Immaginate un giardino dell’epoca vittoriana: sicuramente lo visualizzerete ricco di Felci, piante che alla fine dell’ottocento erano molto apprezzate sotto l’aspetto decorativo ma anche per le proprietà medicinali.
Ancora oggi le felci sono tra le piante da fogliame più apprezzate: le loro fronde sono in grado di creare un’atmosfera speciale sia in casa che in giardino. Sono altamente decorative soprattutto se coltivate vicino all’acqua (laghi o laghetti artificiali) o in luoghi umidi all’ombra.
La felce è una pianta molto antica, è apparsa già nell’era del Devoniano inferiore (stiamo parlando di circa 400 milioni di anni fa!).
Si tratta delle prime piante terrestri che hanno cominciato a differenziare un sistema di trasporto dei fluidi, permettendo così un ulteriore accrescimento in altezza e differenziandosi dai muschi che non sono riusciti ad affrancarsi totalmente dalla vita acquatica.
Caratteristiche generali
Le Felci sono piante che, pur essendo ben formate in tutte le loro parti (radici, fusti, foglie, vasi, midollo), non posseggono gli organi di riproduzione e si riproducono in modo molto particolare.
Le Felci infatti non producono né fiori né semi. Sulla pagina inferiore delle fronde si formano delle minuscole capsule (sporangi) che rilasciano polvere di spore che, una volta seminate su terriccio umido, si sviluppano in protalli.
Ciascun protallo ha organi maschili e femminili: l’organo maschile, denominato anteridio, produce spermatozoi che nuotano sulla superficie del protallo per andare a fertilizzare l’ovulo nell’organo femminile che si chiama archegonio.
Quando la spora cade nel terreno trasportata dal vento, germina e da vita ad una pianta del tutto indipendente produttrice di gameti. Sulla pianta si formano organi sessuali maschili e femminili sui quali maturano anterozoi (per gli organi maschili) e le oosfere (per gli organi femminili).
L’acqua trasporta gli anterozoi che fecondano le oosfere, queste ultime germogliano subito e danno vita alla felce.
Classificazione botanica
Moltissime sono le specie raggruppate sotto il termine generico di felci: diverse migliaia, tra le quali troviamo pianticelle alte pochi centimetri ed imponenti felci arboree australiane che sono veri e propri alberi alti anche 25 metri.
Esistono specie spontanee anche nel nostro Paese e specie di origine esotica, coltivate come piante da appartamento.
La felce fa parte dell’ordine delle Polypodiales. Quelle che generalmente chiamiamo felci sono piante senza fiori, senza frutti e senza semi e sono incluse tra le Briofite e le Gimnospermae.
Principali specie
Nel mondo si contano quasi 12.000 felci (divisione delle Pteridophytae), che, a loro volta, hanno moltissimi generi tra cui Asplenium, Adiantum, Nephrolepis, Capelvenere e Davallia,
Ecco le più note:
- Adiantum – Adiantum capillus veneris è noto come Capelvenere si tratta di una delle piante più conosciute, caratterizzata da steli neri e delicati che ricordano i capelli di una donna (da qui il nome).
Il nome scientifico è Adiantum capillus veneris e è originaria delle zone temperate e tropicali di tutto il mondo. - Asplenium – Esistono numerose specie, ricordiamo le più diffuse:
- Asplenium adiantum nigrum : caratterizzata da foglie pennato composte portate da un lungo picciolo di colore bruno – rossastro.
- Asplenium nidus: possiede grandi fronde verdi brillanti, ha le foglie sono disposte a rosetta.
Si tratta di una pianta epifita che vive appoggiata agli alberi . - Asplenium bulbiferum: originario dell’Australia e della Nuova Zelanda
- Asplenium viviparum: originario delle isole Mauritius.
- Asplenium scolopendrium
- Blechnum: vantano una facile coltivazione.
- Dryopteris: Tra le più robuste e più diffuse. Ci sono diverse specie (e anche ibridi e cultivar) molte usate a scopo ornamentale tra cui D. affinis, D. erythrosora, and D. filix-mas (Felce Maschio).
- Matteuccia struthiopteris: Imponente, a foglia decidua, rustica e resistente al gelo. Ideale per i giardini all’ombra nel nord Italia.
- Woodwardia
- Woodwardia fimbriata o chomissoi: originaria del nord America. E’ una delle specie più grandi : le sue fronde raggiungono anche i 4 m di lunghezza ed i 45 cm di larghezza.
- Woodwardia radicans: possiede fronde di un bel verde intenso, lunghe fino a 2 m e larghe 45 cm.
- Woodwardia virginica: originaria degli Stati Uniti
E ancora: Cyrtomium, Davallia, Nephrolepis, Pellaea, Platycerium, Polypodium, Pteris, Woodwardia
Consigli generali per la coltivazione delle felci
Le Felci rustiche (ad esempio la Polystichum polyblepharum, Asplenium scolopendrium,) possono essere coltivate in piena terra in giardino mentre le specie tropicali delicate si coltivano in serra o in veranda o come piante da interno.
Tutte le specie e cultivar di Asplenium, Cyrtomium, Polystichum e Polypodium sono ottime piante da serra fredda, dove sono in pieno rigoglio quando fuori le temperature sono rigide, senza bisogno di riscaldamento artificiale.
Felci in appartamento
Le felci che non tollerano il gelo sono ottime piante da fogliame coltivate in vaso e nei cestini appesi in veranda o in appartamento.
La cura della felce in appartamento richiede particolare attenzione in quanto il fogliame tende ad ingiallire ed a cadere.
Tra le felci da appartamento sono molto apprezzate la felce di Boston (Nephrolepis exaltata), tutte le varietà di Davallia, l’Asplenium bulbiferum, l’Asplenium trichomanes (erba rugginina), i capelvenere (Adiantum capillus-veneris L., 1753) e l’Asplenium nidus (lingua di cervo) che vanta foglie lisce, lucide e di un verde brillante.
Esistono parecchie specie, ibridi e varietà di felci coltivabili in appartamento, tra i quali ricordiamo:
- l’Asplenio,
- il Capelvenere,
- Cyrtomium falcatum o felce agrifoglio
- la Driopteride,
- le Felce Arboree, tra cui la Dicksonia antarctica, che cresce bene nel nostro clima mite
- la Felce Australiana,
- la Felce biforme,
- la Felce bionda,
- la Felce brasiliana,
- la Felce femmina, diffusa nell’emisfero Nord
- la Felce della Nuova Zelanda,
- la Davallia o Felce della Scimmia,
- la Felce di Boston (Nephrolepis exaltata),
- la Nephrolepis obliterata
- Osmunda regalis
- la Pellea,
- il Platicerio, tra cui la Felce Corna d’Alce (Platycerium Bifurcatum)
- il Polipodio,
- il Polistico e la Scolopendra.
Luce
Le felci in casa necessitano di luce soffusa e naturale e non devono essere esposte ai raggi diretti del sole. Una volta alla settimana è opportuno ruotarle di mezzo giro, per consentire uno sviluppo armonico della chioma.
La posizione ideale è quella rivolta a nord sopra uno strato di ghiaia che si può inumidire.
Temperatura
Le felci, in genere (ma fate riferimento alla singola specie), mal sopportano gelate e correnti d’aria, ma anche un ambiente troppo secco è mal tollerato. La temperatura perfetta deve collocarsi tra i 15 ed i 18 gradi.
Terreno
Le Felci delicate, quindi quelle adatte alla coltivazione in casa, sono generalmente vendute in vasi molto piccoli, e dovrebbero quindi essere trasferite in vasi da 13 o 15 cm composto da 3 parti di torba, e 2 parti di sabbia grossolana o perlite di medio taglio a cui si aggiunge 1 tazza di granuli di carbone per ogni litro del miscuglio e fertilizzante.
Il pane delle radici non deve mai asciugare del tutto, alla pianta in vaso occorre mettere un sottovaso con il fondo coperto da uno strato di circa 2.5 cm di sabbia o ghiaia tenendolo sempre ben bagnato.
Annaffiature delle felci
Per le annaffiature è opportuno utilizzare acqua priva di calcare. La felce va annaffiata regolarmente, durante l’inverno ci si limita ad annaffiarla ogni 4 – 5 giorni. È opportuno mantenere la giusta umidità anche utilizzando un nebulizzatore.
È opportuno evitare ristagni idrici, quindi è consigliabile disporrete la pianta su sottovaso riempito di ciottoli o argilla e poca acqua avendo cura di non tenere il fondo del vaso in immersione.
Ogni settimana è necessario irrorare le fronde con acqua e 5 gocce di stimolante ormonico.
Le annaffiature devono essere effettuate in modo che il terriccio appaia sempre fresco ma non troppo inzuppato d’acqua; è un grave errore lasciare costantemente un piatto con acqua sotto i vasi delle felci perché le radici corrono il rischio di asfissiare.
Questa pratica è raccomandabile solo se il “bagno” si limita a due ore al giorno: in questo caso la pianta assorbe il liquido necessario ed ha il tempo di espellere quello eccedente.
Un’ottima soluzione è quella di coltivare le felci in vasi a riserva d’acqua, oppure con un piattino sotto pieno di argilla espansa o ciottolini e sempre bagnato che possa garantire umidità, ma senza inzuppare le radici.
In particolare le specie di Adiantum non amano essere spruzzate di acqua o bagnate dall’alto e Nephrolepis, che è forse la felce più facile da coltivare in casa, deve essere quasi secca prima di ogni annaffiatura.
Concimazione
La concimazione della felce deve essere mensile ogni mese da primavera ad autunno con fertilizzanti ricchi di azoto solubili e ben diluiti.
La concimazione consiste nell’aggiunta di fertilizzante organico alla terra, da effettuarsi con buon anticipo sulla data di impianto, e si completa con somministrazioni quindicinali di estratto di alghe opportunamente diluito in acqua.
Potatura delle felci
La felce non necessita di potatura ma occorre eliminare le foglie secche.
Felci in giardino
Molte specie di felci rustiche possono essere coltivate facilmente in giardino dove necessitano di una posizione ombreggiata, meglio se accanto all’acqua. Il terreno deve essere umido.
Le cure di manutenzione sono davvero limitate in quanto le felci rustiche sono molto robuste. Ad eccezione della Thelypteris e di tutte le specie di Blechnum e Cryptogramma che necessitano di un terreno acido, le felci prediligono una reazione da neutra ad alcalina ed il suolo ben vangato e ricco di humus.
E’ possibile eseguire l’impianto in ogni momento per le piante cresciute in vaso, annaffiando abbondantemente in caso di siccità. Occorre scegliere un posto in ombra piena o parziale.
Ci sono alcuni generi come Dryopteris che tollerano condizioni aride se poste all’ombra fitta, ma quasi tutte le felci chiedono condizioni umide per crescere rigogliose.
Le fronde di molte felci come Athyrium, Cryotogramma e Osmunda avvizziscono all’arrivo del primo gelo, mentre quelle di alcune Dryopteris si conservano bene anche durante i mesi invernali.
Lasciare le foglie vecchie sulla pianta fino alla primavera è un buon modo per proteggere la corona basale. Vanno tolte solo nel momento in cui spuntano nuove foglie.
Moltiplicazione
Le felci si moltiplicano attraverso la disseminazione delle spore, che sono le cellule della riproduzione; è una pratica da effettuare in serra e da affidare a personale altamente specializzato.
Volendo ottenere un nuovo esemplare della pianta madre, le felci si possono propagare per divisione e, in qualche specie, per bulbilli.
Moltiplicazione per spore
Solitamente occorrono da 18 a 24 mesi per ottenere una felce adulta partendo dalla semina delle spore.
Le spore si raccolgono recidendo dalla pianta madre le fronde che hanno gli sporangi maturi. Gli sporangi maturi sono rigonfi e di colore diverso in base alla specie: marrone carico, blu grigio, arancione. Gli sporangi che non sono ancora giunti a maturazione sono piatti e verdi o giallo chiaro, se sono invece marrone scuro e ruvidi significa che hanno già rilasciato le spore.
Si mette la fronda su un foglio pulito e si lascia in un ambiente caldo, nel giro di due giorni le spore cadono sul foglio sotto forma di polvere scura che andrà raccolta in una busta per semi. Si riempie un vaso da 7 cm con terriccio da semina che si può sterilizzare versando acqua bollente attraverso un tovagliolo di carta steso sulla superficie del vaso fino a quando l’acqua non fuoriesce dai fori di drenaggio.
Si lascia raffreddare il terriccio, si seminano le spore in modo rado sulla superficie. Quindi, si copre il vaso e si colloca in un luogo caldo al riparo dalla luce diretta del sole. Infine, si nebulizza regolarmente con acqua tiepida bollita la superficie del terreno.
Se sul vaso si forma uno strato verde simile a muschio si deve togliere il coperchio. Se il terriccio sembra secco si deve mettere il vaso a bagno in un piatto per un breve periodo. In base alla specie possono passare da sei a dodici settimane prima che i giovani protralli coprano la superficie del terriccio.
Vanno quindi ripichettati prelevando piccoli pezzi di questo muschio. In altri vasi con terriccio sterilizzato si mettono i pezzi prelevati a distanze uguali con il lato verde rivolto verso l’alto, si comprime e si nebulizza con acqua tiepida bollita.
Si coprono i vasi con una pellicola trasparente e ogni giorno si nebulizzano i protalli in via di sviluppo e nel momento in cui sono abbastanza grandi da poter essere maneggiati, si trapiantano in vasi separati con terriccio di torba e sabbia e si coltivano anche rinvasando se occorre fino al momento in cui sono abbastanza grandi per poter essere trapianti all’esterno.
Moltiplicazione per divisione dei cespi
La suddivisione si esegue alla fine dell’inverno, prima che avvenga l’emissione di nuove fronde: si estrae la pianta dalla terra, si separa in due o tre parti e queste si interrano poi singolarmente.
Moltiplicazione per bulbilli
Asplenium bulbiferum e alcune specie rustiche di Polystichun producono sulle loro fronde dei bulbilli, ossia delle minuscole piantine che si possono utilizzare per la propagazione.
Si stacca la fronda con i bulbilli e si stende in un vassoio con terriccio per talee o da semina. Subito i bulbilli diventano piantine radicate che si possono separare e invasare.
Durante il riposo vegetativo ci vogliono fino a sei mesi prima che le nuove piante siano pronte per essere trapiantate fuori o in vaso. Vediamo la procedura passo per passo.
Si sceglie una fronda piegata dal peso dei bulbilli che a loro volta possono portare minuscole foglie. Si recide la fronda alla base della pianta. Si appiattisce e si fissa con una forcella la fronda sul substrato preparato nel vassoio.
Si bagna e si copre con una plastica sigillando e lasciando il vassoio in un luogo luminoso e caldo fino alla radicazione dei bulbilli. Si tolgono le forcelle e si prelevano uno per uno i bulbilli radicati, se occorre di recidono dalla fronda madre. Si mettono i bulbilli in asi da 7 cm con torba umida. Si tengono alla luce fino a quando le piante non saranno abbastanza grandi per il trapianto.
Curiosità
Nella simbologia floreale il significato delle felci è la sincerità, probabilmente perché queste piante crescono spontaneamente e generosamente nei boschi.
Presso tutte le popolazioni indigene le felci sono usate durante le feste rituali per comporre mazzi o ghirlande.
Per Acquistare le felci
Iscriviti alla newsletter
Compila il form per ricevere periodicamente novità dal nostro sito.
In vaso medio ho la felce, fuori, esposta a nord. Adesso la pianta è cresciuta in larghezza tanto da far fatica a far entrare l’acqua. La devo dividere in cespi o cambiare il vaso? Grazie