Il Pungitopo, cioè la specie Ruscus aculeatus appartenente al genere Ruscus, è una pianta molto conosciuta, anche perché spesso utilizzata, come l’Agrifoglio, per le decorazioni natalizie e per regali. Siamo abituati a vedere tale specie crescere in boschi di latifoglie, ma non tutti sanno che è possibile coltivare tranquillamente il Pungitopo in vaso o creare delle vere e proprie siepi in giardino.
È una pianta facilissima da coltivare, dalla pungente personalità, ma dall’animo gentile: le proprietà del Ruscus aculeatus sono davvero incredibili e tantissimi sono i benefici che il suo estratto secco possono avere sul nostro corpo.
Il Pungitopo è un arbusto sempreverde che non raggiunge altezze considerevoli (generalmente non supera il metro e mezzo di altezza, quando coltivato), con steli coriacei eretti, ma che tendono a crescere in modo abbastanza disordinato.
È proprio questa la caratteristica che rende tale specie così bella, cioè la sua natura selvaggia, che può essere utilizzata per creare un angolo in giardino, apparentemente meno curato, ma che invece riesce a creare un effetto straordinario se alternato ad altre zone occupate da piante più ordinate e delicate.
Sì, il Ruscus aculeatus è un ribelle, che si fa amare proprio per la sua sfacciataggine: “cresco come mi pare e faccio come voglio”, questa è la sua filosofia di vita.
Questo non significa che non è possibile controllare la crescita del Pungitopo (si può sempre intervenire con specifiche operazioni di pulizia), ma perché farlo?
È una pianta che deve essere lasciata libera e solo così riuscirà letteralmente a sorprendervi con le sue forme particolari e i suoi colori. Un groviglio di verdi rami con piccole foglie appuntite e tanti puntini di colore rosso: le bacche del Ruscus aculeatus donano allo stesso un aspetto meno rude, trasformandosi quasi in piccoli gioielli che la pianta indossa per farsi notare.
Dobbiamo necessariamente fare una precisazione proprio in merito alle foglie che crescono sugli steli verde brillante. Il Pungitopo presenta due tipologie di foglie: quelle vere e quelle false.
Le prime sono caduche e molto piccole, mentre le seconde ci fanno capire al meglio che la pianta non ama le carezze. Infatti, queste ultime sono pungenti e conosciute con il nome di cladodi, che altro non sono che una modificazione degli steli (ecco perché false foglie).
Il Pungitopo è una pianta dioica, cioè alcuni esemplari hanno solo fiori femminili e altri fiori maschili: i primi cominciano a spuntare in inverno e sono di colore bianco, per poi trasformarsi in lucide bacche sferiche dal colore rosso lucido. È una pianta molto particolare, ma non è raro ammirarla in ampi giardini come siepe di confine o come elemento principale che fa da sfondo in aiuole con colorati e più piccoli fiori.
Proprietà del Pungitopo
Il Ruscus aculeatus, uno dei simboli del Natale, è una pianta davvero incredibile, sia per il suo aspetto, sia per le sue proprietà. Oggi è ampiamente utilizzato in farmacia e in erboristeria, poiché tantissime sono le sue virtù.
Oli essenziali e resine (che contengono ruscogenina e neoruscogenina) sono ampiamente utilizzate per le loro proprietà vasoprotettrici, drenanti e antinfiammatorie. I principi attivi del Pungitopo permettono di contrastare in modo efficace la vasodilatazione, grazie proprio all’azione della ruscogenina che agisce direttamente sulle pareti dei vasi sanguigni, rendendoli più elastici.
Altri benefici del Ruscus aculeatus: riduce il gonfiore e il senso di pesantezza degli arti inferiori, allevia pruriti e dolori di lieve entità, permette l’eliminazione di acidi urici in eccesso ed è un buon rimedio contro a cellulite (ottimo è l’estratto secco di Pungitopo, utile per drenare i liquidi in eccesso).
Mai mangiare direttamente le bacche di Pungitopo, poiché tossiche, ma limitarsi al consumo del solo estratto secco, facilmente reperibile in farmacia o erboristeria.
Possiamo tranquillamente descrivere il Pungitopo come il più potente vasocostrittore naturale, perfetto per la cura delle vene varicose e straordinariamente efficiente per un’azione diretta sui capillari (agisce rendendoli meno fragili). Questa specie di Ruscus è utile anche per interventi in caso di emorroidi.
Una pianta davvero eccezionale, sia per il suo grande valore estetico, che per le sue tante proprietà.
Altri usi del Pungitopo
Il Ruscus aculeatus è uno dei simboli del Natale, molto utilizzato per le decorazioni interne, ma anche per l’esterno. Proprio nel periodo natalizio è possibile ammirare le bellissime bacche di colore rosso che si affacciano curiose tra le foglie pungenti e che perfette si inseriscono tra le altre decorazioni scelte per rendere l’atmosfera delle feste davvero unica.
Il rosso è il colore del Natale, ecco perché le bacche del Pungitopo hanno permesso a tale pianta di entrare di diritto tra gli addobbi più amati.
Creare delle composizioni di Pungitopo, Agrifoglio e Vischio, sistemandole nei vari angoli della casa, è il modo migliore per entrare nel vivo dello spirito del Natale.
Questa particolarissima pianta è anche utilizzata in cucina. I germogli, simili a quelli degli asparagi, hanno un sapore leggermente amaro, ma che si sposa perfettamente con moltissimi cibi. Proprio come gli asparagi possono essere utilizzati per succulente frittate o per accompagnare, come ingrediente secondario, i forti sapori di mille altri piatti.
Classificazione botanica
Dominio: Eukaryota;
Regno: Plantae;
Divisione: Magnoliophyta;
Classe: Liliopsida;
Sottoclasse: Liliidae;
Ordine: Liliales;
Famiglia: Liliaceae;
Genere: Ruscus;
Specie: Ruscus aculeatus.
Fioritura
Come detto in precedenza, il Pungitopo è una pianta dioica, cioè fiori maschili e fiori femminili si trovano su diverse piante. Quindi per ottenere le bacche è bene mettere vicine almeno due piante differenti (una “maschio” e una “femmina”).
Sono i fiori femminili quelli che permettono alla pianta di farsi notare anche nel bel mezzo di una fitta vegetazione. Portano 6 tepali e cominciano a farsi vedere nel mese di febbraio, per rendersi più visibili in primavera inoltrata.
I fiori non sono molto ornamentali. Lo sono invece le bacche.
In tardo autunno la pianta produce il frutto, cioè le appariscenti bacche rosse, le quali contengono da 1 a 3 semi.
La pianta viene coltivata per le bacche rosse che appaiono in corrispondenza del Natale e vengono utilizzate per le composizioni e le decorazioni.
Non stiamo descrivendo una pianta dal grande fiore, colorato e profumato (a proposito, conoscete il Fiore di Santiago?), ovvero una pianta dalla delicata fioritura (come ad esempio, l’Orchidea Dendrobium nobile), ma una specie che nelle forme particolari dei suoi rami, delle foglie e dei frutti ha ritrovato le essenziali caratteristiche di una selvaggia bellezza.
Consigli per la coltivazione del Pungitopo
Come coltivare il Ruscus aculeatus? Come “addomesticare” il Pungitopo?
Anche se questa specie si presenta agli occhi di tutti come una pianta difficile da controllare, riesce a farsi apprezzare proprio per la facilità della coltivazione.
È una pianta che cresce nei boschi del nostro Paese (a circa 500/600m di altezza) e che, quindi, non ha particolari problemi per quanto riguarda la temperatura. Le cure per il Pungitopo si riducono a pochissime accortezze.
Coltivazione in vaso
Il Pungitopo non è una pianta che necessita di cure particolari, neanche quando coltivato in vaso. È possibile utilizzarlo come pianta per decorare spazi interni, ma anche per essere collocato su balconi e terrazzi.
Non è necessario spostare la pianta all’interno durante l’inverno, poiché molto resistente e si adatta bene anche ai climi più rigidi delle zone montane. Insomma, la pianta perfetta per chi ancora non riesce a descriversi come un esperto coltivatore dal pollice verde.
Il Ruscus aculeatus, quando coltivato in vaso, riesce a mantenere una forma più armoniosa e gli interventi di potatura sono decisamente più semplici.
Si consiglia di utilizzare un vaso di medie dimensioni e se l’intenzione è quella di sfruttare la bellezza della pianta per un balcone, meglio utilizzare un’ampia fioriera dalla forma allungata. In questo modo il Pungitopo avrà più spazio per espandersi e crescere liberamente.
Il contenitore dovrà essere riempito con terriccio di buona qualità (anche se la pianta non ha particolari pretese in merito, meglio assicurarle una dimora di qualità) e sul fondo creare uno strato drenante (argilla espansa o sabbia grossolana possono andar bene).
Per la coltivazione in vaso possono essere sfruttati anche terricci per agrumi o per cactacee.
Il rinvaso deve essere fatto in primavera.
Coltivazione in piena terra
Basta riempire il giardino di educate piante! È giunto il momento di dare un tocco selvaggio, ma pur sempre elegante, al proprio paradiso verde.
Coltivare il Pungitopo in piena terra è davvero semplice, basta solo scegliere il punto con la perfetta esposizione.
Le temperature non sono assolutamente un problema, ma l’esposizione deve essere preferibilmente di semi ombra.
Preferibilmente e non rigorosamente: il R. aculeatus tollera bene anche la luce diretta dei raggi del sole, ma il colore delle foglie apparirà più sbiadito e meno lucente. Il terreno, in giardino, deve essere leggermente acido, ma assolutamente ben drenato.
Quando piantare il Pungitopo? La messa a dimora può avvenire in primavera o in autunno. È preferibile effettuare tale operazione nei mesi autunnali, poiché la radicazione sarà migliore e più veloce sarà la crescita vegetativa con l’arrivo della bella stagione. Creare una piccola siepe con questa particolare specie può rendere il giardino ancor più affascinante.
Temperatura
Cresce rapidamente e senza alcun problema nelle zone dal clima mite, ma si adatta perfettamente anche a climi più rigidi. Anche le temperature più alte non rappresentano un problema per la coltivazione del Pungitopo
Luce
Come anticipato, l’esposizione può essere sia in pieno sole, ma è preferibile in zone di semi ombra.
La maggiore esposizione alla luce potrebbe causare solo una variazione delle tonalità di colore delle foglie. Una posizione più soleggiata è da preferire solo quando si coltiva la pianta in zone montane.
Terriccio
Non ha particolari pretese e si adatta perfettamente a qualsiasi tipo di terreno, purché ben drenato.
Quando il Ruscus è coltivato in giardino è meglio smuovere un po’ il terriccio quando si presenta particolarmente compatto, aggiungendo anche una piccola quantità di ghiaia. In vaso un terriccio di buona qualità o un miscuglio per agrumi o cactacee può andar bene.
Innaffiature
Le annaffiature del Pungitopo devono essere frequenti e regolari nei mesi estivi, meno abbondanti e meno frequenti nel periodo invernale. Procedere con molta attenzione, evitando di creare dei ristagni di acqua, poco tollerati dalla pianta.
Il livello di umidità non deve mai essere troppo alto, poiché il Ruscus aculeatus resiste bene anche a lunghi periodi di siccità, quindi è sempre meglio mantenere il terreno abbastanza asciutto. Le piante più giovani possono essere annaffiate ogni due settimane, mentre dopo basterà anche un solo intervento mensile.
Moltiplicazione
La riproduzione del Pungitopo può avvenire con la divisione dei cespi, alla fine dell’estate o nei primi giorni di primavera (le parti staccate dovranno essere messe immediatamente a dimora). Il rizoma deve essere tagliato in più parti, assicurandosi che ognuna abbia una radice e un getto.
È possibile portare avanti la moltiplicazione anche trapiantano i germogli più giovani che si staccano dalla pianta madre.
Procedere con la moltiplicazione per seme è sempre più difficile e i tempi si allungano notevolmente. Tale operazione può essere fatta in autunno, interrando la bacca, o in primavera utilizzando i singoli semini
Concimazione
Le piante più grandi non necessitano di particolari interventi di concimazione, mentre si può intervenire nel periodo primaverile, utilizzando un concime liquido o granulare a lento rilascio (ricco di azoto, potassio e fosforo), sulle piante più giovani.
La concimazione del Pungitopo può limitarsi ad un solo intervento nel mese di aprile.
Potatura
Per donare al Ruscus aculeatus un aspetto più ordinato e armonioso, nonché per stimolare la crescita di nuovi getti, è possibile intervenire eliminando i vecchi rami.
La potatura del Pungitopo è un’operazione abbastanza difficile (e pericolosa), proprio perché le appuntite foglie possono creare problemi e piccole ferite. Per questo motivo è sempre meglio munirsi di guanti da giardinaggio e procedere con cautela.
Parassiti, malattie e altre avversità
Il Pungitopo non è una pianta particolarmente soggetta a malattie o all’attacco di parassiti. I due principali problemi sono l’oidio, che forma piccole macchie bianche sulle foglie e sui fusti (la pianta potrebbe seccare se non si interviene tempestivamente con specifici prodotti), e il marciume radicale.
I ristagni di acqua sono molto pericolosi, perché il marciume radicale può provocare il deperimento delle piccole foglie e il collasso della pianta.
Curiosità
Il nome volgare di questa specie, Pungitopo, nasce dall’usanza contadina di utilizzarla come deterrente per i topi. Le sue foglie pungenti erano utilissime per scoraggiare topi in primis, ma anche altri animali, dall’avvicinarsi al raccolto e al cibo conservato.
Gli antichi romani utilizzavano il Ruscus aculeatus come talismano per allontanare i malefici dalla propria abitazione e lo piantavano agli angoli della casa.
Nei paragrafi iniziali abbiamo parlato delle tante proprietà del Pungitopo, le quali erano già conosciute ai tempi di Plinio, che descriveva la pianta come ingrediente principale per decotti utilizzati per curare infezioni renali.
Differenze tra Pungitopo e Agrifoglio
Molte persone confondono il Pungitopo con l’Agrifoglio. Ma sono piante profondamente differenti, attenzione a non confonderle.
Hanno si diverse caratteristiche in comune: entrambi sono sempreverdi, hanno le foglie che pungono, hanno le bacche rosse, simboleggiano il Natale, sono protette in natura, sono dioiche.
Ma anche tante differenze:
- Le foglie dell’agrifoglio sono verde scuro lucente, ovali o ellittiche, coriacee e presentano margine spinoso, soprattutto nei rami più bassi della pianta, mentre quelle in alto sono più lisce. Quelle del pungitopo sono appiattite, ovali, rigide e con la sola estremità pungente, senza differenza tra foglie alte e basse.
- I fiori del pungitopo sono bianco-verdastro, invece quelli dell’agrifoglio sono bianco-rosastri.
- L’agrifoglio può arrivare a altezze importanti (diversi metri), il pungitopo al massimo intorno al metro.
- Le bacche del Pungitopo sono grosse e singole, quelle dell’agrifoglio piccoline e a grappoli.
Tossicità
Il Pungitopo rientra nella lista delle piante tossiche. Questo può sembrare cosa strana, dato che fino a questo momento abbiamo descritto questa specie come la pianta dalle mille virtù.
Sono le bacche ad essere tossiche, le quali sono molto pericolose se ingerite in grandi quantità, poiché ricchissime di saponine. È obbligatorio utilizzare solo l’estratto secco che si acquista in erboristeria, evitando le cure fai da te.
Linguaggio dei fiori
Certo è il fatto che il Pungitopo è uno dei simboli del Natale, ma qual è il suo vero significato nel linguaggio dei fiori?
La pianta da sempre è stata considerata come un vero e proprio talismano di difesa, ma anche come simbolo di prosperità e durata.
Quindi, il suo significato è decisamente positivo!
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