L’Alchechengi o Alkekengi, nome scientifico Physalis alkekengi, comunemente conosciuta anche come lanterna cinese, è un’erbacea perenne originaria dell’Asia.
È caratterizzata da un portamento eretto, a ciuffo. Arriva a misurare un’altezza anche di 60 cm negli esemplari maturi. Presenta foglie verdi chiaro, alterne ed ovali, ricoperte da una leggera peluria. In estate fiorisce regalando fiori piccoli e bianchi.
Tra luglio ed agosto, generalmente a partire dal secondo anno dalla messa a dimora, la pianta fruttifica e si riempie di bacche che misurano un diametro di circa 17 mm, avvolte in un calice dalla consistenza cartacea, che possono essere consumate sia cotte che crude e che rappresentano l’unica parte commestibile della pianta.
La formazione dei frutti è molto affascinante: il calice fiorale s’ingrossa arrivando a misurare una lunghezza di 5-7 cm, poi si gonfia fino a sembrare un palloncino di carta pergamena, e cambia colore, virando dal verde iniziale al rosso acceso dell’autunno. Se durante la brutta stagione il frutto persiste sulla pianta, l’involucro lentamente si deteriora, e resta solo l’impalcatura fibrosa e intrecciata con la bacca al suo interno.
Classificazione botanica
L’Alkekengi o alchechengi o alchechengio, nome scientifico Physalis alkekengi è una specie del genere Physalis della famiglia delle Solanaceae, la stessa a cui appartengono il pomodoro e la patata.
Fioritura
Il Physalis alkekengi fiorisce tra maggio e settembre. I fiori sono piccoli e bianco-giallini e compaiono solitari alle ascelle fogliari. Dai fiori durante l’estate e l’autunno si sviluppa il frutto.
Consigli per la coltivazione dell’Alchechengi
L’Alchechengi può autoseminarsi in giardino, è pertanto consigliabile scegliere in aree dove la sua tendenza a diffondersi non rappresenti un problema.
Si può facilmente coltivare in terreni medi, che siano uniformemente umidi e che abbiano un ottimo drenaggio. La posizione ideale è il pieno sole.
Coltivazione in vaso
Il Physalis alkekengi può essere coltivato in vaso come pianta ornamentale da tenere sul balcone o in terrazza. Nella scelta del vaso è bene orientarsi su un contenitore che abbia un diametro di poco maggiore del pane di terra della pianta. Il vaso va riempito con terriccio specifico ben drenato. Dopo l’impianto, si mette il vaso in una zona luminosa evitando i raggi diretti del sole.
Gli esemplari allevati in vaso vanno concimati ed annaffiati regolarmente e frequentemente. Durante i mesi invernali la pianta va riparata dal freddo. Il rinvaso è annuale, si può eseguire in qualsiasi periodo dell’anno ma è preferibile optare per la primavera. Si usa un vaso più grande del precedente e del terriccio fresco e ricco di nutrienti.
Coltivazione in piena terra
La messa a dimora in piena terra si fa ad aprile inoltrato. Il Physalis alkekengi si può coltivare come annuale iniziando a seminare circa 6-8 settimane prima dell’ultima data di gelo primaverile.
Meglio scegliere una zona del giardino al sole se si vive al nord o a mezz’ombra nelle zone più calde.
Il terreno deve essere ben lavorato così da favorire il drenaggio. Dopo l’impianto le piante vanno annaffiate per le prime due settimane sempre avendo cura di evitare i ristagni d’acqua.
Poi le irrigazioni si regolano a seconda della stagione e delle piogge.
Coltivazione in terrazzo
Gli esemplari allevati in vaso possono decorare terrazzi e balconi. Il vaso si può posizionare in qualunque punto ben soleggiato.
Temperatura
La temperatura ideale per il Physalis alkekengi è quella compresa tra 18 e 28 °C.
Tuttavia resiste abbastanza alle basse temperature ma non a periodi di gelo prolungato. In tal caso, la parte aerea muore e si rigenera l’anno seguente dai rizomi rimasti sotto terra.
In caso di inverni troppo rigidi è preferibile trattare la pianta come un’annuale e riseminarla quindi ogni anno.
Luce
L’esposizione ideale per l’alkekengi è soleggiata ma al riparo dai raggi diretti del sole. Può essere coltivata anche in mezz’ombra.
Terriccio
Questa pianta si adatta ad ogni tipo di terreno ma preferisce i suoli calcarei e ben drenati.
Annaffiatura
L’alkekengi va irrigata in base alla stagione e alle temperature. In estate deve essere abbondante e frequente mentre nei mesi invernali deve essere scarsa. Tra un’irrigazione e l’altra è bene lasciare asciugare il terriccio.
Moltiplicazione
Il Physalis alkekengi può essere propagato per seme e per divisione dei cespi o rizomi.
La semina può essere fatta a marzo in vasi che vanno poi mantenuti al caldo fino a primavera inoltrata, oppure direttamente in piena terra in aprile.
Le piante vanno distanziate di 80-90 cm sulla fila e di 40 cm tra le file.
Si eliminano i germogli più fragili per favorire la crescita di quelli più vigorosi.
La divisione dei cespi o dei rizomi si esegue estraendo dal terreno i cespi più grandi e vigorosi e dividendoli in più porzioni ben radicate che vanno subito interrate in buche adeguate alle dimensioni.
Concimazione
La concimazione si esegue una volta al mese usando un prodotto liquido per piante da fiore per gli esemplari allevati in vaso, oppure con un prodotto granulare per piante da orto per gli esemplari coltivati in piena terra.
Potatura
Per favorire la ramificazione e fare in modo che la pianta produca una maggiore quantità di frutti si può eseguire la cimatura a 30 cm.
Abbinamenti con altre piante
Il Physalis alkekengi può essere abbinato a piante aromatiche. È importante non fare precedere né seguire la sua coltivazione a quella di altre Solanacee.
Altri consigli per la cura
In inverno la pianta perde la parte aerea, il vaso nei mesi freddi va ricoverato in serra fredda, irrigando leggermente una volta al mese.
I frutti si possono raccogliere nel momento in cui l’involucro diventa uniformemente rosso, tagliando con la forbice il picciolo all’ascella fogliare.
Si possono conservare per circa un mese lasciandoli intatti e mettendoli in una cassetta di legno in unico strato in un luogo buio, fresco e asciutto. In frigorifero si conservano per 15 giorni.
Parassiti, malattie ed altre avversità
L’alkekengi è piuttosto rustica e generalmente non è soggetta ad attacchi parassitari.
Si possono tuttavia riscontrare problemi legati ad errori colturali, come il marciume delle radici che si manifesta quando le irrigazioni sono eccessive e quando il terreno è poco drenante e troppo compatto.
La pianta può essere attaccata anche dall’altica, un coleottero che provoca l’erosione delle foglie
Curiosità
Il nome del genere deriva dal greco physa che significa vescica per la forma del calice gonfio.
Viene chiamata anche “lanterna cinese” proprio perché l’involucro del frutto ricorda una piccola lanterna
Tossicità e/o uso erboristico
Il Physalis alkekengi vanta proprietà medicinali, per questo è coltivato fin dall’antichità.
Si deve considerare che si tratta di una pianta tossica in tutte le sue parti tranne che nella bacca.
Le bacche contengono grandi quantità di vitamina C, acido citrico, tannino e zucchero.
Tra le proprietà terapeutiche spiccano quelle per curare i calcoli renali e vescicali e quelle diuretiche.
L’alchechengi potrebbe aumentare l’effetto diuretico dei farmaci diuretici, incrementando il rischio di alterazioni idro-elettrolitiche.
“Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”
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Ciao Rita, come faccio a trovare la piantina di alkekengi da coltivare? La chiedo a qualche contadino?
Prova a chiedere a chi la coltiva di già, è una buona idea.
Non è comunque difficile reperire i semi, ad esempio su https://ebay.us/RvumKu