Gelso

Morus alba - Gelso bianco
Morus alba – Gelso bianco

Lo conosciamo come Gelso ma il suo nome scientifico è Morus. Si tratta di un genere di piante da fiore originario dell’Asia, ma che allo stato naturale è diffuso anche in Africa e in Nord America.

Al genere appartengono alberi decidui o arbusti da frutto di taglia media, anche se alcuni esemplari possono arrivare a misurare anche 20 metri di altezza.

È molto longevo, cresce rapidamente ed è caratterizzato da una corona fitta che tende ad espandersi.

La corteccia è grigia negli esemplari giovani e tende al bruno in quelli adulti.

Le sue foglie sono alternate, semplici e spesso lobate e seghettate sul margine. La loro preziosità è data dal fatto che sono preziose per la produzione della seta. Il gelso fiorisce nei mesi di aprilemaggio. Dai fiori nascono i frutti che misurano circa 2 centimetri e che sono bianco avorio, bianco rosato, o rosso vivo e cupo.

Una delle peculiarità del Gelso è la secrezione di un lattice che la pianta usa come difesa a ferite o lesioni per evitare la penetrazione di parassiti.

In Italia viene coltivato principalmente il gelso nero come pianta da frutto, anche se in passato (soprattutto nel nord Italia) venivano coltivate varietà di M.alba per la bachicoltura.

Si coltiva anche per scopi ornamentali.

Nonostante siano simili, i gelsi non sono strettamente imparentati con i lamponi e le more. Si tratta di tre le specie che appartengono tutte all’ordine delle Rosales ma a famiglie diverse. I lamponi e le more sono infatti rovi e appartengono alla famiglia delle Rosaceae.

Classificazione botanica

Il Gelso, nome scientifico Morus, è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Moracee.

Principali specie

Il genere conta diverse specie, le tre più diffuse a livello di coltivazione si distinguono per il colore del frutto: gelso bianco, gelso nero e gelso rosso (Morus alba, Morus nigra e Morus rubra)

Morus alba – Gelso bianco

Morus alba - Gelso bianco
Morus alba – Gelso bianco -foto di Emőke DénesCC BY-SA 4.0

Il gelso bianco è un albero imponente originario della Cina e diffuso sporadicamente in tutti i paesi mediterranei e anche verso nord.

Si tratta di un un albero caducifoglio che cresce rapidamente e che può vivere anche oltre tre secoli. Arriva a misurare un’altezza di 15–20 metri, è caratterizzato da un tronco irregolare e ramificato, e da una densa ed ampia chioma che tende ad essere tondeggiante nella sommità.

Le robuste e profonde radici sono arancioni e, seppur sono dotate di un fitto capillarizio che permette alla pianta di sopravvivere anche in stato di siccità, sono poco adatte ai terreni secchi e aridi.

Presenta grandi foglie cuoriformi lobate, di colore verde chiaro. In primavera produce piccoli fiori giallo-verdi ricadenti.

Alla fioritura seguono i frutti dolci e commestibili, amati dagli uccelli, che ricordano le more e che maturano in giugno.

Cresce bene al sole e tollera la mezz’ombra, ha bisogno di un vasto spazio perché diventa molto grande.

Le foglie del Morus alba sono state usate in Cina come alimento principale per i bachi da seta. In epoca coloniale i Gelsi bianchi sono stati introdotti in Nord America per creare un’industria della seta che poi non si è mai avviata.

Oggi non è più coltivato come alimento del baco da seta, ma bensì per la sua bellezza ed il suo valore ornamentale, oltre che come albero da frutto.

L’epiteto specifico deriva dal termine latino che significa bianco in riferimento al colore dei frutti.

Morus nigra – Gelso nero

Morus nigra - Gelso nero
Morus nigra – Gelso nero- foto di Krzysztof ZiarnekCC BY-SA 4.0

Il Gelso nero è originario dell’Asia sud-occidentale ed è stato importato in Gran Bretagna nel XVII secolo perché si riteneva potesse essere utile per coltivare i bachi da seta. Era largamente sfruttato nella medicina popolare, in particolare per trattare la tigna.

Oggi è coltivato, e spesso naturalizzato, in gran parte dell’Europa, compresa l’Ucraina, in Cina, in Armenia, Afghanistan, Iraq, Iran, India, Pakistan, Siria, Libano, Giordania, Palestina, Israele e Turchia.

Si tratta di un albero di dimensioni medio-grandi che cresce fino a 12 metri di altezza per 15 metri di larghezza. La sua chioma presenta rami robusti e grossolani.

È caratterizzato da foglie verde scuro,lunghe 10-20 centimetri, ruvide al tatto, cuoriformi, coriacee e consistenti. Sono proprio le foglie a distinguerlo da altre specie simili: nel Gelso nero hanno la superficie inferiore uniformemente pelosa. Fiorisce nei mesi di aprile-maggio.

Alla fine di luglio produce una frutto di medie dimensioni di colore rosso intenso, aromatico, con un sapore ricco, simile a quello del gelso rosso.

Si tratta di una pianta rustica e resistente, preferisce suoli umidi, ma tollera anche terreni poveri.

Rispetto al Gelso bianca, è meno resistente alle basse temperature.

Morus rubra – Gelso Rosso

Morus rubra - Gelso Rosso
Morus rubra – Gelso Rosso – foto di LeonAdlerCC BY-SA 3.0

Comunemente noto come gelso rosso, si tratta di un albero deciduo originario originario del Nord America orientale e centrale. Ha medie dimensioni, un portamento eretto e arrotondato, ed arriva a misurare un’altezza di 35-50 metri. Presenta foglie lobate, alterne, a forma di cuore, lunghe 7-18 cm, di colore verde scuro che ingialliscono in autunno.

La corteccia è bruno rossastra. Vanta un esteso e complesso sistema radicale, formato da radici laterali orizzontali e radici verticali più piccole. Si tratta di una combinazione che conferisce stabilità e permette all’albero di assorbire le sostanze nutritive dalla superficie del terreno, dove sono più abbondanti.

All’inizio della primavera il Gelso rosso fiorisce regalando fiori verdastri riuniti in piccole spighe. All fioritura seguono i frutti dolci e succosi che sono impiegati anche per la creazione di gelatine, marmellate e vini. I suoi frutti sono molto amati dagli uccelli. Può vivere fino a 125 anni.

Il Morus rubra è resistente a temperature inferiori allo zero, resiste anche ad una moderata siccità, all’inquinamento e ai terreni poveri.

L’epiteto specifico significa rosso in riferimento al colore dei frutti.

Morus cathayana

Alla famiglia del Gelso appartiene anche il Morus cathayana, un albero a foglie decidue originario della Cina, del Giappone e della Corea. Raggiunge un’altezza fino a 15 metri e fiorisce da maggio a giugno. Produce bacche commestibili e con le sue foglie si prepara un tè.

Morus indica

Il Morus è originario della regione temperata e subtropicale dell’Himalaya. Attualmente è coltivato in India, Cina, Giappone e Africa orientale. Raramente supera i 10-15 metri di altezza.

Gli esemplari giovani presentano rami di colore grigio-marrone chiaro ricoperti di peli sottili e morbidi, detti “peli”.
Le foglie misurano una lunghezza di 4 e 12,5 centimetri e una larghezza di 2,5-7,5 cm e sono attaccate all’albero tramite piccioli. Sono solitamente ovate, ma talvolta lobate, e sono caratterizzate da una punta stretta.

Fioritura

Il Gelso fiorisce in primavera, da aprile a maggio e fruttifica in estate, in particolare tra giugno e luglio. I fiori sono di un particolare giallo-verdastro.

Consigli per la coltivazione del Gelso

Morus nigra - Gelso nero
Morus nigra – Gelso nero- foto di HaplochromisCC BY-SA 3.0

Il Gelso viene coltivato anche come albero ornamentale. Raggiunge altezze e larghezze davvero ragguardevoli.

È longevo, rustico e si adatta facilmente a qualsiasi tipo di substrato. Vanta un apparato radicale robusto, elastico ed espanso, per questo in passato era usato per contrastare la franosità del terreno.

Coltivazione in piena terra

Il periodo migliore per la messa a dimora del Gelso è la fine dell’inverno ma è possibile procedere a partire dal mese di novembre fino a tarda primavera, quindi nel periodo della ripresa vegetativa. Dopo 3/4 anni dall’innesto il gelso darà i suoi frutti.

È bene considerare lo spazio adeguato e orientarsi su una porzione di terreno piuttosto ampia: il gelso cresce davvero tanto. L’esposizione deve essere al sole.

Temperatura

Tollera molto bene il freddo, in particolare il Morus alba è il più resistente potendo resistere sino a -20° C, mentre il Morus nigra e il Morus rubra prediligono zone con un clima un po’ meno rigido, per questo motivo sono largamente diffusi nelle zone meridionali.
Ama le zone ventilate e aperte.

Luce

Ama un’esposizione al sole o, al massimo, alla mezz’ombra.

Terriccio

Il gelso si adatta a diversi tipi di terreno, da quelli argillosi calcarei a quelli sabbiosi, sciolti e non molto ricchi di sostanza organica, ma preferisce i terreni predilige terreni umidi, esposti al sole e teme i terreni umidi e compatti.

Annaffiatura

Morus alba - Gelso bianco
Morus alba – Gelso bianco

Resiste bene alla siccità.

Ma per garantire una buona produzione è utile irrigare la pianta durante il periodo estivo in modo che il fogliame e i frutti si sviluppino al meglio.

Moltiplicazione

Il Gelso può essere moltiplicato per talea, da prelevare durante i mesi estivi dai rami dell’anno precedente. Si può propagare anche per polloni, selezionando quelli più sviluppati e robusti, dotati di radici. Si può anche moltiplicare per semina, ma si deve considerare che il tempo per la fruttificazione in questo caso è di minimo 7-8 anni.

Concimazione

Gelsi
Gelso

Il gelso non ha bisogno di particolari concimazioni, è sufficiente distribuire in autunno dello stallatico maturo o pellettato miscelato a del terriccio.

Potatura

Per contenere le dimensioni della chioma si rivelano utili delle potature annuali da fare dopo le gelate invernali. Le potature si rivelano utili anche per stimolare la fruttificazione.

Parassiti, malattie ed altre avversità

Il gelso è una pianta rustiche che generalmente non presenta problemi seri di insetti o malattie. Su alcuni esemplari possono essere presenti in massa le mosche bianche.

Inoltre la peronospora batterica può uccidere fogliame e rami mentre i cancri della macchia corallina possono provocare la morte dei rametti. Altri problemi possono riguardare la bruciatura batterica delle foglie, oidio e marciume radicale.

Curiosità

Morus nigra
Morus nigra – Gelso nero- foto di Marija GajićCC BY-SA 4.0

La passione per questa pianta ha origini remote: dall’inizio del Cristianesimo, le carovane arrivate dall’Oriente portavano la seta fino alle sponde del Mediterraneo. Si trattava di una stoffa molto amata dai principi romani.

Secondo la leggenda, attorno al 550 d.C. due monaci del Monte Athos inviati da Giustiziamo portarono da Bukhara i semi dell’albero prezioso e il “seme” del baco da seta nascosti nelle canne di bambù.

La coltura del gelso si estese in Grecia de nel XXII secolo Ruggero di Sicilia decise di importare nel suo reame l’albero, l’insetto e dei prigionieri che fossero in grado di lavorare la seta.

Nel 1603 l’aranceto delle Tuileries è stato convertito in bachicoltura e in filanda, nel contempo, in ogni parrocchia francese venne ordinato di creare un gelseto e di allevare i bachi. Lione diventò ben presto la capitale mondiale della seta. Il gelso venne chiamato “albero d’oro”.

Ma il Gelso è prezioso anche per l’eccellenza del suo legno

I romani apprezzavano i frutti del Gelso che sono tra i più antichi frutti medicinali. Galeno considera il frutto come un frutto “di piccolo nutrimento” astringente se immatura, lassativa a maturità.

A livello europeo il Gelso è stato definito una “Pianta a valenza multipla”, la sua coltura non richiede insetticidi; la pianta ha un apparato radicale adatto all’assestamento idrogeologico dei terreni a rischio di frana; dai rami privati di foglie si ricava una fibra polimerizzata, sfruttata nella componentistica industriale e il materiale che si ottiene è perfettamente biodegradabile.

Il nome generico Morus deriva dal latino mōrus, per via del colore dei frutti di alcune varietà.

Alcune città del Nord America hanno vietato la coltivazione di gelsi per via delle grandi quantità di polline che producono. In realtà, solo i gelsi maschi producono polline.

I frutti del gelso crudi sono composte per l’88% da acqua, il 10% da carboidrati, l’1% da proteine e meno dell’1% da grassi.
Con la maturazione del frutto, le more di gelso cambiano consistenza e colore, diventando succulente, grasse e succose, simili a una mora.

Le foglie di gelso, in particolare quelle del gelso bianco, sono ecologicamente importanti poichè rappresentano l’unica fonte di cibo del baco da seta, il cui bozzolo viene utilizzato per produrre la seta.

Secondo un mito eziologico babilonese il colore rosso-violaceo dei frutti del gelso è legato alla tragica morte degli amanti Piramo e Tisbe. I due amanti si sarebbero incontrati sotto un gelso. Alle prime luci dell’alba, la giovane Tisbe incontra una leonessa accanto ad un corso d’acqua dove si era recata per dissetarsi. La giovane dallo spavento corse via, e perde il suo velo, che la leonessa lacera, sporcandolo del sangue della sua ultima preda.

Piramo si sveglia e vedendo il velo insanguinato della sua amata, la crede morta per colpa della leonessa. In preda alla furia, lotta contro l’animale ma rimane gravemente ferito. Nel frattempo, Tisbe si riprende dallo spavento ed esce dal nascondiglio dove aveva trovato riparo.

Trova a terra il corpo del suo innamorato che la guarda negli occhi per un’ultima volta prima di morire. Tisbe, folle di dolore, si toglie la vita con il pugnale del suo amato. Gli dei, addolorati, tinsero di rosso i frutti del gelso in memoria dei due innamorati.

Vincent van Gogh ha raffigurato il gelso in alcuni suoi dipinti, in particolare il Gelso (Mûrier, 1889, ora al Norton Simon Museum di Pasadena). Lo dipinse dopo un soggiorno in manicomio.

Tossicità e/o uso erboristico

Gelsi
Gelsi

I gelsi hanno elevate concentrazioni di un carotenoide denominato zeaxantina che produce effetti benefici sull’organismo.

Riduce infatti lo stress ossidativo che colpisce le cellule oculari ed incide sulla macula lutea retinica. Inoltre, la zeaxantina agisce da antiossidante prevenendo danni alla retina, degenerazione maculare e cataratta.

Seppur i frutti del Gelso sono commestibili, mangiare troppe bacche può avere un effetto lassativo. I frutti verdi acerbi possono causare nausea, crampi e un effetto allucinogeno.Tutte le parti della pianta, oltre ai frutti maturi, contengono una linfa lattiginosa tossica.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”

Linguaggio dei fiori

Nel linguaggio dei fiori, il Gelso assume un diverso significato in base alla specie: il Gelso nero rappresenta la saggezza, il Gelso bianco indica la vanità, il benessere e la sicurezza interiore. Il Gelso rosso simboleggia il desiderio e la passione.

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