Il Colchicum è una bella pianta che sicuramente abbiamo incontrato. Prima di parlarvene è opportuno fare una piccola premessa.
Conoscere le piante è bello ed affascinante: ci da modo di sapere quelle che sono le loro esigenze, ci da modo di capire il loro significato nel linguaggio dei fiori, poi volete mettere il figurone che si fa nel riconoscere le diverse specie facendo una passeggiata con altre persone?
Ma conoscere le piante è talvolta importante anche per proteggere la propria salute. Per salvarsi la vita.
Ci sono piante che attirano la nostra attenzione, sono belle, somigliano a specie commestibili, non sappiamo riconoscerle ed ecco che ci ritroviamo tra le mani una pianta velenosa.
Il Colchicum fa indubbiamente parte di questa categoria: è una pianta molto velenosa, forse la più velenosa che esista per le cui tossine mortali non esiste antidoto. Il problema è che somiglia terribilmente allo zafferano, tanto da essere definita “zafferano bastardo”.
Andiamo a conoscerla, senza pregiudizi perché, si è velenosissima, ma vanta anche tante qualità.
Il Colchicum, italianizzato in Colchico, è un genere che conta numerose bulbose (cormi) originarie dell’Asia e dell’Europa, solitamente a fioritura autunnale anche se esistono specie di colchico a fioritura primaverile. Si tratta di una bulbosa perenne caratterizzata da cormi di dimensioni medie, che hanno un diametro di circa 6-8.
Durante la primavera producono numerose foglie lineari, verde brillante, lucide e leggermente carnose. Nei mesi estivi le foglie di colchico disseccano e dai bulbi in autunno spuntano alcuni piccoli fiori, di colore rosato o bianco, solitari, molto simili ai crocus.
È possibile riconoscere il colchico dai crochi perché ha 6 stami invece di 3: ha 3 stili sporgenti dal tubo, separati tra loro a partire dalla base. Il fiore dello zafferano, inoltre è più grande e spunta in autunno, mentre le foglie e i frutti arrivano in primavera.
Il Colchicum cresce nei prati e nei pascoli, in ambienti umidi. E’ presente in tutte le regioni dell’Italia settentrionale, in particolare in Toscana ed in Sardegna
Si tratta di una pianta molto velenosa, i rischi di avvelenamento sono dovuti soprattutto alla somiglianza dei fiori con quelli dello zafferano, con cui vengono facilmente confusi.
Tutte le parti della pianta sono velenose, per il contenuto in colchicina, un alcaloide altamente tossico.
Classificazione Botanica
Il Colchicum è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Colchicaceae.
Tra i generi membri delle Colchicaceae citiamo anche la Sandersonia.
Principali Specie
Sono tantissime specie usate in coltivazione, e sono stati creati ibridi e cultivar molto ornamentali.
In Italia Sono note sei specie spontanee, vediamole:
Colchicum autumnale
Si tratta della specie più nota a fioritura appunto autunnale, arriva a misurare tra 10 e 40 cm e presenta foglie più larghe delle altre varietà. Fiorisce spesso in grandi quantità nei prati umidi.
I fiori sono di colore rosato e sono spesso confusi con i crochi.
Colchicum alpinum
Questa specie è alta fino a 15 centimetri, in primavera spuntano le foglie e i semi che sono disposti in capsule ovoidali, poi, in tarda estate ed in autunno, quando le foglie sono scomparse, appaiono i fiori a forma di calice generalmente solitari, ma si possono trovare anche in gruppi di 2 o 3.
Cresce fin verso i 2000 m. su prati.
Colchicum cupanii
Il nome di questa specie deriva il suo nome dal botanco palermitano F. Cupani (1657-1711), studioso della flora siciliana. Arriva a misurare fino a 16 cm di altezza. Ha foglie lanceolate già presenti al momento della fioritura, i fiori hanno le antere porpora.
Colchicum lusitanum
Questa specie è più piccola delle altre. Presenta foglie che si sviluppano dopo la fioritura, solitametne 4-5 ed i fiori hanno antere gialle.
Colchicum neapolitanum
Questa specie produce fiori, simili a quelli dei Crocus, che spuntano in autunno partendo direttamente dal bulbo sotterraneo. I fiori sono soprattutto a mazzetti di 3 ma possono arrivare fino a 7 ed hanno 6 tepali di colore viola/rosa non variegati, Sono lunghi complessivamente fino a 20 cm.
In Italia è presente dalla Maremma alle regioni del Sud dove cresce nelle radure boschive, nei prati e nei luoghi umidi
Colchicum bivonae
Questa specie si distingue per un numero di foglie maggiore (da 6 a 9) e per le antere arancioni o rosse
Colchicum speciosum
Originaria delle zone montuose della Turchia settentrionale, del Caucaso e dell’Iran settentrionale. Alta fino a 18 cm di altezza per 10 cm di larghezza, fiorisce in autunno, producendo fiori rossastri/viola su steli alti fino a 30 centimetri senza foglie.
Le foglie crescono in primavera, poi ingialliscono, e appassiscono in estate.
Questa specie è molto vigorosa e cresce bene in pieno sole o in ombra parziale e su terreni ben drenati nella maggior parte dei climi.
Sono disponibili anche le cultivar “Album” con fiori bianchi e “Atrorubens” con fiori di colore viola-ametista.
Fioritura
La fioritura del Colchicum è effimera e avviene nel periodo fine estate – inizio autunno. Una volta che sono appassiti i fiori la pianta pare sparire finché al termine dell’inverno, in primavera, spunta il fusto che porta la capsula fruttifera avvolta dalle foglie. Il periodo fioritura va da fine Agosto a Novembre. Ci sono varietà producono i fiori a fine inverno-inizio primavera, prima che appaiono le foglie. Ci sono anche varietà ibride, che regalano fiori di grandi dimensioni con colori intensi.
Consigli per la coltivazione del Colchicum
Questa bulbosa è di facile coltivazione, cresce in ogni terreno, ma preferisce quelli con una buona quantità di sostanza organica e con un buon drenaggio.
Si pianta in autunno, dopo la fioritura, e non ha bisogno di cure particolari. E’ una pianta adatto a prati che vengano tagliati raramente o per realizzare delle bordure, l’esposizione ideale è al sole.
Coltivazione in vaso
Il Colchicum può essere coltivato in vaso. In tal caso occorre disotterrare e rinvasare i bulbi ogni 2 o 3 anni diradandoli.
Coltivazione in piena terra
Questa bulbosa può essere coltivata in piena terra, soprattutto se si vogliono creare bordure decorative.
Temperatura
Questa pianta non teme il freddo ed è adatta per l’inselvatichimento.
Luce
Il Colchicum necessita di un’esposizione in luogo soleggiato, o semi ombreggiato.
Terriccio
Il terreno ideale per lo sviluppo del colchino è piuttosto grasso, sabbioso e argilloso, ricco di materia organica. Il substrato di coltivazione dovrebbe avere un pH: acido, alcalino e neutro E’ fondamentale che sia ben drenato.
Annaffiatura
Questa pianta si accontenta delle piogge, anche se in caso di siccità prolungata può essere necessario annaffiare in particolare per la coltivazione in vaso. E’ importante evitare irrigazioni eccessive che potrebbero provocare ristagni idrici.
Moltiplicazione
Il Colchicum può essere moltiplicato per divisione dei bulbilli durante l’autunno. I bulbilli devono essere interrati a gruppi di 10-15 distanziandoli di qualche centimetro tra l’uno e l’altro. Il terreno adatto per le nuove piantine è leggermente acido, fresco e ben drenato.
Concimazione
Per agevolare lo sviluppo della pianta si possono somministrare concimi granulari a lenta cessione specifici per le piante fiorite.
Parassiti, malattie ed altre avversità
Le piante di Colchicum possono essere attaccate dal marciume radicale. L’ideale è aver terreno molto ben drenato.
Curiosità
Il termine Colchicum deriva da Kolchis, una regione dell’est della Georgia, sul Mar Nero, l’antica Colchide, regno mitologico di Medea. La leggenda racconta che fu proprio Medea, abitante della Colchide, a provocare la nascita del fiore sulla terra, lasciando distrattamente cadere sul terreno una goccia di una delle sue pozioni.
Nel medioevo il Colchicum veniva usato dalle fattucchiere per preparare un decotto per curare l’artrite, per combattere i pidocchi e altri parassiti
Dalla pianta Colchicum veniva estratto un colorante utilizzato per colorare di verde le reti dei pescatori.
Nell’antichità il decotto della pianta veniva frizionato sula pelle per il trattamento delle sciatalgie e nelle affezioni del trigemino.
Il colchico è una tra le più importanti piante medicinali ma, nel contempo, è anche una delle più velenose.
Il colchico è attualmente considerato fra le piante medicinali a rischio di estinzione, motivo in più per lasciarlo indisturbato nei prati alpini. Industrialmente, la colchicina non è più ottenuta dal colchico, ma dai rizomi e dai semi di Gloriosa superba, una magnifica pianta africana (è il fiore nazionale dello Zimbabwe), coltivata come pianta da appartamento.
Tossicità e/o Uso Erboristico
Il Colchicum è velenoso per la presenza di alcaloidi particolarmente tossici, tra cui la colchicina e l’inulina. Tutta la piante è molto velenosa ma soprattutto lo sono i semi e il bulbo. La colchicina è un alcaloide altamente tossico che rende la pianta velenosa fino ad essere mortale.
La colchicina interferisce con la divisione cellulare, inibendola. Non esiste antidoto.
Ma l’uso di questa pianta e strettamente riservato ai medici, La colchicina oggi è stata realizzata di sintesi in farmacia:. Non si deve assolutamente ingerire nulla della pianta nemmeno in minime quantità perché non esiste antidoto.
Sintomi dell’avvelenamento da Colchicum
Il principio attivo della pianta si accumula nei tessuti, provocando avvelenamenti anche se la sostanza viene assunta in quantità minime.I sintomi da avvelenamento compaiono entro le 5 ore dall’ingestione della pianta, accompagnati da febbre.
I sintomi sono
- bruciore alla bocca
- nausea e vomito
- diarrea sanguinolenta
- delirio
- aumento della frequenza cardiaca
- dolori toracici
- possibile morte
Può essere pericoloso anche il semplice contatto con il fiore per provocare danni alla pelle
Proprietà curative della colchicina
La colchicina viene usata come specialità farmaceutica, sotto stretto controllo medico, in alcune particolari patologie, come l’attacco acuto di gotta e in caso d’epatite cronica. Ha proprietà diuretiche e analgesiche.
“Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”
Un ultimo consiglio: evitate sempre di raccogliere piante, se non le conoscete alla perfezione. Improvvisarsi esperti di piante è, in taluni casi, un rischio enorme.
Bibliografia
– Colchicum: The Complete Guide, di Christopher Grey-Wilson, Rod Leeds and Robert Rolfe: una monografia completa sul genere Colchicum della collana RHS. Sono descritte in dettaglio 104 specie con la chiave per aiutare l’identificazione. E ci sono anche le schede di più di 80 cultivar.
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