Il nome, ammettiamolo pure, non fa onore a questa pianta. Il Croco, a dispetto del nome austero e grave, è una delicata (ma robusta) erbacea perenne dalla tipica infiorescenza a forma di coppa, che ci annuncia la fine dell’inverno facendo capolino anche tra i resti della neve in prati e giardini e schiudendo le sue corolle dalla grande varietà di colori non appena si allungano le giornate e il sole inizia ad intiepidire l’aria.
Il croco, Crocus il nome scientifico, è una pianta erbacea bulbosa, originaria dell’Europa (principalmente in Europa centrale e meridionale tra la Spagna e i Balcani), Nord Africa (soprattutto quella occidentale) e Asia (soprattutto Asia minore). In Italia ci sono diverse specie spontanee. Ora è diffusa in tutto il mondo, grazie alla facilità di coltivazione e ai suoi colori.
Il nome fa riferimento agli stimmi lunghi e filamentosi, deriva infatti dall’antica parola greca “Kroke” che significa filamenti.
La pianta di Crocus presenta delle foglie di colore verde scuro e lucido, caratterizzate da una striscia bianca al centro. Le foglie sono molto sottili. La fioritura avviene in periodi differenti dell’anno in base alla specie.
I fiori hanno la forma di una coppa e sono composti da 6 tepali. Sbocciano prima delle foglie direttamente dal bulbo, dando proprio l’idea che nascano direttamente dal terreno. La lunghezza del fiore varia dagli 8 ai 15 cm. Nella maggior parte dei casi è di color lilla, ma può essere anche giallo, arancio, bianco striato o viola, secondo la varietà a cui appartiene.
La pianta è associata e nota per lo zafferano la spezia dalle infinite proprietà che non manca di certo nelle nostre cucine. Lo zafferano si produce utilizzando dagli stimmi essiccati di una varietà del Croco, il Crocus sativus e viene impiegato in cucina come spezia aromatica, da quella particolare colorazione gialla.
La maggior parte delle cultivar a fioritura primaverile è ottenuta dalla varietà francese Crocus vernus.
Classificazione botanica
Il Crocus è un genere di piante spermatofite monocotiledoni appartenenti alla famiglia delle Iridaceae. Sono piante erbacee perenni dal fiore a forma di coppa.
Principali specie
Il genere Crocus presenta una estrema variabilità della morfologia e della struttura interna delle cellule a causa dell’alto numero di cromosomi, ciò comporta un alto grado di segregazione di specie locali determinando, di conseguenza, molti problemi di sistematizzazione e classificazione.
Ad oggi non si è quindi ancora giunti ad una completa e soddisfacente suddivisione, alcuni autori hanno proposto una classificazione basata sul periodo di fioritura: primaverile e autunnale.
Ma questo criterio potrebbe essere equivocato in quanto alcune specie fioriscono con continuità da settembre ad aprile; altre specie in particolare modo le specie autunnali, emettono le foglie in tempi anche molto diversi (Crocus speciosum, ad esempio, fiorisce in autunno, ma le foglie nascono in primavera).
Il linea generale si può comunque affermare che il genere crocus racchiude al suo interno circa 100 specie diverse. Negli anni sono comparsi anche tantissimi ibridi comunemente reperibili sul mercato.
Vedi anche
Vediamone alcune.
Crocus tommasinianus
Questaspecie è originaria dell’Europa centro orientale, ma è presente anche in Italia nelle zone collinari. Attraverso selezioni ed incroci abbiamointeressantissime cultivar con colori intensi.
La fioritura inizia solitamente verso la fine dell’inverno e si protrae fino all’inizio di aprile. La specie e le varietà derivate si naturalizzano facilmente e si possono lasciate indisturbate per alcuni anni senza troppa perdita dell’intensità di fioritura.
Tra tutte le specie è quella più resistente e affidabile. È una specie molto rustica e dallo sviluppo particolarmente veloce.
Crocus chrysanthus
Tutti i crochi derivati dalla specie Crocus chrysanthus sono facilissimi da coltivare in piena terra, meglio se in zone assolate. Sono crochi di piccole dimensioni con fiori color pastello o giallo più o meno intenso. Particolarmente belle sono le varietà bicolori e celesti.
Questa è una delle bulbose si può piantare con molto successo anche in miscugli, perché la fioritura è quasi simultanea per tutte le varietà.
La fioritura è molto precoce. uesta specie produce fiori color giallo oro, molto piccoli. Fiorisce a fine inverno o inizio primavera, anche sotto la neve. Viene per questo soprannominata anche “croco della neve“.
Tollera bene le temperature estreme, sia quelle estive che quelle invernali, e si riproduce facilmente.
Crocus ancyrensis
Questa specie ha uno splendido croco giallo che fiorisce appena si scioglie la neve. I cormi si piantano in autunno alla profondità doppia della loro altezza in un terriccio comune da giardino o quello universale di buona qualità, reso più permeabile con l’aggiunta del 10 % di sabbia di fiume.
Le annaffiature non sono generalmente necessarie. Al momento della fioritura ed una settimana dopo il termine della fioritura è bene somministrare del concime universale per piante fiorite in forma liquida. In questa maniera si possono formare bene i nuovi cormi, che dovrebbero essere dissotterrati, puliti dal residuo del vecchio cormo e conservati in un posto ventilato ed asciutto fino all’autunno successivo.
Crocus etruscus
Questa specie è originaria dell’Italia. Ha fiori blu lilla relativamente grandi. Attraverso selezioni ed incroci sono state create delle cultivar molto belle, con una colorazione rosa chiaro e rosa-violetto.
La fioritura di questi crochi è primaverile. La coltivazione è facile Questa specie rende meglio se piantata da solo e relativamente fitta (secondo la regola “uno sì, uno no”).
Crocus korolkowii
Specie originaria dell’Afghanistan, Pakistan e Asia centrale con fiori giallo oro scuro, tepali esternamente con strisce bronzo scuro e vistose antere gialle all’inizio della primavera. E’ un croco da coltivare in gruppi folti piantando i grandi cormi alla distanza di 3-5 cm uno dall’altro alla profondità doppia della loro altezza. Il terriccio deve essere molto permeabile, ma relativamente ricco.
Due concimazioni con fertilizzante liquido per piante fiorite, da somministrare a distanza di una settimana a cominciare dalla fioritura, aiutano la formazione dei nuovi cormi. Dopo l’ingiallimento delle foglie non si dovrebbe apportare acqua fino ad ottobre. Conviene lasciare i cormi indisturbati per due anni, ma è possibile dissotterrarli ogni anno per conservarli in un luogo asciutto fino all’impianto nel mese di ottobre o novembre.
Crocus sieberi
Le varietà di questa specie fioriscono dalla fine dell’inverno fino all’inizio della primavera. Sono caratterizzate da colori molto decisi, sia nelle forme chiare che in quelle scure o con più bande colorate.
Sono originarie del Mediterraneo orientale, vogliono un terriccio molto permeabile, non troppo umido ed una esposizione in pieno sole. Il ciclo vegetativo è relativamente corto e dopo l’ingiallimento e l’essiccamento delle foglie conviene dissotterrarli, pulirli dal residuo del vecchio cormo e separare i grandi dai piccoli, che fioriranno solo dopo due o tre anni di accrescimento.
In tal modo è possibile garantire ogni anno una fioritura omogenea delle piante da cormi sufficientemente sviluppati. Se si lasciano i cormi per più anni indisturbati la fioritura sarà intensa ma più naturale. Somministrare due concimazioni con un fertilizzante liquido per piante fiorite, una dopo l’emissione delle foglie, ed una al momento della fioritura, aiuta la formazione dei nuovi cormi ed allunga il ciclo vegetativo.
Crocus vernus
Specie a distribuzione mediterraneo-sudeuropea orientale presente in tutte le regioni dell’Italia salvo che in Trentino-Alto Adige e Veneto. La distribuzione regionale è estesa alla pianura friulana orientale, con pochissime stazioni sparse nel settore alpino. Il bulbo è velenoso. Il periodo di fioritura va da marzo a luglio.
Questa specie ha dato il nome alla serie dei crochi chiamati Verni, si tratta di grandi crochi di origine orticola noti come crochi olandesi.
Sono caratterizzati da una notevole dimensione delle corolle, dalla capacità di produrre più fiori da cormi grandi, dalla fioritura precoce, ma facilmente influenzabile con l’impianto molto tardivo, perché i cormi vengono facilmente conservati. Si piantano in autunno e fino alla fine di dicembre ma anche oltre se tenuti al fresco, senza sbalzi di temperatura e in atmosfera con umidità relativa non troppo elevata.
Crocus sativus (Zafferano)
La specie sativus si distingue al contrario per l’altezza dei fiori, che possono arrivare fino a 30 cm. Di colore malva o violetto con striature, i fiori contengono stigmi molto lunghi da cui si ottiene il famoso zafferano.
La propagazione avviene mediante i bulbi. La coltivazione è molto difficile, perché richiede numerose attenzioni e particolari condizioni climatiche e del terreno. In Italia, l’Abruzzo e la Sardegna hanno oggi il primato della produzione.
Crocus laevigatus
Il crocus levigatus fiorisce in autunno o al massimo in inverno. Produce fiori piccolini, con gola gialla e di colore bianco, caratterizzati da tante striature viola. Decorano i giardini e i prati con la loro delicatezza e diffondono anche un piacevole profumo. E’ diffuso soprattutto in Grecia.
Fioritura
Quando sbocciano i crochi? Alcune specie fioriscono in autunno, alcune in inverno e altre in primavera.
Quelle che fioriscono in autunno hanno bisogno di un dormienza estiva al caldo.
Quelle che fioriscono in primavera hanno bisogno di una dormienza al freddo.
Quelle che fioriscono in inverno sono tipicamente quelle di origine mediterranee che hanno un inverno piuttosto mite.
I petali dei fiori sono generalmente lineari con una striscia d’argento che ne attraversa il centro e si solito hanno 3 stami. Molte varietà raggiungono gli 8-10 cm di altezza.
Consigli per la coltivazione
Questi sono consigli generali, vanno poi visti per la specie particolare.
Generalmente per avere risultati ottimali il Crocus va piantato in autunno, meglio se nel periodo compreso tra settembre ed ottobre. I bulbi vanno piantati ad una profondità di 7-8 cm e in gruppi di 5-6 distanziati tra di loro di circa 10 cm. il Crocus è molto resistente ed è quindi in grado di sopravvivere in aree esposte e anche in terreni di scarsa qualità prediligendo comunque terreni sabbiosi anche ghiaiosi ma ben drenati.
Coltivazione in vaso
La coltivazione dei crochi in vaso è semplice.
L’importante è evitare i ristagni d’acqua il più possibile assicurandosi che il vaso abbia un buon drenaggio. È preferibile usare recipienti in terracotta che permettono una buona traspirazione e l’evaporazione dell’umidità in eccesso contenuta nel terreno.
Per la piantagione occorre sistemare sul fondo del vaso uno strato drenante composto da ghiaia mescolata a terriccio; poi si piantano i bulbi alla profondità di 7 cm e mezzo circa, uno accanto all’altro ma evitando che si tocchino; infine si ricopre di terriccio, che dovrà essere mantenuto appena umido. E’ meglio evitare le innaffiature troppo abbondanti.
Coltivazione in piena terra
I Crochi sono perfetti per naturalizzare il proprio prato regalando intense macchie di colore; sono adatti per essere piantati in terreni erbosi, prati o altre aree ai margini del giardino.
In giardino i bulbi devono essere interrati ad una profondità che deve essere almeno il doppio del loro diametro così da consentire alle radici di raggiungere zone più umide e fresche.
Il terreno di coltivazione deve essere possibilmente leggero, drenante, ricco di sabbia e humus, soprattutto se di base è argilloso e troppo compatto, questa regola vale per tutti i fiori da bulbo.
Al momento della messa a dimora si può somministrare nell’impasto di terriccio un concime a lenta cessione, per garantire al bulbo il giusto nutrimento che occorrerà per tutto il ciclo vegetativo.
Per avere un risultato d’effetto nel giardino, è opportuno di utilizzare bulbi della stessa specie, interrandoli ad una distanza di circa 5 cm. l’uno dall’altro, il bulbo avrà in tal modo lo spazio necessario per allargarsi, ottenendo uno spettacolare sviluppo tappezzante.
Può accadere che la fioritura salti il primo anno, ma ci saranno grandi soddisfazioni gli anni successivi.
Per proteggere i crochi dagli agenti atmosferici o da eccessive escursioni termiche, è opportuno ricorrere alla pacciamatura della base con paglia, corteccia o foglie secche.
Temperatura
Il Croco può tollerare anche temperature al di sotto degli zero gradi, dipende poi dalla specie, ve ne sono alcune molto resistenti ed altre meno. Se vivete in zone calde (al sud Italia ad esempio) è meglio optare per la mezza ombra.
Luce
Il croco ama location aerate e molto luminose, possibilmente a mezz’ombra. Non deve essere a contatto diretto con i raggi diretti del sole per troppe ore al giorno, perché si potrebbero bruciare le foglie ed i fiori, anche se spesso gli ibridi sopportano anche l’esposizione in pieno sole.
E’ bene evitare l’ombra troppo fitta, fonte di un’umidità eccessiva che i crochi non sopporterebbero.
Terriccio
I crochi non presentano particolari esigenze riguardo al tipo di terreno, che deve essere comunque molto ben drenato, per evitare che l’eccesso di acqua stagnante possa provocare marciume e muffe a carico dei bulbi. Tuttavia predilige un terriccio ricco e calcareo.
Annaffiatura
Il Croco ama le piogge, grazie alle quali riceve tutta l’acqua necessaria. Si noterà un aumento della fioritura in seguito ad un periodo di intensa pioggia.
E’ bene mantenere sempre il substrato umido durante il periodo della crescita.
L’annaffiatura in tutte le bulbose a fioritura primaverile generalmente non è necessaria, ma nel periodo successivo alla fioritura, in assenza di piogge, è meglio intervenire con un’irrigazione periodica per non far perdere energia al bulbo, che altrimenti potrebbe non fiorire l’anno successivo.
Moltiplicazione
Il crocus si autoriproduce quindi dopo circa 3 anni è necessario dissotterare i bulbi e impiantarli in altri vasi. Senza questa operazione rischiamo di far morire la pianta.
Alcune specie producono dei piccoli semini rossi che, messi in un semenzaio, possono far vita a piccole piantine che poi andranno messe a dimora.
Se volete riprodurre in proprio i crochi si può fare attraverso i bulbilli prodotti dal bulbo principale, dal quale devono essere staccati, puliti e trattati con un antifungino, per poi interrarli ad una profondità di circa 10 cm.
Concimazione
Per prolungare la fioritura si può somministrare del concime specifico per bulbose nell’acqua delle innaffiature, ogni quindici o venti giorni.
Potatura
Il croco non necessita di particolari operazioni di potatura, è sufficiente rimuovere le parti secche o marcite per favorire una migliore fioritura.
Altri consigli per la cura
Per la coltivazione in vaso si possono impiegare contenitori speciali con fori laterali simili a quelli utilizzati per le fragole. Per favorire una bella e ricca fioritura, è opportuno spolverare i bulbi con della calce. Questa accortezza eviterà che arvicole e topi si cibino dei bulbi appena piantati (quando il terreno si presenta ancora friabile e facile da scavare).
Parassiti, malattie ed altre avversità
Il Croco può essere colpito dallo Pseudomonas marginale e da alcuni funghi che provocano la formazione di zone necrotiche sui bulbi per l’umidità di cui necessita per crescere.
Curiosità
La coltivazione del croco ha origini antichissime. In passato veniva impiegato anche come medicinale per le sue proprietà antispastiche e sedative. Il Crocus è protagonista di leggende folkloristiche dei tempi antichi; la più celebre è forse quella del Crocus innamorato della ninfa Smilace contro la volontà degli dèi dell’Olimpo. Per punizione i due innamorati vennero trasformati in due fiori, uno giallo e uno bianco. Un’altra leggenda narra che l’origine dello zafferano è attribuita al dio Mercurio che, uccidendo accidentalmente il suo amico Crocus, creò questa pianta colorata con il suo sangue per ricordarsi di lui.
Il Crocus è ritenuto essere il simbolo della vita, il fiore degli sposi e per questo motivo i suoi stami venivano sparsi sui letti degli sposi, la prima notte di nozze, per favorire la fertilità.
Ma non si può parlare di Croco senza parlare di zafferano, la spezia ottenuta dai fiori della qualità di crocus sativus, dai quali si prelevano i grandi stimmi che una volta poi essiccati ci regalano la polvere di zafferano.
Gli antichi egizi lo impiegavano come colorante per i tessuti e per la produzione di profumi e unguenti per la pelle. La regina Cleopatra con lo zafferano ci si tingeva pelle, unghie e labbra.
Al tempo dei romani lo zafferano veniva “clandestinamente” importato in polvere dalla Grecia e, sotto forma di unguenti e profumi dalle regioni orientali, inoltre Plinio lo indicava come cura in caso di ulcere, tosse e dolori al torace. Qualche secolo dopo il commercio dello zafferano era talmente vasto che nella Repubblica di Venezia si aprì un ufficio commerciale specializzato solamente nell’acquisto dello zafferano.
Citazioni sullo zafferano si ritrovano addirittura nella Bibbia, nel quarto capitolo del Cantico dei Cantici viene definito come una delle più pregiate essenze.
Si pensa che lo zafferano venne introdotto in Europa dai Fenici, popolo di grandi navigatori e commercianti, ma alcune fonti sostengono che furono gli Arabi ad importare la preziosa spezia nel continente europeo intorno al X secolo.
Il motivo per il quale lo zafferano è così costoso è che per ottenerne 125 g servono oltre 20.000 stimmi di fiori che devono essere raccolti a mano per non essere rovinati.
Tossicità
Il fiore del Croco è altamente tossico se ingerito, e provoca forte mal di testa se annusato.
Linguaggio dei fiori
Ci sono molte leggende intorno a questo fiore. Oggi il suo significato è stato recuperato e viene associato alla fertilità. Non a caso la tradizione vuole che gli stami venissero sparsi sul letto nuziale proprio come buon auspicio. Ma il Croco è anche legato al significato di Amore appassionato e di giovinezza spensierata.
Bibliografia
Ci sono libri su questa pianta? In lingua inglese segnaliamo:
- Crocuses: A Complete Guide to the Genus) By Janis Ruksans probabilmente il più completo libro dedicato a queste bulbose.
- Un classico libro di riferimento sul Crocus è “A Handbook of Crocus & Colchicum for Gardeners“, di E. A. Bowles. Fu pubblicato per la prima volta nel lontano 1924 ed è ormai fuori moda dal punto di vista tassonomico, ma è una lettura divertente
- Un altro libro datato è
Il Croco e la Fresia : Varietà e coltivazione di Tirocco G. B., un vecchissimo libro sull’argomento
C’è anche un sito che merita una segnalazione per gli amanti dei crochi
The Crocus Pages dello Scottish Rock Garden Club dove troverai un elenco delle principali specie e cliccandoci sopra, avrai foto e dettagli specifici.
Iscriviti alla newsletter
Compila il form per ricevere periodicamente novità dal nostro sito.
Credo di avere un esemplare in giardino che ha prodotto una fioritura la fine di settembre per poi ampliare il fogliame, di colore giallo. Sarei interessato alla conoscenza del nome scientifico. Posso spedire una foto per essere sicuri di parlare della pianta in questione? Grazie Andrea
Il nostro crocus levigatus ha finito la fioritura. le foglie sono mezze secche e mezze verdi. non trovo su internet spiegazioni su come mettere a dimora la pianta o se tagliare le foglie. per favore potete dirmi cosa devo fare adesso…può dare ancora dei fiori o fino all’anno prossimo non fiorisce piu’..