Alaterno (Rhamnus alaternus)

Alaterno (Rhamnus alaternus)

Rhamnus alaternus Colsu CC BY-SA 4.0

L’Alaterno è un albero caratteristico della macchia mediterranea, come il Lentisco e l’Erica arborea.
È diffuso in particolare in Liguria, nelle isole, lungo l’appennino romagnolo, in Garfagnana ed in Lunigiana. È naturalizzato sui laghi di Garda e di Como. Lo si incontra nella macchia sempreverde, nelle colline che affacciano sul mare, nelle zone rocciose e aride, nei forti pendii io ai margini del bosco, nei greti dei ruscelli costieri, dal livello del mare a 700 metri circa.

Si presenta con un arbusto che può arrivare a misurare 5 metri di altezza, ma che generalmente non supera i 3 metri.

È provvisto di un robusto e profondo apparato radicale. La parte aerea della pianta si compone di numerosi fusti  la cui altezza varia da 1 a 4 metri con ramificazioni laterali molto flessibili.

Può essere allevato ad alberello, in tal caso sviluppa una chioma folta, compatta e tondeggiante.

Il fusto e i rami delle piante giovani hanno una corteccia liscia e di colore grigio, mentre negli esemplari adulti la corteccia è rugosa e striata di colore  grigia-rossastra.

Ha un fogliame sempreverde con foglie verde intenso alterne o sub opposte che, ad un occhio inesperto, possono essere confuse con quelle della Phyllirea latifolia, che però, in questa pianta, sono opposte a margine non cartilagineo e molto più coriacee rispetto a quelle dell’Alaterno.

La Phillyrea latifolia (lilatro) si differenzia anche per il colore dei fiori bianco-roseo ed il legno fresco non odoroso come quello del Rhamnus alaternus.

L’alaterno è infatti noto anche come legno-puzzo per via del suo legno molto duro, di colore giallo-brunastro che, appena tagliato, emana un caratteristico odore sgradevole.

I fiori, di colore giallo-verdastro, sono piccoli e scarsamente decorativi, ma hanno un delicato profumo che attrae le api mellifere e altri insetti.

Fin dall’inizio primavera produce succose bacche che misurano circa 4-6 mm, e che contengono 3 semi. I frutti dell’Alaterno sono tossici per l’uomo. Inizialmente di colore verdastro, virano poi al rossiccio e infine a piena maturazione, solitamente da luglio a settembre, diventano nere.

L’Alaterno, vanta una tenacia come poche altre specie, ed esiste anche con foglie variegate.

Classificazione Botanica

Alaterno (Rhamnus alaternus)

Alaterno (Rhamnus alaternus)© Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste Andrea Moro CC BY-SA 4.0

L’alaterno, nome scientifico Rhamnus alaternus è una specie del genre Rhamnus appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae.

Principali varietà

Tra le varietà spicca l’alaterno ‘Argenteovariegatus’.

Si tratta di una varietà che vanta un alto potere ornamentale, caratterizzata da un fogliame variegato, con le foglie marginate di colore bianco-crema.
Nella parte interna del lembo fogliare si possono distinguere più tonalità di verde.
La sua crescita è più compatta rispetto alla specie tipo, arriva a misurare 2-3 metri di altezza al massimo.

Rhamnus alaternus ‘argenteovariegata’ – Foto di MyrabellaCC BY-SA 3.0,

Fioritura

Alaterno (Rhamnus alaternus)

Alaterno (Rhamnus alaternus)© Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste Andrea Moro CC BY-SA 4.0

L’Alaterno fiorisce da febbraio ad aprile a seconda del clima.

I fiori sono unisessuali, piccoli e gialli, sono poco visibili ma si fanno notare per il loro profumo delicatamente dolce che attrae le api mellifere.

I fiori compaiono all’ascella delle foglie riuniti in piccoli grappoli.

Consigli per la coltivazione dell’Alaterno

Alaterno (Rhamnus alaternus)

Alaterno (Rhamnus alaternus)© Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste Andrea Moro CC BY-SA 4.0

L’alaterno è una pianta estremamente rustica, in grado di resistere sia alla siccità, che al freddo invernale, la sua coltivazione è piuttosto semplice.

Si tratta di una specie eliofila, che ha, cioè, bisogno di molta luce per vegetare bene. Pertanto preferisce le posizioni soleggiate, anche se tollera la mezz’ombra.

Resiste molto bene alla salsedine portata dai venti quindi risulta perfetto da coltivare in prossimità della costa.

Non ha preferenze di suolo, è in grado di adattarsi a terreni acidi, calcarei e persino al salmastri.

Resiste bene alla siccità ed all’umidità, e teme solo i freddi molto intensi in particolare se accompagnati a forti ristagni idrici.

Può essere facilmente coltivato in parchi e giardini per realizzare siepi come esemplare singolo.

Coltivazione in Vaso

Alaterno (Rhamnus alaternus)

Alaterno (Rhamnus alaternus)© Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste Andrea Moro CC BY-SA 4.0

Il Rhamnus alaternus può essere coltivato anche in vaso, in tal caso occorre orientarsi su varietà con crescita più limitato e scegliere un vaso abbastanza capiente.

Il vaso va collocato in una posizione luminose che possa ricevere il sole per molte ore al giorno. Il terreno ideale è un miscuglio composto da pietrisco o sabbia grossolana.

Coltivazione in Piena Terra

Per coltivare l’Alaterno è necessario impiantare a pochi centimetri di distanza un esemplare maschio e una pianta femmina, poiché, come il Kiwi, si tratta di una pianta dioica. Nella scelta della posizione è preferibile optare per un’esposizione a est o a sud.

Alaterno: Pianta da siepe?


© Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste
Andrea Moro CC BY-SA 4.0

L’Alaterno da sempre è ampliamene impiegato per la realizzazione di siepi è apprezzato soprattutto come siepe frangivento nelle zone costiere.

Temperatura

Questa sempreverde è rustica anche a livello della temperatura, non teme il freddo, il vento, la salsedine, il caldo torrido dell’estate né gli ambienti eccessivamente umidi.

Luce

Preferisce esposizioni soleggiate e calde, dove possa essere direttamente colpito dai raggi solari.

Terriccio

Si tratta di una pianta facilmente adattabile a terreni acidi o calcarei o sassosi.

Annaffiatura

© Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste
Andrea Moro CC BY-SA 4.0

L’Alaterno  ha un’ottima resistenza alla siccità ed all’eccessiva umidità.

Le piante allevate in piena terra generalmente si accontentano delle piogge e vanno dunque irrigate solo nei periodi di prolungata siccità e solo quando il terreno è completamente asciutto.

Le piante di Alaterno coltivate in vaso vanno invece annaffiate, ogni 12-15 giorni, evitando di inzuppare il terreno.

Moltiplicazione Alaterno

La pianta si riproduce per seme ma può essere propagata anche per talea.

Moltiplicazione per seme

La semina si esegue in autunno nei mesi di settembre ed ottobre, mettendo i semi un terriccio specifico in un cassone protetto.

Il terreno va mantenuto contenente umido fino alla comparsa dei germogli. Per la produzione dei semi è necessario procurarsi una pianta femmina ed una maschio, poiché l’alaterno è una pianta dioica.

Moltiplicazione per talea

La moltiplicazione per talea si può fare in due diversi periodi dell’anno: a fine gennaio si può procedere per la talea legnosa ed in estate per quella semilegnosa.

Si procede prelevando, con cesoie affilate e disinfettate, talee lunghe 15 -20 centimetri. Le talee vanno poi passate in una polvere rizogena o in un ormone radicante e vanno interrate per circa la metà della loro lunghezza in un miscuglio in parti uguali di torba e sabbia.
Occorre mantenere il substrato leggermente umido per tutto il tempo necessario alla radicazione.

La comparsa di nuove foglie indica che la radicazione è avvenuta. Le piantine vanno quindi trasferite in vasi singoli e quando sono abbastanza robusto possono essere messe a dimora definitiva.

Concimazione

© Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste
Andrea Moro CC BY-SA 4.0

In primavera e o in autunno si può fornire del concime alla pianta somministrando ai suoi piedi un concime granulare a lento rilascio specifico per piante verdi da fiore, che sia equilibrato in azoto (N), fosforo (P) e potassio (K).

Potatura

In primavera la pianta si risveglia dal riposo vegetativo e quindi si può procede alla potatura degli steli più lunghi per favorire l’accestimento basale dei cespugli e l’emissione di nuovi getti laterali.

I rami recisi emanano un odore sgradevole, si tratta proprio della peculiarità di questa pianta che, ricordiamo, è chiamata anche legno puzzo

Abbinamenti con altre piante

L’Alaterno può essere associato al Lentisco, alla Fillirea, al Leccio ed al Corbezzolo.

Parassiti, malattie ed altre avversità

L’Alaterno resiste a tutte le più comuni malattie fungine e pertanto non necessita di trattamenti anticrittogamici.

La pianta può essere attaccata dalla ruggine che si palesa con macchie brunastre circolari sulla pagina delle foglie.

Teme inoltre il marciume delle radici se il terreno di coltura non è ben drenato.

Curiosità

© Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste
Andrea Moro CC BY-SA 4.0

Sono numerosi gli utilizzi dell’alaterno.

La pianta riveste grande importanza in ambito forestale, per la spiccata attitudine colonizzatrice. Si diffonde facilmente in terreni difficili (scoscesi, rocciosi, compatti). È in grado di resistere bene agli incendi, possiede una capacità di ricaccio dalla ceppaia, nel caso in cui il fuoco distrugga la parte aerea.

È una pianta mellifera, in grado di fornire polline e nettare alle api per la produzione di un miele dal sapore delicato.

A livello industriale, da foglie e rami freschi viene estratto un pigmento giallo-aranciato usato nel settore tessile.
In artigianato si impiega il legno della pianta, che, seppur molto duro è anche molto flessibile e si rivela ottimo per l’esecuzione di piccoli lavori al tornio.

Il Rhamnus alaternus è noto anche come Legno puzzo per il cattivo odore emanato dai rami freschi quando vengono recisi e Ramno lanterno.

In Campania la Legge Regionale n° 14 del 28/12/1992 della regione Campania ha inserito questa specie nella lista delle specie arboree utili al rimboschimento, per questo motivo si pianta un Alaterno per ogni neonato che viene alla luce.

In Sardegna, ancora oggi, vengono realizzati dei talismani o amuleti di Alaterno per tenere lontano avversità, fantasmi e malocchio.

Tossicità e/o uso erboristico

L’Alaterno produce bacche ovali polpose molto decorative che dal colore verde virano, a maturazione completa, al bruno nerastro. Le bacche o drupe portate solo dalle piante femminili e maturano durante l’estate tra Luglio-Agosto e sono velenose per l’uomo anche se amate dagli uccelli.

Può essere considerata una pianta medicinale, impiegata nell’industria farmaceutica per la produzione di lassativi. Inoltre ha effetti antiossidanti.

I frutti maturi, raccolti in agosto-settembre, fatti essiccare al sole, vengono impiegati per le loro proprietà lassative e vermifughe.

Per la presenza di triterpeni e flavonoidi, questa pianta ha proprietà antipertensive, antiarterosclerotiche ed antiossidanti. Inoltre, recenti studi oncologici hanno dimostratore che gli estratti arricchiti in flavonoidi di radici e foglie di Rhamnus alaternus inibiscono la proliferazione delle cellule atipiche responsabili della leucemia.

Nella medicina popolare, l’alaterno veniva utilizzato nelle affezioni epatiche (mal di fegato e ittero).

Per questa proprietà in Sardegna per combattere l’itterizia in passato si indossavano delle collane  preparate con varie parti della pianta o si indossavano abiti intrisi con infusi delle foglie.Si usava inoltre combattere la stanchezza e la pesantezza dei piedi facendo ricorso ad un pediluvio di Rhamnus alaternus.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.

Linguaggio dei Fiori

In Sardegna nei paesi dell’interno, una leggenda popolare narra che un amuleto chiamato “la stella a quattro punte della Dea Madre”, realizzato col legno giovane della pianta di alterno, protegga chi lo indossa, da ogni pericolo.

Ergo: l’Alaterno porta fortuna e protegge.

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