Chionodoxa

Chionodoxa lucilae
Chionodoxa lucilae

Vederla che sbuca dalla neve è uno spettacolo della natura. La Chionodoxa, proprio per questa sua caratteristica, è nota con il nome comune di Gloria della neve. È una bulbosa perenne originaria della Turchia, Creta e Cipro.

La sua altezza è di circa 15 centimetri (dipende dalle specie), lo stelo è molto sottile, presenta foglie verdi erette, nastriformi, che compaiono contemporaneamente ai fiori.

I fiori sbocciano tra febbraio e marzo, sono stellati, con 6 tepali, e sono riuniti in racemi radi. Il colore è blu o rosa con centro bianco o giallo, oppure di un bianco puro.

Perfetta per i giardini rocciosi, grazie alla sua rusticità, decora i giardini anche nelle zone caratterizzate da inverni rigidi regalando macchie di colore.

Classificazione botanica

Il genere Chionodoxa appartiene alla famiglia delle Asparagaceae.

Prima era trattato come un genere separato, ma ora non più: è stato incluso nel genere Scilla, sezione Chionodoxa.

Principali specie

Le specie che appartengono al genere sono molto simili da loro, si diversificano tra loro soprattutto per le dimensioni che possono variare dai 10 centimetri della Chionodoxa luciliae, ai 30 centimetri della Chionodoxa forbesii.

Vediamo da vicino alcune specie.

Chionodoxa cretica(Scilla cretica)

Nativa di Creta, fiorisce all’inizio di primavera. Molto simile alla C. nana.

Chionodoxa cretica
Chionodoxa cretica – foto di Steve Garvie (CC BY-NC-SA 2.0)

Chionodoxa forbesii(Scillaforbesii)

Chionodoxa forbesii 
Chionodoxa forbesii

Si tratta della specie più alta. Arriva infatti a raggiungere un’altezza di 30 centimetri. La fioritura avviene nel periodo che va da febbraio a marzo. I fiori sono blu scuro ed hanno la parte centrale bianca.

Chionodoxa lochiae (Scilla lochiae)

Nativa di una piccola area di Cipro. Fiorisce agli inizi di primavera.

Chionodoxa luciliae (Scilla luciliae)

Chionodoxa lucilae
Chionodoxa lucilae

Sinonimo di Chionodoxa gigantea o di Chionodoxa grandiflora. Si tratta della specie più piccola che vanta un’altezza che, al massimo, arriva a 15 centimetri. È caratterizzata da fiori che misurano poco più di 2 centimetri di larghezza di colore blu chiaro con la parte centrale bianca. La fioritura avviene da febbraio a marzo. Ci sono diverse varietà, tra cui la varietà Alba che ha fiori bianchi, la Rosea e la Pink Giant con i fiori rosa.

Chionodoxa sardensis (Scillasardensis)

Misura 10-15 centrimetri di altezza e, rispetto alle altre specie, ha il bulbo più piccolo e le foglie ripiegate. Da marzo ad inizio maggio compaiono i fiori color azzurro-cielo con centro bianco che misurano una larghezza di 2 centimetri.

Scilla (Chionodoxa) sardensis
Scilla (Chionodoxa) sardensis – foto di dogtooth77 (CC BY-NC-SA 2.0)

Fioritura

Chionodoxa
Chionodoxa

La peculiarità di questa pianta è la sua fioritura precoce che non teme neppure la neve.

La Chionodoxa fiorisce infatti dalla fine dell’inverno fino al mese di aprile.

Potremo così avere un giardino fiorito anche a fine inverno fino a primavera inoltrata.

I fiori sono molto piccoli e hanno la forma a stella, sono simili ai fiori della Scilla. Hanno 6 tepali i cui colori vanno dal blu al rosa o al bianco. La parte centrale è sempre bianca o gialla. Solitamente i fiori compaiono a gruppi di 7-10.

Consigli per la coltivazione della Chionodoxa

La Chionodoxa è molto apprezzata sia per la sua fioritura precoce che copre anche i mesi in cui, generalmente, la maggioranza delle piante è in riposo vegetativo, sia per i fiori che creano piacevoli macchie di colore. Si tratta di una pianta con un’ottima rusticità, a dispetto dell’aspetto delicato.

È particolarmente adatta ai giardini rocciosi, per comporre macchie monocromatiche, ma anche per essere messa in primo piano nelle bordure e per la coltivazione in vaso. L’impiego più conveniente è quello di sfruttare la precocità della fioritura e piantare i bulbi sopra bulbi di geofite che fioriscono tardivamente, cosi da avere la stessa zona sempre fiorita.

La sua rusticità la rende adatta di crescere in diverse condizioni di luminosità e di temperatura. A ciò si aggiunga che è una pianta facile da coltivare che non richiede particolari cure e che è quindi adatta anche ai meno esperti di giardinaggio.

Coltivazione in vaso

La Chionodoxa è adatta anche alla coltivazione in vaso. Si deve tenere presente che questa pianta tende ad espandersi velocemente, quindi è opportuno rinvasarla annualmente in un vaso di dimensioni maggiori e impiegando terriccio fresco e fertile.

Coltivazione in piena terra

Chionodoxa forbesii 
Chionodoxa forbesii – foto di marsupium photographyCC BY-SA 2.0

La messa a dimora della Chionodoxa si esegue in autunno e si può fare in tutti i terreni da giardino purché ben drenati.

La posizione ideale è il pieno sole, o l’ombra parziale. I bulbi si interrano in grandi gruppi (anche di 20 esemplari) a circa 10 centimetri di profondità distanziandoli tra loro di circa 7 centimetri.

Se invece si vuole creare una fila di piante in una bordura è bene lasciare circa 5-6 cm tra un bulbo e un altro. La precocità della fioritura consente di avere un giardino sempre fiorito, soprattutto se i piccoli bulbi della Chionodoxa vengono sistemati sopra a bulbi più grandi a fioritura più tardiva.

Non temendo il freddo i bulbi possono rimanere nel terreno, dove si autoseminano spontaneamente.

Coltivazione in terrazzo

Gli esemplari coltivati in vaso possono decorare terrazzi e balconi. È bene scegliere una zona che garantisca le adeguate ore di sole.

Temperatura

La Chionodoxa non teme il freddo, la sua caratteristica principale è proprio quella di fiorire anche tra la neve. Resiste anche alle alte temperature.

Luce

La sua rusticità le consente di tollerare sia l’ombra che il pieno sole ma preferisce la mezz’ombra, che garantisca almeno 3-4 ore di luce al giorno.

Terriccio

Chionodoxa lucilae
Chionodoxa lucilae – foto di Patrice78500CC BY-SA 4.0

Anche in fatto di terreno la Chionodoxa non ha particolari esigenze ma, se potesse scegliere, ne vorrebbe uno fresco e profondo, che sia ricco di materia organica. Importante il drenaggio che scongiura il rischio di ristagni idrici.

Annaffiatura

L’umidità è indispensabile alla crescita sana della Chionodoxa. Pertanto la è necessario annaffiare regolarmente ed abbondantemente in particolare nel periodo della fioritura fino alla fine dell’autunno.

Nei mesi invernali le irrigazioni possono essere diradate.

È importante evitare i ristagni idrici che provocano il marciume radicale e che sono terreno fertile per le malattie fungine.

Moltiplicazione

La propagazione della Chionodoxa può essere fatta per divisione dei bulbi o per semina.

A tal proposito è bene precisare che questa pianta è in grado di riprodursi spontaneamente per autosemina. I semi vanno raccolti a fine primavera e possono essere seminati immediatamente .

Concimazione

Chionodoxa siehei
Chionodoxa siehei – foto di AveraterCC BY-SA 3.0

In autunno si può arricchire il terreno con del letame maturo, cosicché che la pianta possa disporre del nutrimento indispensabile per tutta la fase del riposo vegetativo. A fine inverno si può concimare con un fertilizzante che sia ricco di potassio e fosforo.

Potatura

La Chionodoxa non va potata, è sufficiente asportare gli steli sfioriti e le foglie secche che rimangono attaccate al bulbo. Questo a meno che non si intenda favorire l’autosemina. In tal caso si devono lasciare gli steli indisturbati per permettere la maturazione e la loro conseguente dispersione.

Abbinamenti con altre piante

Si possono creare suggestive macchie di colore abbinando la Chionodoxa con l’Arabis, l’Elleboro, la Pulmonaria, la Primula, la Pulsatilla, il Narciso e l’ Aubretia.

Altri consigli per la cura

È bene rimuovere le foglie secche ed i fiori appassiti al termine dell’estate, per stimolare la pianta a generare nuovi germogli. Con l’arrivo dell’estate le foglie tendono a seccarsi, pertanto è buona abitudine estirparle.

Parassiti, malattie ed altre avversità

Questa pianta ha una buona resistenza all’attacco di parassiti. Tuttavia le lumache possono danneggiare le foglie e i fiori. Può essere anche colpita dalla fusariosi.

Curiosità

Il nome di questa pianta deriva dal greco chion (neve) e doxa (gloria) per sottolineare la sua peculiarità di fiorire anche sul suolo ricoperto di neve. In Inghilterra viene per questo motivo chiamata la Glory of the snow, mentre in Francia si chiama il giacinto delle nevi Hyacinte des neiges.

Tossicità e/o uso erboristico

La Chionodoxa non è velenosa né tossica.


Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.

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