Lo vediamo esplodere in tutta la sua bellezza su terrazzi, nei giardini, nei parchi, grazie alla copiosa fioritura di lunga durata durante l’estate, conferendo ad ogni zona un aspetto regale, antico, romantico.
È l’Oleandro, nome scientifico Nerium oleander, una pianta arbustiva sempreverde versatile e molto molto bella. Se potata regolarmente conserva dimensioni contenute e raramente supera il metro e mezzo o i due metri di altezza.
Nei giardini, nel tempo, può raggiungere dimensioni notevoli (anche 5 metri) diventando nelle zone a clima mite un vero e proprio albero.
L’Oleandro è una pianta diffusa allo stato semi-spontaneo in tutto il Centro-Sud e nelle zone costiere, giunta nel Mediterraneo in epoche remote, probabilmente dal Medio Oriente. Si coltiva sin dall’antichità, infatti già nel 300 d.C Teofrasto ne parlava in un trattato sulle piante.
Il Nerium è un genere che comprende una sola specie: il Nerium oleander un arbusto o alberello sempreverde, con foglie coriacee, lineari, strette, lanceolate, intere, di colore verde scuro.
I fiori, che variano dal rosa al bianco, dal rosso al giallo, possono essere semplici o doppi. Produce frutti vistosi, di colore bruno-rossiccio, eretti, lunghi dai 10 ai 15 cm, contenenti alcuni semi.
È molto resistente alle avversità e semplice da coltivare, per questo motivo viene utilizzata in modo massiccio negli ambienti urbani a scopo ornamentale. Inoltre ha anche un’ottima resistenza alla salsedine e alla siccità.
Classificazione botanica
L’oleandro (nome scientifico Nerium oleander) è un arbusto sempreverde unica specie del genere Nerium che appartiene alla famiglia delle Apocynaceae, sottofamiglia Apocynoideae, tribù Nerieae.
Probabilmente è originario dell’Asia ma è naturalizzato e spontaneo nelle regioni mediterranee.
Alla famiglia delle Apocynaceae appartengono generi molto diffusi in coltivazione come piante ornamentali tra cui citiamo Adenium (rosa del deserto), Vinca (pervinca), Carissa, Allamanda, Plumeria (frangipani), Mandevilla, Hoya, Pachypodium e il Trachelospermun (tra cui la specie Trachelospermum jasminoides o falso gelsomino).
Principali varietà
L’oleandro bianco è tra i più diffusi insieme all’oleandro rosa.
Nel tempo sono state selezionate molte varietà, facilmente disponibili in commercio, di differenti colori (crema, giallo, arancio, rosso) e con fiori di forme differenti (semplici, doppi e semi-doppi). Esistono anche varietà a portamento compatto per spazi più ridotti. Le presentiamo per colore. Si contano oltre 400 varietà e cultivar differenti.
Qui ne riportiamo alcune suddivise per il colore o portamento
Oleandro giallo
Alcune varietà di Nerium oleander a fiore giallo
- ‘Angiolo Pucci’ fiori dal diametro di circa 5 cm dalla corolla molto semplice e dalla tonalità crema/avorio .
- ‘Luteum Plenum’ dal colore giallo più intenso, fiori di 6 cm di diametro e semidoppi (3 giri di petali sovrapposti)e giallo chiaro ‘luteum plenum’, semidoppio. Ci possono essere striature rossastre all’interno della gola della corolla.
- ‘Isola di Capri’ dal colore giallo luminoso.
- ‘Maria Gambetta’ dai grandi fiori semplici e gialli puro.
Oleandro rosa
È il colore più diffuso. Ecco alcune varietà di Nerium oleander a fiore rosa
- ‘Maresciallo Graziani’,
- ‘Alassio’ di colore rosa carico;
- ‘Splendens’, con fiori doppi e foglie variegate di giallo; leggermente profumato.
- ‘Tito Poggi’ con fiori color rosa salmone / pesco. sfumati e molto grossi (il diametro è di 7 cm). Al centro della corolla possono esserci delle striature tendenti al rosso. Profumato.
- ‘Pink Beauty’, molto diffusa, ha fiori di colore rosa dal diametro di 6 cm, che possono essere screziati con striature fucsia all’interno della gola della corolla.
Oleandro rosso
Ecco alcune varietà di Nerium oleander a fiore rosso
- ‘Jannoch’, molto diffuso, ha un rosso intenso e i fiori semplici e dal diametro di circa 5 cm.
- ‘Hardy red’ un rosso più dolce che si avvicina al fucsia, e fiori semplici dal diametro di quasi 6 cm. leggermente profumato.
- ‘Rosso Scuro’, fiore semplice di colore appunto rosso scuro.
Oleandro bianco
Ecco alcune varietà di Nerium oleander a fiore bianco
- ‘Mont Blanc’ è la varietà di oleandro bianco più comune: ha fiori costituiti da due giri di petali sovrapposti, hanno un diametro di 5 – 6 cm. che sbocciano da giugno a settembre e sono leggermente profumati.
- ‘Album maximum’, semidoppio
- ‘Alsace’, semplice bianco rosato.
- ‘Sister Agnes’ o ‘Soeur Agnes’ ha il fiore di un bianco candido dal diametro di circa 6 cm, con la gola dei fiori di color giallo crema. Leggermente profumato.
- ‘Biancaneve’ fiore semplice bianco
Oleandro arancione
Ecco alcune varietà di Nerium oleander con tonalità arancio
- ‘Dottor Ragionieri’, fiori semplici di color salmone rosato chiaro
- ‘Madame Leon Blum’, color albicocca
- ‘Professor Planchon’, fiori semidoppi di colore salmone intenso
Oleandro screziato
- ‘Geant de Batailles’, nota anche come ‘Commandant Barthelemy’, è la varietà di oleandro dai fiori di colore rosa-fucsia con screziature bianche, presenta fiori doppi costituiti da 2 – 3 giri di petali sovrapposti. Fiorisce da luglio a settembre.
Oleandro variegato
- ‘Variegata’ con foglie a strisce di giallo e bianco.
Oleandri nani
In commercio sono reperibili anche varietà nane con forma e dimensioni più compatte ideali per piccoli spazi e interessanti per la coltivazione in vaso. Citiamo:
- ‘Little Red’, con fiore semplice rosso scuro
- ‘Petite White’, fiore semplice bianco
- ‘Petite Pink’ fiore semplice rosa
- ‘Petite Salmon’ fiore semplice color salmone
- ‘Papà Gambetta’, dai fiori semplici e grandi di color rosso ciliegia; portamento compatto.
Fioritura
La fioritura colorata e generosa degli oleandri è esuberante e imponente: si rimane impressionati, è un emozione indimenticabile.
Inoltre è di lunga durata, a seconda dei climi e delle varietà può iniziare in tarda primavera e proseguire ininterrottamente fino all’autunno inoltrato.
Nelle zone costiere lo troviamo in fiore anche durante la stagione estiva, infatti è tra le poche piante che fioriscono anche nei periodi più caldi e afosi.
I fiori sono grandi e vistosi, a simmetria raggiata e sono disposti in cime terminali. Il calice è diviso in cinque lobi lanceolati che, nelle forme spontanee, è di colore rosa o bianco. La corolla è tubulosa e poi si divide in 5 lobi, il cui colore spazia dal bianco al rosa e al rosso carminio.
Molte delle varietà coltivate sono profumate.
In commercio esistono oramai selezioni dai fiori di differenti colori, semplici o doppi, quasi sempre profumati.
Consigli per la coltivazione dell’oleandro
L’oleandro è facile da coltivare ed è piuttosto robusto.
Richiede poche cure, resiste alla siccità, e prospera anche dove altre piante non ce la fanno, come nelle zone calde del sud italia, fiorendo proprio nei periodi più torridi di luglio e agosto.
Si può scegliere tra coltivazione in vaso e piena terra.
Coltivazione in vaso
L’oleandro può essere allevato in vaso, tenendo presente che la coltivazione a forma di alberello presenta un elevato accrescimento:l’oleandro è molto longevo e coltivato ad alberello può raggiungere un’altezza considerevole.
Coltivare l’oleandro in vaso ci permette di decorare il balcone con una pianta molto generosa che regala fiori fino a settembre-ottobre. Ma si deve tenere presente che, questo arbusto sempreverde è velenoso quindi va maneggiato sempre con i guanti e, soprattutto, occorre fare attenzione se in giro ci sono bambini e animali.
L’oleandro, in vaso, può arrivare fino ad un’altezza di 2 metri/2 metri e mezzo, resiste alle alte temperature, al freddo ma senza esagerare, e alla salsedine, per questo motivo lo si vede sovente nelle zone di mare.
L’Oleandro va collocato in vasi grandi e profondi, in posizioni soleggiate. Tenendolo in zone ombreggiate, la fioritura ne risentirà.
È fondamentale evitare i ristagni idrici mettendo garantendo un terriccio molto ben drenato.
Se si vive in una zona con temperature rigide, collocare il il vaso su di un muro esposto a sud e durante l’inverno proteggete la pianta con un tessuto non tessuto.
Rinvasate in un contenitore molto più largo che profondo. Scegliete un vaso che non lasci passare il freddo, in modo tale che possa proteggere le radici dal freddo invernale.
Si può utilizzare un terriccio universale di alta qualità con aggiunta di materiale drenante.
Coltivazione in piena terra
In giardino occorre cercare una zona esposta al sole, ben illuminata, e ben aerata. Si devono evitare le zone troppo ombreggiate.
Il terreno va preparato con una vangatura profonda atta ad eliminare le erbacce ed i sassi, e aggiungendo terriccio da piantagione per migliorare il terreno. I vasi vanno immersi in un secchio d’acqua per reidratare la zolla di terra prima della piantagione.
Va scavata una buca larga e profonda, è importante che la buca abbia un’adeguata profondità.
Le radici vanno districate e poi si sistema la pianta con la parte superiore della zolla a livello del terreno. Riempite la buca, comprimete leggermente e annaffiate per compattare naturalmente la terra.
Se si vuole coltivare ad alberello, va piantato in profondità insieme ad un tutore, che dovrà essere sfruttato almeno per il primo triennio.
Pianta da Siepe
Può essere usato come siepe, soprattutto in zone impervie.
Nel centro-sud italia è comune vedere gli oleandri utilizzati nell’arredo urbano e coltivati come siepi nelle vicinanze di strade ed autostrade.
Infatti grazie anche alla sua resistenza ai parassiti e alla siccità e alla economicità nella gestione, è molto adatta a questo scopo. Utile anche per creare barriere verdi che possono limitare l’inquinamento da polveri.
Temperatura
In Italia cresce praticamente ovunque, poiché tollera temperature anche al di sotto dello zero ma solo per brevi periodi.
Se ci sono gelate meglio piantarlo in zone riparate, e se il freddo dura a lungo, la pianta va protetta, pacciamando le radici con cartoni e paglia. Potete anche avvolgere i rami con teli protettivi.
Sopportail freddo se non è molto intenso e prolungato; coltivata in vaso è più sensibile al gelo e occorre proteggere sia radici che chioma.
Se nella zona in cui ti trovi, il gelo è intenso e lungo, meglio la coltivazione in vaso che puoi spostare contro un muro soleggiato a fine autunno, o addirittura portato al chiuso in verande o garage luminosi.
Luce
Per l’esposizione dell’oleandro, scegli una zona soleggiata così da ottenere fioriture abbondanti, ricordiamoci che è la tipica pianta mediterranea: vive bene in posizioni esposte al pieno sole.
Non ha paura del caldo, nemmeno se eccessivo, ma in ombra cresce poco e non fiorisce.
Terriccio
L’Oleandro si adatta a qualsiasi tipo di terreno, ma preferisce suoli leggeri e ben drenati anche se si sviluppa senza troppi problemi nei substrati piuttosto poveri e sabbiosi, così come riesce a crescere molto bene nei terreni argillosi e particolarmente ricchi.
Può crescere anche nei terreni che si caratterizzano per una buona presenza di cloruro di sodio, in particolare nelle zone costiere. Proprio in questi ultimi luoghi si sviluppa anche spontaneamente.
Tenete sempre presente che il drenaggio del terreno rappresenta un elemento essenziale per la sopravvivenza di questo arbusto.
Annaffiatura
Piantati in piena terra, hanno bisogno di pochissima acqua. Sono resistenti alla siccità.
In vaso, gli oleandri richiedono annaffiature frequenti dalla primavera a metà estate.
Durante il periodo invernale ridurre di molto le annaffiature, soprattutto nelle regioni settentrionali.
Moltiplicazione
La moltiplicazione dell’Oleandro può avvenire in diversi modi, per seme, per talea, oppure per mezzo di trapianto di polloni, che l’oleandro produce in abbondanza.
La moltiplicazione per seme è svantaggiosa perché il seme prima di svilupparsi impiega moltissimo tempo, e perché non si avrà mai la certezza di avere piante uguali a quella madre.
Moltiplicazione per talea
Si prelevano le talee in primavera, lunghe circa 10-15 centimetri, si posizionano in un bicchiere d’acqua fino a che si formano le radici. Quando le radici raggiungono la lunghezza di circa due-tre centimetri le talee si possono piantare in un vaso con del terriccio adatto. dopo circa una o due stagioni le radici saranno forti e si può procedere al trapianto definitivo.
Concimazione
Per ottenere un oleandro fiorito e vigoroso non serve impiegare dei fertilizzanti. Tuttavia, un utilizzo di fosforo e potassio adeguato può favorire la crescita della pianta e lo sviluppo di una fioritura omogenea e rigogliosa. Il momento migliore per somministrare alla pianta i fertilizzanti è la Primavera. Una seconda somministrazione va fatta, invece, tra Agosto e Settembre.
Un suggerimento è quello di controllare sempre lo stato della pianta, soprattutto a partire dalle foglie: se le foglie sono piccole e di colore verde chiaro, significa che il terreno è troppo povero di sostanze nutritive e va fertilizzato
Potatura
La potatura dell’oleandro è necessaria non solo ai fini contenitivi: se si lascia prosperare l’oleandro si trasformerà in un cespuglio disordinato preda facile di attacchi fungini e altri parassiti. La potatura è quindi indispensabile per garantire un buon arieggiamento anche tra i fusti più interni della pianta ed è anche la “terapia” più efficace per il trattamento della rogna dell’oleandro, l’avversità più comune di questa pianta.
La potatura si esegue dopo la prima fioritura estiva, nel mese di agosto ma anche in primavera si possono spuntare i rami accorciandoli di 3 – 4 cm così da favorire l’emissione di getti laterali e quindi di fiori.
Durante le potature si devono indossare i guanti.
Altri consigli per la cura
Durante l’inverno, è necessaria una protezione per piante: pacciamare il piede degli arbusti con foglie morte, e ricoprire l’arbusto in un telo di copertura.
Gli arbusti in vaso devono essere ricoverati in un locale luminoso, riparato dal gelo (garage, veranda, ecc.). Nelle zone miti, possono rimanere fuori.
Abbinamenti
Si può associare con altre piante che hanno esigenze colturali simili (cioè sono poco esigenti e resistenti alla siccità, al caldo e alla salsedine) comei tamerici , le ginestre e con arbusti come il lauroceraso, il pittosforo, l’eleagno.
Nelle zone a clima mite buono anche l’accostamento con agapantielillà.
Parassiti, malattie ed altre avversità
Tra le malattie più frequenti dell’oleandro c’è senza dubbio la rogna, una malattia prodotta dal batterio Pseudomonas savastanoi e caratterizzata da protuberanze che danneggiano fogli, frutti, fusti e boccioli.
Il batterio è di solito propagato dall’acqua e può essere scongiurato con un buon drenaggio della pianta o evitando di utilizzare attrezzi non precedentemente sterilizzati. Una soluzione può essere data da trattamenti con prodotti a base di rame; se non dovessero essere sufficienti, si devono potare i rami e bruciarli, facendo attenzione a non respirare fumi tossici
Se la pianta non fiorisce può essere dovuto alla carenza di sole e di concime. Spostare in piena luce e concimare.
Se la pianta è debole ed esile con rami lunghi e poche foglie potrebbe trovarsi in un ambiente troppo ombreggiato oppure in inverno vi è una temperatura troppo bassa.
Se si notano insetti bianchi sul fogliame, si potrebbe essere in presenza di cocciniglie. Si devono ripulire le foglie e somministrare un insetticida anticocciniglia.
Se le foglie sono secche, i rami denudati, potrebbe dipendere da carenza di acqua (rara in piena terra, più frequente in vaso). Si deve innaffiare generosamente.
Se le foglie si bruciano, può essere un attacco di Xylella fastidiosa, il batterio che ha devastato gli olivi nel Salento.
Curiosità
Il nome Nerium deriva dal nome con il quale la pianta veniva chiamata nell’antica Grecia.
Oleander, di origine latina, si riferisce invece alla somiglianza delle foglie dell’oleandro con quelle dell’olivo.
La sua resistenza è molto impressionante: proprio per la sua resistenza in Giappone oggi è considerata una pianta sacra, emblema della pace fra i popoli, perché un esemplare di oleandro sopravvisse alla bomba atomica su Hiroshima.
L’Oleandro è Velenoso
L’oleandro è tossico. È una delle piante più tossiche che si conoscano per l’uomo e per gli animali (cani, gatti, bovini…).
Tutta la pianta è velenosa (foglie, corteccia, legno, semi, linfa), maneggiatela sempre con dei guanti.
La sostanza responsabile della tossicità del Nerium oleander si chiama oleandrina, si tratta di un glucoside cardiotonico che agisce sul funzionamento del cuore.
L’ingestione dell’oleandrina può dare vita a sintomi di diversa entità, i sintomi più comuni sono gastrointestinali (nausea, diarrea e vomito), dolore addominale, salivazione eccessiva mentre gli effetti più pericolosi sono quelli a carico cardiaco che si manifestano con aritmia ed arresto cardiaco.
Il legno e le foglie dell’oleandro rimangono velenose anche quando sono secche. Fate attenzione anche al materiale secco, se lo bruciate anche i fumi sono tossici.
A causa di questa tossicità la pianta non va utilizzata nei giardini e nei cortili di scuole e laddove ci sia un’alta presenza di bambini che possono ingerire parti della pianta.
Linguaggio dei fiori
All’Oleandro si da il significato di resistenza alle avversità; i mazzetti di fiori sono simbolo di unione, armonia, solidarietà.
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Un pensiero su “Oleandro (Nerium oleander)”