospino, pianta utilissima per creare bordure e affascinanti aiuole.
La specie Crataegus Monogyna è famosa proprio per la sua generosa fioritura primaverile, che trasforma un disordinato arbusto in un qualcosa di unico. Tra gli ingarbugliati rami (è facilissimo controllarne la crescita) si inseriscono tantissimi fiori dalla delicata forma e solitamente di colore bianco. Questi ultimi, riuniti in piccoli grappoli e mazzetti, ricoprono ogni spazio libero, lasciando posto, in autunno, alle rosse bacche (belle e buone).
Bellissimo in primavera e in estate, seducente in autunno: questo è il Biancospino.
Consigli per la coltivazione del Biancospino (Crataegus Monogyna)
Possiamo inserire il Biancospino, senza pensarci due volte, in quella che è la categoria delle piante più facili da coltivare. Una pianta rustica che non ama molte cure, ma che è solita svilupparsi per sorprendere e sedurre.
Coltivazione in vaso
La specie Crataegus Monogyna non è famosa per essere coltivata in vaso, ma tale tipologia di coltivazione non è impossibile. I risultati non saranno gli stessi di una coltivazione in piena terra, ma con qualche accortezza in più e scegliendo le varietà dalla più limitata crescita è possibile abbellire balconi e terrazzi con questa pianta molto particolare.
Coltivazione in piena terra
È il giardino il regno del Biancospino. Per piantarlo è necessario scavare una buca profonda almeno il doppio dell’altezza del pane di terra che avvolge le radici. Prima di mettere a dimora la pianta è bene creare uno strato di ghiaia per favorire il drenaggio dell’acqua. Dopo aver adagiato il Biancospino nella buca si può coprire con un sottile strato di letame la massa radicale, per poi compattare delicatamente il terreno.
In giardino il Crataegus Monogyna può essere coltivato come semplice e isolato arbusto, con la possibilità di farlo crescere con la forma ad alberello, ovvero per creare delle alte e gonfie aiuole. Oltre che utile per delimitare delle aree ben precise, riesce ad abbellire qualsiasi spazio esterno, resistendo bene all’inquinamento atmosferico e alle basse temperature (neanche i più freddi e forti venti saranno un problema).
Un consiglio: meglio rispettare una distanza di circa 30/40 centimetri tra un esemplare e l’altro.
Temperatura
Il Biancospino ben si sviluppa in zone dal clima temperato, ma riesce sempre ad adattarsi anche in zone dal clima più caldo o più freddo. Le alte temperature non sono un grande problema e i gelidi inverni sembrano non spaventare questa rustica specie.
Luce
Una esposizione in pieno sole è ideale per ottenere un’abbondante fioritura, mentre in zone dove l’ombra prevale sulla luce del sole saranno le foglie a svilupparsi maggiormente. Quindi, per sfruttare tutta l’ornamentale bellezza di questa pianta è meglio sistemarla in zone molto soleggiate.
Terriccio
Il Biancospino si adatta con facilità a qualsiasi tipologia di terreno, anche se è preferibile metterlo a dimora in terreni ben sciolti e lavorati, ma anche calcarei e non soggetti a ristagni idrici.
Annaffiatura
Gli interventi di irrigazione dovranno essere limitati ai soli periodi di lunga siccità, poiché la specie Crataegus Monogyna si accontenta della sola acqua piovana.
Moltiplicazione
Dato che il Biancospino è una pianta e lenta crescita, la moltiplicazione per talea deve essere preferita rispetto alla tecnica della semina.
La talea deve essere prelevata in primavera e subito messa a radicare in un substrato di torba e sabbia in parti uguali. Solo quando la fase della radicazione volgerà al termine sarà possibile spostare la pianta nella definitiva dimora.
Concimazione
Il più importante momento di concimazione del Biancospino è relativo alla fase della sua messa a dimora. Come detto in precedenza, è questo il momento migliore per ricoprire l’apparato radicale con stallatico maturo mescolato al terriccio. Nella fase della ripresa vegetativa è possibile utilizzare un concime granulare a lento rilascio, ricco di azoto e potassio, elementi utili per favorire la fioritura.
Potatura
La potatura è molto importante per il Biancospino, altrimenti la pianta crescerà in modo disordinato e incontrollato. Ogni esemplare può essere potato per essere coltivato come alberello (potatura dei rami più bassi) e come cespuglio (tagli nella parte superiore e centrale). È possibile intervenire a fine estate o a fine inverno, cercando di dare alla pianta la forma desiderata. Alleggerire questo arbusto è importante, così da permettere allo stesso di svilupparsi in modo più controllato e con maggior vigore.
Parassiti, malattie e altre avversità
Il Biancospino si presenta come un arbusto molto forte e vigoroso. Tre sono i nemici di questa pianta: ruggine, oidio e cocciniglia.
In caso di attacco è possibile allontanare la minaccia ricorrendo a specifici prodotti aficidi.
Altri problemi potrebbero derivare solo da un terreno che non riesce a drenare perfettamente l’acqua: in questo caso il marciume radicale danneggerà la pianta, portandola alla morte.
Curiosità
Partiamo subito con il fare chiarezza sul nome di questa specie che richiama il concetto di forza: il nome deriva dal greco kratos (forza). Infatti, il Biancospino è una pianta rustica e ricca di spine.
In passato, il Crataegus Monogyna era considerato immune ai fulmini e suoi fitti rami erano utilizzati come sicuro nascondiglio per il cibo.
Oggi, invece, alcuni artigiani sfruttano i rami del Biancospino per pregiate lavorazioni: il legno resta sempre lucente ed è di altissima qualità.
I greci erano soliti decorare gli altari con il Biancospino prima delle cerimonie nuziali, mentre le popolazioni celtiche lo consideravano come la pianta delle fate e rimedio straordinario contro negatività di ogni genere.
Uso erboristico
Tante sono le proprietà e i benefici del biancospino, che ampio spazio ritrova nell’alimentazione.
In passato i monaci utilizzavano i frutti della pianta, raccolti durante il periodo invernale, per preparare infusi e sciroppi.
Oggi è cambiata la modalità di produzione (che si è anche estesa nel campo dei liquori e delle confetture), ma alla base di ogni composizione c’è sempre il Biancospino. Fonte di antiossidanti e steroli, che si ricavano dal processo di essiccamento delle foglie e dei fiori (più ricchi di flavonoidi rispetto alle bacche).
Le sostanze che si ricavano da questa pianta sono utilissime per controllare la tachicardia e l’ipereccitabilità.
Molto utilizzata è anche la tisana o l’infuso di Biancospino (con fiori secchi), rimedi eccellenti per controllare stress, ansia e qualsiasi stato di inquietudine. Non solo, poiché questi infusi sono utili anche per contrastare la ritenzione idrica e favorire la concentrazione.
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.
Linguaggio dei fiori
Il Biancospino è simbolo di protezione: in passato si pensava potesse allontanare gli spiriti maligni. Ecco perché era anche utilizzato per abbellire gli altari prima delle cerimonie per consacrare l’unione di due persone.
I fiori simboleggiano anche la dolce speranza e un augurio di buona fortuna.
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la foto con la didascalia ” i delicati fiori del biancospino” non è di un biancospino, direi che è un viburno.
Credo sia da sostituire.
laura
Grazie per la segnalazione. Errore corretto.