Roverella – Quercus pubescens

Quercus pubescens- foto di Nicholas TurlandCC BY-NC-ND 2.0 Deed

Nota come Roverella, il Quercus pubescens è una quercia originaria dell’Europa centrale e diffusa dalla costa ai rilievi fino a 800 metri sul livello del mare, in alcuni casi anche fino a 1500 metri.

La sua fama è legata anche alla passione dei fungaioli, visto che i funghi che sembrano amarla in modo particolare. La flora micologica che associata alla Roverella è infatti piuttosto ricca, e di gran pregio sotto il punto di vista culinario.

Nell’Italia centrale e meridionale di possono incontrare degli esemplari maestosi che raggiungono età e dimensioni ragguardevoli. La roverella può superare i 500 anni di età. Per la sua longevità molti esemplari diffusi in Italia di Quercus pubescens fanno parte degli alberi definiti “monumentali”.

Si tratta di un albero, spesso presente sotto forma di arbusto, che può diventare maestoso, arrivando anche a raggiungere un’altezza di 20-25 metri.

È caratterizzato da un portamento espanso, spesso cespuglioso, da una chioma arrotondata e da tipici peli lunghi e grigi che crescono sui rametti.

La corteccia è rigata di colore grigio. Presenta foglie che persistono sull’albero, secche, per tutti i mesi invernali fino alla comparsa del nuovo fogliame. La peculiarità della Roverella consiste proprio nella perdita molto tardiva delle foglie ed, in in alcuni casi, nel loro mantenimento sino alla primavera successiva.

La Roverella fiorisce ad aprile-maggio e fruttifica ad ottobre-novembre. Contemporaneamente alla fioritura vengono emesse le nuove foglie.

Le ghiande sono dolci e sono apprezzate dalla fauna selvatica.

Principali varietà

Tra le varietà di Quercus pubescens c’è il Quercus pubescens var. crispata. Si tratta di una forma compatta originaria dei Balcani e della Crimea che cresce tipicamente come arbusto o piccolo albero arrivando a raggiungere un’altezza di 20 metri.

Fioritura

La Roverella fiorisce tra aprile e maggio, in contemporanea all’emissione delle nuove foglie.

Si tratta di una pianta monoica a fiori unisessuali separati riuniti in infiorescenze: le infiorescenze maschili si trovano in amenti penduli di circa 5 cm, mentre quelle femminili sono solitarie o in piccoli gruppi terminali

Consigli per la coltivazione della Roverella

Roverella - Quercus pubescens
Roverella – Quercus pubescens- foto di Milimidragan 92CC BY-SA 4.0 Deed

Come si coltiva il Quercus pubescens?

Questa specie è rustica e adattabile.

Nel nostro Stivale cresce nella macchia mediterranea, nelle zone prossime al mare, sino ai boschi mesofili che hanno quindi un fabbisogno idrico medio, collinari e di bassa montagna delle regioni alpine.

È in grado di adattarsi agli ambienti siccitosi, ama terreni asciutti e ben drenati, e tollera periodi di siccità anche molto lunghi.

Ama il sole, ed è adatta a vivere in ambienti caldi, tuttavia riesce ad adattarsi anche ad ambienti caratterizzati da inverni rigidi.

Coltivazione in piena terra

Quercus pubescens
Quercus pubescens- foto di Teresa Grau RosCC BY-SA 2.0 Deed

La Roverella è un perfetto albero da ombra che ama i terreni ricchi, umidi e ben drenati ed una posizione in pieno sole pur tollerando l’ombra parziale. Diversamente dalla maggior parte delle querce, il Quercus pubescens cresce bene nelle estati calde e secche.

Temperatura

Questa quercia riesce a sopravvivere tra -15 e 37 °C

Luce

È una pianta che ama il sole, ma tollera la mezz’ombra.

Terriccio

Il terreno dev’essere fertile, ricco di sostanze organiche e ben drenato.

Annaffiatura

Le piante allevate in piena terra possono essere irrigate saltuariamente nei mesi vegetativi, da aprile a ottobre.

Moltiplicazione

La propagazione della Roverella può essere eseguita per seme

Potatura

Roverella
Roverella- foto di Ettore BalocchiCC BY 2.0 Deed

Ad inverno inoltrato, durante il riposo vegetativo, o dopo la fioritura, si possono eliminare i rami incrociati, deboli o disordinati per mantenere una forma sana.

Abbinamenti con altre piante

Il Quercus pubescens forma boscaglie pure o miste con rovere, cerro, carpino nero, ornello, acero campestre, sorbo, tasso, agrifoglio.

Parassiti, malattie ed altre avversità

Non presenta gravi problemi di insetti o malattie se non quelle tipiche delle querce come l’avvizzimento della quercia, il marciume radicale, l’antracnosi, la bolla fogliare della quercia, i cancri, le macchie fogliari e l’oidio. Tra i potenziali insetti nocivi ci sono la cocciniglia, lo scheletro della quercia, le galle,le piralidi, le cimici della quercia, la minatrice fogliare, i bruchi e i tonchi delle noci.

Classificazione botanica

Quercus pubescens
Quercus pubescens


La Roverella, nome scientifico Quercus pubescens fa parte del genere Quercus,lo stesso genere a cui appartengono le specie robur, coccifera, cerris, rubra, frainetto, macrolepis, della famiglia delle Fagaceae di cui fanno parte anche Faggio e Castagno.

Curiosità

Il nome del genere deriva dal nome latino classico delle querce.

L’epiteto specifico dal latino significa coperto di peli in riferimento ai rametti e alle foglie tomentose.

La roverella produce legname resistente impiegato in particolare per travature e costruzioni navali. In Sardegna gli antichi le consideravano piante sacre, capaci di esercitare un influsso misterioso.

Le Roverelle sono associate anche alla produzione di tartufi.

Tossicità e/o uso erboristico

Le ghiande della Rovella sono un ottimo alimento per la fauna selvatica e da allevamento.


Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”

Linguaggio dei fiori

La quercia simboleggia la protezione. A tal proposito la leggenda narra che il demonio chiese a Dio il potere su tutto il bosco. Dio concesse tale potere ma solo per il periodo in cui tutti gli alberi fossero stati senza foglie. Quando gli alberi lo vennero a sapere la quercia mantenne le foglie sui rami per tutto l’inverno così da proteggere le piante del bosco. Da allora la quercia mantiene le sue foglie finché almeno un cespuglio a primavera si riveste di nuovo.

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