Pachypodium

Pachypodium saundersii- foto di
alandmansonCC BY 4.0

Appartiene alla stessa famiglia di adeni, oleandri, plumerie, hoya e pervinche, il Pachypodium, il cui nome significa “piede grosso”, in riferimento ai grandi fusti caudiciformi e rigonfi che tutti i membri di questo genere hanno, è una pianta succulenta che presenta le caratteristiche morfologiche del tronco pachico e della spinescenza.

La maggior parte delle specie del genere sono endemiche del Madagascar, ma alcune sono diffuse anche in altri paesi dell’Africa australe (Angola, Botswana, Mozambico, Namibia, Sudafrica, Swaziland e Zimbabwe). Crescono generalmente in posizioni soleggiate in ambienti rocciosi, in situazioni di assenza di gelo, tranne alcune specie.

Si trovano in habitat xerici e sono naturalmente ben adattate all’ambiente caldo e secco. Tutte le zone dove crescono le diverse specie, che vanno dal livello del mare sino ai 1900 metri di altitudine , sono accomunate dalla presenza di lunghi periodi di siccità.

Tra le specie del genere si trova una vasta gamma di forme: alberi a forma di bottiglia, sigaro o candelabro a piante nane che hanno steli molto corti. Anche le dimensioni variano da specie a specie e si va da pochi centimetri ad altezze che superano gli 8 metri. L’aspetto palmato di alcune specie è all’origine del nome di Palma del Madagascar.

Il Pachypodium è caratterizzato da fusto succulento che immagazzina acqua così da sopravvivere alla siccità stagionale o a periodi intermittenti di disseccamento delle radici in condizioni esposte, secche e rocciose.

La maggior parte delle specie del genere sono pesantemente ricoperte di spine spesse e rigide sul caudice e sui rami. Sono inoltre protette dalla loro linfa tossica. Presentano foglie presenti solo sulla sommità o vicino alle estremità di ogni ramo.

Una delle caratteristiche distintive del Pachypodium è, come detto sopra, la spinescenza, ovvero la presenza di spine. Gli aculei sono raggruppati a coppie o a terzine e sono spesso disposti in anelli o in vortici attorno al tronco. Le spine emergono insieme alle foglie e, come queste, crescono per un breve periodo prima di arrestarsi e indurirsi. Le spine non si rigenerano, quindi gli agenti atmosferici e l’abrasione possono portarle via tutte dagli esemplari più vecchi, eccetto quelle più giovani, lasciando tronchi e rami lisci.

Classificazione botanica

Il Pachypodium è un genere appartenente alla famiglia delle Apocynaceae, sottofamiglia delle Apocynoideae, tribù Malouetieae, sottotribù Pachypodiinae.

Alla sottofamiglia delle Apocynoideae appartengono generi molto diffusi in coltivazione come piante ornamentali tra cui citiamo Adenium (rosa del deserto), l’Oleandro (Nerium oleander), la Mandevilla, e il Trachelospermun (tra cui il falso gelsomino).

Principali specie

Tutte le specie di Pachypodium sono decorative e vengono usate come piante ornamentali.

Pachypodium brevicaule

Pachypodium brevicaule
Pachypodium brevicaule- foto di Ari RiceCC BY-NC 4.0

Si tratta della specie più piccola caratterizzata da germogli spinosi talmente compressi che solo un ciuffo di spine circonda ogni rosetta di foglie. Può essere propagata da seme, ma richiede molto tempo e sarà quasi sempre una rarità.

Pachypodium baronii

Pachypodium baronii
Pachypodium baronii- foto di mamy_andriamahayCC BY-NC 4.0

Questa specie è l’unica a fiori rossi del genere.

È più piccola della varietà tipica e anche i peduncoli sono molto più corti. Regala spettacolari fiori rossi con un occhio bianco al centro. Cresce nel nord del Madagascar.

Ha tutte le carte in regola per essere una buona pianta d’appartamento.

Il nome ricorda il Rev. R. Baron, missionario in Madagascar dal 1872 al 1907, che per primo raccolse questa specie. Il nome windsorii fa riferimento al Castello di Windsor, una delle cime più alte della parte settentrionale del Madagascar.

Fiorisce da settembre a dicembre.

Pachypodium bispinosum

Pachypodium bispinosum- foto di
knysna_wildflowersCC BY 4.0

Un arbusto succulento con fusto tuberoso parzialmente sotterraneo alto fino a 60 cm caratterizzato da rami spinosi. Presenta foglie strette sparse o in ciuffi sui fusti.

I fiori, larghi e campanulati, compaiono insieme alle foglie da agosto a dicembre nelle tonalità del viola e del rosa.

Si tratta della specie più fiorifera.

Pachypodium densiflorum

Pachypodium densiflorum
Pachypodium densiflorum-foto di rmedinaCC BY 4.0


Questa specie cresce nel Madagascar meridionale, centrale e settentrionale. Presenta un fusto ingrossato che può raggiungere un diametro di 2 metri e un’altezza di 70 cm. Porta molti rami corti ed eretti, spinosi.

In primavera produce fiori gialli o talvolta colorati di giallo intenso e arancione. Le foglie sono ellittiche, di colore verde scuro sopra e più chiare sotto.

Pachypodium geayi

Pachypodium geayi
Pachypodium geayi- foto di
imbeaulCC BY 4.0

Questo albero può raggiungere gli 8 metri di altezza. È caratterizzato da un tronco spesso che si ramifica da un’altezza di 3 metri ed oltre.

Produce fiori bianchi portati su infiorescenze molto ramificate.

L’epiteto ricorda M. Geay che ha scoperto la specie. I tronchi scavati della specie sono utilizzati da alcune popolazioni rurali come alveare primitivo. Viene usata anche in diversi modi la linfa gommosa.

Pachypodium horombense

Pachypodium horombense
Pachypodium horombense- foto di Richard GuilletCC BY-NC 4.0

Arriva a misurare un’altezza di circa 1,5 m e presenta un fusto principale tuberoso e numerosi rami corti e spinosi, ciascuno dei quali porta una rosetta di foglie.

Ha un’unica infiorescenza lunga e peduncolata che, tra aprile e agosto, porta 3-10 fiori giallo-cromo a forma di coppa larga.

Il fiore ha una corolla gonfia che forma cinque grandi sacche in cui l’impollinatore può strisciare.

L’epiteto si riferisce all’altopiano di Horombe, nel Madagascar meridionale, da cui proviene l’esemplare tipo. Qui cresce su rocce granitiche ad altitudini di 500-1 000 m.

Pachypodium lamerei

Pachypodium lamerei
Pachypodium lamerei- foto di Franck RakotonasoloCC BY-NC 4.0

È una specie succulenta e arborescente, ma molto variabile. Le piante hanno un’altezza che può variare da 1,5 a 8 metri, con un fusto robusto e ramificato.

Le punte sono intasate da una fitta massa di rami con foglie verde oliva scuro, lucide sopra e più chiare sotto. I fiori sono grandi e bianchi. Questa specie si trova nel Madagascar meridionale e sud-occidentale. Ricorda Lamère, le cui collezioni comprendevano l’esemplare tipo.

Pachypodium lealii

Pachypodium lealii
Pachypodium lealii- foto di
bssmnt52CC BY 4.0

Arriva a misurare un’altezza fino a 8 metri e presenta un tronco morbido e succulento a forma di bottiglia, largo alla base, che diventa più stretto in alto e biforcuto alle estremità. Le poche foglie sulle punte dei rami sono strettamente oblunghe o a forma di uovo e vellutate.

Cresce su colline rocciose, da aride a semi-aride, nella Namibia nord-occidentale e nell’Angola sud-occidentale. I boccioli, lunghi e appuntiti, si aprono in grandi fiori bianchi e profumati, con la parte inferiore dei petali e del tubo colorata di viola.

La fioritura avviene da luglio a settembre, prima della comparsa delle foglie.

Pachypodium namaquanum

Pachypodium namaquanum
Pachypodium namaquanum- foto di mutolispCC BY 4.0

Presenta un fusto cilindrico, spinoso e insolitamente ramificato, misura un’altezza fino a 1,5 metri. Le punte dei rami sono coronate da rosette di foglie vellutate grigio-verdi con margini croccanti.

I fiori compaiono da agosto a ottobre. Sono lunghi, tubolari, giallastri all’esterno, rosso vino all’interno e si annidano all’interno del cespo di foglie che poi si seccano e cadono durante la calda estate.

Pachypodium rosulatum

Pachypodium rosulatum
Pachypodium rosulatum- foto di margaretstevensCC BY 4.0

Questa specie è un arbusto nano succulento che, una volta maturo, è irregolarmente lobato con rami corti, spessi e affusolati. Si tratta della specie più diffusa in Madagascar, dove si trova per quasi tutta la lunghezza dell’isola.

Cresce in pieno sole. In primavera regala fiori gialli.

Pachypodium saundersii

Pachypodium saundersii
Pachypodium saundersii- foto di katuchkaCC BY 4.0

Si tratta di un arbusto succulento con un fusto che arriva a misurare un’altezza di 1,5 metri.

Da febbraio a maggio produce fiori bianchi, simili a cera, con sfumature rosa-violacee. Le foglie lucide sono quasi glabre. È presente in natura dal KwaZulu-Natal settentrionale e dal Lebombo Range nelle province di Mpumalanga e Limpopo (Sudafrica) fino allo Swaziland, al Mozambico meridionale e allo Zimbabwe.

Cresce in boschi secchi tra le rocce o in fessure rocciose.

Pachypodium succulentum

Pachypodium succulentum
Pachypodium succulentum- foto di sheriff_woody_pctCC BY 4.0

È un arbusto succulento con un fusto tuberoso parzialmente sotterraneo e alto fino a 60 cm. Presenta foglie strette riumite in ciuffi.

I fiori, che compaiono con le foglie da settembre a dicembre sono formati da un tubo stretto con lobi della corolla piatti ed espansi. Alcuni sono portati all’apice dei rami in colori dal rosa al cremisi, di solito con strisce più scure, raramente bianchi.

Cresce in luoghi aridi e sassosi, nella macchia secca nell’Africa del sud.

Pachypodium rutenbergianum

Pachypodium rutenbergianum
Pachypodium rutenbergianum- foto di imbeaulCC BY 4.0

Si tratta di una specie originaria del Madagascar. È un piccolo albero caudiciforme e succulento caratterizzato da rami ricoperti da foglie oblungo-lanceolate con spine.

I fiori sono bianchi con centro giallo.

Dal tronco del Pachypodium rutenbergianum sono ricavate fibre che possono essere intrecciate in corde.

Questa specie è intollerante al gelo. Cresce bene in terreni asciutti. Può essere coltivata anche come pianta da appartamento in luoghi caldi, umidi e soleggiati.

Fioritura del Pachypodium

Le specie di Pachypodium fioriscono in primavera producendo fiori semplici, a forma di stella e in qualche modo simili a quelli della Plumeria, in alcuni casi molto profumati.

I fiori sono nelle tonalità di rosa, viola o bianco. Si deve considerare che, affinchè la pianta fiorisca, è necessario che anche le temperature invernali siano piuttosto alte.

Consigli per la coltivazione del Pachypodium

Pachypodium rutenbergianum
Pachypodium rutenbergianum- foto di imbeaulCC BY 4.0

Quasi tutte le specie del genere sono adattabili alla coltivazione. Le piante amano la luce e crescono meglio in pieno sole. L’ombra parziale è tollerata, ma può scoraggiare la fioritura.
Tutte le specie sono sensibili al freddo. Le specie più piccole sono adatte a una serra calda o a un davanzale soleggiato e possono anche essere coltivate come bonsai.

Tutte le specie sono decorative, con fiori appariscenti e fusti dalla forma decisa, e sono ottimi soggetti per giardini rocciosi o contenitori nei climi più caldi.

L’aspetto bonsai delle giovani piante di Pachypodium bispinosum attira i collezionisti. Il genere ha destato l’interesse di molti coltivatori in tutto il mondo e sono state sviluppate tantissime cultivar.

Coltivazione del Pachypodium in vaso

I pachypodium sono ideali per i contenitori, anzi, la maggior parte delle specie viene generalmente coltivata in vaso, poiché sono troppo suscettibili al gelo.
La coltivazione in vaso non differisce in alcun modo da quella di altre piante grasse, se non per il fatto che i pachypodium diventano alti e i tronchi sono pieni d’acqua, il che può renderli molto pesanti. È quindi importante scegliere un vaso abbastanza pesante, meglio se di terracotta, per scongiurare il rischio che si ribaltino.

Coltivazione in piena terra

I fiori attraenti e le forme intriganti dei loro steli rigonfi rendono i pachypodium perfetti per qualsiasi giardino. Non sono però adatti a giardini freddi o umidi e sono molto sensibili al gelo, quindi non adatti alle zone dove le temperature scendono sotto i 12 gradi.

Se piantati in una zona con clima mite, vanno posizionati in una zona riparata.

Si rivelano piante perfette nei giardini rocciosi. Tra le specie più adatte per essere allevate in piena terra ci sono il Pachypodium lamerei, geayi, lealii (compreso il sandersii) e il succulentum.

Nel momento della messa a dimora è necessario fare attenzione a non danneggiare le radici carnose e fragili.

Temperatura

Pachypodium namaquanum
Pachypodium namaquanum- foto di mutolispCC BY 4.0

I Pachypodium non amano il freddo, tranne alcune specie che hanno una maggiore tolleranza ai climi rigidi.

Luce

Il Pachypodium è esigente in fatto di luce e soffre in luoghi bui e ombreggiati. In natura la maggior parte delle piante cresce in pieno sole. Se coltivate in casa, è bene tenerle accanto ad una finestra esposta a sud-ovest.

Terriccio

Il terreno deve essere ben drenato, per scongiurare il rischio di marciumi radicali. Un terreno adatto è quello per le cactaceae con aggiunta di sabbia o perlite.

Annaffiatura

Il tronco di questa pianta ha un meccanismo di adattamento xerofilo che sfrutta il rapporto superficie-volume immagazzinando acqua per sopravvivere ai lunghi periodi di siccità.

In aggiunta a questo, la superficie del tronco e dei rami è spesso rivestita da tessuti che mettono in moto la fotosintesi anche nei periodi in cui le foglie non sono presenti. Anche gli spessi fusti sotterranei tuberosi aiutano le piante a sopravvivere a lunghi periodi senza acqua.

A questo si aggiungono le spine che, a loro volta, aiutano l’adattamento alla siccità poiché favoriscono la condensazione del vapore acqueo presente nella nebbia e nella rugiada.

Tutte le specie vantano quindi una grande resistenza al caldo intenso ed ai lunghi periodi di siccità.

Durante la stagione di crescita ci sono esemplari che necessitano di molta acqua da somministrare quando il terreno è asciutto.

Moltiplicazione

Pachypodium densiflorum
Pachypodium densiflorum-foto di rmedinaCC BY 4.0

La propagazione del Pachypodium avviene principalmente da seme.

Il seme è l’unico mezzo di riproduzione delle piante in natura. I semi possono essere raccolti freschi dai baccelli e seminati in estate in un substrato sabbioso sterile e profondo 5 mm formato da 4 parti di sabbia di fiume fine e 4 parti di sabbia grossolana, 1 parte di compost setacciato e ben decomposto, 1 parte di perlite, 1 parte di vermiculite.

Il terreno va mantenuto umido ad una temperatura compresa tra 27°C e 35°C per garantire una rapida germinazione. Tutti i semi che dopo 6 settimane non sono germinati possono essere considerati non vitali.

Alcune specie possono essere facilmente propagate per talee di fusto e di radice. In tarda primavera si prelevano talee lunghe 10 o 20 cm dai rami più giovani, si sigillano le estremità e si immergono in una miscela antimuffa. Si spolverano le estremità con un ormone radicante in polvere e si lasciano asciugare per circa una settimana. Le talee si piantano nella stessa miscela usata per i semi, ma le irrigazioni si iniziano solo dopo lo sviluppo delle radici.

Concimazione

Generalmente non è necessario fertilizzare se si intende rinvasare le piante ogni 2-3 anni.

In caso contrario per favorire la fioritura può essere somministrata una leggera concimazione liquida in estate. È preferibile usare un fertilizzante standard che contenga quantità uniformi di tutti e tre i nutrienti principali.

Potatura

Non necessita di potature ma è consigliabile rimuovere le foglie danneggiate e ingiallite.

Abbinamenti con altre piante

Il Pachypodium può essere abbinato a piante grasse caudiciformi come l’Adenium, il Pelargonium, il Cissus e il Cotyledon.

Parassiti, malattie ed altre avversità

La pianta può essere colpita da diverse malattie e parassiti, come la cocciniglia, il ragnetto rosso, i tripidi e gli afidi.

Molto comune il marciume delle radici che può subentrare in caso di ristagno idrico.

Eccessivo freddo e carenza di acqua possono invece causare la caduta delle foglie.

Curiosità

Il nome del genere deriva dal greco pachys, che significa grosso e podos, che significa piede, in riferimento alla forma grande e tozza del tronco di queste piante.

Il genere è stato istituito da Lindley nel 1830, all’epoca sulla base di un’unica specie. Il genere Pachypodium include circa 20 specie: cinque originarie dell’Africa continentale e le altre del Madagascar. In Africa si crescono in zone aride o in situazioni di siccità –

Tossicità e/o uso erboristico

Il Pachypodium appartiene ad un gruppo di Apocynaceae conosciuto per le sue proprietà velenose e per la produzione di potenti veleni, sfruttati fin dall’antichità come veleno per le frecce. I principi attivi di questi veleni sono di solito glucosidi ed hanno un’azione simile alla digitale che stimola il cuore.

La linfa della specie rosulatum è usata come colla e come rimedio per trattare piaghe e foruncoli. La specie lealii fornisce un veleno per frecce e la radice tuberosa del bispinosum è usata dalla popolazione locale del Capo Orientale per la produzione di birra. Il massiccio caudex del Pachypodium succulentum viene utilizzato come alimento e come lievito per la produzione di pane. In tempi di penuria, gli steli morbidi del Pachypodium geayi venivano schiacciati per produrre una linfa zuccherina che veniva consumata come cibo.


Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”

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