Hildegard von Bingen (1098-1179) mistica benedettina meglio nota come Santa Ildegarda, studiosa di medicina e riteneva questa pianta un rimedio per tutta una serie di malattie e questo rappresenta, a mio avviso, il motivo principale per coltivarla.
Si chiama, e il nome la dice già lunga su di lei, Calendula officinalis ed è molto rustica e di piccola taglia ridotta (la sua altezza va dai 20 a 50 cm).
È una pianta biennale, ma nei climi molto freddi del Nord viene coltivata come annuale poiché non supera l’inverno.
Produce fiori, una volta al mese durante tutta l’estate fino a novembre, che sono molto simili a quelli della margherita con la corolla che può essere semplice o doppia che può raggiungere i 10 cm di diametro.
La fioritura ripetuta la rende perfetta per scopo ornamentale.
Il fogliame, fitto e di un bel verde brillante. La cadenza mensile della fioritura per alcuni da l’origine al nome ricordando le calendae romane, che indicano per antonomasia una ricorrenza mensile, nella fattispecie la rifioritura regolare della pianta, secondo altri il nome deriverebbe per le proprietà emmenagoghe (stimolo delle mestruazioni).
L’origine della Calendula officinalis non è conosciuta, ma comunque viene dal bacino del Mediterraneo, forse dal Marocco. È comunque ampiamente diffusa allo stato selvatico in Italia.
Classificazione botanica
La Calendula officinalis è una specie di pianta officinale appartenente al genere Calendula della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia delle Asteroideae, tribù delle Calenduleae.
Il genere Calendula è molto simile (appartengono alla stessa tribù) alla Dimorphotheca e Osteospermum.
Principali varietà
Ci sono numerosissimi ibridi e cultivar sia ornamentali che officinali che si differenziano per le diverse dimensioni dei fiori, per il loro colore, per la taglia (ci sono varietà nane) e per la lunghezza dello stelo fiorale (ossia la varietà da fiore reciso).
Fioritura
I fiori, che sbocciano una volta al mese, somigliano alle margherite.
La fioritura inizia nel mese di giugno e può durare fino all’inizio dell’inverno.
I fiori sono capolini di colore giallo-arancio con una corolla composta da numerosi e lunghi petali ligulati.
Consigli per la coltivazione della Calendula officinalis
Questa pianta è perfetta sia per essere coltivata per uso ornamentale che per uso alimentare.
Viene coltivata per giardini o vasi sui terrazzi, e anche industrialmente per la produzione del fiore reciso invernale. I fiori sono commestibili, essiccati e ridotti in farina, detta “Marigold”.
Coltivazione in vaso
La Calendula officinalis è la pianta ideale per balconi e terrazze Per il rinvaso si deve impiegare un vaso leggermente più ampio del precedente.
Coltivazione in piena terra
Può essere coltivata anche in piena terra nei vostri giardini, ma prima è opportuno lavorare il terreno per eliminare la crosta superficiale e per renderlo meno compatto. Unendo della sostanza organica si garantisce la giusta ricchezza dello stesso.
Temperatura
La Calendula officinalis ha un’ottima resistenza al freddo
Luce
La Calendula officinalis va posizionata in zone soleggiate o leggermente in ombra.
Terriccio
Si adatta a qualsiasi tipo terreno ma preferisce un terreno ricco e soffice, poco acido ricco di sostanze organiche e ben drenato.
Annaffiatura
Per la Calendula officinalis è sufficiente l’acqua piovana ma nei periodi di prolungata siccità è opportuno annaffiare regolarmente acqua per favorire la fioritura. Le annaffiature devono essere regolari ma occorre porre attenzione che non i formino ristagni d’ acqua
Moltiplicazione
La moltiplicazione della Calendula officinalis avviene per seme.
Nelle zone a clima mite ossia nelle regioni meridionali e in Liguria la semina avviene in estate trapiantando o diradando le piantine in settembre-ottobre per la fioritura in novembre, che regala fiori più grandi rispetto alle fioriture estive date dalle piante ottenute nelle zone a clima rigido dove la semina è invece primaverile.
Per le semine direttamente in campo o in giardino, si deve lavorare il terreno per eliminare la crosta superficiale, renderlo meno compatto e si deve unire della sostanza organica.
I semi si trovano sotto la corolla del fiore aranciato ed hanno una forma a falce, quando il fiore appassisce e si secca sono facilmente visibili. Grazie alla loro forma restano parzialmente interrati con una punta rivolta verso l’esterno.
In appartamento si devono mettere i semi, prelevati direttamente dai fiori o acquistati, su un vaso riempito di terriccio, poi vanno coperti con uno strato di circa 1 cm di ulteriore terriccio e vanno abbondantemente innaffiati. Si devono lasciare i vasi esposti verso sud in maniera da garantire sole tutto il giorno. Le piantine appena germogliate si riconoscono facilmente per le due foglioline allungate, lineari e spesse come quelle dei girasoli.
Quando le giovani piantine saranno abbastanza robuste per poter essere manipolate vanno trapiantate in vasi singoli usando un terreno come indicato per le piante adulte e trattatele come tali. Dal momento della semina la pianta dura dai 3 ai 4 mesi.
Concimazione
La Calendula officinalis va concimata ogni 15 giorni da quando iniziano a formarsi i germogli e per tutta la fioritura impiegando un fertilizzante liquido, diluito nell’ acqua di annaffiatura, e che abbia un titolo più elevato di potassio e fosforo per favorire la fioritura.
Potatura
Per favorire la crescita dei germogli laterali e quindi avere un maggior numero di fiori occorre cimare gli apici vegetativi primari.
Abbinamenti e Consociazioni
Poiché ritenuta utile contro alcune avversità è utilizzata negli orti a fianco di piante come Peperoni, Pomodori, Fragole, Asparagi, Basilico, erbe aromatiche, ecc.
È utilizzata anche nelle aiuole insieme a piante fiorite come Agli ornamentali, Aster, Coreopsis, Crisantemi, Geranium, Lavanda, Rose e Salvie.
Parassiti, malattie ed altre avversità
La Calendula officinalis può subire gli attacchi da parte di funghi come Erysiphe cichoracearum, Entyloma calendulae, Alternaria calendulae e Cercospora calendulae, Sphaerotheca fuliginea che provocano danni all’apparato fogliare.
Fra gli insetti può subire attacchi da parte del dittero Phytomiza atricornis, la cui larva scava sulle foglie una mina lunga e serpentiforme, e dell’afide Brachycaudus helichrysi, veicolo del virus Y della patata. Altri agenti patogeni sono Bemisia tabaci, Aphis fabae e Myzus persicae, che provocano in alcuni casi l’accartocciamento delle foglie o l’arresto dell’accrescimento dei germogli.
Se notate la presenza di una patina biancastra sulle parti verdi della pianta probabilmente la pianta ha subito un attacco di mal bianco causato da Erysihe spp. Il fungo si manifesta in primis con una muffa biancastra e successivamente le foglie ingialliscono e cadono.
Si tratta di una malattia che, se presa in tempo, non è letale ed è sufficiente eliminare le parti colpite. In caso di attacchi gravi devono essere impiegati degli antiparassitari specifici registrati per questa pianta.
Se sulle foglie compaiono foglie di macchie colore verde pallido probabilmente la pianta è stata colpita dal fungo la Entyloma spp. E’ sempre bene prevenire adottando le pratiche colturali volte a mantenere un ambiente asciutto intorno alla pianta in quanto il fungo trova ambiente fertile con l’alta umidità.
Se si notano dei piccoli insetti sulla pianta probabilmente la pianta ha subito l’attacco di afidi.
Curiosità
La Calendula officinalis si trova spontaneamente nei prati e nei pascoli. Ha diverse proprietà medicinali, in Europa si utilizzano le preparazioni in caso di stati infiammatori della pelle e della membrana delle mucose, lievi bruciature e scottature solari. I capolini sono usati per tingere con varie sfumature di giallo tessuti delicati quali la seta e la lana.
Tossicità
I fiori di Calendula officinalis hanno effetti antispasmodici e cicatrizzanti. Il decotto prodotto con circa 50 g di fiori essiccati per litro d’acqua, è consigliato contro l’ulcera gastrica e l’afta; possiede effetti sudoripari e attenua e previene i dolori mestruali. Per il ciclo mestruale ha anche un effetto attenuante del flusso e regolarizzante per questo in molte zone è anche nota come oro di Maria forse le proprietà del suo infuso di alleviare i dolori mestruali.
Viene a impiegata all’interno di prodotti antistaminici per le allergie causate dalla polvere e dagli acari. Nell’omeopatia la calendula viene consigliata anche in caso di ustioni, di cure dentarie e dopo il parto.
In dermocosmesi la calendula viene largamente impiegata come disinfiammante (in colliri e detergenti intimi) come nutriente e protettiva per la pelle e ha anche un effetto antiacneico.
Nell’impiego domestico i fiori secchi si fanno macerare in olio d’oliva (50g per mezzo litro) per produrre un rimedio per bruciature e ustioni. Viene usata anche come impacco decongestionante.
Le foglie della Calendula possono essere consumate come le normali insalate; i boccioli possono essere impiegati come sostituti dei capperi; i petali essiccati sono usati per aromatizzare l’aceto o trasformati in canditi.
Della calendula si utilizzano tutte le parti della pianta che sono ricche di flavonoidi; oli essenziali (; carotenoidi e in particolare il Beta-carotene, licopene, luteina, xantine che conferiscono il caratteristico colore aranciato; alcoli triterpenici e saponosidi.
“Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”
Come si raccoglie la Calendula officinalis
Le foglie si possono raccogliere da marzo a novembre, i fiori si raccolgono da aprile e a giugno quando non sono completamente aperti altrimenti perderebbero i petali.
Per essiccare foglie e fiori si deve agire immediatamente dopo la raccolta in luoghi caldi, asciutti e bui in modo tale che l’acqua venga eliminata velocemente e la pianta di calendula non perda il colore e le sue proprietà.
La conservazione deve essere fatta in luoghi molto asciutti, perché tende ad assorbire l’umido e quindi a deteriorarsi. Si possono ad esempio conservare in barattoli di vetro o porcellana o di tela e tenuti rigorosamente in luoghi bui.
Linguaggio dei fiori
Per capire bene il significato di questa pianta occorre ricordare una leggenda che racconta che Afrodite, piange per la morte del suo amante Adone e le sue lacrime non appena toccavano terra si trasformavano in calendule.
Nel linguaggio dei fiori la calendula rappresenta il dolore, il dispiacere e le pene d’amore.
Personalmente interpreto la questione in un altro modo: le lacrime sono addolcite da questa pianta che le trasforma in fiore. La calendula è una cura per le pene d’amore quindi. Anche per quelle.
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Molto esauriente
Grazie