Phlox stolonifera

Phlox stolonifera
Phlox stolonifera- foto di Photo by David J. StangCC BY-SA 4.0

Chi non sogna un tappeto fiorito nel proprio giardino? Un modo per realizzarlo è coltivare la Phlox stolonifera, nota anche come Phlox strisciante, una pianta erbacea perenne originaria degli Stati Uniti orientali. Cresce nei boschi vicino ai monti Appalachi dalla Pennsylvania a sud fino alla Georgia settentrionale. La si trova naturalizzata a nord fino al Québec, in Canada.

Si tratta di un’ottima tappezzante che si diffonde lentamente e che in primavera – estate si trasforma in un tappeto fiorito, ma che può anche ricoprire una parete rocciosa e fungere da cascata di colore. Produce fiori a forma di stella, profumati, che vanno dal viola pallido, al rosa, al bianco, che misurano 2-2,5 centimetri di diametro e che hanno una corolla a cinque lobi e stami gialli, portati su steli alti 15-25 centimetri.

Le foglie sono ovate, quelle presenti sugli steli striscianti sono lunghe 3-4,5 centimetri e larghe 1,8 centrimetri, mentre quelle sugli steli fiorali eretti sono più piccole e misurano 2 centimetri di lunghezza.
Oltre l’altissimo potere decorativo la Phlox stolonifera richiede poca manutenzione.


Classificazione botanica

Phlox stolonifera è una specie del genere Phlox della famiglia delle Polemoniaceae.

Principali varietà

Phlox stolonifera
Phlox stolonifera- foto di Michael WolfCC BY-SA 2.0

Di questa specie ci sono varietà a fiori bianchi, color lavanda e rosa.

La varietà Phlox stolonifera Ariane produce fiori bianco puro, la varietà Phlox stolonifera Blue Ridge regala fiori blu lavanda, pallido mentre i fiori della varietà ‘Pink Ridge’ sono rosa pallido.

Fioritura

La Phlox stolonifera fiorisce in primavera- inzio estate nel periodo che va da aprile a giugno e qualche altra varietà ibrida continua la fioritura anche per tutta l’estate.

I fiori sono a forma di stella e delicatamente profumati.

Consigli per la coltivazione della Phlox stolonifera

Phlox stolonifera-
Phlox stolonifera- foto di dogtooth77CC BY-NC-SA 2.0

La Phlox stolonifera si rivela perfetta come coprisuolo per giardini boschivi, giardini d’ombra, giardini di piante autoctone o aree naturalizzate. E’ anche una copertura molto efficace per i bulbi di inizio primavera ed è adatta anche per zone d’ombra di fronti di confine e giardini rocciosi.

Ha una buona rusticità: è resistente al freddo ed è a bassa manutenzione.

Coltivazione in vaso

Data la sua natura tappezzante la pianta da il meglio in piena terra, tuttavia le piante di Phlox possono essere allevate in vaso.

Per quel che concerne il rinvaso, le piante vanno trasferite in contenitori più grandi nel momento in cui le radici escono dai fori di drenaggio dell’acqua delle annaffiature. In questo caso, nell’operazione di trapianto si deve utilizzare nuovo terriccio misto a sabbia per favorire lo sgrondo dell’acqua delle annaffiature.

Nella scelta del vaso si deve optare per contenitori larghi.

Coltivazione in piena terra

Phlox stolonifera
Phlox stolonifera- foto di Ghislain118CC BY-SA 2.0

La Phlox stolonifera si coltiva al meglio in un terreno umido e ben drenato, in pieno sole o in ombra parziale, considerando che ha una buona tolleranza all’ombra.

Questa pianta preferisce terreni acidi, ricchi, organici, si auto-semina in condizioni di crescita ottimali e si diffonde tramite stoloni per comporre grandi colonie in natura.

La messa a dimora va fatta in primavera quando il rischio gelate è scongiurato. Per piantare i semi della Phlox stolonifera è sufficiente usare una piccola zappa da giardino per predisporre un letto adeguato. E’ necessario allentare il terreno ad una profondità di circa 35-45 centimetri, ed a una distanza da 2,5 a 5 centimetri le une dalle altre e poi occorre aggiungere uno strato di compost da 5 a 10 centimetri.

Per mettere a dimora gli esemplari già coltivati in vaso, occorre scavare una buca di circa il doppio del diametro del contenitore e posizionare la pianta in modo tale che la parte superiore della zolla sia uniforme con la superficie del terreno. Si riempie la buca con il terriccio asportato e si provvede a compattare il tutto con un’abbondante irrigazione.

Coltivazione in terrazzo

Il suo portamento tappezzante la rende adatta anche a rivestire muri e pareti in ombra.

Temperatura

La Phlox stolonifera ha una buona resistenza alle basse temperature, tende ad essere sempreverde nei climi miti e perde le foglie nel caso di climi rigidi.

Luce

Questa coprisuolo ama i luoghi luminosi e soleggiati per molte ore al giorno, ma tollera anche l’ombra. Se collocata in luoghi semiombrosi produce più foglie che fiori.


Terriccio

Phlox stolonifera
Phlox stolonifera- foto di Jerzy OpiołaCC BY-SA 2.0

Preferisce un terreno ricco di humus, acido, fresco, umido, sciolto e ben drenato.

Annaffiatura

Per le annaffiture della Phlox stolonifera occorre regolarsi controllando il terreno, ed intervenire quando è asciutto (in media ogni 2 settimane). E’ preferibile evitare gli eccessi idrici ma è importante annaffiare regolarmente durante l’estate.

Moltiplicazione

La Phlox stolonifera può essere propagata per seme, per talea, e per divisione dei cespi.

Moltiplicazione per seme

La semina si esegue in semenzaio protetto e caldo tra la fine di gennaio e metà febbraio.

In primavera ed in estate si prelevano i semi, e si stratificano in un letto di semina formato da torba e sabbia in parti uguali. Durante il periodo richiesto dalla germinazione occorre mantenere il terreno costantemente umido. Nel momento in cui le nuove piantine saranno abbastanza robuste e vigorose potranno essere ripicchettate in contenitori singoli e potranno essere messe direttamente a dimora in primavera avanzata o quando il clima è mite.

Moltiplicazione per talea

La moltiplicazione per talea si esegue nel mese di maggio usando cesoie o forbici ben affilate e disinfettate con le quali possono essere prelevate talee di rametti lunghi dai 7-10 centimetri.

Vanno lasciate solo 2 -3 foglie apicali e, per favorire l’emissione delle radici in brevissimo tempo, si pongono in un contenitore che contiente 2-3 centimetri di acqua. Nel momento in cui le radici sono abbastanza robuste e ben sviluppate, si possono mettere a dimora le nuove piante in piena terra o in larghe ciotole o fioriere e curate come le piante madri.

Moltiplicazione per divisione dei cespi

La divisione dei cespi si esegue ad inizio primavera. Attraverso questa tecnica di propagazione si ottengono nuove piante con le stesse caratteristiche della pianta madre. Si estraggono dal terreno le piante più cespugliose e si suddividono in tante porzioni che andranno poi interrate al momento stesso e annaffiate abbondantemente.

Concimazione

Phlox stolonifera
Phlox stolonifera- foto di Photo by David J. StangCC BY-SA 4.0

La concimazione della Phlox stolonifera si somministra a partire dalla ripresa vegetativa con un concime specifico per piante da fiore ricco di azoto (N), fosforo (P) e potassio (K) o in forma liquida o granulare a lento rilascio. In autunno si può invece somministrare almeno una volta un concime povero di azoto.

Potatura

La potatura è utile per favorire l’emissione di nuovi getti, l’irrobustimento della pianta e l’arieggiamento. Nell’operazione si devono accorciare gli steli alti più di 15 centimetri.

Abbinamenti con altre piante

La Phlox stolonifera è particolarmente adatta ai giardini rocciosi.

Altri consigli per la cura

Ogni primavera è opportuno aggiungere un sottile strato di compost e uno di pacciame da circa 5 centimetri attorno alle piante per aiutarle a mantenere umido il terreno e per controllare le erbacce infestanti.

Parassiti, malattie ed altre avversità

Phlox stolonifera
Phlox stolonifera- foto di Photo by David J. StangCC BY-SA 4.0

La Phlox stolonifera ha una buona rusticità ma con l’arrivo dell’umidità estiva può manifestarsi lo oidio. Un modo per prevenirne la comparsa è quello di tagliare gli steli dopo la fioritura. Anche gli acari possono costitutire un problema, soprattutto in condizioni di caldo e siccità. Favorire la corretta circolazione dell’aria distanziando le piante ed evitando l’eccesso di acqua sul fogliame è un ottimo modo per mantenere in salute la pianta.

La pianta ornamentale teme il marciume delle radici provocato dai ristagni idrici nel terreno o nel sottovaso, garantire un buon drenaggio è quindi fondamentale.

Curiosità

Il nome del genere deriva dalla parola greca phlox che significa fiamma ad indicare i colori intensi dei fiori di alcune varietà.

La coltivazione della Phlox stolonifera è molto antica e secondo la leggenda, nel medioevo, i cavalieri erano soliti adornare le proprie vesti con mazzetti di fiori appena raccolti per destare l’interesse delle dame che venivano attratte dal profumo.

Tossicità e/o uso erboristico

La Phlox stolonifera non è una pianta tossica né per l’uomo, né per gli animali. Anzi è apprezzata dai conigli.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.

Linguaggio dei fiori

Il nome di questa pianta deriva dal termine latino phlox, che significa fiamma per la forma dei fiori e delle foglie e per il loro colore vivido come le fiamme del fuoco.

Anche per questo motivo ne linguaggio dei fiori il Phlox simboleggia l’amore che arde.

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