Arum italicum (Calla Selvatica)

Arum italicum (Calla Selvatica)
Arum italicum (Calla Selvatica)-foto di ConsultaplantasCC BY-SA 4.0

Selvatica di nome e di fatto, l’Arum italicum, nota come Calla Selvatica, è una pianta stratega: la sua tecnica di impollinazione è infatti altamente sofisticata a comprova di quanto la natura possa rivelarsi ingeniosa.

L’Arum italicum è una pianta perenne a distribuzione mediterranea, dall’aspetto esotico. E’ diffusa in tutte le regioni d’Italia. Nell’area metropolitana di Roma cresce quasi ovunque nelle aree antropizzate, dalle periferie al centro storico. La si trova in macchie, cedui, radure, siepi, vigne ed oliveti, nei luoghi incolti e talvolta si comporta da infestante. In natura cresce dalla pianura sino ai 1000 metri di quota, in ambienti umidi e freschi come zone fluviali e boschi.

Ha un portamento eretto, la sua altezza arriva a misurare 20-50 centimetri. L’aspetto è erbaceo, è una pianta glabra, con un rizoma ovoide, tuberiforme sotterraneo, dal quale in autunno si sviluppano le foglie svernanti, che arrivano a misurare 20 centimetri di lunghezza. La pagina superiore delle foglie è lucida e spesso presenta venature biancastre.

L’infiorescenza dell’Arum italicum è molto singolare, è costituita da una spata lanceolato-acuminata, che misura fino a 30 centimetri di lunghezza, di colore verde giallastro in alcuni casi sfumata di porpora e da uno spadice di 4-6 cm che termina in una appendice clavata di colore giallo. I fiori sono molto piccoli e crescono alla base dello spadice, i fiori maschili sono sovrapposti ai fiori femminili.

I frutti, grandi come un pisello, sono bacche raccolte sull’asse, prima sono verdi a maturità diventano rossi.

La peculiarità dell’Arum italicum è l’odore che emanano i fiori. Si tratta di un odore che ricorda quello di carne in putrefazione, la sua funzione è quella di ingannare ed attirare gli insetti saprofagi, imitando il substrato da loro preferito per la deposizione delle uova e rendendoli inconsapevoli impollinatori. La spata costituisce la trappola per gli insetti impollinatori. Solo quando il polline sarà maturo e gli ovuli fecondati, la pianta avvizzendo, consentirà loro di scappare, e magari di essere intrappolati daun altro esemplare.

Un’altra importante caratteristica dell’Arum italicum è che si tratta di una delle poche piante al mondo capace di generare calore. Per volatilizzare le pesanti molecole responsabili del suo fetore, lo spadice può riscaldarsi fino a superare di 25°C la temperatura dell’aria circostante, in alcune specie raggiunge addirittura i 40°C.

Classificazione botanica

L’Arum italicum è una specie del genere Arum della famiglia delle Araceae (come la calla, il Dracunculus vulgaris, il genere Monstera, l’Anthurium, lo Spathiphyllum).

Fioritura

Arum italicum (Calla Selvatica)
Arum italicum (Calla Selvatica)-foto di Stefan.lefnaerCC BY-SA 4.0

La fioritura dell’Arum italicum avviene in primavera, l’infiorescenza è uno spacice lungo e giallo, formato da tanti piccoli fiori sessili appressati gli uni sugli altri. Lo spadice è avvolto da una grande spata convoluta di colore verde pallido che svolge la funzione vessillare e di protezione all’infiorescenza.

Consigli per la coltivazione dell’Arum italicum

La stagione dell’Arum italicum inizia in autunno, quando le foglie germogliano rigogliose, durano per tutto l’inverno e, appena sfiorisce, in primavera, le foglie appassiscono e scompaiono e durante l’estate restano solo le bacche rosse raccolte su di un asse, che sparisce a sua volta non appena vengono disperse le bacche. A metà estate resta solo il tubero sotterraneo (carico di riserve amilacee) che ogni anno si affossa più profondamente nel terreno, tirato verso il basso da speciali radici a molla, per nascondersi dai cinghiali e da altri animali che ne vanno ghiotti.

Si tratta di una pianta erbacea coltivata anche a scopo ornamentale in vaso e nelle aiuole del giardino

E’ rustica, adatta all’ombra, ed è la pianta ideale per riempire gli spazi all’ombra durante l’inverno.

Nasce spontaneamente ma può anche essere coltivata nel nostro giardino, grazie al sua impronta spontanea è una pianta molto forte e autosufficiente. E’ preferibile piantarla in un luogo all’ombra con un terreno ricco di sostanze organiche. Ha un’ottima resistenza alle rigide temperature invernali. Ogni 2-3 anni la pianta si rinnova completamente.

Coltivazione in vaso

L’Arum italicum può essere allevata anche in vaso. E’ bene avere cura di collocarla lontano dai luoghi di soggiorno in quanto il cattivo odore che emana può rivelarsi molto fastidioso. Nella scelta del vaso si deve optare per contenitori ampi. Le calle selvatiche si rinvasano al termine dell’estate interrando i rizomi ad una profondità di circa 10 cm.

Coltivazione in piena terra

Arum italicum (Calla Selvatica)
Arum italicum (Calla Selvatica)-foto di Self-photographed CC BY-SA 3.0

E’ bene riservare all’Arum italicum una zona ombreggiata del giardino, preparandole una buca profonda circa 10 centimetri con un terreno ricco di materie organiche.

Quando la pianta è sistemata si ricoprire il tubero con terriccio ben compatto e si procede con una annaffiatura. Durante l’inverno non occorre coprire la pianta e a preoccuparsi delle temperature rigide in quanto le sopporta senza problemi, invece in primavera e in estate va annaffiata bene.

La Calla selvatica preferisce stare in un terreno umido ma è importante evitare gli eccessi idrici, durante l’inverno occorre quindi limitare le innaffiature in quanto riesce a soddisfare al suo fabbisogno idrico. Per ottenere un buon risultato deve essere piantata con una densità di 7 piantine al metro quadro.

Temperatura

L’Arum italicum non teme il freddo, quindi può essere lasciato a dimora anche durante l’ inverno, anche dove le temperature scendono parecchio al di sotto dello zero.

Luce

Può crescere esposta dal sole del mattino all’ombra profonda ma è preferibile piantarla in un luogo all‘ombra.


Terriccio

Il terreno ideale per l’Arum italicum è ricco di humus, soffice e ben drenato.

Annaffiatura

Arum italicum (Calla Selvatica)
Arum italicum (Calla Selvatica)-foto di H. ZellCC BY-SA 3.0

Nei mesi primaverili la pianta va annaffiata sporadicamente, evitando che il terreno asciughi troppo. Durante gli altri mesi dell’anno è possibile si devono sospendere le annaffiature. Si deve tenere presente che l’Arum italicum soffre il ristagno idrico, pertanto in condizioni di umidità frequente aumenta il rischio di malattie all’apparato radicale.

Moltiplicazione

La moltiplicazione di questa pianta avviene per divisione dei cespi in autunno o all’inizio della primavera. Si possono anche seminare i semi fertili che si trovano all’interno dei piccoli frutti.

La propagazione mediante la divisione dei cespi o dei rizomi è comunque più sicura e più veloce. In questa tecnica si tagliano i tuberi o rizomi in più porzioni che hanno almeno 2 radici; i pezzi si passano poi nella polvere rizogena per farli cicatrizzare all’aria e poi si mettono direttamente a dimora definitiva o in piena terra o in vaso.

Concimazione

La concimazione dell’Arum italicum inizia nel momento in cui compaiono i boccioli fiorali. Il fertilizzante dovrebbe essere liquido e diluito nell’acqua di irrigazione con una cadenza di quindi giorni. Il concime deve avere un’alta frazione di potassio (K) per favorire la rigenerazione dei tessuti di riserva della pianta. In minor quantità è richiesto il fosforo (P) e soprattutto l’azoto (N).

Potatura

L’Arum italicum non ha bisogno di una vera potatura. E’ sufficiente eliminare le foglie che si seccano per scongiurare il rischio che possano diventare veicoli per malattie parassitarie.

Abbinamenti con altre piante

La Calla Selvatica può essere abbinata alla Dicentra, all’Epimedium, all’Omphalodes, all’Ophiopogon planiscapus, alla Primula, alla Tiarella.

Altri consigli per la cura

Durante l’estate è importante che il terreno circostante resti umido. Si rivela utile nebulizzare acqua non calcarea sulle foglie, facendo attenzione a non bagnare i fiori. Se le foglie presentano parti bruciate, è necessario spostare la pianta per evitare che riceva la luce del sole in maniera diretta. Se le foglie iniziano a perdere il loro colore è invece necessario irrigare la pianta.

Parassiti, malattie ed altre avversità

Arum italicum (Calla Selvatica)
Arum italicum (Calla Selvatica)-foto di Meneerke bloemCC BY-SA 3.0

L’Arum italicum è una pianta resistente agli attacchi dei parassiti ma teme i ristagni di acqua che possono provocare il marciume delle radici.

Tra i parassiti più temuti ci sono il ragnetto rosso e la cocciniglia cotonosa. Si può intervenire in entrambi i casi eliminando i due parassiti con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua e alcool o, nei casi più gravi, trattando la pagina inferiore delle foglie con insetticida acaricida.

Curiosità

Il nome scientifico del genere (Arum) deriva dal greco Aron e significa “calore” in riferimento al fatto che queste piante quando sono in piena fioritura emettono calore. L’epiteto specifico (italicum) si riferisce alle località dei primi ritrovamenti.

Il nome scientifico attualmente Arum italicum è stato proposto dal botanico scozzese Philip Miller (1691 – 1771) nella pubblicazione ”The Gardeners dictionary – Ottava edizione” del 1768

La tradizione popolare abruzzese ha attribuito a questa pianta diverse proprietà magiche, si pensava che l’Arum italicum tenesse lontani gli spiriti maligni, proteggesse i neonati e donasse amore agli sfortunati. In alcune aree della regione era chiamata “jerve che accocchie e scocchie” ossia erba che unisce e divide. Si tratta di una denominazione legata al fatto che “la pianta era usata per fatturare l’innamorato di un’altra donna, staccando la brattea dall’infiorescenza e chiamando il nome dell’innamorato. Per annullare la fattura si ricorreva ad una fattucchiera che sulla pianta intera recitava frasi misteriose”.

Gli agricoltori traevano indicazioni sull’andamento dell’annata agraria osservando la spata, grazie alla quale presupponevano la futura produzione di olio, grano e granturco (colori richiamati all’interno della spata).

L’Arum italicum é un indicatore ecologico di suoli ricchi, umidi e dal pH neutro. La sua presenza negli orti può indirettamente aiutare nel monitorare l’attività dei cinghiali.

I ruoli della spata sono molteplici: protegge l’infiorescenza dalle avversità meteoriche; intrappola gli insetti pronubi (generalmente ditteri brachiceri) per garantire l’impollinazione e garantisce il mantenimento dell’elevata temperatura interna durante l’antesi.

Tossicità e/o uso erboristico

Arum italicum (Calla Selvatica)
Frutti dell’Arum italicum (Calla Selvatica)-foto di AkaCC BY-SA 2.5


L’Arum italicum contiene aroina, saponine ed un glucoside dell’acido cianidrico, che si attiva a contatto con l’acqua, rendendo questa pianta altamente tossica. L’avvelenamento avviene quasi esclusivamente per ingestione delle bacche e l’azione tossica dei suoi principi attivi si manifesta attraverso infiammazione della mucosa oro-faringea, un’intensa salivazione, nausea, vomito, dolori addominali, crampi e alterazioni cardio-circolatorie.

Anche il contatto con i succhi della pianta può provocare effetti indesiderati come vesciche e irritazioni cutanee.

Nella medicina popolare si usavano preparazioni ben dosate di foglie e rizomi che si rivelavano efficaci espettoranti, antielmintici e antireumatici. I suoi principi tossici sono termolabili: i contadini di un tempo sottoponevanoi rizomi biancastri a intensa bollitura per ricavarne una fecola nutriente e dal sapore gradevole, che conteneva fino al 70% di amido. La fecola veniva aggiunta alla farina nei periodi di carestia.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.

Linguaggio dei fiori

L’Ara Pacis a Roma è una delle sculture più significative del primo periodo imperiale. Ha un significato allegorico legato al benessere, alla prosperità e alla pace, significato trasmesso anche con il simbolismo delle circa novanta specie vegetali rappresentate, tra cui l’Arum italicum, una delle piante più ricorrenti nel monumento, dal valore scaramantico e già dall’antichità augurio di fertilità.

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