Orto-floricoltore, divulgatore di sapere sul mondo del verde, insegnate e appassionato, Marco Olisi ci racconta chi è e ci conduce nel suo onirico universo di piante e fiori.
#1. Ciao Marco! Ci racconti chi sei?
Ciao a tutti, mi chiamo Marco Oliosi, gestisco e lavoro con mia moglie nella nostra azienda, l’azienda agricola floricoltura Novaflora a Brescia, operante nel settore orto-florovivaistico e dove produciamo piante orticole destinate al trapianto, piante fiorite in vaso per aiuola, giardino, balcone e molte altre. La nostra specializzazione e prodotto di punta, ormai da quasi 15 anni, sono le piante carnivore, di cui sono un grande appassionato.
Sono da sempre affascinato dalla natura, dagli animali e soprattutto dalle piante. Fin da piccolo amavo camminare nei prati e lungo i fossi per osservare e imparare, ho sempre nutrito un profondo rispetto per le forme viventi e una grande curiosità per le interazioni che avvengono tra esse. In seguito la mia passione mi porta a studiare agraria: ho un diploma di Agrotecnico a cui è seguita dopo alcuni anni l’abilitazione professionale.
Non potendo proseguire gli studi per mancanza di fondi (negli anni Ottanta era così per moltissimi) inizio a lavorare presso un grosso vivaio di produzione di piante da esterno, dove ho l’opportunità di conoscere le varie tecniche di coltivazione, concimazione e produzione di terricci specifici. Nei 5 anni successivi faccio moltissima esperienza in altri vivai e garden center, acquisendo conoscenze tecnico-pratiche in tutti i campi del florovivaismo le quali sono indispensabili per poter svolgere con successo il mio lavoro. Credo però che oltre all’esperienza e alle tecnica, non debbano mai mancare due cose fondamentali: l’impegno e la passione.
Dal 2009 ho intrapreso la bellissima esperienza di divulgatore, tengo corsi e semplici dimostrazioni su vari argomenti del mondo del verde: dai corsi di orticoltura dove mi diverto tantissimo a parlare di tradizioni popolari con gli anziani orticoltori (no, di venerdì non è vero che la luna crescente non comanda…!) a incontri organizzati in collaborazione con tante maestre elementari di scienze che mi hanno dato numerose opportunità di caricare il furgone e portare le mie piante carnivore a scuola dove tengo “lezioni” a giovanissimi studenti, spiegando loro l’evoluzione e la fotosintesi clorofilliana prendendo appunto come esempio le piante carnivore (bambini sì, le piante carnivore sono organismi sia autotrofi che eterotrofi…!). Inutile dire che mi diverto tantissimo!
Dal 2014 ho avuto l’onore di insegnare la mia esperienza a ragazzi delle scuole superiori di agraria come insegnante di pratica a progetto; entrambe le attività proseguono tuttora. È una grande soddisfazione, ma anche responsabilità, aiutare giovani studenti o anziani orticoltori a “coltivare” la loro passione!
#2. Ci piace pensare che il giardinaggio sia un perfetto mix di arte, filosofia, geometria e creatività. Tu come lo racconteresti?
Il giardinaggio è una nobile nata col Rinascimento italiano con i famosi giardini all’italiana e successivamente portata all’apoteosi dalla ricca nobiltà inglese in epoca Vittoriana, nell’800.
Le arti, la filosofia, le forme geometriche e le prospettive, tutti aspetti della cultura umana, si fondono con la creatività: il creare qualcosa di nuovo e piacevole. Ma c’è un elemento fondamentale da tenere sempre presente: la Natura e le sue regole.
Sì perché non si può andare contro natura: le piante vanno sempre trattate e tenute secondo le loro esigenze, non sono oggetti! Osservando una foglia, una radice, un fiore, è impossibile non notare la presenza di una serie di elementi imprescindibili fra loro. Subito si pensa al come e perché la Natura crei forme armoniose, ma allo stesso tempo logiche e funzionali per il “lavoro” che devono svolgere. Non è un “miracolo” ma un processo che esiste da quando è comparsa la vita sul nostro pianeta, e che ha permesso alle piante di evolversi a creare centinaia di migliaia di forme diverse, tutte perfettamente adattate all’ambiente dove vivono: l’evoluzione.
È la Natura che detta le regole, l’uomo, il giardiniere, possono solo seguirle, pena l’insuccesso.
#3. Ci suggerisci come coltivare la tua pianta e il tuo fiore preferito?
Mi appassiona tutto il mondo vegetale ma una delle mie piante preferite è il geranio, il re dei balconi. Ne esistono centinaia, forse migliaia di forme: dalle specie botaniche amate dai collezionisti, alle bellissime varietà di zonali e peltatum da fiore.
Nello specifico, puoi suggerirci:
a. Quali cure riservare per evitare l’insorgere di malattie?
È molto importante, prima di utilizzare la chimica per curare le malattie, prevenire. Lo si può fare efficacemente utilizzando materiali puliti e disinfettati e piante sane.
Il terriccio nuovo (va cambiato di anno in anno) deve essere idoneo alla coltivazione del geranio, deve essere sterilizzato al vapore e sarebbe preferibile che non contenga compost vegetale che spesso non è ben lavorato e in tal caso può dare origine a fermentazioni tossiche per le piante. Diffidate da substrati di poco prezzo.
I vasi e sottovasi vanno sempre lavati bene e disinfettati con acqua e candeggina, ovviamente prima dell’uso devono essere ben risciacquati. Il geranio è una pianta molto esigente: ama il sole (sebbene esistano varietà da mezzo sole), richiede bagnature regolari ma assolutamente non vuole terricci fradici, e infine è molto esigente dal punto di vista nutritivo: richiede concimazioni regolari che supportino le abbondanti fioriture.
Infine la scelta delle piante è importantissima, devono essere ovviamente sane e vigorose. Inoltre scegliete le varietà in funzione del luogo dove cresceranno, fatevi consigliare dal vivaista: nessuno meglio di lui conosce le piante che ha coltivato!
Questi accorgimenti ci permettono di ottenere piante sane e forti le cui probabilità di ammalarsi si ridurranno drasticamente.
b. Come nutrire adeguatamente la terra?
I terricci di alta qualità contengono già una concimazione di base che permette alla pianta di accrescersi nelle 3-4 settimane successive al trapianto; in seguito è necessario concimare in modo regolare per apportare gli elementi necessari (azoto, fosforo, potassio, e microelementi come ferro e calcio). Vi sono tantissimi tipi di concimi ma i migliori sono quelli idrosolubili: si presentano in polvere e vanno diluiti in acqua secondo le dosi descritte in etichetta. Inoltre gli idrosolubili contengono agenti chelanti come per esempio l’EDTA che servono per migliorare l’assorbimento del concime da parte delle radici. I concimi idrosolubili hanno inoltre un rapporto qualità/prezzo molto conveniente rispetto a quelli liquidi.
c. Qual è il tipo di innaffiatura più adatta?
Per il geranio si può utilizzare anche acqua di rubinetto a condizione ma è importantissimo lasciarla riposare per qualche ora prima di somministrarla, facendo questo otteniamo due scopi: il cloro contenuto (tossico per le piante) evapora completamente; la temperatura dell’acqua, altrimenti troppo fredda, si avvicina a quella ambientale. Infatti se irrighiamo con acqua troppo fredda rischiamo di provocare danni radicali alle piante.
Il geranio richiede bagnature regolari ma mai eccessive; è importantissimo irrigare tenendo sempre presente le condizioni ambientali. Ad aprile le temperature sono spesso ancora fresche durante la notte, e i gerani non sono ancora completamente sviluppati, quindi è preferibile bagnare poco, mentre in piena estate si bagna abbondantemente senza problemi. Una cosa importante: evitare di bagnare cosi tanto da far uscire l’acqua dai fori di drenaggio dei vasi, se capita ogni tanto non è un problema, ma se lo si fa spesso o sempre, con quell’acqua che esce se ne vanno anche i minerali presenti nel terriccio, sottraendoli cosi alla pianta.
Un’ultima considerazione: la quantità di acqua che diamo condiziona anche l’insorgenza o meno di malattie e parassiti.
#4. Quali sono i più pericolosi parassiti per le piante e i fiori da balcone e da giardino? E come sconfiggerli?
Esistono innumerevoli specie di parassiti e malattie, possiamo inquadrare soprattutto due macro-gruppi: gli insetti parassiti e le malattie crittogame (o muffe), esistono inoltre gli acari parassiti come il Tetranychus urticae, per gli amici detto “ragnetto rosso” che merita per la sua pericolosità un discorso a parte.
Gli insetti dannosi più comuni per il geranio sono gli afidi (detti pidocchi delle piante), facilmente eliminabili con una spruzzata di insetticida comune, è comunque importante irrigare nel modo giusto, perché un eccesso idrico nelle piante favorisce la presenza di afidi. Negli ultimi anni un altro flagello, causa l’innalzamento delle temperature globali e la globalizzazione, parassitizza le piante di geranio: Cacyreus marshalli, una piccola farfallina che depone le uova e da cui nascono le larve (o bruchi) che si nutrono delle foglie e dell’interno del fusto delle piante portandole, se non tempestivamente curato, alla morte.
Nella categoria muffe, ricordo soprattutto la muffa grigia (Botrytis cinerea), che si sviluppa soprattutto a marzo -aprile o ad ottobre, quando le condizioni di luce, temperatura e umidità non sono ottimali, anche in questo caso dosare il meglio possibile le irrigazioni.
A volte, anche se abbiamo usato un buon terriccio, disinfettato le cassette e i vasi, usato concimi specifici, irrigato con criterio, capita che la pianta si ammali lo stesso. Spesso la causa scatenante è la presenza di piante vicine già malate, anche di specie diverse.
È importante, da quando ci accorgiamo che c’è una malattia o un parassita, agire rapidamente. Esistono in commercio diversi prodotti di libera vendita adatti all’uso amatoriale, rivolgetevi al professionista che vi consiglierà sul prodotto da utilizzare secondo il problema, magari portategli un rametto della pianta malata (chiuso in un sacchetto) in modo che possa riconoscere la malattia. Insetticidi e anticrittogamici vanno sempre utilizzati con criterio: innanzitutto proteggiamo noi stessi con guanti e mascherina (o fazzoletto che copra bocca e naso) e un paio di occhiali, non fumiamo e non mangiamo durante il trattamento. Seguiamo sempre le dosi consigliate in etichetta e la frequenza dei trattamenti: se la cura prevede 3 trattamenti in un certo lasso di tempo, e invece facciamo solo un trattamento la pianta non guarirà e anzi il parassita potrebbe diventare resistente a quel prodotto. È un po’ come una cura antibiotica prescritta dal nostro medico: per guarire bene fa fatta tutta, pena la ricaduta che è spesso peggiore della malattia primaria.
#5. Ci indichi 5 consigli per coltivare piante e fiori da balcone?
- Rispettare le esigenze delle piante;
- usare terricci e concimi di qualità;
- irrigare nel modo giusto: carenze o eccessi idrici non vanno bene;
- controllare spesso che le piante non abbiano sintomi da parassiti o malattie e, se è il caso, curare il prima possibile: spesso aspettare condanna la pianta;
- chiedere consiglio al vivaista per qualsiasi problema, se è un vero professionista appassionato vi darà preziose dritte.
#6. Ci suggerisci 5 consigli per coltivare piante e fiori da giardino?
Sono le stesse di cui sopra, ma aggiungerei un sesto punto: godere del piacere di coltivare una pianta, le piante e i fiori fanno bene all’anima!
#7. Quanto conta il terriccio per la florida coltivazione di pianti e di fiori da balcone e da giardino? E come scegliere quelli più adatti alle specifiche esigenze?
È un argomento molto complesso che richiederebbe un lunghissimo discorso, ma possiamo provare ad introdurlo in modo di avere almeno un’idea. Come detto prima il terriccio migliore deve possedere caratteristiche chimiche e fisiche ottimali ma è ovvio pensare che tante piante diverse abbiano esigenze diverse, quindi è necessario scegliere il terriccio più idoneo per quello specifico tipo di pianta (o per meglio dire gruppo di piante). Come fare? molte piante richiedono terricci soffici, ricchi di sostanza organica e con pH neutri o acidi come per esempio la stragrande maggioranza delle piante tropicali verdi da appartamento; altre come le piante aromatiche o gli agrumi, preferiscono terricci più drenanti con una maggiore quantità di argille e di sali minerali e pH neutri o basici; altre come le carnivore, vogliono terreni con ph bassissimi (acidi) e l’assenza quasi totale di sali minerali.
I componenti di cui sono fatti i terricci sono tanti e con caratteristiche chimico-fisiche molto diverse, i principali sono: le torbe (dalla bionda acida di sfagno alla bruna fino alla nera), le argille (di vari tipi, con pH diversi), la sabbia (che può essere inerte come quella di quarzo o silicea a pH basico), e poi agriperlite, vermiculite, fibra di cocco, corteccia di conifere, sughero, lolla di riso, pomice e lapillo di varie granulometrie, compost vegetali, segatura, ecc. Inoltre nel terriccio sono spesso presenti anche concimi, dagli organici agli organo-minerali fino ai minerali quindi: letame, humus, pollina, leonardite, concimi a lenta cessione a membrana (di varie durate da 2 a 18 mesi).
Ultimamente sul mercato sono comparsi anche substrati con riserva d’acqua che contengono ritentori idrici che non sono altro che sostanze chimiche in grado di trattenere e rilasciare nel tempo grandi quantità d’acqua (il risparmio idrico arriva anche fino al 50%). Un’altra recente innovazione nei terricci destinati all’uso amatoriale sono quelli contenenti micorrize e batteri benefici della rizosfera, che non sono altro che microorganismi che vivono naturalmente nel terreno e che svolgono tutti quei processi bio-chimici necessari al ciclo della vita (degradazione della sostanza organica) e che sono indispensabili alla salute delle piante, essi sono per le piante un po’ come per noi i batteri della flora intestinale.
Le aziende produttrici di terricci offrono gamme di prodotti adatti alle esigenze specifiche ma è sempre bene chiedere consiglio al vivaista anche per quanto riguarda l’acquisto del terriccio. Sbagliare substrato porta sempre alla morte della pianta, specialmente se coltivata in vaso.
#8. Qual è la pianta che non può mancare in un giardino piacevole e rilassante?
Le piante sono tutte meravigliose, spesso utilissime, a volte bellissime. Io amo molto guardare un bell’alberello di limone con i gialli frutti pendenti e vicino le piante aromatiche, soprattutto il rosmarino; sono piante che mi richiamano alla mente il nostro bel clima mediterraneo, il mare, le giornate estive, le nostre tradizioni.
9. Ci consigli 3 idee per allestire un bel giardino o balcone?
Sopra tutti le begonie annuali: belle, versatili, resistenti; sono piccole piante che trovate in qualsiasi vivaio nel vaso 9-10, costano poche decine di centesimi ma sono piante in grado di valorizzare balconi e aiuole come nessun’altra pianta; sono annuali, iniziano a fiorire a fine marzo e continuano fino al tardo autunno, finché il freddo non le rovina.
Sono bellissimi anche i tageti, piccole composite con colori brillanti (dal giallo limone all’arancio acceso) adattissimi a valorizzare aiuole al pieno sole, magari in accoppiata con dei gerani zonali rossi. Inoltre sono utili anche nell’orto: le lumache puntano ad essi lasciando stare le verdure!
Un’altra pianta molto bella e utile è il Plectranthus coleoides, detta pianta dell’incenso per il suo piacevole profumo, è una labiata (la famiglia vegetale di cui fanno parte moltissime piante aromatiche) che vive benissimo nelle cassette in balcone anche insieme ai gerani, presenta un bel fogliame verde con margini bianchi o gialli e un portamento ricadente ma la possiamo anche potare per renderla elegante e adatta all’utilizzo in vaso singolo. Si adatta molto bene anche in aiuola.
È una perenne ma, come il geranio, deve svernare a temperature sopra lo 0°C. È un’efficace pianta anti-zanzare: se messa in posizione strategica vicino a porte e finestre, proteggeranno la vostra casa dalla presenza dei malefici ditteri, potete metterle anche in giardino piantata in piena terra o in vaso vicino al gazebo: nelle calde serate estive, rilassandovi gustando un gelato, non dovrete preoccuparvi delle punture dei fastidiosi insetti!
#10. Passa il fiore! Ci indichi 3 persone che potrebbero suggerirci consigli colorati e interessanti?
1) Vorrei segnalare innanzitutto un mio caro amico e compagno di scuola, giardiniere di professione e grande appassionato di piante particolari, Marco Mariani. Propone le “piante del benessere”, che non sono altro che piante, provenienti da tutto il mondo ma facilmente coltivabili qui da noi, utili per il nostro benessere psico-fisico.
2) Vi segnalo anche l’amico e giardiniere Ezio Cammarata: un vero artista-giardiniere. Realizza giardini Zen ispirandosi alla filosofia orientale, cosi legata alla natura.
3) Il terzo è un collega: Diego Brunelli, bravissimo coltivatore di piante erbacee perenni, piante spesso poco prese in considerazione ma che nel settore florovivaistico e del giardinaggio sono quelle che più seguono i ritmi naturali e che più ci avvicinano alla natura selvaggia.
Postilla
Mi permetto quindi di consigliare qualche libro, secondo me indispensabile, adatto sia per semplici appassionati che a professionisti del verde:
- Cacciatori di piante, dei coniugi Gribbin, che parla delle avventure di botanici del passato, che partivano per affrontare mille avversità, allo scopo di scoprire e portare in Inghilterra piante fino ad allora sconosciute, allo scopo di arricchire i giardini dei facoltosi finanziatori;
- Uomini che amano le piante, di Stefano Mancuso, le storie di botanici “curiosi” che con i loro studi hanno contribuito a cambiare l’idea che l’umo ha nei confronti del mondo vegetale;
- Plant Revolution, di Stefano Mancuso, conoscere le piante per vivere meglio;
- Elogio delle Erbacce, di Richard Mabey e C. Roberts (illustratore), alla fine non sono erbacce, ma utili vegetali la cui importanza non è minore di tutte le altre piante.
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