Piante velenose in giardino

Piante velenose in giardino
Piante velenose in giardino

Sono tante le piante velenose presenti nel nostro Paese. Non è sufficiente avere l’accortezza di non raccogliere piante sconosciute mentre facciamo una passeggiata perché decine di piante velenose possono essere presenti anche nelle nostre case e nei nostri giardini.

In tutto il regno vegetale una specie su cento è velenosa. Sono oltre 20 le tipologie di princìpi velenosi vegetali, in particolare alcaloidi, glucosidi, saponine, resinoidi, ossalati, complessi fotosensibilizzanti e composti minerali.

Il principio velenoso si può trovare solo in alcune parti della pianta (ad esempio nelle foglie o nei semi) oppure essere distribuito in tutta la pianta.

Generalmente il grado di tossicità, trova il suo apice nella maturità, ma in alcuni casi , ad esempio la nappola Italiana – Xanthium italicum (Moretti) il veleno che si trova nell’esemplare giovane si trasforma con la crescita in una sostanza innocua.

Ecco alcune tra le piante velenose in giardino, bellissime ma pericolose, a volte mortali.

Aconitum napellus-Aconito napello

Aconitum napellus-Aconito napello
Aconitum napellus-Aconito napello- foto di Jean-Pol GRANDMONTCC BY-SA 3.0

Si tratta di una delle piante più velenose presenti in Italia, è diffusa soprattutto sulle montagne alpine. Lo si riconosce perché il fiore ricorda un elmo. I suoi alcalodi (aconitina)colpiscono il cuore ed il sistema nervoso.

Solo 3 grammi portano alla morte in modo molto rapido (tra 10 e 90 minuti).

Aconitum lycoctonum – Aconito lycoctonum

Aconitum lycoctonum -Aconito lycoctonum
Aconitum lycoctonum -Aconito lycoctonum – foto di H. Zell CC BY-SA 3.0

La si può incontrare nelle faggete ed ai margini dei boschi. Nell’antichità si usata per la preparazione di esche avvelenate per i topi, le volpi e i lupi. Con il succo delle radici Galli e dai Germani ci avvelenavano le frecce. Nel Medioevo si usava invece per le condanne a morte.

Tutte le specie che appartengono al genere Aconitum sono considerate le più velenose di tutta la flora europea.

Tutta la pianta contiene principi attivi letali (licoctonina e mioctonina), soprattutto la radice. Anche in piccole quantità gli effetti fatali sono immediati.

Anemoni

Anemoni
Anemoni

Come la maggior parte delle specie appartenenti alla famiglia delle Ranuncolacee, gli anemoni sono velenosi per ingestione, sia per l’uomo che per gli animali.

Gli anemoni sono velenosi, a causa della presenza di protoanemonina, sostanza irritante per le mucose e per la pelle.

Meglio usare i guanti nel maneggiarli, specie se si devono fare operazioni che causano la fuoriuscita di linfa.

Antropa belladonna- Belladonna

Antropa belladonna- Belladonna foto di H. ZellCC BY-SA 3.0

Si tratta di un’erbacea perenne le cui bacche possono facilmente essere confuse con per dei mirtilli. E questo è un rischio in quanto sono sufficienti 3 o 4 bacche per avvelenare.

Tra i sintomi, che si manifestano dopo circa 20 minuti, ci sono allucinazioni, mancato controllo psicomotorio, blocco della sudorazione, tachicardia, insufficienze polmonari.

Brugmansia

Brugmansia
Brugmansia

La Brugmansia, conosciuta anche il “trombone degli angeli”, è una pianta da fiore ornamentale tropicale originaria dell’America del Sud, ma molto diffusa anche in Europa come pianta ornamentale da coltivare in vaso o direttamente in giardino.

Tutte le parti della Brugmansia sono velenose, perché ricche di scopolamina, iosciamina e altri alcaloidi tropani che possono portare a toxidrome e delirio anticolinergico.

A livello fisico, i primi sintomi che si possono avvertire dopo aver ingerito qualsiasi parte della pianta sono paralisi della muscolatura liscia, tremori e emicrania, ai quali si aggiungono scarso coordinamento e allucinazioni visive e uditive, fino ad arrivare alla morte.

Buxus sempervirens – Bosso comune

Buxus sempervirens
Buxus sempervirens

Questo arbusto sempreverde contiene alcaloidi come bussina, parabuxina, buxinidina e ciclobuxina. Per questo tutte parti della pianta sono tossiche, e l’impiego incongruo di foglie, corteccia, frutti e semi di bosso può avvelenare fino a portare alla morte.

Tra i sintomi ci sono manifestazioni acute di gastroenterite, convulsioni, congestione polmonare e morte.

Calla – Zantedeschia

Calla o Zantedeschia

Pianta dai fiori molto eleganti, ma tossica in tutte le sue parti.

Contiene cristalli insolubili di ossalato di calcio ad azione irritante che causano bruciori locali se viene toccata, ed eventuali sintomi gastrointestinali dopo l’ingestione.

Colchicum

Colchicum
Colchicum

Si tratta di una pianta molto velenosa, forse la più velenosa che esista per le cui tossine mortali non esiste antidoto.

Il problema è che somiglia terribilmente allo zafferano, tanto da essere definita “zafferano bastardo”.

Il Colchicum è velenoso per la presenza di alcaloidi particolarmente tossici, tra cui la colchicina e l’inulina. Tutta la piante è molto velenosa ma soprattutto lo sono i semi e il bulbo. La colchicina è un alcaloide altamente tossico che rende la pianta velenosa fino ad essere mortale.

La colchicina interferisce con la divisione cellulare, inibendola. Non esiste antidoto.

Conium maculatum – Cicuta maggiore

Conium maculatum
Conium maculatum – foto di Sylvain PiryCC BY-SA 2.0 FR

Nel nostro Paese è diffusa fino a 1800 metri di altitudine, cresce spontanea nelle campagne, ai bordi delle siepi.

Somiglia al Prezzemolo ma attenzione a non confonderla in quanto tutta la pianta è velenosa, soprattutto le foglie giovani e i frutti immaturi, e può portare alla morte se ingerita.

Contiene infatti diversi alcaloidi che paralizzano i tessuti neuromuscolari.

Tra i sintomi dell’avvelenamento ci sono salivazione, lacrimazione, sete intensa, nausea, vomito, diarrea, vertigini, disturbi della vista, paralisi dei muscoli volontari e del diaframma, morte per arresto della respirazione. Bastano sei, otto foglie fresche per causare la morte di un adulto. I

Greci la somministravano ai condannati alla pena capitale. Socrate, dopo la sentenza, al termine del dialogo con i suoi discepoli sull’immortalità dell’anima, bevve il veleno preparato con i semi non maturi della cicuta maggiore.

Convallaria majalis – Mughetto

Mughetto
Mughetto- foto di H. ZellCC BY-SA 3.0

Diffusa in Italia fino a 1200 metri di altitudine, tutte le sue parti, tranne il rizoma, contengono glicosidi cardioattivi che la rendendo tossica.

Si tratta infatti di veleni che portano ad una morte rapida. Anche il semplice contatto può irritare.

Daphne cneorum e Dafne odorosa

Daphne cneorum- Dafne odorosa
Daphne odora – foto di SilviamaestriCC BY-SA 4.0

Bella ma pericolosa: ecco come si può riassumere questa pianta, è la Daphne odora, nota con il nome comune di Dafne odorosa.

Si tratta di una pianta ornamentale arbustiva sempreverde facile da coltivare in piena terra, perfetta come siepe anche nei giardini rocciosi, originaria del continente asiatico: Giappone, Corea e Cina.

Come tutte le specie del genere Daphne, anche la Daphne odorosa è velenosa.

Interessante a livello ornamentale è anche la Daphne cneorum (anche lei velenosa).

Datura stramonium- Stramonio comune

Datura stramonium
Datura stramonium

Nota anche come erba del diavolo, questa pianta erbacea è diffusa in tutta Italia, fino agli 800 metri di altitudine.

È molto tossica, la maggior concentrazione delle tossine è contenuta nei semi. La sua ingestione può portare alla morte causata dalla paralisi dei muscoli e del sistema respiratorio.

Delphinium

Delphinium
Delphinium

Noto anche come delfinium o speronella, è un’erbacea perenne.

Il genere, molto ricco, conta circa 200 specie di piante da fiore perenni originarie di tutto l’emisfero settentrionale e anche delle alte montagne dell’Africa tropicale.

Tutti i membri del genere Delphinium sono tossici per l’uomo e il bestiame.

Digitalis – Digitale

Digitalis
Digitalis

Bellissima ma pericolosa. Una pianta tra le più utili della nostra flora ma anche una delle più velenose. Una singola foglia di digitale, che può contenere fino a 20 milligrammi di glicosidi cardiaci, è una dose sufficiente per uccidere una persona adulta.

I sintomi dell’avvelenamento sono simili a quelli di altre piante che contengono glicosidi cardiaci, come l’oleandro: inizialmente si hanno disturbi gastrointestinali (vomito, diarrea) e rapidamente subentrano i sintomi neurologici (sonnolenza, confusione mentale, disturbi visivi con aloni gialli) e cardiaci (rallentamento del cuore fino al collasso cardiocircolatorio).

Euphorbia

Euphorbia
Euphorbia

Il genere Euphorbia, italianizzato in Euforbia, include un vasto numero di piante dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Euphorbiaceae, e che possono essere erbacee o legnose a seconda della specie.

Se il fusto viene spezzato, quasi tutte le specie, emettono un lattice urticante e velenoso.

Glicine – Wisteria

Glicine
Glicine

Rampicante molto diffuso, con splendide fioriture. Ma pericoloso.

Le parti tossiche sono i fiori, i semi e la radice. In caso di ingestione si possono avere sintomi come vomito, dolori addominali, diarrea, congestione del volto e dilatazione pupillare.

Helleborus – Elleboro o Rosa di Natale

Helleborus - Elleboro o Rosa di Natale
Helleborus – Elleboro o Rosa di Natale-foto alino1955 CC BY-ND 2.0

Elleboro (Helleborus), meglio conosciuta come Rosa di Natale è molto bella da un punto di vista prettamente estetico, ma è considerato anche un rimedio straordinario nella cura delle malattie mentali (in realtà è tossico).

La Rosa di Natale (Elleboro) è una pianta tossica: tutte le sue parti (foglie, fiori e anche le radici) sono pericolose per l’uomo e per gli animali. Le foglie, i fiori o qualsiasi altra parte della pianta possono addirittura portare alla morte quando ingerite. L’elleborina, inoltre, ha proprietà narcotiche.

Nello specifico, la Rosa di Natale (Helleborus niger) ha un sapore acre e può causare bruciore agli occhi, alla bocca e alla gola, ulcerazioni orali e gastroenterite.

Heracleum mantegazzianum- Panace di mantegazza

Heracleum mantegazzianum
Heracleum mantegazzianum- Panace di mantegazza- foto di Huhu UetCC BY 3.0

Nota con il nome comune di Panace gigante, si tratta di un’infestante diffusa in Valle d’Aosta, in Trentino Alto Adige, in Lombardia, in Piemonte ed in Liguria.

Se la si incontra è bene non toccarla in quanto rilascia una linfa fototossica che al contatto con la pelle, con luce del sole e umidità provoca ustioni e vesciche, e nei casi peggiori porta alla cecità.

Laburnum anagyroides – Maggiociondolo

piante velenose in giardino Laburnum anagyroides
piante velenose in giardino Laburnum anagyroides

Il Maggiociondolo è tanto bello quanto pericoloso: è velenoso in ogni sua parte, e rende tossico il latte delle mucche che hanno brucato i suoi rami.
Sono soprattutto i semi contenuti nei baccelli ad essere velenosi, in particolare quando non sono ancora maturi, in quanto sono carichi di sostanze velenose.

L’intossicazione si manifesta con l’ingestione anche di un solo seme. I sintomi sono vomito, crampi, sudori freddi. Addirittura l’intossicazione può causare la morte.

Mentha pulegium- Menta poleggio

Mentha pulegium- Menta poleggio
Mentha pulegium- Menta poleggio

Nota come menta romana, si tratta di una pianta che contiene pulegone e piccole quantità di altri chetoni che, in caso di ingestione, possono essere irritanti e nefrotossiche.

Ingerirne elevate quantità può portare anche alla morte.

Narcisi

Narcisi
Narcisi

Il bulbo del narciso contiene un alcaloide molto velenoso, denominato narcisina, che può essere pericoloso per gli animali e rivelarsi letale per l’uomo.

L’eventuale ingestione del bulbo (che potrebbe essere scambiato per una cipolla) può condurre alla morte.

Nerium oleander- Oleandro

piante velenose in giardino Nerium oleander- Oleandro
piante velenose in giardino Nerium oleander- Oleandro

È una delle piante più diffuse nei nostri giardini, ma è anche una delle più velenose al mondo.

Tutta la pianta è tossica in quanto contiene glicosidi cardioattivi (neriina, neriantina, folinerina, adinerina) che possono provocare aritmia.

L’indigestione causa disturbi al sistema nervoso, squilibri gastrici.

Si tratta di una tossicità conosciuta dai tempi antichi: soldati napoleonici sono morti avvelenati per aver arrostito della carne con il legno d’oleandro. In India è chiamata kajamaraka, che significa “l’erba che fa morire il cavallo”.

I sintomi dell’avvelenamento includono dilatazione della pupilla, vomito, vertigini, diarrea, sonnolenza, sudorazione fredda, aritmie cardiache, allucinazioni e convulsioni, sino a perdita di coscienza, fibrillazione atriale e ventricolare, sincope.

Rhododendron – Rododendro

Rhododendron
Rhododendron

Con la sua straordinaria varietà di colori, il rododendro colora i nostri giardini ed i nostri terrazzi. Il rododendro è un genere a cui appartengono dalle 500 alle 900 specie tra rododendri ed azalee. Alcune specie di Rododendo hanno un nettare tossico.

Spartium junceum – Ginestra odorosa

piante velenose in giardino Spartium junceum
piante velenose in giardino Spartium junceum

Questa pianta arbustiva ornamentale è molto presente nei nostri giardini. Eppure è tossica in ogni sua parte, in particolare sono tossici i semi, le foglie e i fiori. Fiori e semi contengono un alcaloide chiamato cistina che in piccole dosi funge da purgante e diuretico ma in alte dosi posta anche a stato comatoso e crisi convulsive. Se la si tocca è importante evitare il contatto con le mucose.

Taxua baccata – Tasso comune

Taxua baccata - Tasso comune
Taxua baccata – Tasso comune – foto di Mykola Swarnyk CC BY-SA 3.0

Questo arbusto appartiene alla famiglia delle Taxaceae.

Si impiega spesso come siepe da giardino in quanto è molto ornamentale. Ma è anche molto velenoso: ogni sua parte è tossica, tanto che viene soprannominato “albero della morte”. Nelle foglie e nei semi è contenuto un alcaloide ditepenico chiamato taxina che porta alla paralisi, che da problemi cardiaci, narcolessia portando anche alla morte.

Sono sufficienti poche manciate di foglie per portare alla morte. Il frutto (tranne il seme) è invece commestibile ma eviterei comunque di provare.


Queste sono solo alcune delle piante velenose in giardino. Conoscere la loro pericolosità ci consente di evitare pericolose reazioni, e può anche salvarci la vita.

Ne conosci altre? aggiungile nei commenti.

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