Il genere Nerine comprende diverse specie di bulbose, coltivate sia come piante da vaso, sia in giardino in piena terra. Non necessitano di particolari cure, ma non sempre riescono a regalare una grandiosa fioritura. Sono piante dal carattere un po’ particolare (e presto scopriremo perché) e che necessitano di condizioni ambientali stabili e mai troppo fredde.
La famiglia di appartenenza è quella delle Amaryllidaceae, che abbiamo già conosciuto parlando del Pancratium. o della Sprekelia. Proprio con il Giglio di mare le specie che stiamo per conoscere hanno diverse cose in comune, a partire proprio dalla delicata e leggera forma del fiore.
Non a caso le Nerine sono anche conosciute come “Giglio del Capo di Buona Speranza”, “Giglio di Guernesey” o, ancora, come “Amarillide di Guernesey”. Per scrupolo facciamo notare che botanicamente il nome Giglio è riservato solo al genere Lilium.
Hanno un portamento cespuglioso, ma reso più delicato proprio dai graziosi fiori, che si affacciano tra le tantissime foglie lanceolate di colore verde scuro e disposte a forma di rosetta.
I fiori sono davvero eleganti e con i loro petali sottili e lunghi riescono sempre a creare una magica atmosfera, specialmente quando inseriti in giardini rocciosi. Fiori con petali nastriformi che, sotto l’azione del vento, sembrano salutare i passanti, mostrandosi come il simbolo perfetto per descrivere la leggerezza.
Una elegante leggerezza, che di certo non passerà inosservata in qualsiasi giardino, anche in quelli dominati dagli accesi colori dei fiori di piante più grandi.
I colori delle Nerine (dei fiori) possono variare dal bianco al rosa, dalle più delicate tonalità di rosso a quelle più scure. Insomma, fiori davvero belli e che emanano un dolce e delicatissimo profumo.
La coltivazione delle Nerine avviene principalmente per sfruttare questa sua parte, cioè il fiore reciso, utilizzatissimo per creare delle straordinarie composizioni floreali.
Purtroppo le Nerine sono poco conosciute e proprio non riescono a reggere il confronto con altre piante, che godono della fama di vere e proprie star di giardini o balconi, come le Surfinie, i Gerani o ancora l’Agapanthus.
Sicuramente le specie appartenenti al genere Nerine non godono di tale fama, ma di certo lo spettacolo offerto durante il periodo della fioritura non ha proprio niente in meno rispetto a quello offerto da altre piante. Provate ad interrare queste bulbose, con cura e precisione, in punti ben precisi del prato di casa: piccoli bouquet rialzati, con fiori davvero bellissimi, trasformeranno l’intero giardino.
Classificazione botanica
Dominio: Eukaryota;
Regno: Plantae;
Divisione: Magnoliophyta;
Classe: Liliopsida;
Ordine: Asparagales;
Famiglia: Amaryllidaceae;
Genere: Nerine.
Principali specie
Un genere poco conosciuto, di conseguenza sono poche le specie che vantano un’ampia diffusione tra quelle maggiormente richieste per rendere ancor più suggestivi gli angoli esterni della propria abitazione. Di seguito le specie più conosciute e utilizzate per valorizzare i giardini.
Nerine bowdenii
È questa la specie più famosa e che vanta una diffusione nettamente superiore rispetto alle altre che andremo a descrivere. Originaria del Sudafrica, presenta bulbi piriformi e foglie lunghe e nastriformi, che possono raggiungere anche i 30cm di lunghezza.
Con eleganza porta in alto suo fiore, sorretto da steli che possono raggiungere tranquillamente i 50cm di altezza. Non un fiore singolo, ma fiori che sbocciano in gruppi di 5 o 6 unità (è raro vedere più fiori raccolti in un’unica infiorescenza), ma tutti di medie dimensioni.
I colori dei petali possono variare dal bianco al rosa (in diverse tonalità) o al porpora, ma quasi sempre si mostrano con la parte centrale di colore più scuro.
La fioritura avviene alla fine dell’estate, arrivando a colorare anche il più grigio autunno.
Una fioritura tardiva, ma che non ci permette di etichettare tale specie come rustica e resistente alle più basse temperature (anche se, rispetto alle altre è quella più forte).
Il gelo, le forti piogge e un terreno molto umido possono danneggiarla. Stiamo parlando sempre di una pianta originaria delle più calde regioni del pianeta e che solo nelle zone mediterranee del nostro Paese riesce a ritrovare condizioni che ne permettono la coltivazione. Non necessita di particolari cure, tantomeno di frequenti interventi di irrigazione e concimazione.
Nerine sarniensis
Cresce spontaneamente lungo le coste del Sudafrica e si presenta con piccoli bulbi (con diametro di circa 2,5cm) ricoperti da una tunica di colore piuttosto chiaro. Le foglie compaiono solitamente dopo la fioritura e, come abbiamo detto per la precedente specie, sono di colore verde scuro e nastriformi.
I fiori, sorretti da scapi alti più di 40cm assumono le diverse tonalità del rosso e sono riuniti in ombrelle molto caratteristiche.
Nerine humilis
È una specie che si caratterizza e, allo stesso tempo, si differenzia dalle altre, per i petali dei fiori decisamente più ondulati. Altra particolarità di questa specie è la variabilità nel colore dei fiori, che si presentano come vere e proprie calamite, pronti ad attirare su di loro l’attenzione di chiunque nelle loro vicinanze si trova. Sono davvero delicatissimi e raffinati.
Nerine humilis (I, KENPEI [GFDL, CC-BY-SA-3.0]
Nerine pudica
Il fiore della N. Pudica sembra non avere troppi elementi in comune con quello delle altre specie. La forma dei fiori delle specie di Nerine è quasi sempre riconducibile a quella del Giglio di Mare, ma questa volta domina una forma conica e senza vistose ondulazioni sui petali. Questi ultimi sono più corti, ma si sviluppano maggiormente in larghezza.
Fioritura
La fioritura delle Nerine avviene a fine luglio o agosto e dura fino all’autunno, portando meravigliose infiorescenze ad ombrella, con fiori dai petali ondulati.
Per prolungare la fioritura, quando le piante sono coltivate in vaso, meglio spostare i gli stessi contenitori in zone riparate durante i primi giorni autunnali. Nessuna specie ama particolarmente le basse temperature.
E quelle coltivate in piena terra? Prima che i fiori appassiscano, tagliateli e utilizzati per creare delle meravigliose composizioni per valorizzare gli ambienti domestici. Ne vale davvero la pena!
Perché le Nerine non fioriscono?
Una domanda che troppo spesso si sente quando si parla di questo genere. La risposta è breve ed immediata: sono piante che devono essere lasciate in pace!
Proprio così, non amano essere toccate, spostate, strapazzate o altro, ma desiderano solo vivere in modo tranquillo. Ricordate le parole e la melodia della canzone di Tricarico? In questo caso possiamo farla cantare a queste piante: “voglio una vita tranquilla la la la…”.
Come sempre facciamo un po’ di ironia, ma il succo del discorso è proprio questo: le Nerine devono essere lasciate nello stesso posto (vaso o giardino) per almeno 2/3 anni. Solo così sarà possibile ottenere una bellissima fioritura.
Un altro segreto per ottenere piante con fiori straordinari: amano i terreni sabbiosi!
I caratteristici fiori ondulati che accomunano diverse specie di Nerine (foto CC BY 2.0)
Consigli per la coltivazione delle Nerine
Tra le specie che prima abbiamo descritto nessuna ha particolari pretese, ma nessuna (solo la Nerine bowdenii un po’ di più) riesce a resistere al freddo inverno. In ogni caso, possiamo tranquillamente affermare che la coltivazione delle Nerine non è assolutamente difficile ed impegnativa.
Coltivazione in vaso
Le Nerine possono essere coltivate in vaso, ma si sconsiglia di mettere a dimora i bulbi in contenitori di qualsiasi dimensione. Meglio piantarle in piena terra, se si desidera ottenere un risultato davvero sorprendente in estate.
Per la coltivazione in vaso è consigliato scegliere specie che riescono meglio ad adattarsi a spazi ridotti, come ad esempio la N. sarniensis.
Il vaso dovrà contenere una buona percentuale di sabbia, da aggiungere ad un terreno dalla leggera composizione. Il substrato ottenuto dovrà risultare perfettamente drenante.
Quando coltivate in vaso le Nerine devono essere concimate ogni due settimane nel periodo invernale e primaverile.
Il rinvaso deve essere effettuato ogni 3 anni circa, proprio perché sono piante che non amano cambiamenti di alcun genere, specialmente di dimora.
Coltivazione in piena terra
Meglio piantare i bulbi direttamente in giardino (dove la temperatura lo permette), portando a termine tale operazione alla fine della primavera o in estate, scavando buche di circa il doppio dell’altezza degli stessi. Il consiglio principale è quello di non mettere a dimora i bulbi ravvicinati, ma mantenere sempre non meno di 20cm di distanza tra un bulbo e l’altro.
Le Nerine necessitano di tanta luce ed è per questo che si consiglia di scegliere, con la massima attenzione, il punto esatto del giardino dove collocare queste straordinarie piante, sempre eleganti, ma anche con dettagli che le fanno apparire selvagge e indomabili.
Durante l’inverno, per proteggere i bulbi, è possibile procedere ad accurata pacciamatura.
Nel vostro giardino sono presenti già Colchicum autumnale (falso zafferano) o Ciclamini? Perfetto, dovete assolutamente piantare, se le condizioni climatiche lo permettono, anche le Nerine. Insieme possono dar vita ad uno spettacolo fantastico.
Temperatura
Tutte le specie di Nerine sopportano bene le alte temperature, mentre i primi problemi si possono avere già appena sotto i 9° C. Il freddo non è tollerato da queste piante di origine africana.
Ecco perché se ne consiglia la coltivazione in un luogo riparato oppure nel sud o nelle zone costiere, dove il clima è particolarmente mite tutto l’anno.
Luce
Le Nerine necessitano di tanta luce, condizione necessaria, come le alte temperature, per ottenere bellissime fioriture. Sono piante che amano il caldo e non si sottraggono ai più forti abbracci del sole e dei suoi raggi.
Terriccio
Nessuna particolare pretesa per quanto riguarda il terreno. Il substrato perfetto per la coltivazione di queste bulbose è un mix di terra, sabbia grossolana e torba in parti uguali.
Il terriccio per le Nerine deve sempre essere molto leggero e ben drenato, poiché pericolosissimi sono i ristagni di acqua.
Annaffiatura
Gli interventi di irrigazione delle Nerine devono essere costanti e regolari per tutta la fase della crescita attiva, mentre si possono sospendere del tutto nel periodo invernale.
Sono bulbose, quindi soffrono particolarmente i ristagni idrici. Meglio non esagerare con le quantità di acqua durante le annaffiature, ma mantenere il terriccio leggermente umido.
Consigliatissimi, per l’irrigazione di queste piante, sono i sistemi a goccia, perfetti quando le stesse sono coltivate in piena terra.
Moltiplicazione
La riproduzione delle Nerine può avvenire per divisione dei bulbilli o dei cespi. Le parti staccate dalla pianta madre dovranno essere messe immediatamente a dimora in vasetti riempiti di sabbia e terra in parti uguali. Tale substrato dovrà essere mantenuto sempre umido (senza mai esagerare). La fioritura avverrà non prima dei 3 o 5 anni.
Concimazione
Gli interventi di fertilizzazione devono essere fatti durante il periodo di crescita attiva della pianta, somministrando un concime complesso ricco in azoto. È possibile procedere non appena compaiono i primi germogli, per poi concimare le Nerine una volta ogni 4 settimane circa.
Potatura
Non si può parlare di vera e propria potatura, ma di semplice rimozione delle parti danneggiate e secche o dei fiori appassiti.
Fiori leggeri e raffinati: le Nerine sono piante che amano stupire (foto CC BY-NC 2.0)
Parassiti, malattie e altre avversità
La minaccia più grande per queste bellissime bulbose è il marciume radicale: mai esagerare con le annaffiature. Le Nerine riescono a superare senza particolari problemi periodi di siccità, ma sono particolarmente soggette all’azione di una eccessiva umidità del terreno.
Altra malattia fungina che spesso colpisce queste piante è la fusariosi, causata sempre da un’eccessiva umidità del terreno: si manifesta con il marciume del colletto, la necrosi degli steli e un rapido ingiallimento delle foglie.
Tra i parassiti che maggiormente attaccano le Nerine possiamo menzionare gli afidi: in caso di attacco è necessario intervenire subito somministrando alla pianta specifici antiparassitari.
Curiosità
Tra i fiori recisi, utilizzati per la creazione di bellissimi e raffinati bouquet, le Nerine occupano un posto di rilievo, grazie alla particolare forma dei fiori, al loro delicatissimo profumo e agli straordinari colori.
C’è una zona, in Africa, dove queste piante crescono e si sviluppano in gran numero: I Monti dei Draghi (Drakensberg), catena montuosa dell’Africa meridionale, offrono le condizioni di crescita ideali per queste bulbose.
Perché si chiamano Nerine?
Ancora si discute sull’esatta origine del nome di queste bulbose, ma c’è una tesi che sembra prevalere su tutte le altre, per il fatto di essere collegata alla lingua del luogo di origine. Il termine scelto per indicare questo genere, non chissà quanto numeroso, sembrerebbe derivare da un dialetto africano (la maggior parte delle specie crescono spontanee nelle calde regioni dell’Africa del sud) e fa diretto riferimento alla forma del fiore.
Esiste anche un ibrido intergenerico tra Nerine bowdenii e Amaryllis chiamato x Amarine.
Tossicità
Non rientrano nella lista delle piante tossiche e potenzialmente pericolose per l’uomo e gli animali.
Linguaggio dei fiori
Le Nerine sono anche conosciute come Gigli del Capo di Buona Speranza, pertanto è possibile richiamare il significato del Giglio che, nel linguaggio dei fiori, da sempre simboleggia la purezza e l’innocenza.
Bibliografia
- The Amaryllidaceae of Southern Africa. di Graham Duncan, Barbara Jeppe, Leigh Voigt (2016). G. Duncan Eds. – Uno splendido libro in inglese con molte informazioni dettagliate sulle amaryllidacee del Sud Africa, compreso il genere Nerine a cui è dato molto spazio.
- “Nerines – a brief guide to growing nerines in the British Isles” della UK Nerine & Amaryllid Society
Per chiudere un bel video di Christian Shejbal
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Posso interrare ora (Ottobre) i bulbi?
sarebbe meglio in primavera, ma provaci. Considera che odiano essere trapiantare, lasciale fisse per molto tempo.
Si possono seminare?
SI certo, ci mettono diversi anni prima di fiorire però.