Chi ama le Ortensie ma vive dove non ci sono le condizioni climatiche adatte per la loro coltivazione può orientarsi per le Phlox (Flox) che non solo somigliano moltissimo alle Ortensie ma che, rispetto a queste ultime, sono più facili da coltivare e regalano una gamma di colori davvero ampia, inoltre le dimensioni dei fiori inferiori le rendono adatte anche ad arredare gli spazi più piccoli.
La Phlox è una pianta annuale o perenne. La sua altezza varia a seconda della specie. Generalmente ha fusti erbacei ramificati, alti da 40 cm a 1,20 metri, a portamento eretto o strisciante, che terminano con numerosi corimbi di fiori tubolosi, di 2-3 cm di diametro, variamente colorati e screziati, di grande effetto decorativo.
Il nome Phlox è il nome latino scientifico, quello comune è floghi.
Classificazione botanica
I floghi (latino scientifico Phlox) sono un genere che appartiene alla famiglia delle Polemoniaceae, e che comprende piante erbacee annuali o perenni, originarie dell’America e dell’Asia.
Principali specie
Tra le specie più impiegate come piante ornamentali citiamo le seguenti:
Phlox paniculata
Si tratta di una specie perenne caratterizzata da ricche fioriture a pannocchia portanti corolle dai colori brillanti, da cui sono derivate le varietà note.
La Phlox paniculata ha innumerevoli varietà. In America, dove cresce in natura, viene chiamata “Phlox perenne”, per distinguerla dall’annuale texana Phlox drummondii, oppure anche “ Phlox estiva” o “ Phlox autunnale”.
In natura, questa specie può arrivare a misurare 2 metri di altezza.
I suoi fiori sono generalmente rosa scuro o malva, ma non è raro che virino al bianco, al salmone e anche al rosso vivo o al violetto.
Si tratta di una specie che è una vera e propria manna per gli ibridatori europei, che già dal 1839 hanno iniziato a coltivarla in più varietà tanto che oggi se ne contano oltre 180.
Phlox drummondii
Si tratta di una specie annuale di bassa statura che produce fiori azzurro e rosa-porpora in alcune varietà. E’ originaria del Texas e la sua coltivazione è indicata nei climi miti.
Può arrivare a misurare 20-40 cm di altezza. Ha foglie lanceolate verde chiaro.
Phlox subulata
Si tratta di una specie perene sempreverde che produce fiori piatti color porpora, lillà, rosa o bianchi. La fioritura avviene a partire dalla tarda primavera e dura tutta l’estate.
Phlox stolonifera
La Phlox stolonifera, nota anche come Phlox strisciante, è una pianta erbacea perenne originaria degli Stati Uniti orientali.
Cresce nei boschi vicino ai monti Appalachi dalla Pennsylvania a sud fino alla Georgia settentrionale. La si trova naturalizzata a nord fino al Québec, in Canada.
Si tratta di un’ottima tappezzante che in primavera – estate si trasforma in un tappeto fiorito, ma che può anche ricoprire una parete rocciosa e fungere da cascata di colore.
Produce fiori a forma di stella, profumati, che vanno dal viola pallido, al rosa, al bianco, che misurano 2-2,5 centimetri di diametro e che hanno una corolla a cinque lobi e stami gialli, portati su steli alti 15-25 centimetri.
Fioritura
Il vero asso nella manica della Phlox è la fioritura che inizia quando inizia il caldo, e quando le altre fioriture si fermano, regalando fiori di una vasta tavolozza di colori: bianchi, rosa, violetti, rossi.
Quando la fioritura entra in scena, sugli steli iniziano a formarsi dei ciuffi di boccioli, che danno vita ad grosse infiorescenze di una ventina di fiori coloratissimi. I panicoli, cosi si chiamano, durano a lungo rinnovando i singoli fiori al proprio interno con il passare dei giorni.
La pianta fiorisce copiosamente, fino a fine di agosto e oltre, e sempre di più con il trascorrere degli anni e l’aumento della dimensione del cespo. Se ha spazio per crescere è una pianta che vive a lungo e dà incredibili risultati.
Per prolungare il periodo di fioritura si possono recidere le infiorescenze appassite.
Consigli per la coltivazione della Phlox
La Phlox è coltivata per uso ornamentale nei giardini o in vaso sui terrazzi, in base all’altezza e al portamento eretto o strisciante, è usata per bordure, aiuole, giardini rocciosi. È quindi una pianta molto versatile, che da ottimi risultati.
Si tratta di una pianta facile da coltivare, è molto rustica e richiede esposizione soleggiata o a mezz’ombra, un terreno fertile, sciolto e piuttosto fresco.
Coltivazione in vaso
La Phlox può essere coltivata anche in vaso, occorre considerare che, seppur più gestibile rispetto all’Ortensia, si tratta comunque di una pianta che ha una crescita rapida, quindi si deve scegliete un vaso adatto e sufficientemente ampio.
È bene garantire alla pianta un drenaggio perfetto, utilizzando nel terriccio della perlite espansa o altro materiale drenante.
Collocatela in una zona soleggiata avendo cura di spostarla a mezz’ombra laddove le estati sono eccessivamente calde.
Coltivazione in piena terra
Le specie annuali vanno coltivate in tutti i terreni da giardino purché ben drenati. Le piantine vanno messe a dimora nel mese di maggio, in una location soleggiata. Nei terreni poveri è necessario somministrare periodicamente un concime liquido.
Le specie perenni da bordura vanno piantate in ottobre o in Febbraio-Marzo in una posizione soleggiata o parzialmente ombreggiata ,in terreno fertile, umido, e ben drenato.
Dopo l’impianto, la Phlox non richiede cure particolari, è sufficiente innaffiarla regolarmente per tutto l’arco dell’anno mantenendo il terreno umido evitando eventuali ristagni d’acqua (ovviamente intensifichiamo le innaffiature durante l’estate) e concimando con un concime granulare.
Pianta da siepe
I floghi sono perfetti per creare delle allegre siepi coloratissime.
Coltivazione in terrazzo
La pianta può conferire a terrazzi o balconi ottimi risultati estetici
Temperatura
La Phlox si coltiva bene in ogni ambiente climatico, grazie alla variabilità di specie.
Luce
Preferisce il pieno sole, ma può essere coltivata anche a mezz’ombra. Nelle zone con estati sono molto calde, è consigliata una sistemazione in mezz’ombra (in particolare nelle ore pomeridiane) in quanto aiuta a prolungare la fioritura in misura consistente.
Terriccio
Il terriccio ideale è un suolo grasso e fertile, abbondantemente arricchito di humus, con pH tendente al neutro. Gli esemplari già ben consolidati tollerano anche i terreni poveri e poco umidi, ma a rischio di un risultato finale più deludente.
Annaffiatura
La Phlox ha bisogno di abbondanti e frequenti annaffiature, in quanto l’apparato radicale necessita di un’irrigazione costante anche se non eccessiva, in particolare durante la fase di sviluppo. E’ fondamentale evitare i ristagni idrici.
Moltiplicazione
La moltiplicazione avviene per seme, talea erbacea o radicale, con i getti basali e per divisione dei cespi
La semina delle specie annuali si esegue nel mese di marzo, nei semenzai trapiantando le piantine a fine aprile inizio maggio, o in pieno campo, con fioritura da giugno in poi.
Ma la moltiplicazione più diffusa è quella tramite divisione, utile in quanto previene il problema dell’oidio, che colpisce soprattutto le piante più vecchie. Si esegue divento gli esemplari maturi in cinque o sei fusti ogni tre o quattro anni.
Per le specie perenni si preferisce impiegare i getti basali, ottenuti dai prelevi in primavera dei nuovi germogli. Si tagliano all’inserzione delle ceppaie, mettendoli a radicare in vivaio o nei vasetti, e mettendoli a dimora dopo il radicamento; senza bisogno di interventi di cimatura ogni stelo produrrà un’unica grande infiorescenza
Per moltiplicare rapidamente le nuove varietà, si ricorre alle talee di radici, poste verticalmente in un letto di sabbia.
Concimazione
La pianta ha bisogno di concimazioni costanti e ripetute. Si deve impiegare del concime ternario, oppure, dello stallatico ben maturo per preparare la terra.
E’ bene eseguire una buona pacciamatura con composta da aggiungere al terreno ogni anno in primavera.
Potatura
Nel momento in cui la pianta inizia ad imbruttirsi per l’arrivo del freddo, occorre tagliare tutto a uno a due cm da terra e cessare le annaffiature fino a primavera.
La Phlox va recisa dopo la fioritura tagliando i gambi per la metà o 1/3 per favorire la formazione di fogliame nuovo e vigoroso e per evitare che perda la caratteristica forma a cuscino; in tal modo torna a fiorire prima dell’autunno, ma non più abbondantemente.
Consociazione
La Phlox può essere coltivata con i lupini, le Aquilegia, i papaveri orientali; con gli alti Delphinium blu.
Molte varietà rosso-violacee si accompagnano perfettamente con gli Aster, in particolare quelli azzurri e blu, come ‘Mönch’ e ‘Eventide’.
Le varietà a fiore bianco, si accostano molto bene ad alcune graminacee, come Miscanthus sinensis ‘Variegatus’, oppure vicino a Echinops, Verbascum e Phormium.
Sempre le varietà bianche sono perfette accanto ad alcune rose tardive, come ‘Windrush’ (giallo pallido) o ‘Butterscotch’ (crema-rame).
Altri consigli per la cura
La Phlox va rinvasata in primavera, indicativamente ogni 1-2 anni circa.
Le varietà annuali si seminano all’aperto, in aprile-maggio. Le altre si riproducono per divisione dei cespi o per talea.
La pianta ama spazi non eccessivamente affollati ed una buona circolazione d’aria.
Occorre eliminare prontamente i fiori avvizziti nelle cultivar che non provvedono a farli cadere cosi da ottenere anche due o tre ulteriori fioriture, magari un po’ meno abbondanti, ma abbastanza consistenti soprattutto se si tratta di piante giovani e ben concimate.
Si ha un prolungamento della stagione anche spollonando anteriormente ogni pianta: se l’operazione viene effettuata verso metà giugno, le varietà precoci fioriscono per un altro mese, mentre quelle rifiorenti estendono la fioritura.
Parassiti, malattie ed altre avversità
I Phlox sono piuttosto resistenti a malattie e parassiti, tuttavia possono essere attaccati dagli afidi, che danneggiano le foglie e i fiori.
In tal caso è necessario intervenire lavando la pianta con una spugna, così da eliminare manualmente i parassiti.
Si può in alternativa impiegare un antiparassitario specifico. L’eccessiva umidità può far insorgere malattie fungine, che si devono combattere somministrando alla pianta un fungicida.
Curiosità
Nell’epoca medievale, i Phlox erano indossati dai cavalieri durante le feste, e a fine festa li regalavano alla dama con cui avevano ballato.
Tossicità e/o uso erboristico
I Phlox non sono piante tossiche né per l’uomo né per gli animali
Linguaggio dei Fiori
I Phlox erano coltivati ed utilizzati anche nel medioevo. I cavalieri vi ci adornavano le proprie vesti in quanto il profumo dei fiori era particolarmente gradito dalle dame. I cavalieri lasciavano il fiore alla dama che per tutta la durata dei festeggiamenti era stata al loro fianco. Da qui deriva il significato attribuito ai flox che nel linguaggio dei fiori rappresentano la complicità e l’intesa.
Bibliografia sulla Phlox
Phlox: A Natural History and Gardener’s Guide– di James H. Locklear – Timber Press – 2011 (in inglese)
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